Capodanno a Salisburgo
Hotel – Per scegliere la nostra sistemazione salisburghese ci siamo affidati ad Internet: google e via con tanti link da controllare uno ad uno. Da www2.Salzburg.Info abbiamo preso la lista dei bed and breakfast e, guardando quelli che avevano un sito web, abbiamo trovato una serie di possibili soluzioni.
Per foto, prezzi e localizzazione quella migliore ci è sembrata il B&B AmMoos. 23 euro a persona in una doppia, fuori dal centro ma con parcheggio gratuito, fermata del bus molto vicina, tanto verde intorno e quindi massima tranquillità. Ancora una volta Internet non ci ha traditi e la scelta si è rivelata azzeccata.
Abbiamo trovato il B&B seguendo le indicazioni di viaMichelin e quelle fornite sul sito dell’AmMoos e abbiamo capito che il nome si riferisce al fatto che la casa si trova in Moosstrasse, lunga strada che collega il centro a Glanegg, paesino di periferia vicino al castello Leopoldskron. Siamo arrivati con il buio già calato e quindi la prima impressione è stata sommaria. Ad accoglierci è stato Walter Strasser, il capofamiglia, ma ovviamente nei giorni seguenti abbiamo conosciuto anche la moglie, il suocero, il figlio e il cane Mino, simpatico batuffolo bianco.
Il B&B è in una enorme casa (che in Italia basterebbe a tre famiglie) con un bel giardino con piscina davanti, una piccola cappella costruita da una decina di anni nel parcheggio e una dependance, che occupa l’ala più esterna della struttura.
Al momento della prenotazione avevamo richiesto una delle camere molto romantiche con letto a baldacchino ma Strasser ci aveva fatto sapere che erano tutte prenotate: così ci ha dato proprio la dependance. Avevamo un accesso riservato solo a noi dal quale si accedeva alla stanza tramite una scala interna e un breve corridoio nel quale si trovava il bagno (anche questo riservato a noi).
La camera non era grande come potevamo aspettarci dalla foto: o meglio, lo era ma in parte era occupata da una grande e tipica stufa in maiolica. Però tutto era molto confortevole: un letto semplice con due piumoni, un armadio in legno, una cassapanca, la tv con canali satellitari, il piccolo frigobar, due poltrone con poggiapiedi abbinati ed un tavolino rotondo. In più, ma l’abbiamo visto solo il mattino seguente, tre grandi finestre con vista sull’Untersberg e la terrazza sul parcheggio e sul giardino.
Il bagno è (almeno crediamo) quello usato di solito dalla famiglia nei periodi di bassa stagione: grande ma non enorme, con la vasca, senza bidè e con un comodo lavandino.
La reception è nella stanza che separa la nostra dependance dalla sala per la colazione, un ampio salone con tavoli rotondi arredato con molto gusto e con attenta ricerca dei particolari. Il periodo natalizio si presta molto per agli addobbi (una vera specialità di Salisburgo) ma la famiglia Strasser ha fatto davvero le cose con garbo. In più il grande tavolo della colazione offre marmellate, succhi di frutta, affettati, formaggi, panini di tre-quattro tipi, tre torte, biscotti e varie qualità di cioccolata da spalmare.
Dovessimo cercare un difetto avremmo difficoltà a citarne uno. Per i pregi invece si va dalla cordialità dei gestori alla comodità per auto e bus passando dalla pulizia, dalla bellezza della zona e dal silenzio assoluto durante la notte.
