Magico Capodanno a New York

30 Dicembre 2004 Oggi si parte per New York City!!! L’emozione è ai massimi livelli.. È la nostra seconda volta nella mitica Grande Mela e non vediamo l’ora di poter mettere di nuovo piede in questa bellissima città! A differenza della nostra prima volta, a luglio del 2003 (vedi il resoconto di viaggio “Fantastica, magica, esagerata New...
Scritto da: MikeyFuccon
magico capodanno a new york
Partenza il: 30/12/2004
Ritorno il: 03/01/2005
Viaggiatori: in coppia
Ascolta i podcast
 
30 Dicembre 2004 Oggi si parte per New York City!!! L’emozione è ai massimi livelli.. È la nostra seconda volta nella mitica Grande Mela e non vediamo l’ora di poter mettere di nuovo piede in questa bellissima città! A differenza della nostra prima volta, a luglio del 2003 (vedi il resoconto di viaggio “Fantastica, magica, esagerata New York!”), ora ci aspettiamo temperature polari e un’atmosfera ancora natalizia nonostante il Natale sia appena passato.. Beh, si parte! Il nostro volo della Swiss da Milano Malpensa è previsto verso le 7 di mattina.. Da qui faremo scalo a Zurigo e poi ci imbarcheremo per volare al Jfk.. Che bellooo!!!! Distrutti da una nottata passata in macchina per arrivare a Malpensa attendiamo di fare il check-in e qui ci attende la prima sorpresa: il volo è strapieno e al check-in ci informano che da Zurigo a New York viaggeremo nientepopodimeno che nella nuovissima Swiss Business Class dell’Airbus A340!!!! Oltre ad aver trovato il volo a/r per NY a una cifra davvero ottima visto il periodo (450 Euro a testa, tasse incluse) ci becchiamo pure questa fortuna di viaggiare in Business.. Trattamento da VIP, servizio attento e curato, menù davvero niente male (sì, qui si sceglie il pranzo da un menù!), poltrona stracomoda che diventa un comodo letto, ampia scelta di giochi e film “on demand” da vedere sul proprio schermo personale (su cui si potevano vedere anche le immagini di due telecamere, una sotto l’aereo e una sul muso!).. Più di così non potevamo chiedere!! Il volo è stato perfetto, arriviamo al Jfk intorno alle 13 locali.. Stranamente la fila all’immigrazione scorre veloce nonostante le nuove norme sulla sicurezza prevedono di prendere le impronte digitali e di fare la foto. Una volta trovato un telefono pubblico, chiamiamo il numero verde della Tel Aviv Limo – che consiglio- ( http://www.Telavivlimo.Com ) per dire che siamo arrivati e dopo 5 minuti arriva il nostro autista a bordo della nostra Luxury Sedan prenotata via internet.. Il tragitto fino al nostro hotel costa circa 60$ (con mancia e pedaggio tunnel), più o meno come un taxi, ma meglio di un taxi. Se la scorsa volta che siamo stati a NY abbiamo scelto di alloggiare a Times Square, questa volta abbiamo optato per downtown e abbiamo scelto il SoHo Grand Hotel. Bellissimo albergo, molto trendy (anche il bar) e in perfetto stile “SoHo”, anche se abbiamo un po’ rimpianto il moderno minimalismo del W Times Square.. Mettiamo giù le valigie nella nostra Corner Room al 16esimo piano (da cui due grandi finestre si godeva un bellissimo panorama) e, anche se è già buio, ci buttiamo per le strade di SoHo, tanto per ambientarci un po’.. Camminando camminando arriviamo al TriBeCa Grand, altro hotel molto trendy della zona e ci fermiamo per un aperitivo nella sua “Church Lounge”.. Abbiamo deciso che in questi 4 giorni “abbondanti” di vita NYese non faremo le solite cose tipicamente turistiche tipo Statua della libertà, Empire State Building, ecc.. (già visti l’altra volta) ma ci dedicheremo allo shopping, allo svago e ai divertimenti. Altra piacevole sorpresa è stata la temperatura, fredda ma comunque intorno ai 6-7° C, ben lontano dai -10 che mi aspettavo! SoHo è un quartire bellissimo, pieno di negozi, bar e ristoranti, ed è davvero piacevole perdersi tra le sue strade! Rientriamo in hotel dopo questa mezza giornata a spasso per i dintorni.. Buona notte New York, a domani!! 31 Dicembre 2004 Il jet-lag non riesce a farci dormire nonostante siano quasi due giorni che non chiudiamo occhio, e così la mattina alle 8 siamo già pronti per uscire.. Indecisi sul da farsi, prendiamo la metro e in men che non si dica siamo a Times Square, pronti a girare per la strafamosa midtown, ma solo dopo un enorme cappuccino e un altrettanto enorme muffin al cioccolato da Starbucks. E’ ancora presto ma il fermento per il Capodanno si vede eccome.. Times Square è nel pieno dei preparativi per la festa, dei ragazzi si stanno già appostando (con tanto di sacco a pelo) sotto gli studi di MTV per non perdersi il concerto organizzato per l’ultimo dell’anno, e altre centinaia di persone cominciano ad adocchiare i posti migliori per aspettare la mezzanotte.. Ci spostiamo e ci dirigiamo verso il nuovissimo centro della Time Warner a Columbus Circle, costeggiamo il Central Park e giriamo per tutta la mattinata tra la Madison e la 5th Avenue e i suoi innumerevoli negozi e department store come Bergdorf Goodman, Saks e Barneys per un po’ di sano shopping. Dopo essere passati per il nuovissimo, strapieno e gigantesco MoMa e per il Rockefeller Center (con relativa pista di pattinaggio sul ghiaccio), torniamo verso Times Square dove ci fermiamo a pranzo in uno dei nostri ristoranti preferiti, il Blue Fin, dove si stanno già preparando per la serata riempiendo il soffitto con una enorme quantità di palloncini. Dopo un delizioso pranzetto prendiamo un taxi al volo e torniamo verso SoHo, in modo da metter giù le borse e girare nuovamente per negozi. La giornata è bellissima e soleggiata, il taxista è un simpatico emigrato abruzzese che vive e lavora a NY da più di 30 anni ed è davvero piacevole parlare con lui mentre il traffico scorre veloce intorno a noi. Alla luce del sole finalmente SoHo mi appare più familiare.. Ritrovo quello che avevo visto durante la mia prima visita a NY, compro un paio di Adidas stampa Pucci (introvabili qui da noi) a mia mamma, facciamo un giro al megastore della Apple (una fila chilometrica di persone che aspettavano di pagare i loro i-Pod e accessori vari.. Vanno letteralmente a ruba!). Successivamente ci inoltriamo a TriBeCa e arriviamo fino a Ground Zero. Questa volta non ci fermiamo nemmeno a vedere quello che, in fondo, non c’è (al contrario di quelli che allegramente si mettono in posa e fanno le foto come se fossero in Piazza di Spagna), ma dentro di me provo un certo senso di sconforto ripensando al 2001. Tornando in hotel ci fermiamo in un bar a sorseggiare un cappuccino davvero buono. La serata si preannuncia ancora lunga..

