Maldive Giravaru – il Paradiso non può attendere
Arriviamo a Malpensa alle 15, un’ora prima della convocazione. Attendiamo impazienti che apra il desk Reliance. Noto che tutti i tour operator italiani, anche i più blasonati, utilizzano lo stesso volo: questo mi rincuora un po’. Alla convocazione ci viene confermata la destinazione al Giravaru, la sistemazione più economica prevista dalla roulette, ma comunque convenientissima, visto che era quotato da Cisalpina a 820 Euro. Alle 18,25 veniamo imbarcati e alle 19,30 decolliamo in un nuovissimo e lussuoso A330 charter dell’Eurofly. Ogni schienale delle poltrone ha il proprio monitor e si possono selezionare vari film e altro ancora! Dopo il decollo ci viene servita la cena, poi si abbassano le luci e guardo un film prima di addormentarmi. Domenica 27 Giugno Alle 3:40 di notte, un’ora prima dell’arrivo, veniamo svegliati bruscamente per la colazione. Vista la comodità dei sedili sono riuscito a dormire circa 5 ore: non male. Mentre l’aereo scende lentamente scorgiamo sotto di noi le perle bianche degli atolli sul mare azzurro dell’oceano indiano. E’ uno spettacolo unico, proprio come le foto pattinate dei depliant turistici. Man mano che scendiamo la tavolozza dei colori diventa sempre più sgargiante, mentre il sole sale lentamente all’orizzonte. Mentre l’aero plana per dirigersi verso la pista notiamo, sotto di noi, l’isola a forma quadrata su cui sorge la capitale Malè. Alle 7:50 (ora locale) atterriamo sulla lingua di sabbia corallina che costituisce l’isolotto che è l’aeroporto di Malè. Dopo aver volato per 9 ore e 20 minuti, percorrendo 7743 km e sconvolti da 3 ore di fuso orario, abbiamo finalmente coronato il nostro sogno: siamo finalmente nel Paradiso maldiviano! Le Maldive è una repubblica indipendente dal 1965 e conta circa 310 mila cittadini di religione musulmana sunnita.
E’ posizionata al largo delle coste sudoccidentali dell’India ed è costituita da venti atolli che formano un arcipelago di circa 1.190 piccole isole coralline delle quali solo 201 abitate. Lo stato ha una superficie territoriale di 298 km² su una superficie di 750 km di oceano indiano, fra l’equatore e l’ottavo parallelo nord. L’ economia è basata sulla pesca e sull’esportazione del pesce, oltre che sul fiorente turismo grazie alle splendide spiagge di sabbia corallina e ad una vegetazione lussureggiante grazie al clima tropicale. Il clima è caldo-umido con variazioni stagionali minime. Le precipitazioni sono concentrate nella stagione tra maggio e novembre con una temperatura media annua di 26,7 °C. Le Maldive per l’80% non supera il metro di altezza sul livello del mare e per questo è particolarmente esposto al rischio di inondazione.
Il nome Atollo deriva dal maldiviano “Atholu” che significa “isola a forma di anello”. E’ una formazione corallina circolare che racchiude una laguna. Tali strutture furono studiate per prime da Darwin che ipotizzava la loro formazione dovuta allo sprofondamento dei vulcani e la conseguente formazione di depositi corallini. Alle 8 passiamo velocemente il controllo passaporti e usciamo dove ci attendono i responsabili Reliance. All’uscita dall’aeroporto ci dirigiamo nell’adiacente molo dove è pronto un motoscafo che ci condurrà alla piccola isola di Giravaru a sud-est dell’atollo di Malè nord. Il motoscafo è grande e lussuoso e mentre navighiamo costeggiamo l’isolotto di Malè, con le costruzione alte e fitte. Vicino alla cupola dorata della moschea sventola un’enorme bandiera delle Maldive. Subito dopo ci sono alcune navi in rada e scorgiamo, subito dopo, il puntino che lentamente si ingrandisce e che sarà il nostro esilio dorato per una settimana. Arriviamo in meno