30 DICEMBRE 2004 Rispettando quasi completamente i nostri buoni propositi iniziali, alle 9,20 di mattina siamo entrati al casello di Prato-Calenzano, pronti per i 660 km che ci dividevano da Salisburgo. Il tempo era bello, splendeva il sole e su tutto l’Appennino non c’era ombra di neve. Così siamo arrivati senza alcun problema al confine, fermandoci prima a mangiare qualcosa all’autogrill di Vipiteno (proprio Autogrill, quelli con la rustichella) e a comprare la famosa Vignette, ovvero il tagliandino che va applicato sul parabrezza e che permette di girare tranquillamente sulle autostrade austriache da Innsbruck in poi senza pagare il pedaggio. Dal Brennero in poi la neve ci ha accompagnato durante tutto il viaggio, raggiungendo il suo maggior candore nella zona di Innsbruck. Da notare, prima di rientrare in Austria dalla Germania, il bellissimo lago nei pressi di Rosenheim, uno splendore visto dall’inizio della lunga discesa verso il territorio austriaco. Poco dopo le 16 siamo finalmente arrivati a Salisburgo, seguendo le indicazioni di viamichelin.Com siamo riusciti, non senza pochi giri, a trovare il nostro bed&breakfast. Arrivando da ovest, in zona aeroporto, per evitare di girare intorno alla città abbiamo dovuto tagliare attraverso dei paesini immersi nella campagna, svoltando, prima del punto informazioni, a destra e seguendo per Viehhauser. Giusto il tempo per posare le nostre cose e sistemarci, che subito siamo ripartiti alla volta del centro, facilissimo da raggiungere percorrendo i circa 4 km della Moosstrasse (attenzione agli autovelox: non si vedono ma ce ne sono tantissimi e il limite è di 40 km/h, a volte anche 30). Il nostro primo approccio con la città è stato con il tunnel scavato sotto il Mönchesberg, il monte che sovrasta Salisburgo dalla parte sinistra della Salzach. Il proprietario del B&B ci aveva consigliato di utilizzare i due grandi garage sotterranei proprio ai lati del tunnel, ma noi abbiamo ignorato il consiglio e siamo finiti in pieno centro storico, ma non nella zona pedonale, che è off-limits anche a residenti e mezzi pubblici. Però non abbiamo voluto rischiare una multa per divieto di sosta e siamo tornati indietro, andando poi a parcheggiare appena dietro la collina, sempre a pagamento, ma ad un prezzo inferiore. I parcheggi sotterranei costano 2,40 € l’ora, con tariffe speciali per periodi più lunghi (14 € un giorno intero), mentre lungo la strada, nelle strisce blu, si spende circa 1,10 € l’ora, fino ad un massimo di tre ore, dalle 9 alle 19 (poi la sosta è libera). Abbiamo pagato i nostri primi 50 cents e ci siamo diretti verso il centro storico, fermandoci appena allo sbocco del tunnel per fare un paio di riprese in Von Karajanplatz e scattando qualche foto al simpatico abbeveratoio per cavalli posto ai piedi del Mönchesberg. Poi ci siamo incamminati per la via dell’Università, finendo nella piazza di fronte alla chiesa (Universitätsplatz) dove avevano appena chiuso i battenti numerose bancarelle. Comunque, la prima impressione è quella di una città deserta: pochissima gente in giro, tutti i negozi già chiusi nonostante fossero appena le 18.30, pochi segni visibili delle festività in corso. Ma noi non ci siamo arresi, e abbiamo continuato a camminare e camminare, incontrando Residenzplatz con i chioschi che vendevano vin brûlé e bosna, Mozartplatz con la pista di pattinaggio, Getreidegasse con le sue insegne in ferro battuto. Proprio in Getreidegasse abbiamo deciso di fermarci a cena, anche perché la scelta non era poi molta. Dopo aver girato per parecchio tempo, trovando solo due o tre ristoranti italiani e altrettanti venditori di kebab, alla fine abbiamo deciso per un ristorante ispano-latinoamericano, cioè che serviva sia piatti spagnoli che argentini e sudamericani in genere.