Visto che i nostri programmi per la serata sono clamorosamente saltati per cause di forza maggiore, decidiamo di andare a Times Square (cosa che i NYesi non fanno e, intelligentemente, lasciano ai turisti.. Chi abita qui sembra che preferisca party privati a casa di amici, priveè e loft affittati, magari nella nuova zona trendy di Brooklyn, Williamsbourgh) per vedere un po’ com’è questo famoso capodanno a NY.. La temperatura è gradevole e così decidiamo di incamminarci a piedi verso Nord. Ci siamo fatti mezza Manhattan a piedi (massacrante, visto che abbiamo anche camminato tutta la giornata!) per arrivare in una Times Square ormai strapiena e blindatissima. Ormai senza più forza nelle gambe superiamo i vari controlli della polizia e arriviamo a un punto in cui, per la enorme marea di gente, non si riesce più ad andare avanti. Le luci di Times Square sono lontanissime, più di così è impossibile avvicinarsi, comincia ad alzarsi un vento gelido e io penso: “AIUTOOOOO!!!”. In men che non si dica siamo su un taxi (non oso pensare a come si potrebbe fare a tornare in hotel da Times Square dopo la mezzanotte, quando migliaia e migliaia di persone si muovono tutte insieme alla disperata ricerca di un mezzo di trasporto!) di ritorno alla lunge del SoHo Grand, dove si festeggia alla grande e si aspetta lo scoccare della mezzanotte tra musica e cocktails. BUON 2005.

