Il mio Kenya

Il mio Kenya Dopo 15 giorni ci troviamo di nuovo su quella strada che unisce Mombasa a Watamu e ci fermiamo di nuovo in quel bellissimo centro commerciale per, come dice educatamente Steven, lavarsi le mani. Stesso posto, stessi compagni ma mille emozioni, esperienze, amicizie e ricordi in più dentro di noi. Il Kenya è veramente un paese...
Scritto da: mrdga
il mio kenya
Partenza il: 03/10/2004
Ritorno il: 18/10/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Il mio Kenya Dopo 15 giorni ci troviamo di nuovo su quella strada che unisce Mombasa a Watamu e ci fermiamo di nuovo in quel bellissimo centro commerciale per, come dice educatamente Steven, lavarsi le mani. Stesso posto, stessi compagni ma mille emozioni, esperienze, amicizie e ricordi in più dentro di noi. Il Kenya è veramente un paese bellissimo, abitato da gente semplice, povera ma sorridente. Molto diversi da noi, non solo per il colore della pelle o per lo stress che mostrano di non conoscere ma per un modo di pensare completamente diverso a noi. Forse proprio questo modo di pensare non ha fatto sviluppare molto il loro paese e non farà fare molta strada a loro ma sicuramente li fa vivere con il sorriso sulla bocca, senza troppi pensieri se non quello di arrivare a sera con lo stomaco pieno. Si perchè in Kenya si vive alla giornata senza mai pianificare il futuro, senza mai investire sul domani, proprio per questa mentalità i kenioti sono comunque felici di far costruire hotel, villaggi, negozi e locali agli stranieri, soprattutto italiani nella zona tra Malindi e Watamu, perchè per loro sono posti di lavoro, non riescono a capire che raccolgono solo le briciole del turismo del loro stupendo paese, lasciando la fetta più grossa agli altri. Difficile da capire questa mentalità se non con qualche esempio. Se 1 kg di pomodori costa 1 euro 100 kg dovrebbero costare meno di 100 euro, no costano di più perchè caricare 100 kg su un furgone è fatica!!! Se compro 1 metro di tessuto per 1 euro e la volta dopo prendo tutta la pezza di 50 metri dovrei spendere meno di 50 euro, no spendi 55 euro perchè adesso mi tocca andare a comprare un’altra pezza da vendere!!! Se incontri una contandina che scende giù dalla campagna per andare a vendere la sua cesta di verdura, che porta con estrema eleganza sulla testa, al mercato di Malindi e ti offri di acquistarla tutta lei non te la vende perchè se no che ci va a fare al mercato se non ha più niente da vendere!!! Certo sono strani questi kenioti ma sono troppo gentili, simpatici e ospitali per non affezionarsi a loro. Ma torniamo al Kenya. Sicuramente le due maggiori zone d’interesse turistico sono la costa e la savana. La zona costiera che ho visitato è quella tra Watamu e Malindi, regno incontrastato degli italiani, visto che solo a Malindi ci sono ben 5000 italiani residenti che gestiscono la maggior parte di hotel e locali. Malindi è una cittadina abbastanza grande ed è piena di discoteche, locali, hotel, villaggi e negozietti di souvenir, è molto tranquilla, tutto si svolge pole pole e non ci sono pericoli per visitarla, neppure di notte. Le sue spiagge sono molto belle ma spesso piene di alghe, fenomeno molto frequente da queste parti. Watamu invece è solo un paesino a una decina di km con qualche locale e una decina di hotel. Caratteristica di questa zona dell’Africa sono le maree che a cicli di 6 ore sale e scende creando scenari di assoluta bellezza, maree che sono regolare dalla luna. Nei giorni più propizi si riesce a raggiungere a piedi la barriera corallina che dista circa 1 km dalla spiaggia e durante questa passeggiata si possono fare incontri incredibili, come stelle marine di vari tipi e colori, ricci, conchiglie, molluschi, polipi, aragoste, pesci palla, sogliole e vari pesci dai nomi più assurdi, come il pesce mucca. Durante la bassa marea si formano anche isolotti di sabbia candida, il più famoso è Sardegna2, dove non è difficile dimenticarsi di essere in Africa e pensare di trovarsi su un atollo maldiviano. Devo dire che il Kenya è il regno dei colori, dal turchese e l’azzurro del fantastico mare e il bianco della sabbia è un attimo ritrovarsi su una strada di terra battuta completamente rossa e poi nel verde o nel giallo della savana più o meno secca fino all’arancio dei fantastici tramonti. Le possibilità di fare Safari fotografici sono moltissime, ci sono numerose riverse e parchi, tra i più famosi lo Tsavo, l’Amboseli (ai piedi del Kilimangiaro) e il Masai Mara. Trovarsi nella savana infinita circondati dagli animali nel loro abitat naturale è una bella emozione, zebre, antilopi, gazzelle e kongoni a centinaia, elefanti, giraffe, struzzi e fagoceri a decine ma il massimo è trovarsi davanti, a pochi metri dalla jeep, una coppia di leoni che dopo essersi mangiato un kongoni decidono di farsi una bella sveltina!!! Non vorremo essere troppo indiscreti, ma è un’occasione irripetibile e filmiamo la scena. Poi facciamo ritorno al nostro campo tendato, il Lualenyi, dove ormai buio ammiriamo il cielo stracolmo di stelle affascinati dalla visione della via lattea. Un ricordo che rimarrà impresso solo nella mia mente, insieme a tutti gli altri che sono rimasti impressi anche nelle numerose pellicole fotografiche.

