Rio e sudest
Escursione a Ipanema: finalmente possiamo fare una colazione decente (continentale). La spiaggia è fantastica e di fronte ci sono delle magnifiche isolette coperte di palme. Tappettini degli indios lungo tutta la passeggiata, ambiente molto più gradevole che a copa, bei negozi, vale proprio la pena.
Nel pomeriggio conosciamo i factotum della spiaggia di copa che si offrono di esaudire ogni nostro desiderio, cibo ,lettini, DONNE, escursioni in auto privata: concordiamo per 120 reais un ‘escursione al PAN di Zucchero( la stessa che tre giorni dopo faccio in taxi per 7 reais): la vista da lassù è veramente da togliere il fiato, non si può descrivere! Toglie il fiato anche l’ascesa che,per chi come me soffre di vertigini, è veramente da infarto. La sera cena da Carretao, con ottima carne servita direttamente dallo spiedo al piatto, con illustrazione, con tanto di disegno, del pezzo di bovino che via via ci servivano. La sera i ragazzi si avventurano nel quartiere di Lapa e finiscono giusto nella parte di quartiere che ci avevano sconsigliato di visitare! Lapa è un quartiere molto carino frequentato da studenti e artisti di rio, senza il marasma di turisti e l’indotto che gli gira attorno, qualche giorno dopo siamo tornati seguendo le indicazioni e: cena a Nueva Capela con cibo brasiliano per brasiliani (manioca e aipim fritti come le nostre patate e varie altre delizie..), di fronte un locale dove da un autobus scendono a suon di musica e applausi i musicisti e gli ospiti della serata, musica stupenda e persino il cameriere che serve il ghiaccio con le pinze che seguono il ritmo della batteria. Finalmente i ragazzi conoscono delle ragazze normali e così l’indomani veniamo accompagnati da Sheila, una bellissima e colta ragazza di Gloria nella splendida piazza del teatro municipal a cena all’ amarelhino: lei sceglie i cibi e contesta al cameriere la qualità degli stessi: mangiamo la carne do sol che una carne salata poi arrostita e la “carne seca”, buona ma veramente secca! Da lì siamo andati in rua da carioca che è il quartiere dove vendono tutto per la musica di giorno e sede dei locali di musica frequentati dai carioca la sera: all’esterno dei due-tre locali una coda di ore per entrare, desistiamo e la nostra amica ci porta al circolo cultural dove è in corso una festa di compleanno e la serata è animata da una stupenda cantante con bravi musicisti: siamo gli unici stranieri e ci divertiamo un mondo, certo non siamo i migliori ballerini!Sempre in rua da carioca c’e uno dei più antichi e rinomati bar di rio, il BAR LUIZ (1886), che serve cucina austriaca e brasiliana in una ambientazione veramente d’atmosfera.
Altre destinazioni: abbiamo preso l’autobus la sera alle 23 e viaggiato “comodamente” sdraiati alla volta di Sao paolo (h 6.30) da dove abbiamo proseguito alla volta di Curitiba decidendo di negarci la visita alla megalopoli che, vista da lontano era alquanto sconcertante. Curitiba è una graziosa cittadina fondata e abitata da emigranti provenienti dall’est europeo (tutti alti e biondi): è molto ordinata e sicura, la maggiore attrattiva per i residenti è il centro commerciale costruito sulle vestigia dell’antica stazione ferroviaria di cui conserva l’aspetto solo all’esterno. Nel suo interno c’e anche il museo del treno che può essere glissato senza rimpianto alcuno. E’ utile se si vuole telefonare o stampare le foto,un po’ caro. Il centro cittadino è molto frequentato alla sera e ci sono vari locali dove si fa musica, in uno anche capoeira, ma la maggior parte dei giovani passeggia lungo la via principale, lastricata e interdetta al traffico dei veicoli.
Da lì l’indomani abbiamo preso il trenino che, attraverso la mata atlantica, conduce tra ponti costruiti nel vuoto, foresta tropicale e piccole cascate fino a morretes,un paesino sul fiume molto suggestivo. Sul traggito si incontra il monte olimpo, con la cima coperta dalle nuvole, e si intravede il mare: è bellissimo. A morretes assaggiamo la specialità del posto il “barreado”: piatto di carne salata cucinata nel coccio per 24 ore e servita con farina di manioca, insolito ma gustoso; ottima anche la banana flambata. Rientro in serata e partenza in autobus-letto per foz do iguazù.
