Cornamuse e belati
Tutto ebbe inizio un sabato d’aprile. Accarezzata l’idea di un coast to coast negli Stati Uniti, di una spedizione nell’Antartico, di un safari a zonzo per l’Africa e di ora non so più quali altre mete (ma tante!) il sito-oracolo della Ryanair ci profetizzò un volo Londra-Glasgow a 0,1 sterline…
E allora eccoci qui. Sperdute nella campagna scozzese, dodici metri di cellophane da srotolare dagli zaini (ma che magnifica idea abbiamo avuto!!…) e meno di 4 minuti per prendere l’ultimo treno per Glasgow…
25-07 Glasgow Finalmente nella città che tutti disprezzano! E che invece Lilli ed io siamo davvero contente di visitare… A parte il vento gelido che ci assale non appena varcato il portone dell’ostello. E la solita, “simpatica” pioggerellina. E il cielo grigio, ma grigio, ma grigiooo… Noi però non ci lasciamo scoraggiare, e guidate dalla nostra routard ce ne andiamo alla Glasgow School Of Art. Altro che il DAMS di Torino…Qui gli allievi studiano sulle sedie disegnate da Mackintosh, noi è già tanto se la troviamo, la sedia…
Per restare in tema, poi, decidiamo per un pranzo alla Willow Tea Room, anche questa progettata da Mackintosh: il posto è carino davvero e il salmone è…Wow!!! peccato solo che dopo esserci rifocillate per benino la pioggerellina sia diventata pioggerellona; e in attesa che smetta, cosa di meglio che una sosta nel megastore di abbigliamento a fianco? Scelta che si rivelerà ben presto devastante: dopo il primo giro nel magazzino ci rendiamo purtroppo conto di quanto a Glasgow si compri bene…E iniziamo così una maratona di shopping per il centro città che mi (Lilli resiste…Ma come fa?) vedrà uscire con una trentina di pounds in meno e qualche chiletto di abiti in più da sistemare nello zaino..
Tra un negozio e l’altro vediamo “anche” la città…E ci piace davvero: è una cozzaglia di stili architettonici, colori, persone, rumori…Disordinata e talvolta sporca, ma viva. Perchè è così bistrattata? La gente poi è così simpatica! …Dove lo troviamo un altro tassista che strimpella il flauto guidando??…Sono matti questi scozzesi…
26-07 Glasgow – Inverness Ci dispiace lasciare questa stanzetta. Questa finestra gigante che domina la città. Questi gabbiani che oggi sembra quasi vogliano dirci ciao. Questo cielo grigio… No. Mi sa che lui viene con noi… Il vero aeroporto di Glasgow: eccola la nostra macchinina! una Opel Corsa comfort azzurra full optional…Solo che noi due mica abbiamo uno stradario, e tantomeno pianificato un percorso…Macchè…Alla cazzooooo!! ed è per rifarci che ne compriamo quindi non uno, ma ben due…E decidiamo di dirigerci verso Stirling. Alla partenza è un po’ come la prima lezione a scuola guida: attimi di panico, specchietto colpito…E l’auto che va, nonostante tutto. Peccato solo che una rotonda qua, una rotonda là e ci troviamo catapultate verso il Loch Lomond…Tornare indietro? Ma vaaa, in fondo la meta di oggi è Inverness, e ci si arriva anche da qui…E poi il lago è davvero bellissimo, così come tutto il panorama attorno…Prato, pecore e cielo. Ci arrampichiamo sulla valle di Glencoe, che i colori cupi di oggi rendono assolutamente suggestiva. La sosta panoramica in uno spiazzo è d’obbligo, così come la foto con “l’highlander” in kilt e cornamusa! Peccato che lui si diverta a conficcarci le dita nei fianchi…Come dicevo ieri, sono matti questi scozzesi! ma la sosta non è solo ricreativa…Abbiamo un problemino…Non troviamo la retromarcia! Chiediamo quindi aiuto a un enorme signore tedesco…Che con un semplice gesto della mano risolve il nostro dilemma…E ci piglia pure un