Ambiente semplice ma curato, clientela varia, menu ricco e soprattutto affollatissimo, con zona fumatori e non. Si può scegliere tra il menu alla carta e un più semplice buffet, che si paga in base alle volte che ci si alza a riempire il piatto (i piatti successivi al primo si pagano meno). Noi ci siamo “accontentati” di due abbondanti piatti di carne: una svizzera di maiale con contorno di patate e un filetto di manzo con salse e patate, più due coca-cola, per un totale di 25,95 € più un caffè gentilmente offerto, chissà perché, dal cameriere. Dopo la cena, una veloce passeggiata per le deserte vie del centro (eppure non c’era nemmeno la neve!) per tornare all’auto e al caldo del nostro accogliente B&B. 31 DICEMBRE 2004 Come da buone abitudini vacanziere, alle 9 eravamo già in piedi pronti per il nostro primo vero giorno da turisti. Colazione abbondante in casa Strasser e poi subito alla fermata dell’autobus, il 16, che percorrendo tutta Moosstrasse ci avrebbe portato dritti in centro, scaricandoci in Hanuschplatz. Il biglietto costa 1,80 € perché si tratta di un tragitto più lungo, considerato extraurbano, mentre quello per i tragitti più brevi, considerati urbani, costa 0,90 €. In circa dieci minuti siamo già in città, pronti a dirigerci in Mozartplatz, dove si trova uno dei punti informazioni. Avevamo infatti intenzione di acquistare la famosa Salzburgcard, che permette di utilizzare i mezzi pubblici e di entrare nei musei e in altri luoghi turistici gratuitamente (per altri, meno importanti o fuori dal centro, ci sono comunque delle riduzioni). La carta esiste per 24, 48, 72 e costa rispettivamente 19, 26 e 32 €, mentre costa poco di più da metà giugno a metà settembre. Per i bambini metà prezzo. Lo diciamo subito: per chi ha tempo, voglia ed interesse di visitare le tante attrattive della città, questa carta è indispensabile e assolutamente conveniente. Con 32 € (tre giorni) a testa, abbiamo visitato in pratica tutti i luoghi di maggiore interesse e senza carta avremmo speso almeno il doppio. Con la Salzburgcard in mano ci siamo incamminati subito verso la Hohensalzburg, la fortezza che dal Mönchesberg sovrasta tutta la città. Di questo edificio troverete descrizioni su qualunque guida, quindi sorvoliamo qualsiasi descrizione storico-artistica e ci limitiamo ai consigli pratici. Per salire alla fortezza esistono due mezzi: la funicolare e le proprie gambe. Forse in primavera vale davvero la pena farsi una bella passeggiata, ma in inverno o in piena estate non lo consigliamo. La strada è ripida, e si rischia di arrivare in cima e non godersi lo spettacolo per la fatica! La funicolare costa ben 8,50 € (ed ecco che la card conviene!), ma chi sale a piedi deve poi comunque pagare l’ingresso ai cortili (3,60 €) che invece sarebbe incluso nel biglietto della funicolare. In un minuto si arriva in vetta, dove si può decidere di ammirare i vari panorami che mostrano la città da diverse prospettive, oppure di entrare a visitare i saloni degli arcivescovi (3,60 € ingresso senza card). Dopo aver aspettato il nostro turno (file abbastanza lunghe), abbiamo iniziato il tour con audioguida, che per quaranta minuti ci ha accompagnato in decine di stanze, corridoi e affini. Particolarmente bella la vista da una delle torri. Prima di abbandonare la fortezza abbiamo visitato anche tutti i musei in essa ospitati (compreso quello delle Marionette, che se c’è da pagare l’ingresso di 3 € non vale la pena), girellando tra i cortili. Alla fine della visita abbiamo ripreso la funicolare, solito minuto per scendere e poi, dopo essere passati obbligatoriamente da un negozio di gioielli d’ambra (molto bello) ci siamo diretti verso il cimitero di St Peter, dove riposa, tra gli altri, la sorella di Mozart, Nannerl.
Per quanto possa sembrare strano, il cimitero è visitato da molte persone. Forse perché al suo interno si trovano le catacombe, che nonostante costino soltanto un euro, non sono assolutamente interessanti. Più bello il cimitero, con delle particolari lapidi in ferro che dalle nostre parti non si vedono affatto (nello stile di Salisburgo, tutto molto elegante e piacevole). Ormai erano già passate le 14, e vuoi il freddo, vuoi le camminate, la fame cominciava a farsi sentire. Così, dopo un salto nella chiesa di St Peter, dove un’orchestra si stava preparando per un concerto, ci siamo inoltrati per le vie del centro, cercando un posto per pranzare. Ma come la sera prima, si è riproposto il problema di trovare un locale decente. Escludendo i ristoranti italiani, quelli austriaci vanno scovati, perché non sono così visibili. Alla fine, stretti nella morsa della fame, abbiamo ripiegato su un chiosco di arabi che servivano kebab e bosna (un panino stile hot dog, con due würstel magrissimi e bianchi e tanta cipolla). Con 7,90 € (ma secondo noi il tipo ha fatto la cresta…) abbiamo preso i due suddetti panini e una bottiglietta d’acqua (attenzione: l’acqua costa parecchio, anche al ristorante, spesso conviene ordinare coca o birra). Poi, non ancora sazi, abbiamo aggiunto un hot dog al chiosco in Alter Markt (la piazza che da Getreidegasse spunta dietro la Residenz) e un krapfen in una piccola pasticceria gestita da due anziane signore, sempre in Getreidegasse (dove si trovano anche il chiosco di arabi e la maggior parte dei ristoranti).
