Viaggio a Los Roques

Racconto di un viaggio a Los Roques. Venezuela. Siamo partiti il 30 gennaio 2005, io, mia moglie e una coppia di amici, dall'aeroporto Marco Polo di Venezia, volo della Tap per Caracas con sosta di una notte a Lisbona. Era una mattinata con un freddo cane (6° sotto zero) ma al solo pensiero di essere diretti ai tropici quasi non si...
Scritto da: Fausto
viaggio a los roques
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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Racconto di un viaggio a Los Roques. Venezuela.

Siamo partiti il 30 gennaio 2005, io, mia moglie e una coppia di amici, dall’aeroporto Marco Polo di Venezia, volo della Tap per Caracas con sosta di una notte a Lisbona.

Era una mattinata con un freddo cane (6° sotto zero) ma al solo pensiero di essere diretti ai tropici quasi non si sentiva.

La partenza era prevista per le 12:30 ma abbiamo spiccato il volo con un ritardo di 30 minuti.

L’aereo era semi vuoto, hostess cordiali, servizio a bordo buono.

Siamo arrivati a Lisbona verso le 15:30 ora locale, e dopo aver ritirato il voucher presso il desk della TAP abbiamo effettuato il trasferimento verso l’albergo potendo così dare un rapido sguardo alla città per la prima volta, apprezzando il suo fascino e la sua bellezza. Per la cena abbiamo optato per uno dei tanti ristoranti del Barrio Alto.

Il mattino dopo alle 12:30 siamo partiti alla volta del Venezuela e dopo nove ore circa di volo siamo atterrati a Caracas.

All’aeroporto ci stava aspettando Hector, l’uomo di fiducia della posada Lagunita a Los Roques, il luogo di tutto il nostro soggiorno, prenotato via internet. Hector ci ha portato in città (35 km dall’aeropoto), all’hotel e poi a cena. Caracas è una metropoli di sette milioni di abitanti divisa in due parti, favelas e quartieri alti, comunque caotica, inquinatissima, (a confronto, l’aria di casa nostra nei giorni più inquinati ha un profumo di rose), pericolosa e non ha nulla di veramente interessante da vedere.

Il mattino dopo sveglia alle sei e partenza per l’aeroporto Ausiliar, disbrigo delle solite formalità e partenza per Los Roques con un bimotore della Blue Star piuttosto vecchiotto. Il volo è stato emozionante sia per la splendida giornata sia per il panorama dell’arcipelago visto da 5000 piedi (1500 metri) di quota. Dopo 40 minuti di volo siamo atterrati a Gran Roque, l’isola principale dell’arcipelago, su una pista di terra battuta con la torre di controllo collocata su un cassone sopraelevato di un autocarro. Al nostro arrivo ci attendeva Andrea il patron della posada che ci ha aiutati per la nostra sistemazione (finalmente siamo arrivati). Descrivere Los Roques è molto impegnativo, la bellezza del luogo, i colori cangianti del mare di incomparabile bellezza, la natura che ti circonda e la vita sottomarina ti lasciano senza fiato.

Los Roques è un arcipelago, dichiarato parco naturale dal 1979, con una trentina, circa, di isole grandi e piccole, disposte a semicerchio con molta vegetazione e una grande laguna interna; non ci sono alberghi, residence, villaggi turistici o quant’altro si possa trovare nelle grandi mete turistiche quindi a chi cercasse queste sistemazioni sconsiglio senz’altro di venir qui.

A Los Roques come sistemazioni ci sono solo delle “posadas” che non sono altro che delle vecchie case di pescatori restaurate e ristrutturate per ospitare delle persone come in una normale pensione, quindi ci vuole un po’ di spirito di adattamento.

La posada Lagunita (www.Posadalagunita.Com) ha tutto il necessario per un normale soggiorno(escluso l’acqua calda che nell’isola, chissà perché, non c’è) in compenso ha la grande cordialità, la gentilezza, di tutto lo staff di Andrea che si è fatto in quattro per soddisfare le nostre esigenze. Un’altra caratteristica positiva della posada è il cenare tutti assieme con una tavolata nella grande sala da pranzo, creando così un clima cordiale che a fatto nascere tante belle amicizie. Le cene, vi assicuro, sono state gustose ed abbondanti con pesce e ottimo vino a volontà.