po’ per il culo… Ah, italians…Ah ah ah!! Riprendiamo il viaggio. Fort William: davvero una brutta cittadina…Per carità, il tempo di oggi non è che le renda giustizia…Ne approfittiamo per comprare i gli ipercalorici biscottini Walkers e due ameni panini che consumiamo in macchina prima di ripartire. Prossima fermata…Loch Ness! uno di quei posti misteriosi che sogni sin da bambino…E che inesorabilmente ti deludono un po’: lunghissimo e stretto, più che un lago sembra un grosso fiume. Le rovine di Urquhart Castle, però, sono assolutamente affascinanti. Ma dopo il momento culturale ci rigettiamo tra le braccia del più bieco consumismo: siamo al LochNess Exhibition, praticamente un immenso negozione che vende Nessie di ogni genere e forma! Ovviamente possiamo mica rinunciare al Nessie peluche? Con i nostri trofei di pelo verde tra le mani ripartiamo quindi alla volta di Inverness…Ci siamo giusto fatte mezza Scozia oggi…La città che appare davanti ai nostri occhi è carina e vivace…Sono i giorni del Festival, qui, e c’è parecchia gente. Dopo una buona mezz’ora di ricerca, troviamo finalmente un ostello libero, proprio sulla strada del castello. Dalla finestra della nostra camera assistiamo a una parata di uomini in kilt e cornamusa…Questo suono ci è già entrato nel cuore! Una doccia e un’ora di panico alla ricerca delle chiavi della macchina che io avevo pensato bene di imboscare in un posto sicuro (!!) e finalmente andiamo a cena: Deep Pan Pizza la nostra prima meta; la seconda un bel pub dove c’è scottish live music…E due begli esemplari di maschio scozzese che ci lavorano…
27-07 Inverness – John O’ Groats Dopo la solita colazione ipercalorica il doveroso giretto di shopping: ma stranamente io non sono così in vena, e mi fermo a una pecora in terracotta e lana…Strano davvero! Si prosegue con un po’ di spesa, vado fierissima dell’acquisto di una carta assorbente con pecore porci e mucche…
E giunge il momento di ripartire…Un po’ a malincuore, ma il nord ci aspetta…
Eccole qui le highlands…Prati, monti, mare e…Le pecore, ovvio…E ci sono davvero le cabine telefoniche rosse che sbucano in mezzo al niente! e le strade strettissime, che si allargano solo all’altezza dei passing-place…Pranziamo in riva al mare, Lilli ed io in maglione, e quattro bambini che si fanno il bagno serenamente…Si saranno rotolati nel grasso di foca? l’acqua è un cubetto di ghiaccio, noi abbiamo rischiato l’assideramento solo per avere osato sfiorarla con l’unghia dell’alluce…Ancora pochi chilometri e un altro angolo di paradiso: un piccolo loch in cui è possibile avvistare foche e uccelli di ogni tipo, e tutto attorno pascoli di mucche e pecore. Ce ne stiamo un po’ accucciate sull’erba a goderci questa pace indimenticabile. E poi via, a nord, ancora di più…Uno sguardo al Dunrobin Castle e di nuovo sulla strada…Sino alla sua fine, John O’ Groats. Restiamo folgorate da questo posto, dal rumore del vento, dalla luce delle sei di sera…Dalla sua desolazione. Dal porticciolo un canotto a motore sta partendo alla ricerca delle foche, decidiamo di imbarcarci anche noi. Facciamo il giro dell’isola di Stroma, un gioiellino disabitato, tra le cui rocce vediamo un sacco di uccelli tra cui i puffini e..I pinguini! anche se sono pinguini in miniatura… E poi, finalmente, le foche. Piccole, grandi, che prendono il sole, che nuotano, che strisciano goffe sugli scogli. L’emozione è grandissima.
Quando torniamo a riva, poca è la voglia di andarcene. Così ce ne restiamo ancora un po’ lì, nello spiazzo dove la strada finisce, lo stridio dei gabbiani in sottofondo.