Dalla pasticceria alla casa natale di Mozart il passo è stato davvero breve, sulla solita strada. Questa è stata forse la visita più deludente: quattro mura che poco rappresentano Mozart, con qualche spartito e un pianoforte, le pareti bianche e alcuni ritratti. Insomma, per 5,50 € si può fare anche a meno. Con la Salzburgcard si può visitare giusto per dire di esserci stati. Dopo la casa natale ci siamo diretti verso quella che è stata la vera abitazione della famiglia Mozart, attraversando la Salzach e arrivando in Makartplatz. Questa visita invece si è rivelata davvero interessante, anche perché, con la funzionale audioguida, si scoprono molte cose non solo del musicista, ma anche della stessa Salisburgo. Le stanze sono molto belle e curate, e contengono numeroso materiale appartenuto a Wolfgang. Verso la fine del tour, si possono anche vedere dei filmati. Il primo ripercorre il viaggio di Mozart attraverso l’Europa, mentre il secondo è un video che mostra la sua storia per intero. Il tutto, ovviamente, corredato dall’audioguida in italiano. Prezzo senza Card 5,50 €. Usciti dal palazzo era già buio, così abbiamo deciso di fare un giro verso la parte più moderna della città, tra il Mirabellgarten ed il quartiere attorno a Franz-Josefstrasse. Per la strada incontriamo anche due amici di Prato… Quando si dice il caso. Abbiamo percorso tutta Franz-Josefstrasse, giusto per vedere dove si trovava il negozio di un ragazzo che avremmo dovuto incontrare in seguito. Per questo siamo arrivati fino in fondo alla strada, riprendendo poi Linzergasse (con molti negozietti carini, ma tutti chiusi causa ultimo dell’anno) e finendo di nuovo sulla Salzach, e quindi alla fermata dell’autobus.
Dopo un po’ di riposo in camera, abbiamo preso l’auto (i mezzi si fermavano alle 22 per evitare problemi con ubriachi e fuochi d’artificio). Alle 21 circa abbiamo parcheggiato l’auto nel garage sotterraneo (quello sotto il Mönchesberg) e ci siamo incamminati verso il centro. Intanto già da un po’ erano cominciati i botti, nonostante la richiesta di rispettare il lutto per la tragedia del sud-est asiatico. Per rispettare la tradizione del 31 dicembre dovevamo cenare al McDonald’s (vedi Praga e Monaco), ma con nostra grande sorpresa il locale aveva chiuso alle 15… Ciò ci ha resi molto tristi…
Comunque, armati di tanta fiducia, ci siamo rimessi a cercare, proprio come a pranzo e come la sera prima. Ma anche questa volta ci siamo rifugiato nella scelta più sicura: il chiosco in Alter Markt. Un hot dog, un hamburger, un toast e due bottigliette d’acqua (ai tavolini in piedi all’aperto, ma con tanta gente come noi intorno). Totale: 9,10 €.
Ad attendere la mezzanotte siamo andati in Residenzplatz, dove avevano allestito, di fronte alle bancarelle del vin brûlé, un palcoscenico su cui si alternavano vari cantanti e musicisti. Lo spettacolo non era proprio il massimo, anche perché il freddo era davvero pungente. Così, tra i boati delle esplosioni che risuonavano per tutta la città (sulle pareti della Residenz come sulla Salzach) abbiamo deciso di fare qualcosa di diverso, rientrando al B&B e festeggiando a modo nostro, anche grazie ai gustosi doni offerti dai coniugi Strasser: due mini bottiglie di spumante e una scorta di pasticcini e cioccolatini.