Arriviamo a Foz in mattinata e decidiamo, bagagli al seguito, di raggiungere direttamente il parco delle cascate, versante brasiliano: lasciati i bagagli in deposito alla reception delle cascate veniamo trasportati in autobus verso il sentiero principale del lato brasiliano delle “catarattas”: rimaniamo incantati non sapendo ancora cosa ci aspetta dal lato argentino.Al termine visita al parque das aves: gli ucelli sono quasi tutti in gabbia o in enormi voliere, ci sono i tucani e i pappagalli di ogni colore, anche qualche rettile ma non so se vale la pena, non ha lo stesso sapore dell’avvistamento casuale in natura.Passiamo la notte in Argentina a puerto Iguazù e disgraziatamente io e il mio compagno ci fidiamo del tassista e alloggiamo all’hotel paranà, un incubo dei peggiori: la stanza è sporca e sa di muffa, azionato il ventilatore si spandono nella stanza nuvole di polvere, nel letto c’e persino il classico ca-pelo (corto, riccio e nero, di indubbia provenienza pubica), il bagno è un autentico cesso. Passata una notte tormentata, funestata dal ronzio del condizionatore e dalla cadenza di un gocciolio che neanche i tappi di cera riascono a debellare, alle prime luci dell’alba raggiungiamo i nostri compagni di viaggio che, seguendo le indicazioni di alcuni ragazzini di strada, erano stati accompagnati all’hotel libertador, lindo e cerato e tirato a lucido tutti i giorni, per di più con piscina e più o meno per lo stesso prezzo. Contrariamente a Foz che è molto pericolosa, puerto iguazù è una cittadina piccola e gradevole, popolata da gente cordiale e ciarliera: lungo il fiume si gode uno splendido tramonto e di può ammirare alla confluenza dei fiumi il triplice confine tra argentina paraguay e brasile ( volendo c’e una lancia che ogni quindici minuti ti porta a fare un giro di compere in paraguay dove pare sia molto conveniente acquistare articoli di elettronica). Lungo il fiume ho incontrato un serpentello piccolissimo, grigio con la testa nera, che mi hanno detto essere un “boa chico” cioè un piccolo di serpente boa, non ho più scollato gli occhi dal sentiero per tutta la sera per paura di incontrare la madre. L’escursione al versante argentino delle cascate è stata veramente incantevole, la Garganta del diablo, che è il salto maggiore, ha una enorme portata d’acqua e a fissarla sembra che ti cada addosso, è veramente ipnotica; la camminata lungo il percorso principale penso sia una delle cose più belle al mondo ed anche gli altri sentieri non sono da meno: incantevoli farfalle e uccelli e persino un nutrito gruppo di opossum. La parrilla (grigliata di carne) non è all’altezza del resto dell’argentina in nessuno dei locali dove siamo stati ma è comunque buonina.Il posto è talmente gradevole che ci fermiamo qualche giorno a oziare e programmiamo un’escursione a San ignacio de minì, una delle antiche missioni gesuitiche (1500 circa) dello stato appunto di missiones, dove si trova puerto iguazù: lungo la strada ci fermiamo alla miniera di Wanda, una delle minas più in superficie, profonda solo quattro metri: la miniera è di proprietà di una famiglia italiana che aveva comprato la terra per allevare il bestiame e scoperto casualmente la presenza di un esteso giacimento di splendide pietre preziose: abbiamo potuto visitare grazie alla squisita preparazione e gentilezza della guida i giacimenti di ametiste, topazi e tormaline che emergevano dal terreno in forma di enormi geodi, ci hanno mostrato i metodi e macchinari per la lavorazione e abbiamo potuto acquistare in sede delle belle pietre e minerali ad in’ottimo prezzo. Siamo poi andati a san ignacio e abbiamo visitato i ruderi dell’imponente costruzione gesuitica in pietra rossa interamente istoriata: notevole. All’esterno nugoli di bambini ci hanno circondato chiedendo money-money e nonostante la mia risolutezza a non incentivare questi meccanismi non ho resistito ai supplici occhioni di una bella bambina india e le ho allungato tutti gli ultimi soldi rimasti, scatenando un parapiglia con gli altri bambini le cui richieste si son fatte più pressanti. Al rientro si programma rientro a rio, rapida visita al corcovado (imperdibile) e, sigh, rientro in italia, con il rimpianto per tutto quello che non ho potuto vedere del brasile che è veramente immenso…Il resto la prossima volta, spero presto.