di mezz’ora mentre splende un sole caldo e umido. Le sfumature azzurre del mare, la linea bianca della sabbia corallina, le palme alte e maestose, l’acqua limpida del piccolo porticciolo antistante il villaggio ci immergono in un’atmosfera che tanto a lungo avevamo atteso. Scendiamo e ci viene subito offerta una bollente salvietta rinfrescante. Mentre compiliamo i documenti e in attesa di avere la camera ci viene servito anche un refrigerante cocktail che sorseggiamo avidamente. Aspettando la camera ci scervelliamo a pensare a dove sarà la fregatura di questa vacanza a prezzo stracciato: forse ci assegneranno una topaia o ci faranno lavare i piatti! Alle 10 circa abbiamo già la nostra camera 129 situata in un bungalow immerso nel verde del palmeto e con terrazzino rivolto verso il mare. Contrariamente alle nostre più fosche previsioni la stanza è ampia, arredata in stile maldiviano e dotata anche di formiche giganti. Il room boy passa tre volte al giorno per le pulizie e la sistemazione, forse anche un po’ troppo per le nostre abitudini! Dopo averci sistemati un po’, usciamo per ambientarci in questo splendido posto. Facciamo il giro dell’isoletta in pochi minuti trovando preclusa la zona riservata allo staff. Sul lato sud si intravede Malè e un’altra isola con le navi alla fonda. Lo spettacolo non è esaltante ma il nostro bungalow è sul lato nord dove la vista è stupenda. Sull’acqua antistante il molo vediamo molti pesci colorati e una murena che custodisce gelosamente il suo territorio. Più avanti c’è una vasca dove ci sono delle piccolissime tartarughe che sono nate da pochi mesi da uova deposte dalla madre nella spiaggia. Sono state spostate in questa zona più tranquilla e protetta per evitar loro i danni della presenza dei turisti.
Il villaggio è piccolo con soli 66 bungalow, occupato quasi completamente da italiani e non è prevista nessuna attività di animazione: proprio una manna per la nostra tranquillità! Andiamo al diving center per informarci e programmare le immersioni che intendo fare in questi giorni. Incontriamo Juta, una ragazza tedesca che ha sposato un italiano (che ora è temporaneamente in Italia), e che di conseguenza parla italiano. C’è anche Julia, una ragazza francese e Satto, l’unica guida sub maldiviana. E’ proprio un diving multietnico! Juta mi illustra, con molta disponibilità, le varie possibilità che ci sono. Capisco subito che non c’è molta gente che si immerge in questo periodo e che il costo delle immersioni è molto superiore a quelli praticati nel Mar Rosso. Decido comunque di dedicare 2 o 3 giorni a questa fantastica attività, alternando immersioni dall’ housereef a immersioni che prevedono l’uscita in barca di qualche ora. Per venerdì prenotiamo anche l’escursione dell’intera giornata al Manta Point e al Paradise Island dove può venire anche mia moglie per fare snorkeling e trascorrere una giornata assieme. Alle 12,30 pranziamo, con servizio al tavolo, e chiediamo di avere un tavolo non fumatori: veniamo sistemati in un tavolo tutto per noi e così potremo fare gli “sposini” in secondo viaggio di nozze. Il cibo è buono e abbondante: primo piatto che fa anche da antipasto, piatto principale, dolce o dessert e caffè lungo, tutto compreso. Le bevande si pagano a parte (1,5 lt di acqua costa 3,3 $). Il ristorante è in stile maldiviano, fatto di bamboo e tetto spiovente ricoperto di paglia intrecciata. Il servizio fatto da ragazzi maldiviano è veloce, cortese ed efficiente.
La prima impressione che abbiamo del villaggio non è male: non è lussuoso ma ha tutte le cose essenziali per trascorrere una serena vacanza di riposo. I maldiviani sono sorridenti e cortesi, come tutte le persone orientali.