1 GENNAIO 2005 Il primo giorno dell’anno lo abbiamo dedicato ancora al centro della città, visto che le guide forniteci per posta dall’Ufficio del turismo di Salisburgo (www.Salzburg.Info) ci avevano offerto molti spunti per altri itinerari. Così la prima tappa è stata MuseumPlatz, dove siamo scesi dall’autobus per raggiungere il vicino ascensore del Mönchsberg (salita e discesa 2,60 € per chi non ha la Salzburgcard) che ci ha portato sulla sommità del monte dove è stato costruito, a mo’ di fortezza moderna, un museo di arte contemporanea. Dopo un veloce (causa pioggia) tentativo di scattare qualche foto e fare qualche ripresa al panorama abbiamo deciso di entrare a vedere la mostra. Non siamo grandi intenditori ma la Salzburgcard e il tepore del museo hanno fatto opera di convincimento. L’esposizione di quadri e sculture si sviluppa su tre piani ed ha qualche spunto interessante (Modigliani, Picasso…) ma dopo un’ora di visita e di commenti alle opere siamo usciti, ritrovando una Salisburgo umida ma non più piovigginosa.
Così siamo scesi di nuovo con l’ascensore e abbiamo deciso di visitare il Museo di scienze naturali in Museumplatz. E’ stata una bella sorpresa perché ci aspettavamo una piccola esposizione di animali e piante del luogo ed invece abbiamo trovato un edificio pieno di stanze da visitare con calma ed attenzione. Molto bello e ben tenuto l’acquario a piano terra: pesci tropicali, di mare e di acqua dolce in 41 vasche, dallo squalo al luccio e per finire la più grande mostra di coralli d’Europa.
Al primo piano invece la camera del tesoro con pietre preziose e tanti minerali, alcuni dei quali provenienti anche dalla zona di Salisburgo. Al secondo piano sono esposti numerosi animali selvatici europei, degli orsi in grotte ricostruite, il rettilario con circa duecento animali (compresi serpenti velenosi) e le sale cosmo. Al terzo piano l’era glaciale, esposizioni varie e un bar, mentre all’ultimo piano è stato ricostruito il mondo marino con uno squalo bianco, animali velenosi e per finire animali domestici e corpo umano. Insomma, un posto dove passare una giornata intera, ad un costo di soli 4,50 € senza card. Noi però, già affamati, siamo usciti dopo un paio di ore in cerca di cibo trovando ovviamente tutto chiuso visto il giorno festivo. E così abbiamo ripiegato su Mc Donald’s accontentandoci dei soliti ma convenienti hamburger. Smaltirli non è stato però un problema, visto che ad attenderci c’era la Residenz, imponente palazzo visitabile però solo per un terzo circa delle tantissime stanze.
Anche in questo caso ad aiutarci è stata l’audioguida che ci ha spiegato per filo e per segno i segreti dell’edificio che ha ospitato per secoli arcivescovi e imperatori. Le stanze (alcune un po’ spoglie e un paio con cantieri per il restauro ) sono perfettamente conservate sia per quanto riguarda gli intonaci che per quadri, mobili e suppellettili. La visita dura più di un’ora e, tra saloni e stanze più piccole, tanti sono stati anche i metri percorsi: peccato aver visto alcuni turisti (purtroppo italiani) scegliere due sedie settecentesche per sedersi a riposare incuranti dei cartelli di divieto scritti in cinque lingue. La visita alla Residenz è quindi da consigliare (5 € l’ingresso), mentre della galleria di pittura dal XVI al XIX secolo al piano superiore abbiamo sentito solo commenti negativi ed abbiamo evitato di visitarla.
Usciti dalla Residenz abbiamo attraversato l’imponente Domplatz per dirigerci proprio al Duomo, la chiesa più grande della città, con interni ricchi di affreschi e di altari decorati. Noi, piuttosto stanchi dopo otto ore da turisti, abbiamo dedicato al Duomo poco più di mezzora, sufficiente appena per visitare l’interno e le cripte moderne con le tombe degli arcivescovi. Siamo usciti dal Duomo quando la sera era già calata ma prima di rientrare verso il B&B ci siamo soffermati altri trenta minuti ad osservare uno spettacolo in Residenzplatz: proprio in quei minuti è arrivata infatti a Salisburgo una grande palla argentata che, partendo da quella città, farà il giro d’Europa per tutto il 2005 per rientrare in Austria nel 2006 per festeggiare i 250 anni dalla nascita di Mozart.
