100 ore – Cronaca semiseria di un viaggio

Il viaggio prosegue. La meta è San Pietroburgo. Il percorso scelto ci farà esplorare le nuove piccole nazioni destinate a far parte della grande Europa. Lo spirito è lo stesso di “Quattro in Punto”. Una macchina, quattro amici curiosi, un mondo da scoprire. Quanti chilometri dovranno ancora percorrere? Questa volta le ore trascorse in...
Scritto da: Natalia Casarotti
100 ore - cronaca semiseria di un viaggio
Partenza il: 15/07/2003
Ritorno il: 07/08/2003
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Il viaggio prosegue. La meta è San Pietroburgo. Il percorso scelto ci farà esplorare le nuove piccole nazioni destinate a far parte della grande Europa. Lo spirito è lo stesso di “Quattro in Punto”. Una macchina, quattro amici curiosi, un mondo da scoprire. Quanti chilometri dovranno ancora percorrere? Questa volta le ore trascorse in viaggio sono state cento.

Con questo abbiamo spiegato anche il titolo.

Buon viaggio Mentre c’infiliamo dritti nella comoda D1 che ci porterà a BRNO e in seguito verso CRACOVIA, parliamo già con nostalgia della bella PRAGA, lontana ormai, alle nostre spalle.

Ci siamo arrivati ieri sera, al tramonto, dopo una bella passeggiata di 900 km, dall’Italia, attraversando l’Austria, la Germania, ed entrando nella Rep. Ceca. La partenza è stata stranamente puntuale, alle sei e trenta circa con le solite difficoltà a far entrare tutti i bagagli nel baule del nostro mezzo di trasporto, la mia “nuova” Fiat Multipla. Tutto liscio fino all’Austria dove, con nostro stupore, ci indicano di acquistare un bollino per poter utilizzare il tratto autostradale sul loro territorio. La cosa si ripeterà anche alla frontiera con la Rep. Ceca, che superiamo senza nessuna difficoltà. La forma “particolare” dell’auto comincia a destare un po’ di curiosità, e la cosa ci diverte. Scorrendo velocemente i chilometri che ci separano dalla nostra prima tappa, notiamo i cambiamenti continui della natura ai lati della strada, prima piatta e arida fino a diventare verde e rigogliosa, vivacizzata da colline coltivate e piccoli allevamenti d’animali allevati a cielo aperto. Il cielo coperto, ma non minaccioso, ci fa prevedere un imminente acquazzone, che non arriverà mai. Alcuni brontolii sospetti c’indicano che l’ora del pranzo è passata da un po’, e il nostro istinto animale ci porta a fiutare subito la preda più vicina. Da un ponte che supera una strada sottostante, notiamo alla sinistra una costruzione rustica con un parcheggio pieno d’automobili. Dai modelli e colori retrodatati dei mezzi e dalla forma a cascinale, pensiamo subito ad una specie d’agriturismo locale con cucina tipica, prosperose cameriere con lunghe trecce bionde che portano boccali di birra schiumanti e coscioni di manzo alla brace. Lasciamo subito la retta via per raggiungere “l’eden”, il luogo perfetto, il paradiso in terra. Solo arrivati di fronte al fabbricato ci accorgiamo che non si tratta di un luogo sacro della cucina, ma di un inferno delle macchine, meglio conosciuto come sfasciacarrozze o deposito d’automobili così vecchie da non poter essere utilizzate neanche dai locali “cechi”. La disposizione organizzata e il gran tetto di legno della costruzione avevano alimentato le nostre illusioni. La caccia continua verso un grazioso paesello su una collina dove, arrivati in cima, troviamo un locale perfetto alle nostre esigenze. Qui abbiamo il primo contatto con la lingua, per meglio dire con la scrittura incomprensibile del menù, che solo l’intervento di un ragazzo bilingue ci salverà dalla fame eterna. Dopo una mezzora ripartiamo per la nostra meta con i primi sonnellini di Simo. Ormai a poche decine di chilometri dalla capitale Thomas, nella veste di navigatore, ma intento nella conoscenza del territorio ceco su una delle tante guide, propone una nuova uscita dalla strada principale, verso Karlstegn. Qui dovrebbe sorgere, arroccato su una sporgenza rocciosa, il più famoso castello della nazione. La truppa accetta la deviazione e subito c’immergiamo nel verde delle colline, utilizzando una strada secondaria sinuosa e gradevole, che ci accompagna fino al paesello che supponiamo prenda il nome dal castello. Le brutte notizie, soprattutto per Thomas, arrivano quando scopriamo che dovremo raggiungerlo a piedi, parcheggiando vicino ad una lunga salita. Cominciamo l’arrampicata tra piccoli negozi e bar di tutti i tipi. Dal basso il castello ci appare maestoso e imponente, illuminato dal sole del tardo pomeriggio e tagliato dalle ombre delle colline circostanti. Affaticati raggiungiamo il portone d’ingresso che risulterà inesorabilmente chiuso. Dall’esterno ci godiamo l’edificio e il panorama circostante e ripartiamo non dopo aver bevuto un birrone con crocchette di patate (o di pane?). L’entrata a Praga è al suono di nuvole di De André e la città si mostra subito nella sua bellezza, incornicia da nuvole rosa colorate dal tramonto. Una lunga ricerca di un luogo adatto per la notte, ci porta ormai sfiniti in una pensione nei pressi del centro con parcheggio interno. L’aspetto dei proprietari, ricorda uno di quei film dove gli inquilini del motel, nella notte, sono sezionati a colpi di motosega dallo psicolabile di turno. La permanenza si rivelerà ottima e senza spargimenti di sangue, con un rapporto qualità prezzo buonissimo. Un’ora prima della mezzanotte ci ritroveremo seduti in un bel ristorante di fronte alla torre dell’orologio, ad abbuffarci tra piatti di carne e verdura. Dopo un giro nella Praga by night, non possiamo far altro che crollare sui nostri rispettivi giacigli.

La mattina arriva veloce e la città è illuminata da uno stupendo sole con un cielo azzurro da cartolina, punteggiato da nuvolette bianche. In un paio d’ore visitiamo il centro, le piazze principali, il magnifico ponte di Carlo IV (o V?), ma ogni vicolo, angolo, tetto, ci chiama per avere la nostra attenzione. Il tempo è finito e Thomas, destinato alla guida per oggi, ci richiama continuamente.

Mentre finisco di scrivere, abbiamo superato BRNO. Devo lasciare le vesti di scrittore per indossare quelle del miglior navigatore esistente dopo Colombo (o no?).

Per chi volesse continuare il viaggio scriva al mio indirizzo e-mail, digitando all'”Oggetto” la frase VOGLIO VIAGGIARE. Magicamente, in risposta, arriverà il seguiro del diario…



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