Dopo pranzo ci riposiamo sullo sdraio sotto il palmeto fuori dal nostro bungalow. Alle 15:30 il cielo si annuvola e comincia a piovere costringendoci a rientrare in camera. A causa delle stanchezza del viaggio e del fuso orario dormiamo fino alle 18:30 mentre fuori continua a piovere. Ci svegliamo che è già buio ma il cielo lascia spazio a un timido rossore che ci fa pensare: ”rosso di sera bel tempo si spera”; chissà se questo proverbio vale anche in questa zona di monsoni. Alle 20 ceniamo a buffet mentre fuori il tempo si è rasserenato. Dopo aver inviato una mail dalla reception passeggiamo per la spiaggia, avvolti dal silenzio e dal chiarore delle stelle. Una cosa veramente romantica! Alle 23 siamo già in camera, stanchi ma felici di essere qui. Troviamo le lenzuola piegate a ventaglio e ogni sera il room boy ce le farà trovare decorate sempre in modo diverso per augurarci, a suo modo, la buonanotte e per garantirsi, alla fine del nostro soggiorno, una lauta mancia. Lunedì 28 Giugno Dopo una notte tranquilla ci svegliamo alle 8, mentre fuori splende un bel sole. Dopo colazione passeggiamo in direzione del porticciolo dove una barca di pescatori sta scaricando dei grandissimi tonni pinna gialla che saranno il nostro cibo dei prossimi giorni. Vediamo anche un airone cinerino e dei coloratissimi pappagallini che ci svolazzano sopra la testa. Alle 10 vado al diving center per fare la mia prima immersione di ambientamento dall’housereef. Facciamo il breafing in italiano e tedesco e Juta ci illustra l’immersione che faremo. Con me c’è anche un ragazzino tedesco con sua mamma che saranno miei compagni di immersione anche nei prossimi giorni. Dopo la vestizione scendiamo le scalette al margine del porticciolo e ci immergiamo nel fantastico mondo marino. Juta ci fa notare molti particolari della vita sottomarina che sfuggono al mio sguardo distratto da tanta bellezza. Scendiamo fino alla chiatta depositata sul fondo e sulla quale stanno crescendo innumerevoli coloni di variopinti coralli. Con la luce della pila riusciamo a scorgere i loro veri colori, sbiaditi e resi verdognoli a causa della profondità. Alcuni anni fa il Niño ha causato un’ anomalo innalzamento della temperatura dell’acqua marina provocando, di conseguenza, la morte di gran parte dei coralli molli e duri. Attualmente la vita comincia a rinascere ma i colori e le dimensioni non sono minimamente paragonabili con quelli stupendi presenti al Mar Rosso. In compenso però qui si vedono pesci più grossi, essendo queste le acque aperte dell’oceano.
Dopo essere riemersi scorgiamo un branco di delfini che ci saltella a poca distanza; cerchiamo invano di avvicinarci ma, ovviamente, loro sono più veloci e in breve spariscono dal nostro orizzonte. Alle 13 pranziamo e trascorriamo un tranquillo pomeriggio tra lettura, riposini, passeggiate sulla battigia mentre splende un sole caldo e ventilato. Alle 18 siamo seduti sulla spiaggia per ammirare uno splendido tramonto con il cielo infiammato da infinite striature multicolori. Dopo cena, come al solito, passeggiamo un po’ tra il porticciolo e la spiaggia, mentre in cielo splende una luminosissima luna.
Martedì 29 Giugno Ci svegliamo alle 8 e dopo colazione facciamo un giro fotografico dell’isola. Splende un bellissimo sole e i colori sono saturi e lucenti. E’ la giornata ideale per fotografare e per filmare questo angolo di paradiso. Come sempre pranziamo e poi ci riposiamo. Nel pomeriggio andiamo al diving a prenotare le mie 2 immersioni per domani. Passeggiamo avanti e indietro all’ombra del palmeto, guardando i pesci che sguazzano nell’acqua trasparente. Anche questa sera ci attende uno straordinario tramonto. La serata trascorre tranquilla tra cena, passeggiata romantica e relax completo, senza animazione, musica o rumori inutili.
