Patagonia in camper. Il mondo alla fine del mondo
Informazioni generali.
Noleggio camper. Abbiamo viaggiato su un camper (Mercedes Benz Sprinter 310 TD 6 posti) preso a noleggio tramite internet, dopo aver effettuato una ricerca tra i vari siti che affittano camper in Argentina e Cile.
Il prezzo più conveniente lo abbiamo avuto da Cristian Torlasco (Buenos Aires), sito www.Andeanroads.Com, alla tariffa di 90 USD (+12 USD di tasse) al giorno con 250km/gg inclusi, fornito di biancheria (coperte, lenzuola, asciugamani, tovaglia) ed attrezzatura per la cucina.
E’ possibile accordarsi con Cristian via e-mail se si vuole prendere e/o riconsegnare il camper in altro posto diverso da Buenos Aires, con un sovraprezzo da concordare in base alla distanza.
Noi lo abbiamo preso a Buenos Aires e riconsegnato ad Ushuaia (Terra del Fuoco) pagando un extra di 700 USD, ma ottenendo uno sconto sul resto. In conclusione, 24 gg di noleggio con riconsegna ad Ushuaia è costato 2900 USD totali. Abbiamo poi pagato 470 USD per 1500 Km. Extra, non credevamo di farne tanti in più! In caso provate a contrattare un pacchetto di km se pensate di superare il giornaliero di molto.
Purtroppo non ci sono attrezzature per lo scarico delle acque grigie e nere, neanche nei campeggi. Lo scarico è quindi “on the road”, alla vostra coscienza nel trovare il posto più discreto.
Strade. Escluse le direttrici principali, molte strade non sono asfaltate ma sono consolidate, larghe e senza buche. Non è necessario il 4×4 (nessun problema con il camper) ma lo stile di guida sul brecciolino ovunque presente deve essere accorto: niente frenate nè sterzate brusche, scalate le marce e controllate lo sterzo. Se siete dei buoni guidatori potete viaggiare su quelle sterrate anche a 80-100 km/h. Altro fastidio è l’implacabile vento: se lo avete contro non riuscirete a superare i 90 km/h pur andando a tavoletta.
Passaggio in Cile. Per far uscire e rientrare un veicolo a noleggio è opportuno dotarsi di un’autorizzazione notarile da parte del proprietario del veicolo, costa 40 USD, fate una fotocopia per prudenza. Può darsi che non la chiedano in frontiera ma non sfiderei la fortuna, c’è chi è stato costretto a lasciare la macchina al confine. Considerate che per andare nella Terra del Fuoco argentina si passa obbligatoriamente dal Cile.
Rifornimenti. Non ci sono problemi di gasolio e benzina, ma è sempre prudente fare il pieno perchè i tratti senza rifornimento possono protrarsi anche oltre 150 km.
Una curiosità: il gasolio in Argentina costa più della benzina, ma ovviamente è sempre molto più economico che in Italia (1,30 Pesos in media).
Telefono cellulare. E’ necessario il triband per Cile e Argentina, ma tenete conto che abbiamo trovato copertura solo nei seguenti posti e solo strettamente all’interno dei centri abitati: Buenos Aires, Bariloche, El Calafate, Ushuaia (solo Tim), Punta Arenas (nel 2003).
Voli. Se volete andare durante le feste natalizie prenotate con larghissimo anticipo per garantirvi il volo diretto, ci sono problemi soprattutto per il rientro in Italia nella prima settimana di gennaio.
Noi abbiamo prenotato a settembre ed abbiamo trovato solo un volo American Airlines che ha richiesto 32 ore di viaggio con passaggio negli USA. Se potete evitate gli aeroporti americani come la peste, a causa della loro ottusa burocrazia e disorganizzazione. File interminabili, bagagli smarriti, chiusure delle valige rotte, ed altre amenità. Anche American Airlines da evitare, il servizio è pessimo e le hostess sgarbate.