Safari nella Riserva di Lualenyi Due giorni e una notte nella riserva privata di Lualenyi, confinante da un lato con lo Tsavo ovest e dall’altro con la Tanzania, grande più o meno come l’Amboseli. La raggiungiamo dopo 5 ore di strada, di cui quasi 2 ore percorse su una splendida pista in terra battuta rossa circondata da villaggi e da una natura intatta. Decidiamo di fare qui il nostro safari perchè ci spiegano che in una riserva privata possiamo seguire con la nostra jeep qualsiasi percorso per cercare gli animali ed avvicinarsi il più possibile, mentre nei parchi non si possono assolutamente lasciare le piste. Altri privilegi sono la possibilità di rimanere nella savana anche dopo il tramonto, essere gli unici visitatori (meno disturbatori = più animali), avere una jeep invece di un pulmino, pranzare nella savana e ciliegina sulla torta la possibilità di arrampicarsi sulla Lion Rock, promontorio da dove si domina a 360° la savana e a cui si sono ispirati per il film “Il Re Leone” della Walt Disney. Adesso mancano solo gli animali!!! Arriviamo al camp alle 11,30 ci sistemiamo e andiamo a pranzo dove Gianni, il proprietario naturalmente italiano, ci illustra il programma, quindi riposino e partenza alle 16,30. Certo, perchè fino a quell’ora degli animali nemmeno l’ombra, fa troppo caldo. Usciamo fiduciosi e armati di fotocamere e telecamere e le emozioni si susseguono, in pochi minuti vediamo decine di giraffe, zebre, antilopi, fagoceri, gazzelle, struzzi, kongoni, veniamo caricati da un branco di elefanti impegnati a difendere i propri cuccioli e poi all’improvviso sotto un albero 2 leoni, maschio e femmina. Cambi, il nostro tracciatore ha gli occhi di una lince e scorge gli animali a centinaia di metri dando indicazioni all’autista della jeep. Dopo aver ammirato lo stupendo tramonto facciamo ritorno al campo dove prendiamo l’aperitivo intorno al fuoco ammirando la via lattea e commendando le nostre emozioni. Cena abbondante e buonissima e subito a letto nella tenda, si fa per dire, c’è il bagno, la doccia e due letti!!! Sveglia alle 5,30, colazione e di nuovo nella savana, dove ripercorriamo tutte le emozioni del giorno precedente arricchite da nuove. Vediamo i leoni banchettare con un’antilope e successivamente, dopo un pò di coccole, accoppiarsi per due volte. Saliamo con la jeep sulla Lion Rock dominando la savana a 360°, buchiamo una ruota e scendiamo a cambiarla circondati da zebre e antilopi, pranziamo nella savana come se fosse un pic-nic nel parco (troppo fico) e nel ritorno al campo siamo costretti a fuggire di nuovo caricati ancora dagli elefanti. Il ritorno alla costa è piacevole e lo trascorriamo ad ammirare il paesaggio, la natura, i villaggi e le colonne di persone con i secchi in testi che fanno la spola tra i pozzi d’acqua e le loro capanne, sempre costantemente salutati dai bambini e che si sbracciano e ci urlano Jambo.