Mercoledì 30 Giugno Questa mattina ci svegliamo alle 7 perché ci attende una giornata più “intensa”. Dopo colazione ci rechiamo al diving e da lì al molo dove ci attende il dhoni, la tipica barca maldiviana, per l’uscita sub. Oltre ai 3 marinai ci sono io e Julia che mi accompagnerà nell’immersione. Ho ben 4 persone e una barca tutte a mia disposizione: ora capisco perché costa così tanto immergersi. Dopo circa 40 minuti di navigazione arriviamo al punto di immersione e vediamo il Giravaru avvolto nella pioggia mentre da noi splende il sole. I monsoni sono così: tra poco pioverà anche qui. Durante l’immersione ho la fortuna di vedere per la prima volta uno squalo e poi tonni, pesci napoleone, ben 2 tartarughe e poi i “soliti” pesci coloratissimi del reef. Dopo essere riemersi vediamo che ha già piovuto e torniamo verso le 10:30. Ci rimane il tempo di fare un po’ di snorkeling sulla spiaggia antistante il nostro bungalow, ma purtroppo non vediamo granché. Alle 12:30 pranziamo e oggi siamo i primi ad entrare in ristorante e dopo un breve riposino alle 14:15 riparto per la seconda immersione. Questa volta siamo in 2 e tutto procede liscio. Alle 16,30, dopo aver lavato il materiale, torno in spiaggia dove ci riposiamo. Alle 19 comincia un acquazzone tropicale che però dura poco. Alle 20 ceniamo con serata maldiviana e tutti dovrebbero indossare il pareo; in realtà sono pochi quello che ce l’hanno, altri indossano un semplice asciugamano colorato da spiaggia. Il menù a buffet è a base di piatti tipici (crocchette di pesce, banane fritte, pollo al curry, patate dolci e cocco…) Dopo cena, nel bar principale, c’è lo spettacolo di musica e danze maldiviane: è l’unico spettacolo previsto in tutta la settimana e a suonare e a danzare sono i camerieri e il personale di servizio del villaggio. Loro ce la mettono tutta ma a noi sembra un po’ patetico perché di tipico maldiviano c’è ben poco e ci sembra piuttosto un modo per far vendere un po’ di bevande. La musica degenera poi in un’assordante disco music del tutto fuori luogo e noi ne approfittiamo per sgattaiolare via per passeggiare un po’ sulla spiaggia per gustarci un po’ di privacy. Giovedì 1 Luglio Durante la notte imperversa il monsone di sud/ovest con un vento che sembra scoperchiare il nostro bungalow e la pioggia batte forte sui vetri. Alle 8,45 ci svegliamo che il peggio è passato. Il cielo è ancora nuvoloso e c’è un forte vento ma non piove. Visto il brutto tempo facciamo colazione con calma e poi trascorriamo la mattinata leggendo, in attesa che il tempo si sistemi. Il cielo rimane velato per tutta la mattinata ma non ci impedisce di andare a camminare in spiaggia fino alle 13, quando andiamo a pranzo. Dopo avermi riposato un po’ in camera torno in spiaggia dove, nonostante il cielo sia ancora velato, si sta bene comunque. Più tardi il cielo di incupisce e andiamo al diving per prenotare l’escursione diving per l’intera giornata (full day) di domani. Qui sfogliamo anche il libro delle dediche dove ad ogni subacqueo è chiesto di lasciare una foto e una dedica. Scopriamo così le avventure sottomarine dei tanti turisti, molti dei quali italiani, che ci hanno preceduto. Torniamo, quindi, nella nostra spiaggetta che il cielo si è fatto nero plumbeo e non lascia presagire niente di buono. Raccogliamo le nostre cose e facciamo appena in tempo a rientrare in camera che comincia un acquazzone tropicale con il vento che fa ululare le alte palme e si vede tra mare e cielo una barriera bianca della pioggia che avanza. Dopo circa 2 ore tutto finisce e appare all’orizzonte un tramonto tanto infuocato quanto romantico: speriamo sia di buon auspicio per la giornata di domani. Usciamo a fare un po’ di foto e controlliamo, al diving, che sia confermata l’escursione di domani: tutto Ok e ci hanno anche prenotato il pranzo al sacco. Inviamo una e-mail dalla reception e andiamo a cena. Più tardi, come al solito, passeggiamo per il molo, fermandoci a vedere i pesci che, attratti dalla luce, volteggiano a filo dell’acqua e si contendono i bocconi di pane che qualche turista gli lancia. Sostiamo un po’ nella hall seduti nei comodi divani e poi andiamo a letto perché domani ci attende una giornata impegnativa.
Venerdì 2 Luglio Alle 7,15 suona la sveglia e, dopo una colazione leggera, ci rechiamo al diving center. Durante la notte ha fatto l’ennesimo temporale e ha piovuto ma il cielo, che è ancora nuvoloso, speriamo possa rasserenarsi. Alle 8,40 partiamo in dhoni per la destinazione di Paradise Island, facendo prima 2 immersioni. Siamo in 4 sub e 2 guide sub (Julia e Satto) ma ci sono anche 4 accompagnatori snorkelisti. Per mia moglie è la prima volta che lascia il nostro piccolissimo isolotto e si sente quasi di evadere da un paradiso dorato.