Dopo una doccia ristoratrice e un po’ di riposo abbiamo preso l’auto per andare a cenare in centro. Abbiamo posteggiato in un parcheggio vicino a Museumplatz, sulla Salzach: normalmente questo spiazzo è a pagamento ma non nei giorni festivi. Passando in auto avevamo notato nella vicina Griesgasse una birreria enorme che, divisa in più stanze, funzionava anche come pub, ristorante e taverna: in pratica quattro-cinque saloni a tema pieni di gente. Si chiama Sternbräu e noi abbiamo trovato posto nella sala Grunstern, un ristorante arredato modernamente dove però si possono ordinare gli stessi piatti del resto del locale. Abbiamo scelto gulasch con gnocchi di patate, vitella arrosto con patate fritte, due bicchieri di acqua naturale e una fetta di Sachertorte con panna spendendo 23,20 € senza la mancia (l’acqua era del rubinetto ma buonissima e gratuita). Per finire la serata abbiamo fatto un giro per la città in auto, finendo anche al vecchio stadio del Casinò Salzburg, ormai in disuso.
3 GENNAIO 2005 Del 2 gennaio non raccontiamo niente perché la giornata, peraltro la più brutta dal punto di vista meteorologico, è stata rovinata da un malanno di Matteo durato per fortuna solo poche ore.
La mattina del 3 eravamo già pronti per sfruttare le ultime ore di Salzburgcard e abbiamo scelto di visitare il rinomato zoo che costerebbe ben 8 €. Per raggiungere il giardino zoologico abbiamo seguito le indicazioni per Hallein e poi per Anif; in tutto meno di quindici chilometri di distanza dal centro di Salisburgo. Il periodo di Capodanno non è quello più adatto per una visita completa visto che alcuni animali sono in letargo o custoditi in ripari riscaldati. Però in due ore di cammino in vialetti curati, ricchi di cartelli (in tedesco) e divisi in continenti ci siamo divertiti molto, passando a piedi tra lama in libertà, recinti con animali più o meno comuni (cinghiali, zebre, rinoceronti, emù, canguri wallaby e dromedari), gabbie con animali feroci (dal puma alle tigri) e laghetti con fenicotteri rosa. Divertenti anche le due stanze riscaldate con le scimmie. La visita vale sicuramente il prezzo del biglietto, anche perché gli animali non danno l’impressione di soffrire la cattività grazie agli ampi spazi a disposizione lungo il crinale del monte che sovrasta lo zoo.
Dopo la visita che ci ha occupato tutta la mattina, verso l’ora di pranzo abbiamo ripreso l’auto e ci siamo incamminati verso l’autostrada, diretti in direzione Vienna per uscire a Klessheim, dove si trova l’Europark, uno dei centri commerciali della città (insieme all’Airport Center, che prende il nome appunto dal vicino aeroporto e che si trova non distante dalla zona del nostro B&B). Il centro è come tutti gli altri, invaso però dai clienti che cercano di accaparrarsi oggetti ai prezzi migliori, visti gli sconti.
Noi, dopo un breve giretto e l’acquisto di un dvd su Ibiza al corrispondente del nostro MediaWorld, ci siamo fermati per mangiare, affamati dopo la lunga passeggiata allo zoo. Tra i tanti ristoranti, fast food e forni, quello che ci ha attirati di più è stata una piccola gastronomia, dove abbiamo comprato due buonissimi panini farciti (salame ungherese e prosciutto cotto) a soli 3,40 €. Per bere ci siamo affidati al vicino supermarket Spar (insieme ai supermercati Billa i più presenti in città). Una bottiglia d’acqua e un bretzel (che qui chiamano brezen) per 1,70 €.
