Tanzania & zanzibar.. 2
…Sarà forse la parte più difficile, riuscire a dare una forma ai ricordi, a riordinare quelle che sembravano giornate lunghe, lunghissime…Chiuse da tramonti che non sarà semplice descrivere…Ma l’intento è dei migliori…E anche se potrà capitarvi di non ricordare certi episodi così come li ricordo io…St’inverno sorseggiando dell’ottimo tè al ginger e giocando a fare le signore, rinvangheremo il nostro SAFARI nell’Africa nera…
LA PARTENZA …Come si dice? Partire è un po’ come morire?…Beh..Mai detto fu più appropriato..Provate voi a partire con uno zaino…Una tenda che non sapete montare…Un unico paio di scarpe, un sacco a pelo, le magliette più vecchie che avete trovate nell’armadio e soprattutto zavorrate da chili di crackers, scatolette di tonno, simmenthal e patè di olive…Una tragedia, la fiera del “ma chi me l’ha fatto fare?”…Del “giuro che l’anno prossimo vado in Sardegna…” (quante volte l’avrò detto? Credo che l’ultima sia stata all’aeroporto…Al rientro)… …Dopo una notte quasi insonne e un baggage che neanche le spedizioni sul K2…Dopo ore di discussioni feroci su come andavano incastrati i crackers nelle scatole dei gelati, dopo che Sciuga aveva amabilmente sfranto le Camille nel tentativo utopistico di farle rientrare tutte e 26 in un contenitore di cm 3*3, ci appropinquiamo al check in della Egypt Air, fiduciose di partire con un bel gruppetto di novelli Indiana Jones..Tutti muscoli e sorrisi smaglianti… ..Neanche a dirlo, le nostre aspettative sono state subito deluse in maniera scoraggiante alla vista del nostro capogruppo Mr. Anto’ fa’ caldo… Che dell’Indiana Jones aveva ben poco…Anzi oserei sbilanciarmi in un bel niente…Quello lì ci deve portare in Tanzania?…Ahhh, andiamo bene…Finirà che dormiremo circondati da leoni incazzati e iene ululanti…
In volo verso il Cairo e poi alla volta di Nairobi, mangiamo come sprocedate i succulenti pasti che ci presentano a tutte le ore…Passiamo dal freddo polare del primo volo al caldo soffocante del secondo…Rotoliamo sui sedili nella speranza di trovare una posizione per dormire…E alle prime luci dell’alba mettiamo piede a Nairobi…Pronte per la colonizzazione del Continente Nero…Le novelle Licia Colò di “Alle falde del Kilimanjaro…” paraponzi ponzi po… …Altro che esploratrici…Delle pecette mai viste…Da vacanza alle Terme di Fiuggi..Ma questo è un altro capitolo e non mi posso permettere di fare delle anticipazioni… IL SAFARI …E sedendo e mirando interminati spazi e sconfinati silenzi…
…Nella fredda mattina di Arusha, dopo essersi ripresi dal viaggio del giorno precedente e dal pollo mangiato con le mani del baracchino zozzone, prendiamo possesso della nostra jeep…Si formano gli schieramenti che ci avrebbero accompagnato per buona parte del viaggio…
JEEP ’75 …Manco a farlo apposta facciamo un bel gruppetto di bambini nati nel ’75…Quindi questa jeep era formato dalle 4 dell’Ave Maria e dai gemelli di Reggio…Il tutto capitanato dal buon Prosper, l’uomo del that’s oghey?…Avventure nel Mondo…Ahhhahhh ahhh, grasse risate del tizio..Un po’ presa per il culo per noi polli che abbiamo pagato per una settimana di polvere, buche, cosce livide e zanzare a cui ormai davamo del tu e che cercavamo di sterminare con ” It’s Autan time”… …Una settimana in cui Ganda ci ha fatto ascoltare tutto il suo repertorio di ululati,strilletti, uuuuuuuuhhh, ua, ihhhhhhh…E chi più ne ha più ne metta, seguita da Sciuga che invece di reggersi aveva deciso di frantumarsi a tutti i finestrini della jeep…E ogni giorno si contava i lividi… JEEP DEL CAPOGRUPPO …Mr. Antò fa’ caldo sedeva imperturbabile a fianco del buon Cornelius, tutto intento ad esaurire le sue scorte di viveri e ad incitare i partecipanti