Dopo un’ora di navigazione verso est arriviamo al primo punto di immersione: il banana reef: si chiama così perché c’è una formazione corallina di quella forma. Dopo l’immersione ci spostiamo a Paradise Island. E’ una laguna magnifica dove il bianco della sabbia e l’azzurro del cielo ci abbaglia. E’ proprio un paradiso! Scendono gli accompagnatori e noi sub usciamo al vicino Manta Point, nella speranza di vedere le mante che io non ho mai visto. Speriamo di essere fortunati perché venerdì scorso non ne hanno visto neanche una! Ci immergiamo e vediamo subito un pesce napoleone con al seguito un suo cucciolo. Più avanti vediamo una tartaruga senza una zampa e a 15 mt di profondità vediamo un gruppo di mobule (che sono simili alle aquile di mare) in formazione geometrica. Più avanti vediamo le prime mante ma, arrivati al “cleanig point”, restiamo… senza fiato: ci troviamo ben 10 mante enormi che ci girano attorno, sopra la testa, mentre noi siamo ancorati sul fondo per impedire che la risacca ci sbatta prima in una direzione e poi nell’altra. Le mante sembrano danzare mentre volteggiano in cerchio con i pesci parassiti che si muovono sotto le loro ali. Il loro nuoto lento, maestoso ed elegante compensa la bruttura del muso mostruoso con i lobi cefalici e le pinne pettorali che indirizzano il plancton verso la bocca priva di denti. Il nostro sguardo passa tra questi enormi pesci e i tantissimi altri che assistono con noi a questo spettacolo: un bellissimo anemone con molti pesci pagliaccio clown (ricordate Nemo?) viene sbattuto dalla risacca e i pesci ci guardano incuriositi. Mi si avvicina un pesce trombetta giallo e rimane immobile mentre il mio computer comincia a segnalarmi, con un fischio, il punto di risalita. Restiamo lì per 20 lunghissimi minuti, trattenendo il respiro per consumare meno aria ma poi siamo costretti a risalire perché il manometro ci indica che l’aria sta scarseggiando. Risaliamo lentamente gustandoci questo spettacolo da varie angolature: ora lo vediamo dall’alto. Una volta in barca, anche per le nostre guide sub ci confermano di essere stati “spettatori” di uno spettacolo eccezionale: almeno una volta che siamo fortunati! Torniamo in breve tempo al Paradise Island dove mia moglie Gabri e gli altri ci stanno attendendo per il pranzo al sacco: dopo una breve doccia raccontiamo loro la magnifica esperienza che abbiamo vissuto. Mangiamo con appetito i tramezzini, le uova sode, i dolci e la frutta che ci hanno preparato nella borsa termica. Andiamo poi a visitare il Paradise Island e percorriamo il lungo pontile di legno sulla laguna blu che collega il diving con il villaggio. Fa caldo e il sole brucia. Il villaggio è bello e ben tenuto ma troppo grande e formale per i nostri gusti: non a caso è pieno di giapponesi. Facciamo le inevitabili e fantastiche foto che ci scalderanno il cuore nel prossimi lunghi inverni. Alle 15 ripartiamo e facciamo l’ultima sosta per la terza immersione che però viene fatta solo dal ragazzo tedesco. Intanto che attendiamo la loro risalita il cielo si annerisce e vediamo venirci incontro un altro acquazzone, mentre ci gira attorno un branco di delfini. Appena i sub riemergono partiamo alla svelta mentre il muro di pioggia ci sta raggiungendo. Nel ritorno sobbalziamo a lungo nella barca e ci bagniamo da capo a piedi. Entriamo finalmente nel nostro porticciolo verso le 18, bagnati fradici. Il tempo di risciacquare l’attrezzatura sub e torniamo in camera per lavarci e riposarci un po’ prima di cena. Dopo cena, al bar propongono la serata discoteca, che noi evitiamo andando a passeggiare e vedere i pesci e le tartarughine nel porticciolo.