Senza rendercene conto sono le nove, e noi ancora non abbiamo un posto in cui dormire. Sperduto tra i pascoli troviamo un bed and breakfast “vacancies”, finalmente. Alla finestra un’anziana signora scosta la tenda e ci fa cenno di entrare in cortile con la macchina…Siamo in paradiso, per l’ennesima volta, oggi. A 14 pounds abbiamo una stanzetta che sembra uscita dalle favole: pizzi e merletti ovunque, un profumo buonissimo e vista sulle pecore e sulle mucche che pascolano. La padrona di casa poi, è una donna davvero eccezionale, di una tenerezza disarmante.
Inizia a farsi buio e noi andiamo a spasso in mezzo al poco che ci circonda. Non ci sono luci, nè voci, solo muggiti e belati. In fondo alla strada un vecchio cimitero a strapiombo sul mare. E’ aperto. Noi ci accoccoliamo sul muretto che lo divide dalla spiaggia e parliamo, parliamo parliamo…
28-07 John O’Groats – Durness La nostra “mamma” scozzese ci ha preparato una colazione deliziosa…Latte, cereali, uova, bacon, pomodori, salsicce, pane fatto in casa, toast, burro e marmellate, miele, té e biscotti…Ci dirigiamo verso la nostra macchina rotolando.
E’ ora di partire, di nuovo. Ma è un altro arrivederci…Prima o poi ci torneremo, quassù…
Adesso però ci aspetta il nord più nord della Scozia: Dunnet Head, un faro e una scogliera. La strada per arrivarci è davvero spettacolare, si arrampica tra le montagne, sbuca tra i pascoli e di nuovo torna a strapiombo sul mare…Abbiamo anche un incontro con un piccolo cerbiatto, che scappa via proprio quando estraiamo la macchina fotografica…Mannaggia a lui!! Dunnet Head ci accoglie con un nebbione inquietante…Non si vede niente, niente faro, niente scogliera…Niente. Solo il fischio del vento e lo stridio degli uccelli…E il boato del mare, decine di metri più sotto…Poi, è un attimo, e il muro di nebbia si dirada di quel poco da permetterci di scorgere il profilo del faro…Brividi.
Ripartiamo, sulla A836 niente nebbia…Ma una fantastica sorpresa ai lati della strada: mucchi di mucconi pelosi!! Senza pensarci accosto la macchina e mi scaracollo fuori…Non sono i primi che vediamo…Ma è la prima volta che sono in una posizione tale da poterli avvicinare…Lilli è basita, mentre io corro verso il mio incontro con queste splendide bestie, che ruminano serene e si mettono in posa davanti alla nostra macchina fotografica…Sono la persona più felice del mondo! Ancora avanti, verso Thurso, dove visitiamo il supermercato. Facciamo una spesa come dio comanda, tra pane, marmellata, pomodori, succhi di frutta…Il pranzo è tratto, per quanto la fame, dopo la colazione di questa mattina, stenti ad arrivare…E allora proseguiamo, strade in mezzo al nulla che si sussegue per chilometri, solo pecore, pecore e pecore, ovunque, sul ciglio della strada, sulla strada, sui passing place, aggrovigliate alle fermate degli autobus, nelle cabine telefoniche (!!!). Intanto piove, poi c’è il sole, poi la nebbia…Decidiamo di deviare per Strathy Point, ma il sentiero per il faro è lungo, e c’è un vento che porta via…Così approfittiamo della sosta per fare la pipì in compagnia di mucche e vitellini che succhiano il latte…Bucolico.