Qui di seguito vi spiegherò come, di norma, si trascorreva una giornata tipo a Los Roques.

Al mattino una colazione abbondante alle otto, Enrico (che è il braccio destro di Andrea e che ti risolve tutti gli eventuali problemi o necessità che ti possono capitare) ci faceva scegliere l’isola da visitare, compatibilmente con le condizioni del mare, comunque un’isola diversa ogni giorno; poi alle 9:30 tutti alla darsena, lì, ci aspettava la barca della posada che ci avrebbe portati all’isola prescelta, dove, posizionati ampi ombrelloni con relativi sdrai e frigo contenente bevande fredde, pasta, riso, panini e un thermos di caffè, ci lasciavano, per poi tornare a prenderci verso le cinque del pomeriggio, dopo aver trascorso 6-7-ore con l’isola alla nostra più completa disposizione e a contatto con la natura più viva. La cosa che ci ha colpito di più durante la nostra permanenza sulle isole è stata la sabbia bianchissima, fine, quasi borotalco che anche con il sole a picco ci si poteva camminare tranquillamente sopra senza scottarsi, era tiepida, quasi fredda.

Ritornati in posada verso le18 ci attendeva un rinfresco con tè freddo, caffe, frutta, e la pizza.

Dopo una doccia (fredda) ci sparpagliavamo per il paesino alla scoperta dei negozietti per souvenir o piccoli bar in riva alla spiaggia per un aperitivo in attesa del tramonto (ogni sera aveva dei colori diversi). Dopo cena si terminava la giornata con una passeggiata in piazza o in qualche localino per ascoltare della buona musica locale.

Ecco questa è stata una delle giornate tipo passate a Los Roques.

Per gli amanti della subacquea le loro aspettative non rimarranno deluse. Vicino la posada si trova un centro sub Padi e Ssi dove si possono prenotare le uscite (180$ per sette immersioni) e i punti d’immersione non mancano di certo.

Noi , per la nostra passione subacquea abbiamo girato un po’ il mondo ma un posto così genuino, vero, senza nessun “stereotipo turistico”, non l’avevamo mai trovato.

Dopo dodici bellissimi giorni è arrivato l’ora del rientro e fortunatamente senza soste notturne come all’andata.

Il 13 febbraio, verso mezzogiorno, siamo atterrati all’aeroporto Marco Polo di Venezia e ci siamo di nuovo immersi nel nostro freddo padano ma con il caldo tepore de Los Roques nel cuore.

Qui di seguito vorrei dare alcuni suggerimenti per chi volesse andare in vacanza nell’isola: LA DURATA ideale del soggiorno è una decina di giorni così si ammortizza il peso del viaggio.

VIA INTERNET al sito www.Losroques.Com troverete tutto quello che cercate sull’arcipelago.

LE COMPAGNIE aeree che fanno rotta per il Venezuela sono Alitalia, AirFrance, Iberia, Tap, anche queste si possono trovare in internet nei loro siti ufficiali.

ATTENZIONE alle scottature non lesinate nell’acquisto di creme solari, incominciate a spalmarvi la 50 e ricordate che ci si può abbronzare anche sotto l’ombrellone; mai visto un sole così potente come qui.

INSETTI: attenti ai “puri-puri” in alcune isole li potete trovare nel tardo pomeriggio o quando cala il vento, ma non è detto; appena li sentite l’unico modo per evitarli è di buttarsi in acqua o vestirsi velocemente, perché non ci sono repellenti che tengano. Se sei punto ti gratti per due-tre giorni, quindi ricordarsi degli antistaminici. Per chi li avesse dimenticati a Gran Roque c’è una farmacia e un ambulatorio che gratuitamente vi farà le ricette per i problemi del caso.

CAMBIO: durante nostra vacanza il cambio era 1$=2200 Bolivar e 1E=2600 Bolivar, il cambio ufficiale 1$=1920 Bolivar.

ARAGOSTE: il periodo per questi prelibati crostacei va da dicembre a marzo. Per organizzare cene di aragoste chiedete a Enrico con 8-10$ a testa vi preparerà una spaghettata spadellata con tanta aragosta per condimento e per secondo ancora aragosta in salsa rosa con del vino bianco dal Cile niente male.

Ci sarebbe ancora molto da scrivere ma se vi racconto tutto vi privo di ogni sorpresa.

Fausto per chi volesse contattarmi: borfau@virgilio.It



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