a fare lo stesso con il suo proverbiale “Ragà…Manciate”…Rarissime le volte in cui è stato visto uscire dal tettuccio per scattare una foto e meno che mai scendere dal suo posto di combattimento se non per raccogliere il cappello che Vincenzo aveva perso per la seconda volta, inciampando rocambolescamente…Ma questa è un’altra storia che meriterebbe un paragrafetto a parte… ..Inoltre questa jeep ospitava la coppia mito Paola e Vincenzo…Due personaggi unici e irripetibili, vittime sacrificali di qualche scherzo del gruppo e di congetture del tipo “ma saranno fidanzati?…E da quanto…?”…E la coppia di romani Stefano e Alessandra, vittime inconsapevoli delle infinite discussioni di Paola e Vincenzo sulle riprese da effettuare con la telecamera… JEEP DI CALVIN …La jeep con all’attivo il più alto numero di ruote bucate e riparate dal fidanzato della Ganda, l’uomo dell’indovina chi viene a cena…Del “Look if Gaia is looking at me…”…La jeep dell’ottimo Roberto, di Simona, di Pia, di Rosalia e di Stefano e Brunella…
IL GIRO DEI PARCHI …E vai si comincia!!! Partiamo dal Tarangire National Park…Cominciamo a contare i primi elefanti, le giraffe, il giraffo che tenta di fare sua la giraffa ma deve desistere, la mamma elefantessa che ci imbruttisce e dobbiamo ingranare la retromarcia, il ruscello preistorico che “mamma mia, mancano solo i dinosauri…”, il pranzo con le scatolette quando a fianco c’erano quelli del safari chic con tanto di servitori e tavoli da pic nic…(tanto prima o poi io un safari così lo faccio)…Le prime buche, un po’ di polvere..Ma credevamo molto peggio…Ma soprattutto la prima notte in tenda… …Ebbene sì, cala la notte, raggiungiamo il villaggio ma non c’è posto per tutti nei lodge e qualcuno si deve sacrificare…Ok, se deve essere che sia subito, così ci togliamo il pensiero…Tira, molla, passami il picchetto, incolla la zanzariera, stendi il modulo, apri il saccoapelo…Preparati i calzini, il pigiamino…E alla fine vattene a coricare…E qui viene il bello…Credevamo che dormire in tenda avrebbe voluto dire sentire i rumori della savana, le iene ululare, i leoni ruggire, l’elefante barrire…Invece eccoci catapultati nel giardino di un motel ad ascoltare la musica proveniente dall’unica discoteca del villaggetto che ci ospitava, musica a palla ma decisamente carina, tant’è che verso le due di notte, ormai insonne mi era venuta una voglia di andare a fare un saltino…Insomma passiamo la prima notte sotto il cielo africano completamente insonne e soffocate dalla zanzariera multipla…Ma altre ne dovevano seguire…
…Dopo la classica e frugale colazione partiamo per la bioriserva del Lake Manyara, verdissimo parco in miniatura se paragonato alle immensità del Serengeti o di Ngorongoro…Fa un freddo bestiale, siamo ancora mezzi addormentati ma riusciamo comunque a vedere il primo ippopotamo…La prima volta è sempre più emozionante..Poi le altre si cominciava con “basta, che palle..Sempre sti’ leoni..Vogliamo qualcosa di più…Le scene di caccia…” …E poi via verso il Lake Eyasi..Stasera campeggio non attrezzato…Ce la faremo? ma prima dobbiamo affrontare diversi chilometri di strada pressochè allucinante, tutta buche e polvere..Un timido assaggio del dust swim che ci aspetterò al Lake Natron, ma comunque abbastanza da mettere a dura prova le nostre scorte di fazzolettini pampers e compagnia bella…