Il mondo alla fine del mondo (ed ecco l’itinerario!!) Il nostro viaggio inizia da Buenos Aires, dove sostiamo poco, ma poco c’è da vedere: brutta ed inquinata. Siamo venuti per la natura ed anche Cristian ci dice che non è Baires quello che ci affascinerà dell’Argentina. A fine viaggio gli daremo ragione. Solo su una cosa dissentiamo: dice che il traffico è caotico, evidentemente non conosce quello di Roma! Dopo Baires visitiamo l’estancia di sua madre (El Arenal del Carmen), circa 300 km a sud di Baires, posto piacevolissimo ed autentico, ed iniziamo così a prendere le misure con le strade sterrate, su cui percorreremo centinaia di km.
Puntiamo quindi decisamente verso le Ande, ed in paio di giorni raggiungiamo il lago Aluminè ed il circuito Pehuenia, un anello che percorre laghi circondati da boschi di araucarie e tantissimi uccelli. Gli uccelli saranno una caratteristica costante in tutto il viaggio. Dalle pampas fino alla Terra del Fuoco se ne incontrano di tutti i tipi, aironi guardabuoi, passeri di ogni colore, anatre acquatiche, rapaci ed anche fenicotteri. Unica nota negativa: la pioggia gelida è frequente, come incessante è il vento, e questa è l’estate! Scendiamo verso S.Martin de Los Andes, tra paesaggi di bellissimi fiori selvatici. Il paese è carino ed ha strutture attrezzate per il turismo. La mangiata serale di carne è assicurata. Scendiamo a S.Carlos de Bariloche per la strada dei 7 laghi, meno comoda ma paesaggisticamente molto bella. Lungo i laghi la fioritura di un particolare tipo di ginestre (o almeno sembrano tali) è spettacolare, di un giallo abbagliante. Alcuni scorci potrebbero sembrare paesaggi alpini, se non fosse per la vegetazione, completamente diversa sia per alberi che per prati e sottobosco. Nei pressi di Bariloche è da segnalare una visita alla Valle Encantado (ruta 237) per i pinnacoli di rocce dalle strane forme. Bariloche è molto turistica, ottima per acquisti di vestiario pesante se ne avete necessità, o avete subito qualche “alleggerimento” nelle valige, come è capitato a noi a Fiumicino. Interessante anche il museo della Patagonia. La giornata è limpida e dal Cerro Catedral (teleferica + seggiovia + piedi) si gode un panorama sul lago Nauhel Huapi veramente mozzafiato. Dall’alto si possono apprezzare le enormi dimensioni di questo lago glaciale.
Dalle pendici delle Ande in un paio di giorni torniamo verso l’Atlantico, fermandoci però a visitare il parco nazionale de Los Alerces, noto per questa specie di sequoie millenarie (poche) e le rare arroyanes, mirtacee dal tronco color cannella.
Arriviamo in tempo per vedere un bellissimo tramonto sull’oceano a Puerto Pyramides , nella Penisula Valdes. Il mattino dopo partiamo per il giro della penisola, paradiso degli animali. Per le balene ormai è tardi, sono al largo da fine novembre, ma a Punta Pyramides si vedono leoni ed elefanti marini che dormono al sole e prendono il bagno. Un posto fantastico è Punta Delgado, dove si può arrivare a qualche metro dagli elefanti marini, tassativamente con la guida del parco, per non disturbare gli animali e non rischiare di essere attaccati da qualche maschio irritabile. L’elefante marino può pesare anche 4 tonnellate e, contrariamente a quanto sembra, è veloce anche fuori dell’acqua. Il mare della Caleta Valdes è di un azzurro intenso e la spiaggia è bianca. Potrebbe sembrare un mare dei tropici, se non fosse per le otarie ed i pinguini! Il giro si completa passando all’interno per andare a Puerto Madryn, dove vediamo alcuni guanachi, qualche sculettante nandù con i pulcini, un simpatico armadillo, ed anche un mara con cucciolo (uno strano animale patagonico, sembra mezzo gazzella e mezzo cane), cosa rara in quanto si tratta di un animale molto timido.
Scendendo verso sud facciamo una lunga e scomoda deviazione per Punta Tombo, ma ne valeva la pena. 500.000 pinguini di Magellano ogni anno vengono qui per riprodursi ed è incredibile camminare in mezzo a migliaia di pinguini! Tenere a bada il piccolo Saul che voleva rincorrerli tutti non è stato facile.