Raggiungiamo Tongue, secondo la nostra guida “spiaggia rosa immensa e rovine di un castello che ci si tuffano dentro..” Oddio, la spiaggia c’è, il castello…Sì, con un po’ di fantasia quello è un castello…Il problema è: come raggiungerlo?? Il mio grandioso senso dell’orientamento ci porta…Ma da un gruppo di mucconi pelosi, ovvio!! sosta d’obbligo, Lilli inizia ad odiarmi, credo! Libertà. E’ la sensazione che ci regala questo asfalto che corre tra le colline, una nuova meta. Giungiamo a Durness. Ci fermiamo nell’unico ostello, qui, carino davvero. C’è un villaggio di artisti, c’è una spiaggia rosa e blu, c’è il vento, c’è il rumore delle onde…E c’è un tavolino in legno, fuori dall’ostello, dove restiamo per un po’ a scrivere i nostri pensieri, illuminate dal sole ancora così alto delle dieci della sera, col sottofondo delle pecore e dei gabbiani, e di una cornamusa, chissà dove…
29-07 Durness – Gairloch Rotta verso Handa, il paradiso degli uccelli. La strada che ci porta verso Tarbert, dove ci imbarcheremo per l’isoletta, è lunare; a ricordarci di essere sulla terra, le solite pecore. La barca è in realtà…Una bagnarola di latta, ma il percorso è proprio breve, una decina di minuti appena. Non appena mettiamo piede sull’isoletta siamo accolte da un nuovo, grandioso spettacolo: attorno a noi la luce scandisce il profilo della costa scozzese…E migliaia di uccelli cantano, cantano, cantano…C’è un percorso da seguire, che si snoda tra rocce, prati e passerelle…Attorno c’è la vita degli uccelli. Raggiungiamo l’estremità nord, e ci troviamo in cima a delle altissime scogliere a strapiombo sull’oceano. Guardiamo sotto, il mare si vede a malapena, tanto il cielo è pieno di gabbiani che volano in circolo…Altro strapiombo, stesso spettacolo, ma a regalarcelo, questa volta, è uno stormo di puffini. Ritorniamo verso la bagnarola, sperando di vedere qualche delfino spuntare tra le onde…Si torna sulla terraferma, rotta verso sud, ritorno alla civiltà… Ullapool, che le guide narrano come una delle più graziose cittadine, ci delude: troppa gente, troppe auto…Forse nemmeno così tante, ma non ci piace. Forse è colpa della pioggia…Visitiamo il solito supermercato, poi decidiamo di scappare. Anche il paesaggio non ci ammalia…Niente a che vedere col meraviglioso nulla dei giorni scorsi…Bello per carità, sembra di essere in Valle d’Aosta…Ma il cuore batte di meno…E poi continua a piovere! …E poi, mannaggina abbiamo pure le facce ustionate, la passeggiata di Handa ci ha lasciato questa simpatica eredità!!! Vorremmo tirare sino a Plockton, ma il serbatoio langue, e qua trovare un automatico è un’impresa mica da poco…Vorremmo dormire in un faro a strapiombo sul mare, ma ovviamente non siamo le uniche ad averlo pensato…Così ci fermiamo al Youth Hostel di Gairloch, che non è proprio un granchè…Ma c’è un bel finestrone che dà sul mare, dove consumiamo la nostra cena, e facciamo gesti inconsulti ai famelici midges che ci scrutano al di là del vetro…Non ci avrete, bastardi! 30-07 Gairloch – Skye Via di qua! E’ il primo mattino che siamo davvero felici di andarcene da un posto… La nostra Routard dice che Plockton è uno dei paesini più belli della Scozia, decidiamo quindi di fare una piccola deviazione…La strada è davvero graziosa, si snoda fra pascoli e foreste finchè…Non ci sbuca davanti un bel gruppone di mucche incustodite! E io e Lilli che dobbiamo fare?? Ce la ridiamo, ovvio! ma poi arriva una signora del posto che per nulla intenerita inizia a battere le mani per farle scappare…Beh oddio… Scappare ora è un parolone…Con calma, senza scomporsi, ci aprono giusto un piccolo varco… E’ vero, Plockton è carina, ci dà una sensazione di serenità…E fame, pure! Dopo tre giorni di panini decidiamo che abbiamo voglia di mangiare come si deve…E ci catapultiamo in un pub nella stradina principale, dove un bel piatto di salmone affumicato non ce lo toglie nessuno. Ripartiamo per l’isola di Skye. La strada è breve, in un attimo siamo a Kyle of Lochalsh. Il ponte è proprio brutto, ma pratico. Sull’isola a darci il benvenuto è un tempo di merda…Pioggia e foschia. Raggiungiamo Portree, il “capoluogo” di Skye, facciamo una passeggiata tra i negozietti, le casine colorate…Decidiamo di restare qui a dormire. Così ce ne andiamo alla ricerca di un bed and breakfast, e dopo qualche tentativo andato a buca, troviamo quello che fa al caso nostro. Niente a che vedere con John O’Groats, ma dalla finestra si vede il mare, e c’è pure un gatto incluso nel prezzo che sembra Silvestro…