Dopo aver sbirciato un po’ tra i vari negozi, siamo usciti e siamo ripartiti alla volta del vicino stadio, quello costruito in previsione degli Europei 2008 dove attualmente gioca l’Austria Salzburg. Per arrivarci basta attraversare il sottopasso dall’Europark in direzione Casino. Infatti Casino e stadio si trovano a pochi metri di distanza l’uno dall’altro. Breve sosta al fan shop per acquisto di sciarpa (14 €) e poi di nuovo in auto verso il centro.
Questa volta abbiamo lasciato l’auto dall’altra parte sulla riva destra della Salzach, cioè nella parte più moderna, pagando 2 € di parcheggio per circa due ore in FranzJosefstrasse. Prima di arrivare in centro ci siamo fermati a visitare Sankt Andrä, la chiesa della comunità croata salisburghese, che si trova proprio davanti allo Schloss Mirabell. E anche qui breve sosta, sia per vedere la mostra fotografica allestita nell’ingresso del palazzo su Salisburgo ieri ed oggi, stesse immagini in epoche diverse (il palazzo però non è visitabile), sia per scattare qualche foto nel famoso giardino in cui sono state girate le scene di “Tutti insieme appassionatamente”. Sicuramente un bello spettacolo in primavera ed in estate, in questo periodo abbastanza cupo e freddo, nonostante si respiri comunque un’atmosfera elegante e sfarzosa. Dopo aver attraversato la Salzach abbiamo fatto una lunga passeggiata tra le vetrine, con i negozi finalmente aperti, curiosando qua e là. Tornando alla macchina ci siamo fermati ad uno dei supermercati Spar (in Linzergasse) dove abbiamo comprato, oltre all’acqua, anche le famosissime palle di Mozart da portare a casa: ovviamente comprandole al supermercato si risparmia tantissimo, quindi non fermatevi in uno dei mille negozi del centro che le vende, vi farebbero pagare cifre come 15 € per una scatolina che in realtà ne vale meno della metà. Dopo il rientro al B&B, per la cena abbiamo scelto un ristorantino molto tipico in Moosstrasse, di cui avevamo sentito parlare abbastanza bene da italiani in casa Strasser. Il posto si chiama “Schachlwirt” e propone piatti tradizionali in un’atmosfera davvero tipica: solo gente del luogo a cena (compreso uno strano individuo dalla barba e dalle unghie lunghissime). La specialità sono i piatti di carne, noi abbiamo ordinato una zuppa di patate, una bistecca con contorno, una cotoletta alla viennese e una bottiglia d’acqua, per un totale di 27,80 €. Cena più cara del previsto ma davvero gustosa. 4 GENNAIO 2005 Finalmente è arrivato il giorno tanto atteso: quello della visita alla miniera di sale! Così, di buona mattina, siamo partiti alla volta di Bad Dürrnberg, piccolo borgo sopra Hallein, dove si trovano le miniere di sale ormai dismesse e trasformate in attrazione turistica. Pur salendo di poche centinaia di metri rispetto a Salisburgo, abbiamo trovato tantissima neve ma strade comunque sgombre. Abbiamo parcheggiato in uno spiazzo pieno di auto con targhe italiane e ci siamo diretti all’ingresso dove, grazie alla nostra tessera di studenti universitari, siamo riusciti ad avere una riduzione sull’entrata, che da 15,90 € a testa è scesa a 9,90 €! Dopo aver aspettato un po’ (le visite vengono effettuate solo in gruppo ogni ora circa), siamo scesi al piano di sotto dove ci hanno fatto indossare delle tute bianche di cotone e ci hanno fatto lasciare cappotti e borse ingombranti. La visita infatti si svolge in parte a piedi in stretti cunicoli (sconsigliati a chi soffre di claustrofobia ma comunque ottimamente areati), in parte su un trenino a cremagliera e in parte lungo scivoli in legno. Il tutto è davvero divertente. In più c’è una guida, Rudy, che spiega per filo e per segno anche in italiano tutta la storia della miniera. A fare da contorno anche dei video proiettati in diversi punti del tragitto, in cui l’arcivescovo Wolf Dietrich Von Raitenau, coadiuvato da un assistente pasticcione, racconta la storia della miniera e di Salisburgo, fino al giorno della sua morte. Il tour prevede anche l’attraversamento di un laghetto di sale sotterraneo per mezzo di un barcone, molto suggestivo anche grazie a giochi di suoni e luci che irrompono nel buio della grotta. Adatto ad adulti e piccini, soprattutto per gli scivoli e la particolarità del luogo! All’uscita, quando si riconsegna la tuta, vengono vendute le foto scattate durante la visita, a 5 € l’una, mentre al piano superiore c’è un piccolo negozietto dove comprare un po’ di sale anche a prezzi ragionevoli.