1 Gennaio 2005 Oggi per forza di cose la sveglia, vuoi perché siamo stanchi, vuoi perché ormai il fuso orario comincia a sentirsi meno, è più tardi.

Mi metto sul letto a sfogliare le pagine del New York Times che ci hanno appena messo sotto la porta della camera, poi apro le tende della stanza e passo una decina di minuti a guardare fuori dalla finestra.. C’è ancora pochissima gente per strada, il sole splende e c’è un’atmosfera quasi irreale.. Apro la finestra, mi fumo una sigaretta e noto con piacere che fa quasi “caldo”.. Non vedo l’ora di andare in strada! Per colazione ci fermiamo allo store di Dean & Deluca sulla Broadway, a SoHo. Questo posto mi piace un sacco. Prendiamo un caffè e un pezzo di torta al cocco, e io mi fermo a guardare tutte le meraviglie di questo enorme negozio a metà strada tra un supermarket, una pasticceria e un negozietto di primizie. La frutta e la verdura esposta è di tutti i generi, è tutto ordinatissimo e pulitissimo, ci sono costosissimi pasticcini esposti che fanno venire l’acquolina in bocca, ci sono accessori da cucina, idee regalo, un enorme banco frigo con decine di marche di acqua, salumi, formaggi di ogni dove (naturalmente anche italiani) e chi più ne ha più ne metta. Dopo una visita al nuovo Bloomingdales SoHo e ad altri negozi per un po’ di shopping (ci sono già i saldi!!) cominciamo a sentire un po’ fame e ci fermiamo al Mercer Kitchen per il brunch.. Il posto è davvero bello, veniamo fatti accomodare al piano inferiore di questo bel ristorante del The Mercer Hotel dove gusto una splendida Tuna Wasabi Pizza.. Pensare a una pizza con tonno crudo e formaggio con pasta wasabi può spaventare, ma era una finezza delicatissima e davvero ottima.. Il tutto accompagnato da acqua Fiji (acqua delle isole Fiji!!!) e chardonnay. Ottimo brunch direi! Nel pomeriggio ci siamo divertiti a girare per il Village (Greenwich), assaporando la città in totale tranquillità visto il clima pressoché perfetto. Alcuni soliti americani esagerati, incuranti del fatto che comunque fosse il primo gennaio e che ci fossero comunque 15 gradi, se ne andavano in giro con le macchine cabrio aperte, in t-shirt e pantaloncini.. Noi ci siamo limitati ad andare in giro senza giacconi e cappotti ma semplicemente in jeans, maglioncino leggero e giacca. Bellissimo. Ma con questa bella giornata, ci siam detti, perché non andare al South Street Seaport?! Detto fatto. Dopo esserci gustati al sole una gigantesca coppa di gelato Haagen Dazs, siamo andati a vederci il ponte di Brooklyn da dietro il Pier. Spettacolare come sempre. Qui conosciamo anche una coppia di simpaticissimi NYesi amanti dell’Italia.. I due ci prendono un po’ in giro per le nostre gigantesche coppe gelato (che poi finiranno nel bidone, non siamo riusciti a finirle!) e ci chiedono da dove veniamo, se ci piace la loro città.. Provo un po’ di invidia nei loro confronti, anche io vorrei abitare qui, eheh! Passiamo al negozio di Abercrombie & Fitch per comprare un pò di maglie e per cercare qualcosa di interessante tra la merce in saldo. Anche qui, come in tutta Manhattan, è pieno di italiani. Siamo distrutti. Quando si viene a New York si cammina tantissimo e si percorrono distanze davvero chilometriche. E ancora non è finita..! Con la metro torniamo in hotel.. Stasera andremo a cena nel trendyssimo Meatpacking District. Dopo una doccia bollente rigenerante siamo pronti per la serata. Usciamo dall’albergo e decidiamo (poveri noi!) di andare a piedi verso il Meatpacking.. Devo dire che è proprio bello (oltre che stancante) camminare per questa zona di New York.. Il Greenwich è bellissimo con le sue case, la sua gente, i suoi negozi.. Mi da proprio l’idea di “quartiere”.. Andando di street in street pensavo a come sarebbe vivere a New York, starci non da turista ma come un newyorkese come tanti.. Tra chiacchiere varie e sogni sulla Big Apple, in men che non si dica ci siamo ritrovati a Chelsea. Dopo un aperitivo (anzi due, visto che c’era l’happy hour), siamo arrivati a Meatpacking, più precisamente al Meet (avevo prenotato dall’Italia un tavolo tramite il sito ) dove mangiamo, tra le altre cose, degli gnocchi al tartufo inaspettatamente buonissimi, annaffiando il tutto con un buonissimo vino rosso della Napa Valley (della bellezza di 14.3 gradi!!) e da Acqua Panna (!).. Nulla da dire, una serata magica, anche questa volta New York non fa altro che conquistarmi ogni minuto che passa.. Al Meatpacking District c’è un sacco di gente che si riversa nei suoi bellissimi locali (per cenare al chicchissimo Spice Market si deve prenotare un tavolo con 5 settimane di anticipo!!) e club, e noi non siamo da meno..

