Un viaggio che ci rimarrà nel cuore
Da Port Elisabeth ci incamminiamo lungo la Garden Route. Abbiamo previsto due notti lungo la strada prima di arrivare a Cape Town e questo ci permette di gustarci il tragitto con relativa calma. Riusciamo a passare attraverso lo Tsitsikamma National Park, ad ammirare il Big Tree, visitiamo la splendida riserva marina di Plattensberg Bay dove avvistiamo la prima balena del nostro viaggio (con tanto di spruzzo). Sosta a Knysna in un delizioso B&B con vista laguna e poi di nuovo in moto fino a Mossel Bay.
Andiamo nella zona degli struzzi dove Santino bacia Linda una struzza simpaticissima e Andrea si cimenta in una simpatica cavalcata.
Non rinunciamo a una deviazione che ci porterà a Capo Agulas in punto più meridionale dell’Africa dove l’Oceano Indiano abbraccia l’Oceano Atlantico. E’ emozionante pensare a dove siamo. E poi Città del capo. Pernottiamo lì 4 notti e da lì cerchiamo di vedere il più possibile: Robben Islands per emozionarci visitando quella che è stata la prigione di Mandela guidati da un ex detenuto. I giardini botanici dove ammirare tante specie vegetali ma soprattutto la Protea gigante, pianta simbolo del Sudafrica. Andremo fino al Capo di Buona speranza fermandoci lungo la strada alla spiaggia di Boulders per ammirare i pinguini. Ma al capo di Buona speranza ecco la seconda balena, vicinissima, bellissima, fotografatissima.
Approfittiamo dei giorni a Cape Town anche per visitare anche la zona vinicola e degustare la produzione locale in una delle tante cantine sparse nella zona. Il tempo è clemente e al secondo tentativo riusciamo anche a salire sulla Table Mountains. Un pomeriggio, invece, lo passiamo a fare quattro chiacchiere con Davide, italiano che vive in Sudafrica, conosciuto proprio attraverso questo sito. E’ il momento di ripartire e dare inizio alla seconda parte del viaggio, quella probabilmente più emozionante. Voliamo verso Durban la capitale della Zululand. Presa la macchina ci rechiamo al nostro B&B, delizioso, gestito da una famiglia che sembra più californiana o australiana che sudafricana. Ci consigliano un ottimo ristorante e anche questa sera gli stomaci rimangono soddisfatti.
Poi si parte verso le montagne del Drakensberg, il tragitto è lungo e sbagliamo anche strada, ma lo sbaglio deve essere stato un regalo del destino perché ci consente di vedere l’Africa vera, quella degli zulu con le faccine ricoperte di terra rossa, l’Africa delle case di fango, dei bambini, bellissimi che fanno chilometri e chilometri per andare a scuola. Ci stupiscono i volti, i sorrisi, gli occhi e la dignità di queste persone. Emozioni che non dimenticheremo.
I due giorni nel Drakensberg sono surreali ma splendidi. Non c‘è luce elettrica se non dalle 17,30 alle 22,00 fornita da un generatore. Non ci sono ristoranti, bisogna portarsi i viveri e cucinare da se. Tutto è pace e silenzio, le montagne sono bellissime, e la notte stellata ci riserva anche un incontro ravvicinato con un paio di occhi verdi (saranno stati babbuini???).
Un trail guidato di mezza giornata ci porterà a piedi fino alla Battle Cave dove abbiamo ammirato dei graffiti che hanno più di 3000 anni di età.
Ed è già il momento di ripartire e visitare l’unico parco con animali inserito nel nostro itinerario. Dormiamo in un camp delizioso. La stanza è piccola ed essenziale, il bagno è esterno ma pulitissimo. Questa è l’Africa che ci piace. Siamo prontissimi per il nostro safari. Sveglia prestissimo, jeep iper-ventilata e poi la sorpresa di trovarsi davanti una mandria di bufali, una famiglia di rinoceronti, un elefante che si avvicina a noi quasi per annusarci e poi le zebre, le simpaticissime giraffe, i babbuini che si cimentano in prodezze difficili da raccontare, gli impala, gli gnu, le iene. Non abbiamo visto nessun felino e questo rimarrà il nostro cruccio maggiore, ma forse anche uno dei pretesti per tornare. Perché torneremo… ne siamo convinti.
E ora qualche consiglio pratico che ci piace condividere con voi Kulula. Sotto questo nome curioso si nasconde una compagnia aerea interna. Collega alcune delle principali città sudafricane. I voli si prenotano on line e i biglietti si acquistano con carta di credito. Ve la consigliamo: è affidabile, si vola comodi e in orario, ha un personale di bordo spassosissimo e se conoscete bene l’inglese e siete di indole simpatica vi divertirete come ad uno spettacolo di cabaret. A noi è capitato che il comandante subito dopo l’atterraggio si esibisse in un “ciuf ciuf ciuf cucù” da sbellicarsi dalle risate. Bed & Breakfast. Vi consigliamo sinceramente i Bed & Breakfast. Sono collocati per lo più un po’ fuori le città e questo non è necessariamente un male (se avete un’auto ovviamente). Si trovano in zone graziose e rassicuranti mentre a volte le città al buio trasmettono un certo senso di inquietudine. Noi li abbiamo prenotati in gran parte attraverso il sito portfoliocollection.Com. Ci siamo trovati sempre benissimo. A prezzi assolutamente concorrenziali ci siamo trovati a dormire in camere deliziose dotate di ogni confort spesso con viste straordinarie sull’oceano o avvolte da foreste lussureggianti. Per non parlare delle abbondanti colazioni.
A Port Elisabeth siamo stati al Conifer Beach House, a Knysna alla Protea House, per Mossel Bay segnaliamo il lussuosissimo African Oceans on the beach (direttamente sulla spiaggia, una meraviglia…A me e Andrea hanno assegnato un appartamento intero, su due piani) a Città del Capo l’etnica Launic House, a Durban lo Splash Inn e a St Lucia il Kingfisher Lodge.
Mangiare. Si mangia benissimo, soprattutto carne e pesce. Assaggiate tutto senza paura. Se amate il pesce e soggiornate a Cape Town, vi consigliamo di prendere la macchina e andare nella vicinissima Hout Bay. Direttamente al porto c’è un ristorante delizioso che si chiama Marine Wharf. Sembra di essere all’interno di una nave, si mangia del pesce (ma anche dei dolci) buonissimi a prezzi assolutamente vantaggiosi.
Se vi fermate a Durban vi suggeriamo Splashes. Bella vista, ottimo cibo, adatto a tutti. Abbiamo assaggiato anche una focaccia e nonostante gli errori ortografici (sul menu c’era scritto focaccia) non ci ha deluso.