Il sole, se ci fosse, sarebbe ancora alto…Decidiamo allora di fare il giro dell’isola, peccato che a pochi chilometri da Portree scenda un nebbione così fitto da lasciarci intravvedere a malapena le pecore in mezzo alla strada. Proseguire senza vedere nulla non avrebbe alcun senso, e quindi torniamo a Portree, dove ci diamo all’amato shopping: e io mi compro “Jock the Highland Cow”, un muccone peloso in versione figlio dei fiori…Spettacolo! 31-07 Skye – Inverness Lilli e Manu ci riprovano. Di buon mattino, dopo una bella colazione, cercando di precedere la nebbia. L’Old Man of Storr, un roccione appuntito in bilico su una montagna, riusciamo e vederlo: poi, più niente. Eppure proseguiamo, perchè oggi dobbiamo andarcene da Skye. Visitiamo le rovine del castello di Duntulum, dove si dice si aggiri il fantasma di un bimbo buttato giù dalla finestra dalla sua balia; la nebbia e il boato del mare di sotto rendono l’insieme abbastanza sinistro…Raggiungiamo Dunvegan, e da qui deviamo per Neist Point: altro posto da brividi, oceano, vento, foschia e un faro. Lungo la strada c’è un ristorantino che è pure una galleria d’arte oltre che rivendita di tutto un po’. Ci fermiamo qui per il pranzo, soup of the day, pane fatto in casa e burro salato, patatone fritte e un’apple pie con panna che rimarrà a lungo nei nostri ricordi… Deliziate e stordite dall’abbuffata ci rimettiamo in moto, spinte dai cartelli verso un fantomatico museo della cornamusa…Un grosso cottage in mezzo al nulla, e due signori sorridenti che provano ad insegnarci a suonare il semplice strumento in questione…E comunque, per la cronaca, ci compriamo una cornamusa a testa. Poi, via di nuovo, verso la terraferma questa volta, è già tardi, e noi abbiamo in mente di raggiungere Inverness…Ma Skye ci regala l’ultimo spettacolo: le Cuillins Hills, la prova dell’esistenza delle montagne triangolari che disegnavo all’asilo! C’è una luce strana che illumina l’Eilean Donan Castle…C’è il sole che sta tramontando e c’è una quiete inaspettata…Sembra di stare dentro una favola, ancora una volta. E c’è di nuovo la strada, e di nuovo il Lago di Lochness, ma questa volta, con la nebbiolina della sera e una settimana di Scozia alle spalle l’effetto è diverso…E ammetto che un occhio per trovare Nessie, questa sera, ce lo butto. 01-08 Inverness – Edinburgo Nebbia e pioggia. Arrivederci Inverness! E arrivederci Highlands…I passing place sono solo più un ricordo, la A9 è praticamente un’autostrada. Tutt’intorno è ancora verde, è ancora pascoli, è ancora pecore. Ci fermiamo a Blair Atholl, dove si trova il famoso Blair Castle, quello tutto bianco, per intenderci. Parcheggiamo proprio di fianco a un recinto dove fanno capolino tre mucconi pelosi; finalmente, dopo una settimana, riesco ad accarezzarne uno: sono in visibilio! Facciamo una breve passeggiata, ma il tempo è poco e non abbiamo voglia di perderlo dentro a un castello…Così ci ributtiamo in macchina. Ed è qui che lo specchietto retrovisore mi regala forse l’immagine più bella dell’intero viaggio: mamma papera, con 6 paperette dietro, che attraversa la strada bloccandone per qualche attimo il poco traffico. Ovviamente mi commuovo. Ripartiamo con addosso una felicità immensa, quella che solo le piccole cose riescono a dare…E che la sosta alla ricerca di “gustosità” nel centro di Pitlochry non fa altro che