Nella nostra discesa verso sud puntiamo di nuovo verso le Ande, e nel viaggio merita una deviazione la visita del Monumento National del Bosque Pietrificado, dove enormi fossili di tronchi di antiche araucarie pietrificate giacciono a terra come ruderi di colonne di giganteschi templi antichi, in un arido e suggestivo paesaggio spazzato dal vento. Particolari condizioni hanno portato alla trasformazione in pietra di araucarie di 100.000 anni fa, conservando però tutta la struttura del legno. Una vista degna delle rovine dell’antica Olimpia.
Una lunga puntata di oltre 700 km ci porta in un giorno a El Chalten, dove dalla strada ci appare il Fitz Roy in tutta la sua bellezza. Due trekking ci attendono: il primo, più facile, per il campo base del Cerro Torre, che potremo vedere solo ammantato di nuvole come al solito (pare che le giornate limpide siano veramente poche nell’anno), ed il secondo alla Laguna de los Tres, alla base del ghiacciaio del Fitz Roy. Questo trekking si rivela una bella fatica, non tanto per la lunghezza (20 km come il Cerro Torre) quanto per il dislivello finale, il vento terribile ed il freddo. Che clima infame! Siamo contenti di avercela fatta. Il piccolo Saul è un angelo, dentro lo zaino si è beccato tutto il vento e non si è mai lamentato.
Lasciata El Chalten, la prossima tappa è la turistica El Calafate, base cittadina del Parque National del los Glaciares, il cui pezzo forte è il famoso ghiacciaio Perito Moreno. Un lungo sistema di passerelle permette di osservare in tutta sicurezza lo spettacolare fronte del ghiacciaio. Scoppi come fuochi d’artificio annunciano il crollo imminente di qualche blocco sulla parete frontale. Sarà proprio un bel Natale sul lago Argentino. Il lungo giro in nave ci porta a scoprire altri enormi ghiacciai, come lo Spegazzini e l’Upsala, che scendono al lago; da non perdere la navigazione in mezzo agli azzurri icebergs disseminati in prossimità dei fronti glaciali. E’ giunto il momento di passare il confine e dirigersi in Cile. Vale la pena sopportare la ruta 40 sterrata per vedere il Parque National del Torres del Paine. La giornata è fredda ed ovviamente ventosa, ma limpida: è quindi possibile ammirare le cime bicolori dei Cuernos del Paine sgombri dalle nuvole. I guanachi qui sono numerosi e tranquilli, si riesce a fotografarli da molto vicino. Arriviamo a vedere il lago Grey, dove l’ennesimo ghiacciaio scende fino al lago cosparso di icebergs. Al lago si accede attraversando il Rio Pingo su un ponte sospeso di tavole che, nonostante sia ben fatto e solido, per il forte vento oscilla che è un piacere… Anche il camper oscillerà tutta la notte! Ormai non ci resta che la Terra del Fuoco. Il passaggio previsto da Punta Arenas a Porvenir va a monte perchè la bagnarola che trasporta auto non ha posti auto disponibili prima di due giorni. Non vogliamo aspettare due giorni a Punta Arenas e decidiamo di percorrere i 177 km dello stretto di Magellano per traghettare nell’unico altro punto possibile, ovvero la primera Angostura a Punta Delgada, dove il servizio traghetti è continuo dalle 8 alle 23. Vedere la fatica di manovra delle navi all’attracco rende l’idea di che razza di correnti ci siano nello stretto di Magellano! Ormai siamo a Ushuaia, alla fine del mondo e del nostro viaggio. Possiamo osservare di nuovo leoni marini ed otarie nel canale di Beagle, questa volta proprio da vicino, sulla caratteristica nave Barracuda. La cena di Capodanno sarà a base di pesce (finalmente!), con zuppa di crostacei e cozze e soprattutto “linguine alla centolla” (una mia invenzione…), un ottimo granchio tipico di Ushuaia, a mio parere migliore dell’aragosta. La visita al Parque Nationale della Tierra del Fuego chiuderà il nostro viaggio ed aprirà un 2004 che meglio non poteva iniziare.