…Di corsa a vedere il tramonto sull’immenso lago salino…Scattiamo qualche foto alla giapponese e ci gustiamo la rivelazione Vincenzo…L’uomo del cappello…Colui che per salvare la pelata dal sole africano si è gettato in ginocchio per bloccare il cappello rotolante ed è fantozzianamente sprofondato nel fango fino alle cosce..Una scena unica, spunto per qualche scherzo…E per le amorevoli cure di Paola…La cena intorno al fuoco ha il retrogusto di un revival di vecchi lupetti e coccinelle nostalgiche in cerca di emozioni più forti…La cantata au clair de lune viene interrotta dal Masai guardia del campeggio che ha deciso di dormire …La notte al Lake Eyasi… ..Ai bordi di un canneto..Il vento ulula, le fronde simuovono…La tenda ondeggia pericolosamente, la Ganda si inventa il segnale convenzionale anti leone…Il russare di qualcuno viene scambiato per il sospiro di qualche bestia feroce…In controluce vedo simpatici ragnetti arrampicarsi sulla tenda…Ancora il vento simula i passi di un esercito, quando è palese che fuori non c’è anima viva…Insomma una notte all’Indiana Jones..La sveglia delle 5:30 ci trova tutti scattanti di fuori con il naso all’insù a guardare le stelle africane illuminare il cielo nerissimo, una volta calata la luna…
…Anche sta nuttata è andata…
la caccia con i Bushmen…Credevamo di andare a visitare una qualche tribù rurale dell’Africa nera, dall’aria vagamente turistica, un po’ presa per i fondelli…E invece ci ritroviamo davanti a degli uomini scimmia, che vivono esattamente come l’uomo preistorico, senza casa ma riparati dagli arbusti, senza allevare ma cacciando quello che trovano nella foresta, rimaniamo tutti un po’ di sasso…Sembra Jurassic Park e non capisci bene se quello a cui stai assistendo è l’ultimo spettacolo di tribù ormai in via d’estinzione o una pagliacciata organizzata ad arte per spillarti gli ennesimi $10…Non vedi la povertà estrema della TV..I bambini che muoiono di fame, la carestia, la siccità…Vedi dei ragazzini che si arrampicano sugli alberi come le scimmie, la cui unica distinzione tra la tribù e un branco di animali è che parlano e camminano eretti…Siamo così lontani migliaia di anni luce dalla nostra “civiltà” che non è facile capire…Anzi direi impossibile…La domanda che mi viene più spontanea è “ma questi tutto il giorno che cavolo fanno?”, per noi è assurdo immaginare delle giornate che non siano fitte di impegni, che ogni volta vorresti avere almeno 36 ore per poter fare tutto quello che vuoi… …Lasciamo i bushmen e le loro pozze di acqua piovana e le loro pelli di scimmia e torniamo alla civiltà…Si fa per dire…Ci spariamo altre ore di jeep infernali, è tutto una buca, però lo sguardo corre verso l’infinito, ti estranei a guardare fuori del finestrino, ti perdi nell’immensità degli spazi sconfinati..Ma non era quello che stavamo cercando?…Siamo qua apposta… …Ormai siamo alla terza notte di fila in tenda, se me l’avessero detto non ci avrei mai creduto…Ma visto come sono i bungalows, forse è meglio dormire nel nostro sacco a pelo…E poi il camping di Karibu alla fine ci sembra una reggia se paragonato al canneto di ieri sera, tra l’altro possiamo anche fare un pasto senza scatolette…Ormai non ci speravamo più…Ma senza il nostro fedele tonno non sarà la stessa cosa… e la doccia…Dopo due giorni senza lavarci e i capelli che ormai erano un cespuglio di tordarelli, torniamo ad assumere un’espressione quasi umana…Da domani poi lodge a gogò…Tutte ste comodità non ci faranno male…???? …Come sempre all’alba partiamo per Ngorongoro (sosta alla piantagione di caffè e lotta all’ultimo chicco)…Si fantastica di una specie di giardino dell’Eden…Una cosa spaziale..Intanto, per non sbagliare sbolognamo i bagagli al lodge e ci spariamo subito una cioccolata calda bollente, un ginger afrodisiaco..Insomma qualcosa che ci riscaldi visto che sembra di essere più a Cervinia che nel cuore dell’Africa nera…Incredibile il freddo che fa qua…A raccontarlo non ci si crede, siamo tutti imbacuccati…La vista sarebbe spettacolare se solo si vedesse qualcosa…È tutto una