Meno interessante invece l’attiguo villaggio Celtico, che dicono compreso nel biglietto per la miniera, ma che in realtà è aperto a tutti. Il villaggio è stato costruito per mostrare le condizioni di vita dei primi abitanti del luogo nonché scopritori della miniera, ma la ricostruzione è piuttosto sommaria e poco coinvolgente. Probabilmente più carino il villaggio che sovrasta il colle, ma troppo distante per le nostre pance affamate. Essendo già le due, siamo riscesi verso Hallein, fermandoci a pranzo al McDonald’s, visto che sul biglietto di ingresso alle miniere c’era scritto che era compreso anche uno sconto proprio per il fast food. Peccato che lo sconto equivalesse ad un pranzo maxi al prezzo di uno medio… Il vero affare l’abbiamo fatto al vicino benzinaio dove, con 0,849 eurocents al litro abbiamo fatto un pieno da 40 €.
Dopo esserci rifocillati, siamo ripartiti per Salisburgo, con sosta lungo la strada alla fabbrica Kaiser per acquistare della birra da portare a casa. Due confezioni da sei bottiglie da 50cl 8,50 €. Per terminare la giornata, altro giro in centro per gli ultimi acquisti. Alle 19,30 cena da Shakespeare, in Mirabellplatz. Locale molto particolare, con esposizione di artisti locali, dove si mangia un po’ di tutto: dal cinese all’austriaco. Noi abbiamo scelto una zuppa di pollo, del riso con verdure saltate, un gelato multigusto e due acque da 0,25l per un totale di 16,60 €.
5 GENNAIO 2005 L’ultima mattina ce la siamo presa abbastanza comoda, facendo colazione come sempre verso le dieci, pagando il conto con gli Strasser (138 euro a persona per 6 notti con colazione), caricando l’auto e poi partendo alla volta di una pasticceria, per portare a casa una sachertorte. Nonostante volessimo evitare di andare in centro per problemi di parcheggio e di tempo, alla fine non c’è rimasto altro da fare, perché intorno al B&B le pasticcerie erano inesistenti. Così in pochi minuti eravamo già alla fine del tunnel sotto il Mönchsberg ad acquistare due torte, pagandole 7,50 € l’una, più un pezzo di strudel da 5 €. Prezzi di molto inferiori rispetto all’hotel Sacher (sulla Salzach) che si vanta di produrre la sacher originale facendola pagare fior di quattrini. Appena concluso l’acquisto siamo ripartiti, questa volta davvero verso l’Italia. Durante il tragitto però, verso l’ora di pranzo (le 14 circa), ci siamo fermati ad Innsbruck, giusto per dare un’occhiata al centro. Dopo un breve giro d’orientamento – in cui siamo finiti, ovviamente, sotto lo stadio (dove non c’è più il fans shop a causa dello scarso rendimento della squadra locale) – abbiamo trovato un posto per parcheggiare. Anche qui tutti i posteggi sono a pagamento, almeno nelle zone limitrofe al centro, e si paga anche più che a Salisburgo. Per un’ora e mezzo ben 2 €. In questi novanta minuti siamo riusciti a mangiare due insalate al McDonald’s, due krapfen in una pasticceria (per 2,27 € compreso un bretzel) e a visitare le due strade principali del centro. L’idea che ci siamo fatti è stata molto positiva, perché Innsbruck innanzitutto sembra molto più movimentata, più giovane, di Salisburgo, e poi anche strutturalmente è molto carina. Rammaricandoci per il poco tempo a disposizione, dopo una passeggiata fugace tra le vetrine, la visita al bel Duomo e l’acquisto di un pezzo di speck, siamo tornati alla macchina, pronti per partire, questa volta definitivamente, alla volta dell’Italia.