Marzo seicellese
Il programma e’ di uno stanziale tipo panda in gabbia: 10 giorni a Mahe’ piu’ 2 a Praslin e La Digue( solo perche’ ci ha “obbligato” a visitarle la titolare degli chalets).
Partiamo col volo air Seychelles in notturna, tutto bene tranne l’aeroplanino del navigatore satellitare che non c’e’.
Panico! Come un drogato in crisi d’astinenza vago per l’aereo in cerca di punti di riferimento, nulla di nulla solo la conferma di come sara’ la fauna turistica italiana alle Seychelles: coppie agee’ + neosposi in viaggio di nozze con fedi scintillanti peggio dei denti di Iriza in Candy-Candy. C’e’ anche una sosia di Donatella Versace, biondissima/tamarrissima/allamodissima.
Si tocca il suolo e subito vediamo il primo dei dodicimila dicasi dodicimila cocchi di mare del viaggio, e’ quello sul timbro del passaporto.
Il titolare ci viene a prendere,ci accompagna e parla dello tsunami che ha distrutto il giardino della sua struttura e altre piccole cose, rimaniano di granito come l’isola. Il sonno arretrato mi fa dire solo qualche parola confusa tipo uhm!, mahh! e porcapupazza! Arriviamo e il giardino e’ piu’ che mai bello tanto che non capiamo cosa abbia distrutto l’onda…
Lo chalet non e’ pronto (sono le 7.00 di mattina) e dobbiamo aspettare, e’ occupato ancora da due marinai USA di passaggio, pero’ e’ possibile metterci i bagagli.
Entriamo e troviamo i nostri due militari in veranda che stanno scolando la birra n. 12, una vera colazione energetica. Si passeggia per la spiaggia in attesa del riposo sacrosanto…..Che arriva come una catarsi.
L’ora di assaggiare la cucina locale e’ scoccata e il merito tocca al mitico Anchor cafe’ e alla sua ancor piu’ mitica cameriera. Lo strascichio delle ciabatte e il suo sorriso per l’ordine sbagliato rimarra’ per sempre scolpito.Nei giorni seguenti avra’ sbagliato: gusti di gelato, marche di birra e ordini vari, ma chemifrega mica volevo un servizio a cinquestelle…Eppoi lo sbaglio molte volte ti fa scoprire cose fino ad allora sconosciute come la bonta’ del mix gelato fragola/cioccolato fino ad allora tabu’ e che le due marche di birra seybrew ed Eku sono la stessa identica cosa.
Prime considerazione di Mahe’:non esiste il crepuscolo si passa dalla luce del tramonto al buio pesto nel giro di mezz’ora con le stelle che sono milioni di milioni tutte sopra la testa….
Seconda considerazione: di notte non c’e’ nulla, nessuno a passeggiare, nessuno a giocare a carte in veranda, nessuno che gioca a minigolf, nessun cocomeraio,solo il silenzio interrotto da qualche macchina di passaggio, ottimo per iniziare a leggere uno dei tanti libri portati nello zaino. Il secondo giorno e’ dedicato alla “dedalica” capitale Victoria… Il bus per 3 rupie ci porta in giro per mezza isola, alla scoperta della natura piu’ che mai rigogliosa,delle spiagge palmate, dei tanti ragazzi in divisa fuori dalle scuole e dei fumi dei barbecue in ogni dove. Non c’e’ un turista sul pullman e in giro, tanto che mi chiedo se siano per caso scomparsi tutti i nostri compagni di volo.
La capitale e’ composta da tre vie tre e nell’incrocio delle due principali campeggia un orologio a forma di torre che assurdo e’ dir poco. E’ color argento vivo, simile al Big Ben, riproduzione di un altra torre/orologio che si trova a Londra. Dopo quindici minuti la citta’ e’ stata girata tre volte, passiamo davanti all’unico cinema dove i due spettacoli giornalieri sono alle 18.47 (?) e alle 21.00, al mercato e spossati dal caldo decidiamo di fermarci a mangiare.
Ritorno a casa per dedicarci alla spiaggia di anse a la mouche, selvaggia il giusto e ci accorgiamo che il pomeriggio scompare per via dell’alta marea. Quindi, strada,palma e direttamente l’oceano. Meglio! Il bagnasciuga ce lo creiamo noi sul giardino dello chalet.
A cena assistiamo al delirio dell’anchor cafe’, ovvero non e’ possibile cenare perche’ il cuoco (questo ce lo dira’ piu’ avanti un turista) quando vede troppa gente si emoziona e decide di non lavorare. Boh! la prendiamo per vera e ci viene consigliato l’unico ristorante vicino a circa 15 minuti di cammino,tanto avete con voi la pila, ci dicono.No,a questo piccolo particolare non ci avevamo pensato, la pila per girare di notte non era nei nostri programmi,anche se consigliata dalla lonely planet.
Che fare! Riceviamo un bel pacco di pasta riscossa + pomodoro + cheddar dalla titolare degli chalets e finalmente ci facciamo due spaghi al chiar di stelle direttamente a casa.
Per evitare spiacevoli conseguenze mi leggo in notturna tutta la guida lonely planet e arrivato alla frase “preparatevi che almeno una volta durante la vostra vacanza andra’ via la corrente” zac! come per magia c’e’ il balck-out sul serio e rimango come uno stoccafisso, per di piu’ anche al buio.Credo sempre di piu’ che non siano guide ma libri profetici. La notte passa con un gran bel temporale, era questo il motivo dell’interruzione della corrente.Che bello! Piove al buio per non disturbare i turisti al sole di giorno, che classe alle Seychelles.
Il terzo giorno si prende subito la macchina a nolo, una fiammante Daihatsu Charade, brutta come la fame. Le macchine giapponesi, cosi’ diffuse, reggono meglio l’umidita’ ed e’ questo il motivo per cui il 90% degli isolani le usa…La destinazione e’ il sud di Mahe’, spiaggia di anse soleil,posizionata alla fine di una mulattiera. Prima di guidare alle Seyechelles consiglio un bel corso di laurea. Strade strette,guida a sinistra, auto e bus del posto che vanno come dei pazzi,bordo della carreggiata che finisce di netto e compare nell’ordine: a)oceano,b)strapiombo della montagna, c) scalino di 1 metro fatto per dragare l’acqua delle piogge d) gente che aspetta il bus sul bordo e)cani che gironzolano F)turisti impediti nella guida (me compreso), fanno di Mahe’ un immenso videogioco.
La spiaggia di anse soleil e’ molto bella e con molta accortezza inizia il bagno di sole. Capiamo anche che abbiamo a che fare con l’oceano e non con un mare qualsiasi,tant’e’ che la macchina fotografica viene letteralmente mangiata da un’onda pomeridiana di alta marea e addio ricordi.Vabbe’ checcifrega siamo turisti faidate e anche un po’ coglionotti. Il resto dei giorni e’ veramente rilassante e dedicato alla visione di tutta l’isola, ad ogni spiaggia che e’ cosi’ particolare e dotata di nessun comfort, l’unico concesso e’ un cane che gira indisturbato su ognuna di essa e ti fa da cicerone accompagnandoti fino al posizionamento dell’asciugamano. Beau vallon,Takamaka,Anse royal, anse aux pins sono alcune delle spiagge cosi’ belle e cosi’ isolate di una bellissima e poco patinata Mahe’, incredibilmente snobbata dai viaggiatori che preferiscono altro.
La natura e gli abitanti, che proprio ai turisti non ci pensano minimamente (lasciandoti girare indisturbato), fanno dell’isola un luogo magico che mi manca sul serio.