nuvola, c’è un nebbione paura tipo Val Padana…Ma la speranza è l’ultima a morire…La foschia si sta alzando, risaliamo sulle jeep e cominciamo la discesa nel cratere…Uno spettacolo veramente unico… mancano solo i dinosauri (ma forse questo l’ho già detto anche prima)…Gnu, zebre, le immancabili gazelles, elefanti, fenicotteri…Ippopotami, scimmie mangia merendinee banane a tradimento, etc..Etc..Etc..E poi all’improvviso è arrivato lui…Non so chi l’ha deciso, ma ci ha preso sempre più…RHINO, lui lì da solo con il suo unicorno, in mezzo alla savana…Mitico…Certo non è stato proprio un avvistamento ravvicinato…Però grande soddisfazione per noi, pare che ne siano rimasti solo 15 in tutto il cratere…E la sera i rangers li spingono verso il centro di Ngorongoro, altrimenti se ne vanno girando e poi si estinguono..Capito, bisogna tenerli a bada ‘sti rinoceronti… la risalita dal cratere è uno spettacolo..Forse uno dei momenti più belli di tutto il viaggio…Siamo tutti appesi di fuori anche se fa un freddo tipo discesa ad uovo alle 4 del pomeriggio di dicembre…Prosper prende le curve a 180 km/h ed ogni svolta è un ohhhhhhhhh, ihhhhhhhhhhh, uhhhhhhhh..Che figooooooo troooooooooppo giusto… (vi lascio immaginare chi detiene il primato di ululati), sembra una discesa dalle montagne russe…Arriviamo ibernati ma esaltati al lodge e ci buttiamo in terrazza con tanto di Kilimanjaro gelida e patatine…Un vero spettacolo…In più il buon Roberto fa una scenetta delle sue e chiede ai gemelli diversi..Ma come fanno a capire qual è la tua stanza se sul portachiavi c’è scritto STONE? (era la room no.75…Al contrario…) la cena è qualcosa di mitico, in un ambiente molto coloniale…Soffitti altissimi, lume di candela, spiedini di topi alla brace (topi gazzella, non topi di casa nostra, che forse abbiamo mangiato in altre circostanze)…Sbracati sui divani ci godiamo il nostro primo Afrikoko…Un’emozione unica, ancora meglio è assistere alla scena di Calvin che tenta di sedurre Ganda…Con il suo “I’m a fucking man” si conferma campione indiscusso di tatto e delicatezza, vorrebbe sposarla e venire a vivere in Italia…Ci immaginiamo la scena di “’indovina chi viene a cena??”…E Guglielmone, genitore della bionda ragazzetta, che sviene…E poi fa una di quelle stragi di famiglia… il tentativo disperato di fare altri scherzi a Paola e Vincenzo non sortisce alcun effetto, il cappello fuori dalla finestra crede che lo abbiano messo lì apposta i camerieri superintelligenti del lodge, il sacco a letto non se ne accorgono nemmeno…Mentre la mascherina al soffitto non è un problema, tanto ne hanno un’altra…Sono dei miti…
…Al mattino all’alba partiamo per il Serengeti…Dopo che ci siamo presi il cazziatone dai camerieri per esserci preparati di nascosto una serie di panozzi frittatina e bacon…Usciamo a testa alta da Ngorongoro e ci buttiamo nell’immensità del Serengeti, che in swahili vuol dire terre sconfinate…Questa è la vera savana immensa e disabitata..Quella dei documentari che quando eri piccolo ti addormentavi stecchito sul divano con la voce di Quark di sottofondo… …Il primo leone non si scorda mai…E lei era lì, sotto l’albero..La leonessa accoccolata all’ombra…E poi ancora nei pressi dello stagno, che puntava le povere gazzelline..Ci avviciniamo e speriamo di vedere una delle famose scene di caccia che altri fortunati ci avevano descritto…Aspetta, aspetta perdiamo quasi le speranze, la vedi che punta ma è un po’ vecchiotta e temiamo non ce la faccia…D’altronde non si può avere tutto dalla vita…Ormai scoraggiati mettiamo in moto…E poi ancora, boni fermi tutti…Il rumore delle jeep ha distratto le gazzelle, la leonessa ne approfitta…Io e Laura come se niente fosse continuiamo a mangiare