Jacaranda Beach Resort A Malindi sei solo a 25 km dal Jacaranda, devi raggiungere Watamu e proseguire ancora per 8 km di cui gli ultimi 6 nel bush, quindi su strada sterrata. E’ proprio la difficoltà a percorrere questa strada che ha lasciato intatto questo paradiso. Un’oasi fiorita di bouganville circondata dalla vegetazione, questo è il nostro resort. Bellissimo, direttamente sul mare, 57 camere, un giardino pieno di bouganville e con 2 baobab, piscina, ristorante e bar direttamente sulla spiaggia e con tetto in makuti. La cucina è favolosa, per la maggior parte a base di pesce pescato proprio di fronte a noi, polipi, granchi, ogni tanto aragosta e poi tonni e orate provenienti dal mercato del pesce di Malindi. Il personale ci mette quasi in imbarazzo per la sua gentilezza, a cui non siamo certo abituati in Italia ed in altri luoghi di vacanza. A Kitty e Gilbert non fai nemmeno in tempo a chiedere il lettino che te lo hanno già preparato con tanto di materassino e telo mare. Se la marea sale loro te lo spostano, se si alza il vento te lo mettono a bordo piscina, se gli dici di aver sete si presentano con un cocco tagliato e la cannuccia infilata. Asante sana Kitty!!! Al ristorante Harrison, Alì e Willy fanno gara di gentilezza ed il cuoco quando è pronto, si perchè tutto è preparato al momento, suona il tamburo per chiamarci e ci augura Chakula Cema!!! Max si presenta come capo animatore e quando gli facciamo notare che è “l’unico” animatore non perde certo il sorriso e non smette mai di vivacizzarci le giornate e di raccontarci del suo Kenya. Il villaggio è di due italiani, Carmine e Oreste, ci raccontano la loro storia, la loro idea di trasferirsi lì circa 1 anno fa e ci aiutano a conoscere il Kenya e a capire i Kenioti. Carmine ci ha portato con lui al mercato del pesce e della frutta e verdura a Malindi a fare acquisti ed è stata un’esperienza bellissima. Tutti nel villaggio ci conoscono e ci chiamano per nome, aiutati anche dal fatto che siamo solo una ventina, ottobre è bassa stagione, Abari gani? Mzuri sana, na wewe? mzuri sana, karibu. E’ divertente cercare di imparare lo swahili, la loro lingua, e tutti si impegnano ad insegnarti qualche parola se mostri interesse. Ho imparato anche molte parolacce, ma come dicono loro Hakuna matata. Il mare è semplicemente favoloso, ha colori incredibili, disegnati dalle differenti profondità e proprio di fronte al Jacaranda con la bassa marea spunta a 50 metri dalla riva un isolotto di sabbia bianchissima dove è uno spasso fare il bagno e prendere il sole. A circa 1 km c’è Sardegna2, un’altro isolotto molto famoso e meta delle escursioni dei turisti di Malindi, che di fronte ai loro villaggi queste meraviglie se le sognano. Le spiagge sono spesso “sporcate” dalle alghe, ma il nostro tratto di costa deve essere particolarmente protetto dalla barriera corallina perchè in due settimane solo in un paio di occasioni, a seguito di un pò mal tempo, si sono fatte vedere, per poco tempo però perchè il personale del Jacaranda ha prontamento fatto pulizia. A circa 1 km sulla sinistra c’è la famosa e bellissima quanto inavvicinabile villa di Briatore, mentre a destra ci sono alcune villette di italiani, tra cui quella di Vecchioni dove ha composto il suo ultimo album “Rotary club of Malindi”. Sulla spiaggia non ci sono troppi beachboys, per cui è piacevole passeggiare in compagnia dei bambini, che qui in Kenya sono numerosissimi e presenti ovunque. Sempre Mbolochignoni eh??? Altro evento al Jacaranda è la partita Kenya-Italia a beach volley e vedessi come se la ridono quando gli diciamo VI FACCIAMO NERI. Beh, loro ci chiamano Mzungo!!! Le camere sono carine e spaziose, tutte con veranda e letto in legno con zanzariera, quasi inutile in questo periodo perchè di zanzare se ne sono viste davvero poche. La sera ci offrono spettacoli di Acrobati, cori Gospel, Danze dei Masai o dei Giriama, la principale tribù della costa e poi via nei locali di Watamu e Malindi. Il nostro preferito è il LENAS, una specie di discoteca/pub frequentato quasi completamente da locali e veramente molto carino. Ci veniamo 3 volte anche perchè non è certo una spesa proibitiva, l’ingresso è gratuito e una birra o una Smirnoff Ice (Vodka e limone) costano 75 scellini, cioè 80 centesimi di euro. Facciamo diverse escursioni durante il soggiorno, tra cui la visita delle rovine di Gede, una vecchia città misteriosa, il Parco Marino compreso il pranzo a base di aragoste, Malindi con visita della fabbrica del legno e molto shopping, 2 giorni di Safari, la visita di Watamu e un giro nel Bush proprio fuori il villaggio per conoscere i nostri “vicini di casa”, le loro capanne, le loro abitudini e per distribuire ai bambini un pò di giochi, di vestiti e di materiale scolastico che ci eravamo portati dall’Italia. Ho imparato un’altra parola Mpenzi, cioè Tesoro.

Il Jacaranda è venduto dalla Condor e da Albatour, ma solo fino al 15 dicembre 2004, quando diventerà Columbus Club.



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