Da Cecersk a Minsk

In Bielorussia da Cecersk a Minsk 'on the road' e' un itinerario non proprio usuale. Io e mia moglie Simonetta, o meglio, mia moglie ed io abbiamo ospitato una bambina bielorussa in vacanza terapeutica in Italia: Alina. Per capire o per cercare di capire meglio tante cose di cui si sente parlare abbiamo deciso di andare a fare un viaggio nella...
Scritto da: alessandro.cang
Partenza il: 01/06/2003
Ritorno il: 08/06/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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In Bielorussia da Cecersk a Minsk ‘on the road’ e’ un itinerario non proprio usuale.

Io e mia moglie Simonetta, o meglio, mia moglie ed io abbiamo ospitato una bambina bielorussa in vacanza terapeutica in Italia: Alina.

Per capire o per cercare di capire meglio tante cose di cui si sente parlare abbiamo deciso di andare a fare un viaggio nella sua terra.

Organizzazione fai da te: andata Brescia-Gomel su un Tupolev della Belavia, ritorno Minsk-Roma su un Antonov della stessa compagnia.

Il viaggio e’ iniziato appena saliti in aereo. Eravamo gli unici italiani su un aereo di bambini russi. Ci si sente osservati: si prova quello che molti stranieri sentono in italia. Poi i bambini si sciolgono e iniziano a parlare. Restano comunque perplessi sul perche’ degli italiani vadano in vacanza in Bielorussia.

All’arrivo ci viene detto di aspettare per ultimi e usciremo dall’aeroporto un’ora dopo gli altri. Dopo un attento controllo dei nostri passaporti e dopo aver stipulato un’assicurazione sanitaria di 1 euro.

Ma l’accoglienza vale gia’ il viaggio. E’ forse un po’ triste ma sicuramente emozionante vedere tutti i genitori che da una vetrata aspettano i loro bambini al ritorno dal soggiorno/salute in Italia. I bambini sono attesi con un po’ d’ansia, le tre ore di volo collegano due mondi molto diversi. Tra tutti gli adulti c’e’ una bambina che aspetta noi e ci saluta. Dal vetro la vediamo sempre piu’ stanca.

Ormai e’ notte fonda e nell’attesa sono rimaste solo lei e la sua mamma ad attenderci.

La mamma si e’ accordata con un vicino di casa, Sergej, che ci porta da Gomel a Cecersk, 40 km, ma le distanze in Bielorussia sono piu’ distanti …

Cecersk e’ una cittadina dispersa nella campagna. Per chi vive in Lombardia e’ difficile immaginare lo spazio e il verde. Non esiste l’inquinamento acustico e si puo’ stare in silenzio. Non esiste l’inquinamento luminoso e di notte si vedono delle stellate fantastiche.

Purtroppo Chernobyl ha lasciato un altro tipo di inquinamento e questo si avverte. Primo il disastro nucleare ha acuito la depressione economica che gia’ c’era. Secondo, e non credo sia una mia suggestione, dato dalla tensione delle persone che vivono con questa presenza. Molte sono le malattie ma tanta e’ anche la paura di ammalarsi. Il bello di viaggiare da viaggiatori e non da turisti e’ quello di conoscere la gente. Ci siamo disinteressati dell’albergo prenotato per ottenere il visto e siamo ospiti di Natascia, la mamma della bambina. Le giornate passano tranquille e comunichiamo lentamente a causa della lingua. Ci fermiamo 3 giorni in cui facciamo visita alla famiglia di un’altra bambina e alla famiglia della maestra che aveva accompagnato i bambini in Italia. L’accoglienza e’ sempre molto calorosa. I Russi sono all’inizio un po’ chiusi ma poi si scopre che hanno un grande cuore (un po’ come i Bergamaschi). In alcune situazioni siamo quasi imbarazzati.

Tutte le famiglie sono estremamente riconoscienti con tutti gli italiani che ospitano i loro figli. Quando ripartiremo dall’aeroporto di Minsk ci renderemo conto di come costa ai genitori separarsi dai bambini. Ma le vacanze in Italia sono viste come una necessita’ per cercare di costruire un futuro. E propabilmente lo sono perche’ il futuro si inizia a costruirlo con la speranza.

Partiamo verso Minsk. Natascia si e’ accordata ancora con Sergej. E’ un po’ come nei film. Cerchi una persona disposta a darti un passaggio. Discuti il prezzo. Parti, senza orario e senza itinerario …

I quasi 300 Km da Cecerk a Minsk sono un’esperienza. Si viaggia tra ampi spazi verdi e tra le foreste di betulle. I fiumi sono grandissimi, i paesi distanti. Le strade sono valide, piccole ma il traffico e’ minimo. Le pompe di benzina sono poche, come i paesi. Basta fermarsi sempre a quando le si incontra e non c’e’ problema.

Durante il viaggio esce un po’ del mio pregiudio. Sergej rallenta, parla in russo con Natascia, guardano le strade di terra battuta ai lati di quella principale che stiamo percorrendo. Cosa stanno facendo ? Stanno cercando un posto per far fare la pipi’ ad Alina.