il nostro panino con la frittata, sembrava di essere in televisione…E poi il boato, un applauso per la leonessa…Ce l’ha fatta, ha cacciato la gazzella più sfigata, ma che ce frega?E’ la dura legge della savana…L’importante è che si cominci a correre… Obiettivo raggiunto..La scena di caccia è nostra… …In una sorta di trionfo da circo romano, la leonessa trascina la preda tra le jeep…La porta dietro ad un cespuglio e la sbrana…Si sentono tutti i rumori…Cronch, cronch…Magari lo avevi visto a Quark…Ma i rumori…Quelli sono reali…Adesso veramente ci mancano solo i cats maculati, leopardo e ghepardo…E infatti poco più in là c’è un assembramento di jeep, sicuro che deve esserci qualcosa…E infatti lì sull’albero, c’è lui…Il leopardo…Tutto disteso e dormiente…Come niente fosse Sciuga, Laura e la sottoscritta si fumano una bella sigaretta e si sgargarozzano una coca cola bollente, gentilmente offerta dal nostro buon Prosper…Delle vere signore…Ma il meglio dello spaccamento deve ancora venire…Avvistiamo il nostro logde a Seronera, è qualcosa di incredibile, costruito dentro un ammasso granitico ci permette di gustarci un tramonto da favola…Cala la notte sulla savana e noi siamo lì…Sdraiati su una pietra riscaldata dal sole a gustarci una Kili gelata, lo sguardo perso all’orizzonte e i giapponesi che invece di immortalare il tramonto immortalano noi che facciamo casino per 150… non sembra vero, sembriamo catapultati in un documentario della famiglia Angela, in un film sugli esploratori…Livingstone e la ricerca delle sorgenti del Nilo…Adesso rivedendo le foto sembra quasi incredibili che noi fossimo lì..Le serate continuano a base di bbq, afrikoko, kili…A mezzanotte si spengono le luci, come in colonia..Tutti a nanna, che domani ci aspetta un’altra lunghissima giornata al Serengeti, il parco delle terre sconfinate…
…I panini con la frittatina e il bacon a colazione stanno diventando una piacevole abitudine, anche perché così evitiamo di farci del male con le italiche scatolette, visto che ormai è rimasto solo tonno e simmenthal, simmenthal e tonno…Partiamo di buon ora, scappottiamo subito la jeep..Con le nostre testoline di fuori e senza scarpe ci prepariamo agli avvistamenti…Oggi è obbligatorio vedere il leone re della foresta e il ghepardo…E così è stato…È lui Simba, sotto un albero…All’ombra, in compagnia della leonessa, attendiamo che avvenga qualcosa di interessante, visto che a quanto pare il leone non fa altro dalla mattina alla sera che trombarsi la leonessa…Visto il culo di ieri speriamo che anche oggi si ripeta il fantastico evento …Riprendiamo da dove era stato interrotto questo racconto…Circa due anni fa, eventi di forza maggiore presero il sopravvento…Sono passati molti mesi da quel viaggio fantastico, eppure i ricordi non si sono sbiaditi e la nostalgia si è fatta più acuta e pungente…La voglia di tornare all’atmosfera di quei giorni fantastici è molta, ma ogni viaggio è diverso e il passato è un bel bagaglio di esperienze che ci portiamo dietro e che nei giorni tristi e freddi rallegra le nostre giornate.
Lasciamo il Serengeti, le sue pianure immense e sconfinate, gli spazi aperti, i tramonti mozzafiato e le albe struggenti e con le immagini delle scene di caccia ancora vive negli occhi, ci avventuriamo verso le aspre ed impervie zone della Tanzania del Nord e dopo un’intera giornata di curve, sassi e strade sterrate arriviamo al nostro accampamento ai piedi dell’Oldonyo, uno dei pochi vulcani ancora attivi di questa zona dove la Great Reef Valley corre indisturbata a ricordarti che da queste parti, qualche milione di anni fa, c’era un tuo antenato che già muoveva i primi passi in un mondo governato solo dalle forze della natura.