Sabato 3 Luglio Oggi sveglia alle 8,45. Durante la notte ha piovuto e i nostri vicini di bungalow hanno fatto un party con relativo “casino” infernale. Il tempo non promette bene e dopo colazione ritiriamo i nostri oggetti di valore dalla cassetta di sicurezza e poi l’attrezzatura dal diving center. Trovo Julia che mi fa una foto con la fotocamera digitale e mi chiede di fare una dedica che poi metterà nel libro delle dediche. La mia dedica dice: “l’immersione con 10 mante rimarrà indelebile nella mia memoria di sub. Grazie agli amici Julie, Satto e Jutta.” Tornati in camera usciamo nella speranza di poter fare l’ultimo bagno. Il cielo sembra rasserenato e passeggiamo un po’, ma poi comincia a piovere. Dopo poco smette ed esce un pallido sole. Alle 11:30 decidiamo di fare un po’ di snorkeling e giriamo attorno al bar e vediamo 2 bellissimi pesci scatola gialli, un pesce scorpione, una razza, vari pesci flauto, pesci pappagalli, pesci balestra picasso, striato e titano (attenzione ai morsi!) pesci farfalla di vari tipi, pesci idolo moresco (da non confondere con il pesce farfalla bandiera!), granchi dagli occhi rossi e un pesce ago di Schultz. Alle 13 pranziamo mentre il cielo è sempre più nero e il vento aumenta. Dopo pranzo ci riposiamo, poi passeggiamo per la spiaggia con il cielo che lascia filtrare solo pochi raggi di sole. Andiamo poi al molo, nella zona dello staff dove ci sono moltissimi pappagalli coloratissimi e poi torniamo in camera per preparare le valigie. Alle 19 usciamo per un giretto e per fare gli ultimi acquisti. Alle 20 ceniamo per l’ultima volta. Il nostro cameriere Adam è sempre più simpatico: borbotta sempre qualcosa che noi non capiamo e allora lui ride. Dopo cena saldiamo il conto degli extra (126$) e facciamo l’ultimo giro dell’isola. Alle 22 siamo già in camera dove troviamo una gradita sorpresa. Domenica 4 Luglio Alle 5,30 la reception ci chiama ripetutamente per accertarsi che siamo svegli e pronti per ritornare in Italia. Alle 6 mettiamo le valigie fuori dalla camera e andiamo a fare una veloce colazione. Dopo aver fatto una buona mancia al room boy che per una settimana ci ha sistemato la camera, alle 6,30 partiamo dal porticciolo con lo stesso enorme motoscafo che ci ha portato fin qui. Durante al notte è piovuto e il cielo è ancora plumbeo e non promette niente di buono. Alle 7, all’arrivo in prossimità del porticciolo dell’aeroporto veniamo investiti da una pioggia monsonica che ci inzuppa completamente. Corriamo, con i nostri bagagli, fino all’entrata dell’aeroporto e pensiamo che questo è il modo migliore per lasciare le Maldive. Facciamo velocemente il check-in e il controllo passaporti. Saliamo al piano superiore in attesa dell’imbarco. L’aeroporto, seppur piccolo, è confortevole e con molti negozietti. Dopo una lunga attesa decolliamo alle 10 con un’ora di ritardo. Mentre l’aereo prende quota vediamo sotto i disegni bianchi degli isolotti sul blu turchese del mare, spesso nascosti da bianchi nuvolosi che scorrono veloci sotto di noi. E’ proprio un peccato sia già arrivato il momento di lasciare questo angolo di paradiso sperduto in mezzo all’oceano indiano. Il viaggio del ritorno ci sembra più lungo dell’andata, forse anche a causa della stanchezza e della consapevolezza che il sogno maldiviano è già finito così velocemente. Ripensando a questa vacanza possiamo essere felici che, nonostante i tempo non sia stato dei migliori, ci siamo comunque riposati e abbiamo potuto vivere un’esperienza unica in questo paradiso tropicale.
In fase di atterraggio a Malpensa l’aereo viene sballottato a causa di alcune turbolenze e questo ci fa svegliare definitivamente dal nostro sogno ad occhi aperti. Anche al ritorno atterriamo dopo 9 ore e 20 minuti, stanchi ma entusiasti dell’esperienza vissuta.
Abbiamo realizzato il sogno di tanti anni e possiamo proprio dire che il Paradiso non può attendere!