aizzare. Felicità…È una papera che attraversa la strada…È un dolcetto da 8000 calorie…Siamo ragazze semplici, noi. Il termometro raggiunge i trenta gradi. Noi, intanto, raggiungiamo Aberfeldy. Qui ci aspetta l’immancabile visita di una distilleria, condotta da un altrettanto immancabile omaccione in kilt…22 pounds di whisky e via verso la prossima tappa, Stirling, dove arriviamo piuttosto tardi. La città è deserta (saranno già tutti al pub?) e fa un freddo inquietante, ma noi non demordiamo e decidiamo di arrampicarci fino al castello, passando tra le stradine della città vecchia. Arriva però il momento più rimandato della vacanza…La risistemazione dei bagagli…AAARGH!! La nostra povera auto sembra il banco di un mercato…C’è di tutto dappertutto…Passiamo più di mezz’ora a stipare la roba nelle borse…Ma niente, non è proprio possibile…Ci servirebbe una valigia in più! Quello che non sta nelle borse lo buttiamo nei sacchetti di plastica, che certo non ci mancano, visto il numero di acquisti fatti…
E ripartiamo. Questa volta ci aspetta l’ultima tappa: Edinburgo. Dopo giorni di pascoli ci troviamo catapultate con la nostra macchinina poprio nel centro della città…Bella, bellissima…Ma dove diavolo dobbiamo andare?? Gira di qua gira di là alla fine imbrocchaimo il Royal Mile, e addirittura nel giro di due minuti i troviamo davanti al nostro ostello…E addiritturissima troviamo parcheggio proprio davanti alla porta d’ingresso. Brave!! L’ostello è decisamente carino, peccato per la camera da 14 che non può certo definirsi confortevole…Ma chi se ne importa, questa città ci ha caricato di adrenalina!! Tempo di scaricare i bagagli (circa un’ora quindi…) e ci catapultiamo fuori. C’è un sacco di gente, e, soprattutto, c’è un Pizza Hut a cinque metri dall’ostello…Come resistere? Infatti non ci poniamo nemmeno il problema, ci mangiamo la nostra pan pizza e poi ci immergiamo tra la folla sul Royal Mile. Dal castello scendono i protagonisti del tattoo con le loro cornamuse, stasera c’era la prova generale. Domani è la prima, e tocca a noi. Non vedo l’ora! 02-08 Edinburgo Svegliaaa!! La città ci aspetta. E ci aspetta anche la AVIS per la riconsegna della nostra macchinina…Che tristezza! Scegliamo di fare il giro della città nell’autobus a due piani, con tanto di cuffiette-guida incluse. Ci sentiamo un po’ giapponesi. Però è piacevole: vediamo il Royal Mile, il castello, Holyroodhouse, Calton Hill e tanto altro.
Poi proseguiamo a piedi, e ci soffermiamo nelle zone che ci hanno colpito di più, come il quartiere di Grassmarker, con le sue pittoresche botteghe e le viuzze che si fanno largo tra file di case appiccicate. Ovviamente non può mancare la visita al cimitero di Greyfriars, dove è sepolto il cane Bobby, che per 14 anni rimase a vegliare la tomba del suo padrone. Che tenero.. Dopo pranzo sentiamo il richiamo di dio shopping, e ci rechiamo in Princes Street. Questa volta però siamo giustificate: a entrambe serve un borsone, mica possiamo partire con un bagaglio a mano di 10 buste a testa?? Naturalmente inizia a piovere. Torniamo in ostello e proviamo a ricomporre il bagaglio: non ci posso credere, nemmeno il borsone nuovo riesce a contenere tutto! ho un brivido quando mi immagino tra 15 giorni aprire la busta del conto della Carta Sì…
Mi arrendo. E’ ora di andare al castello per il Military Tattoo, e non appena mettiamo piede sugli spalti ricomincia a piovere, anzi, proprio a diluviare questa volta!! Nel giro di pochi minuti siamo zuppe d’acqua dalla testa ai piedi, ma chi se ne importa? E’ tutto così dannatamente suggestivo, in questa nostra ultima notte scozzese…Il castello illuminato dalle fiaccole, centinaia di cornamuse che suonano tutte insieme, l’Auld Line Sign cantato in coro dal pubblico che si tiene per mano…
Arrivederci terra di cornamuse e belati. Domani ci aspetta un aereo per Dublino, ma questa è un’altra storia…
Dedicato all’amica me e…Al prossimo viaggio insieme!