2 Gennaio 2005 Oggi è domenica.. Ci svegliamo con calma e decidiamo cosa fare in questa nuova giornata di vita NYese.. In realtà non decidiamo proprio nulla perché, come al solito, andiamo “a istinto” (leggi “a caso”).. Non facciamo colazione perché ancora sazi (e storditi) dalla sera prima e così, dopo un caffè decidiamo di dirigerci nuovamente a Meatpacking per vedere com’è alla luce del giorno. Cominciamo malissimo: il taxista non ha la più pallida idea di dove sia il Meatpacking District. Poveretto, quando ha sentito così è andato in crisi.. Gli indichiamo un paio di indirizzi di hotel della zona ma niente, non li conosce, e sono talmente nuovi che non compaiono nemmeno sulla sua lista degli hotel (datata 2002).. Noi eravamo tra il divertito e l’imbarazzato, al che gli diciamo la strada in cui portarci e lui ci porta.. Meatpacking era una zona adibita a magazzini della carne (ancora ce n’è qualcuno) che è diventata una delle zone più cool della città. Ci sono boutique, ristoranti e club esclusivi, spa per cani (non ci potevo credere quando ho visto tutti quei cagnolini che dormivano beatamente sui divanetti della “Woof Spa”.. Incredibile!!) oltre a nuovissimi e bellissimi hotel, come il Gansevoort. Alle 11.30 di mattina c’è già la fila di gente che aspetta un tavolo fuori da Pastis, una brasserie francese molto quotata, dello stesso proprietario del celeberrimo Bathazar di SoHo (anche qui prenotare prima è d’obbligo), per cui evitiamo e, passeggiando a passo sostenuto ma non troppo, arriviamo a Times Square (anche oggi si cammina parecchio!). Pranzo veloce al McDonald’s (prima e unica volta qui a NY) e poi pomeriggio dedicato allo shopping. Il tempo non è bellissimo anzi, fa freddino e il cielo è grigio. Torniamo in hotel con la metro (visto il traffico che c’è per strada a metà pomeriggio è meglio evitare il taxi) e, tanto per confermare nuovamente la gentilezza dei newyorkesi (se mai ce ne fosse bisogno), un signore che ci vede un attimo in difficoltà con la mappa della metro ci chiede se abbiamo bisogno di una mano.. Eh sì, I LOVE NEW YORK, proprio come c’è scritto sulle t-shirt che vendono ai turisti i negozi di Times Square.