Un’altra curiosita’. Prima di partire per Minsk un ragazzo mi accompagna in banca. Devo procurarmi dei rubli. Arriviamo presto, la banca e’ chiusa, Vova mi chiede l’ora. Io porto un orologio automatico, poco preciso non so dire se dobbiamo aspettare 5 minuti o un quarto d’ora. Vova mi guarda con aria interrogativa. Perche’ uno che puo’ avere un orologio al quarzo preciso porta un orologio che corre o rallenta ? Deve essere un po’ stupido ! In effetti forse ha ragione lui.

Con Vova faccio un’altra brutta figura. Andiamo a fare una gita tra i boschi. Da una piccola altura vediamo un panorama stupendo e io gli dico che la natura e’ veramente bella. Beh, lui mi risponde che dopo la tragedia (cosi’ la chiama) tutto quel bello non vale piu’ nulla. In effetti ha ragione.

Vova ha 18 anni e’ stato per 7 anni in italia, a Napoli, parla in dialetto. E’ strano sentire un russo che parla napoletano. Gli piacerebbe emigrare ma farlo gli costerebbe abbandonare la sua famiglia … Per Lui non e’certo facile scegliere.

Minsk e’ una grande citta’. Moderna poiche’ e’ stata ricostruita dopo la seconda guerra modiale. Natascia era un po’ tesa. Ha la mia eta’ (30 anni) ma non e’ mai stata nella capitale.

Visitiamo il monumento ai caduti russi in Afganistan. E’ su un’isoletta al centro del fiume che attraversa la citta’. E’ molto triste, la guerra e’ finita solo ieri quindi il ricordo ancora molto vivo. Quattro mamme che piangono costituiscono con le loro gonne una cappella. Della aste di ferro vanno dal pavimento alle testa delle mamme e le vibrazione del vento che passa tra le stratture aperte fa sembrare che queste mamme stiano piangendo. Fuori c’e’ una fontana, un piccolo angelo con la testa chinata l’acqua sgorga dagli occhi, piange anche lui.

Giriamo per la citta’, visitiamo il giardino botanico, i fiori sono la passione di Natascia.

Quando siamo arrivati in albergo abbiamo avuto un piccolo incidente. In realta’ ho scoperto di aver fatto un errore. Mia moglie, Alina e Sergej aspettano fuori, Natascia ed io entriamo. Come ho gia’ detto Natascia e’ un po’ tesa. Si specchia nella hall dell’albergo e si sistema i capelli. Chiede informazioni alla reception e dicono che non possono farla entrare, possono far entrare solo me e mia moglie, per loro nessuno ha prenotato. Lei si scoraggia. Le hostess parlano inglese ed quindi seccato gli dico che 2 camere doppie devono servire per 4 persone e non per 2. Se hanno problemi che telefonino in Italia all’agenzia. In realta’, per i problemi di prostituzione, un europeo ‘ricco’ e una bella ragazza russa che entrano in un albergo sono sospetti. Sarebbe bastato entrare con la bambina e nulla sarebbe accaduto.

Ancora un giorno a zonzo per Minsk. Il luna-park per i bambini di tutte le eta’.

E poi, con disappunto di Alina che voleva andare al circo, visita al museo sulla seconda guerra mondiale. Sorpresa! A scuola mi hanno insegnato meta’ della storia. Quella che raccontano gli americani. Gran parte della battaglie si sono svolte proprio in terra Bielorussa. All’inizio intorno a Brest, citta’ eroica che resistette ai tedeschi ben un mese nel ’39 prima di cadere. E poi alla fine con una grande battaglia combattuta proprio a Minsk che fu assediata per 106 giorni. La citta’ fu distrutta, il 40% della gente mori’. Combatterono tutti, uomini donne e bambini. Il museo ricorda anche quello che i Russi subirono dai tedeschi durante i 5 anni di accupazione. Ma sicuramente e’ tutto falso, frutto della propaganda, qui non e’ come dai noi dove si conosce sempre la verita’ dei fatti …

Arriva l’ultimo giorno. Un po’ siamo tristi. Alla sera ci salutiamo con tanta emozione, difficilmente ci rivedremo. Al mattino Natascia e Alina ci salutano.

Un viaggio di ben 12 ore Le aspetta. Ci salutano, si girano e vanno. Ancora una volta il carattere forte dei russi esce. Un ‘taxista’ ci porta in aeroporto dopo aver contrattato il prezzo. Va bene cosi’, sulla strada ci fa fare una piccola escursione tra le betulle. Saliamo sull’areo. I passegeri sono quasi tutti bambini che vengono in italia. Qualche coppia che ha adottato dei bambini e un signore anziano con il cuore grande che ha adottato una trentenne di bella presenza.

Questo viaggio e’ stato fatto nel 2003. Scrivo questi ricordi oggi, 2005, sono tornato in Bielorussia anche nel 2004 al seguito di un viaggio umanitario.

Avrei mille altre cose da dire, soprattutto sulle persone che ho conosciuto, ma e’ difficile se non sei bravo a scrivere …



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