Matrimonio in un igloo
Bene così sono partita, giovedì 10 marzo. Con l’aereo sono atterrata all’aeroporto di Arlanda, dove mi sono incontrata con gli sposi e da lì abbiamo preso un altro aereo per Ostersund dove ci siamo fermati per una notte. Östersund, la cittadina natale dello sposo, è moderna e sorge sulle rive di un lago molto grande e frastagliato, lo Storsjon. Però del lago non ne ho avuta percezione visto che era completamente ghiacciato. Uno dei passatempi degli svedesi di questa regione è la pesca invernale che si fa facendo un buco nel ghiaccio.
Il giorno dopo nevicava e la temperatura esterna era -10. Eppure la sensazione non era di freddo intensissimo, forse perché le case sono riscaldatissime o forse perché appena uno sentiva una situazione di disagio entrava in un negozio e si riscaldava. Dopo aver fatto un giro per la cittadina con la macchina presa in affitto all’aeroporto ci siamo recati nella casa presa in affitto ad Are, nota stazione sciistica svedese. Abbiamo percorso la A 14, un’ autostrada non a pagamento e in circa un’ora e mezza abbiamo raggiunto la destinazione. Mai avrei immaginato una stazione sciistica in pianura! D’altra parte non c’è bisogno di raggiungere grandi altezze per trovare la neve in Svezia! La casa era un tipico chalet di montagna in legno, composta da un soggiorno, una cucina,un bagno e due camere da letto. L’indomani sarebbe stato il gran giorno! La cerimonia era prevista per le ore 13 La giornata si è presentata splendida, freddissima (-16) ma con il sole. Mi sono dovuta ricredere sul buio svedese. Il sole alle 8 di mattina era già alzato e illuminava con la sua luce un paesaggio immacolato e deserto e tramontava verso le 6,30 permanendo un chiarore fino alle 7 di sera. Vestiti di tutto punto (io come se andassi a sciare), lo sposo con un vestito, il cappotto e delle scarpe nere e la sposa con pelliccia un po’ lunga, un colbacco e doposci tutto in bianco. Erano bellissimi. Io mi era premurata di comprare un bouquet di tulipani bianchi che le avrei dato appena arrivati a destinazione.
Arrivati a Tännforsen sono rimasta a bocca aperta. Attraverso un sentiero si arriva ad una cascata di notevole altezza la cui acqua si faceva strada attraverso i ghiacci per cadere in quello che doveva essere un lago solo che era una distesa bianca di ghiaccio. E ancora più sorprendente è stato il luogo della cerimonia. Un igloo realizzato sotto la cascata, composto di un ingresso, di un bar, di alcune salette con i letti e di una cappella con l’altare realizzato in ghiaccio, i sedili posti come un anfiteatro dotati di cuscinetti in polistirolo per potersi sedere. La cerimonia è stata officiata da un prete donna e dopo abbiamo brindato nel bar dell’igloo.
Finita la cerimonia c’è stato il pranzo all’unico ristorante del luogo. Abbiamo mangiato un tipico pranzo svedese. Per antipasto abbiamo mangiato Rip- och tjäderpaté che ricorda il nostro patè di fegato di oca e che invece lì è il patè di un uccello bianco di cui non ho capito il nome con salsa di mirtillo rosso e pane svedese; per primo Älgfilé cioè filetto di alce con salsa di funghi cantarelli raccolti nei boschi circostanti e patate arrosto e per dolce Hjortronpaj una crostata con frutti di rovo camemoro che sono una specie di more ma di colore bianco e crema.
Mi sono fermata in Svezia fino al 20 di marzo,ho trovato questo paese stupendo. Negli altri giorni ho attraversato un paesaggio immacolato e deserto in slitta con i cani, ed ho visitato Stoccolma ma tutto ciò richiederebbe una descrizione a parte.