La sera abbiamo prenotato (sempre via internet dall’Italia su Opentable) un tavolo da Strip House, una steakhouse in stile “vecchio bordello”, dal design volutamente a metà strada tra il trendy e il kitsch, dove abbiamo mangiato della carne celestiale, e dove ho mangiato una enorme fetta di cheesecake, la più grossa e alta fetta di torta che abbia mai visto in tutta la mia vita.. E poi ci credo che è pieno di gente grassa qui negli States.. Anche qui acqua Fiji.. Dev’essere un must per i ristoranti alla moda di New York! 3 Gennaio 2005 Purtroppo oggi è il nostro ultimo giorno a New York.. Solo pensare di dover tornare in Italia mi mette un po’ di malinconia anche perché so già che quando sarò a casa non farò che pensare per giorni interi a quanto è bella questa città. Vabbè, cerchiamo di non pensarci, ancora abbiamo tutta la giornata davanti visto che il nostro aereo partirà alle 22. La mattina scriviamo le cartoline e facciamo le valigie.. E non è una cosa facile perché se prima si chiudeva perfettamente, adesso bisogna farci stare i vestiti nuovi, le scarpe nuove, i regali, ecc.. Alla fine comunque riusciamo a chiudere tutto e lasciamo i nostri bagagli in albergo, pronti per la nostra ultima giornata a spasso per la Grande Mela! Oggi è freddino, un freddo pungente ma per nulla fastidioso. Colazione, ultima sessione di shopping, spedizione cartoline, cercare un posto dove pranzare, queste le missioni per la nostra mattinata. Detto, fatto. SoHo offre sempre nuovi scorci e nuove zone. Mi fermo davanti ad un negozio di articoli per cani (qui a NY sono proprio fissati con gli accessori per i cani!); vorrei comprare qualcosa al mio bulldog e c’è una scelta infinita di magliette, maglioncini, impermeabili, cappotti, addirittura guanti (!) per cani, ma alla fine non mi convince nulla anche perché i prezzi erano esorbitanti e senza il cane facevo fatica a prendere le misure.. Peccato, avrei voluto portare un regalino anche al mio cane! Stamattina rimaniamo a SoHo, e così, entriamo in tutti i negozi in cui non eravamo ancora andati. Quello di Prada è stranissimo, non ha insegne, ma solo un esercito di manichini in vetrina disposti in maniera un pò strana.. Dentro poi, è stranissimo e molto particolare, tanto che è facile vederlo nelle foto dei libri di design. Per il pranzo ci fermiamo da Cipriani Downtown.. Di solito siamo restii a mangiare italiano quando siamo all’estero, preferiamo cose più particolari e caratteristiche, ma stavolta ci siamo fatti tentare. Cucina ottima, italiana in tutto e per tutto (tranne che nei prezzi).. Dopo una pasta e fagioli che era la fine del mondo e un piatto di spaghetti alla carbonara fatti in casa ce ne siamo andati felici e contenti nuovamente in giro per New York. Di fianco al nostro hotel c’è una comodissima fermata della metro per cui scendiamo subito, compriamo i biglietti alle macchinette con la carta di credito e saliamo nuovamente a midtown. Sotto una leggera pioggerellina camminiamo a Central Park.. Ci fermiamo a fare qualche foto, guardiamo la gente che pattina sul ghiaccio all’ Ice Rink, gli scoiattoli, i palazzi che si alzano intorno al parco.. L’atmosfera che si respira è magica.. Io intanto pensavo a quanto deve essere bello questo scenario quando è tutto coperto dalla neve.. Ci fermiamo per un caffè alla Trump Tower sulla 5th.. Da qui si passa direttamente al megastore della Nike e, attraversata la strada, a quello della Sony.. Ormai è tardi, mando un sms a casa per dire che tra poche ore sarò in aeroporto per prendere l’aereo.. Torniamo in hotel per recuperare i bagagli. La macchina che avevamo prenotato su internet con la Tel Aviv Limo è puntualissima anzi, addirittura con quasi 10 minuti di anticipo! La pioggia comincia a cadere più forte e questo rende la nostra partenza un pò più triste.. Ci dirigiamo verso l’Holland Tunnel per arrivare poi a Newark. Il traffico è in tilt, ci sono tantissime persone che stanno tornando in New Jersey dopo una giornata di lavoro a New York, e ci mettiamo un bel po’ per entrare nel tunnel.. Il tragitto fino a Newark durerà quasi un’oretta ma io non penso al caos che c’è sulle strade, penso invece a questi magnifici giorni passati e che mi sto lasciando alle spalle.. New York è magica, e ogni volta che la si visita non riesce a lasciarti indifferente, nel bene o nel male.. Ti rimane nel cuore, nella testa, non puoi fare a meno di sognarla.

Anche qui i controlli sono velocissimi.. Anche se un po’ diffidenti lasciamo aperte le valigie (chiuse, ma non a chiave) per i controlli, e aspettiamo la partenza del nostro volo per tornare a casa.. Grazie New York per regalarmi ogni volta dei momenti così magici e per lasciarmi dei ricordi indelebili, intensi ed emozionanti. Ci rivedremo presto, ne sono certo..



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche