Messico ?? si, ma..
Ovviamente sono solo le impressioni personali mie e di mio marito condivisibili o meno dagli altri.
Prima di tutto un po’ di dati statistici: 1 USD = 10-11 MXN 1 EURO = 12-13 MXN 40 ORE di bus percorse 2000 Km percorsi in bus 600 Km percorsi in auto 800 Km percorsi in aereo (escluso volo intercontinentale) Partenza il 24/9 – con volo Milano – Madrid – Città del Messico. Sul Milano Madrid è tutto a pagamento, anche il caffè (1,5 Euro) o le bibite (2,5 euro) che normalmente le altre compagnie ti offrono perfino sui tratti più brevi.
Il volo intercontinentale è interminabile e lo staff di Iberia è a dir poco inesistente – in un volo di 12 ore che parte a mezzogiorno, ti servono il pranzo e poi spariscono per ORE, per la serie, se vuoi qualcosa, alzati e vai a chiederglielo. Tra l’altro, avevamo i posti sulla penultima fila (corridoio) ed eravamo costantemente urtati e disturbati dai passeggeri che facevano la fila per una delle seguenti situazioni: – Toilette – Duty free – Avere qualcosa da bere.
Tutte attività che avvenivano proprio nella zona posteriore dell’aereo.
Ergo = dormire è stato impossibile, nonostante la pessima qualità dei film trasmessi, che erano davvero soporiferi.
Finalmente atterriamo a Mexico City. Vi dó una dritta sul famigerato semaforo dell’aeroporto. Sull’aereo, oltre alla “carta de turista” vi danno da compilare un modulo per la dogana (da annerire negli spazi, tipo superenalotto) – E’ permesso farne 1 solo per famiglia (o per gruppo di amici), riducendo così le possibilità che il semaforo esca rosso, poiché tutti i componenti del nucleo famigliare (o del gruppo di amici) passano insieme, dopo che chi ha compilato il modulo pigia il bottone.
Ci accoglie un acquazzone (cosa che caratterizzerà il nostro tour), e finalmente arriviamo in hotel (Hotel Principal – Bolivar 39 – 220 MXN la doppia pagabile con carta di credito). Dopo una doccia veloce siamo andati a fare un giro per il centro, giacché l’hotel si trova proprio a pochi passi dallo “Zocalo”. L’aria è freschina (circa 12°/15°), e si sta bene con una maglia di cotone a maniche lunghe (o felpa per i più freddolosi). La cosa che mi fa ridere è che i Messicani sono tutti bardati con giacche di piumino, montoni, maglioni di lana a collo alto, stivali e scarponi pesanti. Evidentemente per loro questo è il massimo del freddo invernale!!! Ma il paradosso è che nei locali/bus/macchine/taxi tengono l’aria condizionata a circa -5°!!! 25 Settembre – sveglia di buon’ora (circa le 6), ci facciamo subito un giro sullo Zocalo per vedere come inizia la vita Messicana, facciamo colazione al “Cafè Popular” un bar che rimane aperto 24 ore su 24. Caffèlatte, succo d’arancia, dolci tipici. Verso le 8 prendiamo la metropolitana che ci porta al terminal Norte. Il metro è ancora vuoto, vista l’ora, e si viaggia in tutta tranquillità.
Finalmente partiamo per il sito di Teotihuacàn (50 MXN a testa a/r – ma il ritorno si acquista sul bus quando si rientra) buses FLECHA ROJA. Non è un sito enorme (entrata 38 MXN a testa), costruito tra il II e il VII secolo d.C ma vale veramente la pena di essere visto. La Piramide del Sol è costruita a quattro livelli sovrapposti su una base di circa 225 metri per lato e alta circa 70 metri, scalarla, vi assicuro, richiede polmoni e gambe d’acciaio. Molte informazioni le abbiamo colte poiché ci siamo intrufolati in una gita scolastica ed ascoltato le spiegazioni che il professore dava ai propri alunni. Alla sera del 25 abbiamo partecipato al matrimonio di un’amica messicana che si svolgeva nell’urbanizzazione di Ecatepec, circa 1 ora fuori da Mexico City. E’ stato interessante conoscere le diverse abitudini dei Messicani – invece del pantagruelico pranzo tipico di qui, c’è stata una cena leggera e moltissima musica da ballare e cantare offerta da un gruppo locale.
26 Settembre – alle ore 8 siamo partiti con ADO da TAPO per Oaxaca (6 ore – 290 MXN). La cittadina è veramente carina e particolarmente colorata. Ci siamo diretti agli hotel economici che raccomandava la guida Lonely Planet ma non ci ispiravano granché e soprattutto i prezzi che diceva la guida (circa 12 USD la doppia) erano ampiamente triplicati (la guida avrà avuto max. 2 anni), e visto che per la stessa cifra si poteva trovare di molto meglio, abbiamo optato per la “Posada del Virrey” – pasadavirrey@starmedia.Com (ubicata nella stessa via dell’Hotel Santa Clara suggerita dalla LP – Avenida Morelos) – 350 MXN la doppia, pagabile con carta di credito. Era domenica, e lo Zocalo era particolarmente affollato di famiglie, bambini, bancarelle colorate…Si cominciano a vedere i bambini che vengono a venderti oggetti di artigianato (o a chiederti soldi), banchi con manifesti inneggianti alla lotta politica, dove si potevano acquistare prodotti artigianali manufatti dai reclusi di una qualche carcere. Abbiamo pranzato nel bar Primavera ed il pomeriggio lo abbiamo dedicato alla visita dei tanti mercati della città. L’artigianato locale è meraviglioso, credo di non aver mai avuto tanto imbarazzo della scelta tra camicie e pantaloni ricamati, tovaglie e copriletto dai colori brillanti… Ci siamo diretti fino al mercato principal de abastos, in Periferico, dove siamo entrati in simbiosi con i messicani che vanno lì a fare la spesa di tutti i giorni. La verdura e la frutta sono esposte come se fosse una gioielleria – pulite e lucidate, in piccoli mucchietti a formare piramidi. Le ceste che vedete con montagne di cose piccoline e rosse…Contengono CAVALLETTE FRITTE!! non é uno scherzo!! Le abbiamo provate…Credo che non lo ripeterò mai più!!! 27 Settembre – abbiamo acquistato nel pomeriggio l’escursione per Mitla – El Tule, e poiché eravamo gli unici due partecipanti, la guida ci ha portato un po’ in giro con la sua macchina, comunicandoci parecchie informazioni e non limitandosi alle mere date. Abbiamo visitato le rovine di Mitla (30 MXN), l’albero del Tule (3 MXN), una distilleria di Mezcal ed una casa dove si producono artigianalmente tappeti di lana a Teotitlàn. In questo luogo (pieno di meravigliosi tappeti) abbiamo anche visto come si tinge vegetalmente la lana. Davvero istruttivo.
Alle ore 20:00 siamo partiti per San Cristobal de las Casas (348 MXN pagabili con carta di credito), dove siamo arrivati 12 ore dopo.
28 Settembre – arrivati a San Cristobal, ci siamo subito diretti all’Hotel Jardines del Carmen (www.Hotelesjardines.Com/delcarmen/index.Html) – prenotato dall’Italia 290 MXN per notte. Vi consiglio di dare un occhio al Bed &Brakfast “Casa Perla Mar” (perlamarintia@hotmail.Com) in Martires de Tacubaya 112, ho conosciuta la proprietaria e mi sembrava una persona molto a posto, tra l’altro mi parlava di prezzi intorno ai 150 MXN. Tentar non nuoce.
Dopo una doccia riparatrice, ci siamo diretti verso il centro di San Cristobal. E’ una cittadina tranquilla, colorata, piena di mercatini di artigianato IMPERDIBILI. Rispetto ad Oaxaca è molto più “turistica” e sebbene vogliano dare un’immagine più “rivoluzionaria” è piena di Internet cafè, stranieri, palestre, corsi di spinning…Mah!! Per il pomeriggio abbiamo acquistato un’escursione di mezza giornata a San Juan Chamula e Zinacantàn (www.Zapatatours.Com per 100 MXN per persona). A parte il cronico ritardo delle partenze (dalle 15,30 alle 16,15) eravamo ancora una volta gli unici due partecipanti, quindi la guida ci ha portato con la propria auto ai due Paesi indigeni più rappresentativi nei dintorni di San Cristobal. La loro visita è stata davvero interessante, sebbene le abitudini degli indigeni di Chamula siano poco condivisibili e soprattutto comprensibili (almeno, per ME). La guida ci ha spiegato che le bambine quando arrivano all’età dello sviluppo vengono adornate con nastri colorati tra i capelli, affinché gli uomini capiscano che sono “PRONTE”, vengono poi ACQUISTATE (circa 200/300 USD) da uomini che le sposeranno e che naturalmente le sfrutteranno per farsi ripagare quanto precedentemente “sborsato”. Nel cimitero di San Juan noterete diverse croci colorate: le verdi sono le donne, le azzurre gli uomini, le nere gli adulti (oltre 40 anni) e le bianche i bambini. Inutile dire che le croci verdi (donne sotto i 40 anni) sono quelle più numerose, visto che le giovani non hanno diritto a curarsi, ma soprattutto perché vanno ancora dallo Sciamano e ignorano completamente il piccolo ospedale che il governo ha messo a loro disposizione. Stringe il cuore vedere queste poverette che lavorano duramente nei campi con i loro bambini attaccati alla schiena, mentre i loro mariti se la spassano al bar del centro.
A Zinacantan ci hanno portato nella casa di una donna che dimostra come si tessono i tessuti di lana. Questa donna vive con 5 figlie (età varabili tra i 13 ed i 2 anni) che hanno ognuna la propria funzione: la più grande ricama, poi c’è chi prepara le tortillas, chi le cuoce…Mi hanno portato nella loro cucina (una costruzione di fango e paglia), mi hanno fatto sedere ed assaggiare le tortillas, guarnite di avocados e semi di zucca macinati.
29 Settembre – Ci siamo alzati di buon ora e con il bus OCC ci siamo diretti a Tuxtla Gutierrez (2 ore – 25 MXN), da dove abbiamo preso il collettivo e ci siamo fatti lasciare a Cahuaré, el imbarcadero per l’escursione al Cañon del Sumidero. Ci sono due tipi d’escursione: la prima, più completa, dura tutto il giorno ed oltre ad il tragitto in lance veloci, ci si ferma nel parco “Ecoturistico Cañon del Sumidero” dove si possono svolgere diverse attività come kayak, bicicletta, parapendio…Ovviamente tutte a pagamento. La seconda possibilità (che abbiamo scelto) comprendeva solamente il percorso in lance veloci di una parte del fiume, fino alla diga di recentissima costruzione. (durata del 2° tour – 2 ore – 95 MXN). Alla fine del tour, con il colectivo siamo arrivati a Chiapa de Corzo, dove abbiamo pranzato nel piccolo zocalo, all’ombra della fontana del XVI° secolo a forma di corona Spagnola.
Il pomeriggio l’abbiamo passato a zonzo per Tuxtla Gutierrez, è stata una delle pochissime giornate che abbiamo trovato con un sole meraviglioso, il cielo blu intenso e la chiesetta bianchissima in centro risaltava enormemente. Siamo tornati a San Cristobal per cena (vi consiglio il Ristornate “El Chilango” Guadalupe Victoria 124 – per una vera atmosfera Messicana).
30 Settembre Partenza alle ore 7:15 per Palenque (OCC 6 ore – 96 MXN). Vi consiglio di NON fare colazione, se volete evitare nausee e peggio durante il tragitto. Abbiamo fatto uno stop ad Ocosingo, che ci sarebbe piaciuto visitare, ma purtroppo hanno chiuso il cancello del terminal dei bus impedendoci di uscire. Forse la situazione era poco tranquilla?! Non lo sapremo mai. Arriviamo a Palenque verso le 13, ed abbiamo solo 2 ore prima della partenza per Villahermosa, quindi con due stranieri che erano sul nostro stesso bus, contrattiamo un taxi (10 MXN a testa) affinché ci porti alle rovine (10 + 38 MXN a testa l’entrata). Il sito è uno dei più belli che abbiamo visto, soprattutto per la posizione immersa nella giungla. Fa un caldo quasi insopportabile, l’umidità è vicina al 100% e si fa fatica a salire sulle rovine. Ci mancano le sere freschine di D.F. E di San Cristobal!!! Alla fine della visita, prendiamo un colectivo che ci riporta al terminal , dove prendiamo il bus per Villahermosa (2,5 ore – 73 MXN). Finalmente la strada è pianeggiante e senza curve e riusciamo a dormire un pó. L’entrata nello stato di Tabasco è a dir poco emozionante, il bus si ferma ad un posto di blocco, dove alcuni poliziotti salgono e controllano i documenti di alcuni passeggeri (tra cui noi, ovviamente) ed i relativi bagagli…Come dire…”siete stati nel Chiapas?? E noi vi rompiamo le scatole”.
Finalmente arriviamo a Villahermosa, da dove alle 20 partirà il nostro volo per Merida. Finalmente (ci illudevamo) andiamo verso il mare, il Caribe…
Il primo impatto a Villahermosa è PESSIMO – hanno cercato di ingannarci in tutti i modi, cosa che succederà da qui in poi fino alla fine del viaggio. All’uscita del terminal, chiediamo ad un taxi quanto costa portarci all’aeroporto – di tutta risposta uno svogliato tassista ci risponde che LUI non va in aeroporto, dobbiamo andare dall’altra parte del terminal a prendere un altro taxi. In seguito alla nostra evidente (e rumorosa) incazzatura (si può dire?) ci rincorre un socio del tassista di cui sopra dicendo che per 150 MXN ci avrebbe portato – gli abbiamo detto che i 150 MXN poteva metterseli dove sapeva…Un vecchietto vestito da “guardiano” assiste alla scena e si offre di accompagnarci in un posto dove i taxi costano meno (si chiamano colectivos anche quelli). Dopo 20 minuti di camminata in zone non propriamente turistiche arriviamo ad una fermata di taxi, dove il guardiano riceve la sua “propina” e riusciamo a farci portare in aeroporto per 100 MXN. Non era tanto per risparmiare 50 MXN, ma ci aveva dato parecchio fastidio questo atteggiamento del “pregatemi, perché non ho molta voglia di guidare” – cioè stai VENDENDO un servizio…Se ti fa schifo lavorare e guadagnare dei soldi, stai a casa tua! Insomma riusciamo ad arrivare all’aeroporto e prendere il volo per Merida (Aerocaribe – 120 Euro, comprato in Italia). Inutile dire che arriviamo a Merida come due straccetti e appena raggiunto l’hotel (Aragon, 329 MXN con colazione – SE POTETE, EVITATELO) ci buttiamo prontamente a letto, senza cena.
01 Ottobre – L’idea era rimanere a Merida 2 giorni e 2 notti, vedere la città e visitare la Ruta PUUC in corriera, ma… L’hotel fa veramente schifo, la città è caruccia, ma fa un CALDO insopportabile e sinceramente l’idea di passare un giorno intero su e giù tra gli autobus e le rovine passando da –5° a + 40° ci allarma notevolmente. Decidiamo quindi di dedicare ½ giornata alla visita della città e partire subito dopo pranzo per Cancún (ADO 4 ore – 180 MXN), da dove saremmo ripartiti 2 giorni dopo – almeno, ci illudevamo, potevamo sfruttare un po’ il mare dei Carabi. A Cancún abbiamo alloggiato all’Hotel Coral, in centro downtown. Di Cancún ricordo la strabiliante differenza tra la “zona hotelera” (edifici di super lusso a 150 stelle), il downtown (hotel più modesti, ristoranti, locali, bar, luci e lustrini), e la zona dove vivono i locali, veramente fatiscente. 02 Ottobre – Decisamente il tempo non era dalla nostra, vista la giornata poco promettente, decidiamo di affittare una macchina (America car Rental – av. Yaxchilan, 31 – (998) 8980537) e visitare i circondari della zona turistica più famosa dello stato di Quintana Roo. Prima tappa: Hel-ha – ci avevano consigliato di passare un giorno intero in questo parco nazionale, ma sia le condizioni meteo, sia il prezzo di entrata (25 USD solo entrata – nonostante la guida parlasse di soli 7 MXN!!!) ci hanno fatto decidere su 2 piedi di continuare per la nostra strada. Arriviamo alla zona archeologica di Tulum (38 MXN), proprio mentre un terribile temporale si stava abbattendo sul sito. E’ stato veramente edificante passare una buona oretta riparati sotto le foglie di una pianta durante il terribile acquazzone. Il primo raggio di sole che ha illuminato il sito è giusto servito per scattare delle foto, ma è stata una effimera illusione. Sono giusto riuscita a bagnarmi i piedi in mare, per poi ripartire. Nota sul personale nel sito: nei bagni del sito (i primi non a pagamento) non ci sono le docce, per cui, se pensate di fare il bagno in mare, sappiate che non ci si puo’ risciacquare, dopo. La cosa che mi ha fatto incavolare, e PARECCHIO, è stata l’antipatia di una donna delle pulizie che mi ha menato il torrone per mezz’ora perché avevo osato sciacquarmi i piedi con l’acqua dolce…Ora…Capisco che l’acqua sia un bene prezioso e che non vada sprecato, ma quanta acqua si puo’ usare per sciacquarsi i piedi o le mani? Riempivo d’acqua il palmo delle mie mani e mi sciacquavo via la sabbia in una zona dove a quanto pare acqua non ne manca, vista la quantità di cenotes (vasti pozzi con sorgente d’acqua sotterranea) e la pioggia che in questo periodo cade copiosa su tutto il territorio. Se proprio vogliono, perché non fanno pagare i canonici 2 MXN a testa per l’utilizzo del bagno (usanza diffusa in tutto il Messico), almeno rientrano in parte per l’eventuale trasporto di acqua al sito. Lasciamo perdere. La nostra passeggiata è continuata verso Cobà, dove abbiamo pranzato in un ristorantino davanti ad uno dei laghi della foresta confinante. L’intenzione era quella di visitare le rovine, che a quanto pare sono poco battute dai bus di comitive di turisti. Purtroppo la costante caduta di acqua di ha fatto desistere, anche perché abbiamo saputo che per accedere al sito bisogna camminare per un paio di ore nella giungla…Abbiamo lasciato a malincuore le rovine e ci siamo addentrati sempre di più nel cuore del Quintana Roo, fino ad arrivare a Chemax, dove inizia lo Yucatan. Ci siamo persi in tanti Paesini sparsi nella foresta, dove orde di bambini si appiccicavano al vetro della macchina guardandomi come se fossi un’aliena (bianca, capelli ricci!!), fino ad arrivare a Valladolid e da lì abbiamo proseguito fino a Chichen Itzà (entrata 88 MXN). Il sito è maestoso, la piramide è l’immagine più famosa del Messico, scalarla è stata un’impresa, forse però è stato peggio scendere…Senza la corda è quasi normale farsi prendere dalle vertigini dovute alla pendenza della scala. Essendo il sito in assoluto più famoso e visitato è anche quello meglio tenuto (e più caro!!).
Per il ritorno avevamo deciso di prendere l’Autostrada (Merida – Cancùn) Ma quando abbiamo saputo il prezzo (250 MXN) per percorrere meno di 200 km abbiamo deciso di transitare sulla strada normale, parallela all’autostrada. In fondo ci metti un po’ di più solo perché è una sola corsia e perché passando da decine di paesini presenti sul cammino, vieni rallentato dai “topes”, ma quei soldi abbiamo preferito spenderli in altro modo, considerando inoltre che dall’autostrada non vedi le realtà del luogo, la povertà in cui vive molta gente, le feste di Paese, la gente vestita bene per andare a Messa…La realtà messicana, insomma, che dai Deluxe non ti fanno certo conoscere ed apprezzare. Domanda: ma quanti Messicani si possono permettere di pagare l’autostrada?! 3 Ottobre – Abbiamo dedicato la mattina alla visita della “Zona Hotelera”. Provenendo dal settore turistico eravamo veramente curiosi di conoscere questa realtà così famosa in tutto il mondo. Le catene alberghiere presenti sono quelle più rinomate e le costruzioni dei veri e propri palazzi dorati. Peccato che le condizioni di chi ci lavora sia pessima. Certo, chi ha la fortuna di venire in uno di questi mega resort, pensa al mar dei Carabi, e al massimo ad andare a vedere qualche rovina. Forse non si sa che gli impiegati vengono SFRUTTATI e SOTTOPAGATI (200/300 usd al mese), Probabilmente i turisti non intuiscono che i sorrisi che i messicani rivolgono loro sono un po’ “tirati”… si perché lo stipendio è al lordo di tutte le spese di vitto ed alloggio, visto che questi mega palazzi non provvedono a niente di tutto ciò. Siamo riusciti a sapere tante cose grazie ad uno dei ragazzi del rent a car, che lavorava in uno di questi resort. E che non ha avuto nessun problema a confessarci come certi “magnati” del turismo (stranieri) sfruttano la numerosa mano d’opera locale, bisognosa di soldi e di dare un senso alle loro vite…Insomma la Disneyland Messicana ci ha lasciato l’amaro in bocca, ma ancora non eravamo pronti alla botta finale… …Arrivati in aeroporto con sufficiente anticipo sull’orario di partenza del volo (2,5 ore prima), ci rendiamo presto conto che al counter dell’Iberia non lavora nessuno…Chiediamo in giro a che ora aprono il check-in del volo Cancùn – Madrid e la risposta non tarda ad arrivare “ma Iberia non lavora più a Cancùn, dal 30 di Settembre”. Ma come?! Ho i biglietti emessi e confermati dall’Iberia, acquistati poco più di un mese prima!!!!! Non credendo alle mie orecchie ho fatto visita a vari uffici, dalle informazioni alla torre di controllo, ma dell’Iberia non c’è proprio nessuno – il loro ufficio è chiuso a chiave, anzi, l’hanno già svuotato ed hanno salutato tutti, ci spiegano, perché a Cancùn non lavoreranno più. Presa dal giramento di scatole mi sono tranquillizzata un po’, pensando che magari in vista del loro stop di operazioni, ci avessero riprotetto su qualche altra compagnia (visto che Iberia fa parte del gruppo Oneworld con American Airlines e Mexicana de Aviaciòn) e magari non avevano fatto in tempo ad avvisarci…Speranza vana – non risultavamo da nessuna parte. Lì si che mi sono incavolata!!!!!! Ho dovuto chiamare il mio agente di viaggio, per fortuna è un amico, svegliandolo nel cuore della notte e spiegandogli la situazione. Anche lui è caduto dal pero, per fortuna, collegandosi da casa è riuscito a prenotarci il giorno dopo su un Cancùn – Miami con American Airlines a Miami avremmo preso il volo Miami – Madrid che parte ogni giorno. Naturalmente mi ha consigliato di chiedere spiegazioni a Miami (visto che l’ufficio almeno lì doveva esserci), lui l’avrebbe fatto con l’ufficio di Milano. Naturalmente mi ha consigliato di andare in un Hotel e di tenere tutte le ricevute che mi sarebbero state rimborsate. Abbiamo fatto così, ed abbiamo dormito l’ultima sera al Cancùn Plaza, una sorta di “studio” con una vista al mare spettacolare…Insomma…Per l’ultima sera ci siamo concessi un po’ di Disneyland, ma solo perché questo risultava l’hotel più vicino all’aeroporto.
04 Ottobre – a Miami naturalmente l’ufficio dell’Iberia ha aperto solo nel pomeriggio, e nonostante tutte le richieste di spiegazioni che gli abbiamo rovesciato addosso, sono rimasti tranquillissimi, addossando tutta la colpa al nostro agente di viaggio che non doveva emettere i biglietti, visto che SI SAPEVA da mesi che avrebbero chiuso le operazioni a Cancùn. Ma come?! I voli li confermano loro, sennò come fa l’agenzia di viaggi ad emettere i biglietti?! Chi è che sa quando e da dove partono i propri aerei? Insomma, per calmare la nostra rabbia e le paroline che sono volate (che erano degli irresponsabili, poco affidabili, etc.) abbiamo chiesto una “compensazione” – un “upgrade”, insomma qualcosina che almeno ci facesse viaggiare in maniera decente, dopo tutto quello che avevamo passato. Di tutta risposta ci hanno assegnato due posti in fila 46 del carro bestiame (boeing 747) insomma a 10 file dalla coda dell’aereo…Altro volo immane.
Naturalmente ad oggi l’Iberia continua a difendersi dicendo che loro avevano avvisato TUTTI di questo cambio di operazioni – peccato che nessuno si è preoccupato di avvisare né il nostro agente di viaggio, né noi. Mi dispiace essere stata prolissa, spero che siate stati più fortunati di me, sia come volo che come trattamento da parte di questa Compagnia Aerea che di certo non mi rivedrà in futuro sui suoi voli. Vi assicuro che ho viaggiato parecchio, e non sono certo una che rompe le scatole per avere il posto di fianco al finestrino o chissà che cosa. Solo che un atteggiamento così indisponente non l’avevo MAI ricevuto da nessuno e se questo è il loro modo di ripagare un biglietto pagato CARO, beh hanno sbagliato atteggiamento, soprattutto per chi come me, non è un masochista.
Per concludere…Le cose che mi sono piaciute di meno: l’abitudine di scatarrare e sputare ogni due passi che hanno uomini e donne indistintamente. E se posso fare un appunto…(vi prego non consideratemi una rompiscatole, è che purtroppo sono portata ad osservare questi particolarità a causa del mio precedente lavoro) i Messicani mi sono sembrati poco “Latini”…Nel senso che avendo vissuto/lavorato parecchi anni nel Caribe, mi aspettavo che anche loro fossero come i Dominicani ed i Cubani – sempre allegri (nonostante le condizioni di vita e lavorative), appena sentono un pezzo musicale si mettono a ballare e difficilmente trattano male un turista, proprio perché si rendono conto che sono la loro unica fonte di guadagno). Sul fatto di ingannare i Turisti, non ci si puo’ fare nulla (succede anche in Italia!!), solo che c’è modo e modo di farlo, forse al turista che viene ingannato con un sorriso sulle labbra pesa meno sborsare 2/3 euro in più per un qualcosa che non li vale. Ma tutte queste accortezze non le ho notate in Messico, anzi, nonostante il contrattare non c’era modo di farsi venire incontro! se scendevi molto di prezzo (secondo loro) evitavano proprio di continuare a parlare con te. Certo, gli Yankees sono più proficui di un’italiana ed un dominicano, forse sborsano senza fiatare (e come? Visto che non parlano altro che inglese?!); Abbiamo notato spesso che il parlare la loro lingua era più un ostacolo che un beneficio. Naturalmente questo succede puramente nelle zone più turistiche (Yucatàn e Quintana Roo), nel resto del Paese l’atteggiamento è stato di assoluta correttezza (molta indifferenza comunque). L’unica cosa che ci siamo sentiti chiedere ovunque appena saputo che venivamo dall’Italia, era quale squadra tifavamo, visto che il calcio in Messico è una malattia molto peggio che in Italia.