E così ti senti nuovamente catapultato nella preistoria, ti senti isolato dal mondo e non vuoi neanche chiederti a quante miglia di distanza ci sia il primo avamposto civile.
Appena arrivati, il nostro buon “Antò” ci comunica che dopo aver piantato le nostre simpatiche tendine, possiamo dirigergi verso le cascate.
Tutti pronti. Costume e ciabatte per i più arditi, mutande e scarponcini per i più sprovveduti, incominciamo la scarpinata (c’è anche chi per non bagnarsi le scarpe verrà portata in braccio dai SS. Gemelli Diversi del gruppo, con somma invidia di chi come me e Sciuga arrancava sotto il peso degli scarponcini inzuppati).
Arrivati alla meta, là dove due sorgenti di acqua calda e fredda si riunivano per creare una cascata, lo spirito di Avventure emerge nel gruppo e tutti si buttano alla meno peggio, mutande in vista, occhiali che volano e incombente lo sguardo di alcuni scimmiottoni che dall’alto della gola si godevano lo spettacolo.
Incredibile dictu, mi getto in acqua e immediatamente vengo colta da un attacco di panico legato al pensiero di “quantesanguisugeparassitianimalitropicali ci saranno in queste acque limacciose?”. Fatto sta che i miei tentavi di sollazzarmi finiscono miseramente in una ritirata tattica e nel rientro all’’accampamento, bruscamente interrotto da qualche episodio particolare come pietre tirate dai babbuini, fotografie in situazioni drammatiche (che al mio rientro hanno fato il giro del web, passando per terrore.Jpg), etc..Etc…
Ma niente al confronto della nuttata che ci si sarebbe prospettata, quando il mio corpo è mollemente scivolato verso il fondo della tenda (l’avevamo piantata in discesa) e ho passato le poche ore che mi separavano dalle luci del giorno a puntellarmi tragicamente cercando di arrestare l’inevitabile forza di gravità.
Ma finalmente, luce fu.
Intontiti e storditi dal sonno, dopo la classica e frugale colazione, rincorriamo l’alba sul lago Natron, circondati solo dal rumore della natura e dalle orme di qualche leone che poche ore prima era passato di lì…
L’Africa più aspra e selvaggia ci avvolge con i suoi colori, l’atmosfera è surreale e il paesaggio assolutamente desolato; nel raggio di chilometri e chilometri non c’è niente e la cosa che più ti sorprende è veder sbucare le persone dal nulla, con le loro piccole cianfrusaglie colorate e le loro richieste di penne, spiccioli e quattro chiacchere.
Non riuscirò mai a capire dove si nascondano, cosa facciano e come sia possibile che siano arrivati lì a piedi; per noi abituati ad andare al supermercato sotto casa in macchina ci sembra così assurdo che queste persone percorrano chilometri e chilometri a piedi, poi pensi ai maratoneti degli altipiani e capisci perché… Non mi abituerò mai, ogni volta sarà una sorpresa veder sbucare qualcuno dal nulla…Quest’africa comincia proprio a prendermi..Però certo che un saltino in sardegna l’anno prossimo!! Ripartiamo mestamente alla volta di Arusha, il Safari è proprio finito…Non c’è appello, il tempo stringe e dobbiamo ritornare là da dove eravamo partiti quasi dieci giorni fa…La strada è lunga e sabbiosa, la polvere si infila dappertutto, rimango miracolosamente in silenzio per tutto il tragitto, fa caldo…Molto caldo e respirare è quasi impossibile…Il nostro buon autista è diventato bianco e biondo per la polvere… ma tra poco sarà strada asfaltata..E ancora un po’ di civiltà…Sappiamo di avere altri giorni di vacanza davanti a noi, ma sappiamo anche che questi paesaggi e queste emozioni difficilmente potremo riprovarle, Ganda si commuove, Hello Spank anche…Gli altri parlano poco…Che fosse questo il Mal d’Africa? Arriviamo ad Arusha stremati…Impolverati, stanchi, entusiasti…Ci tornerermo…In Africa ci dobbiamo tornare..Questo è poco ma sicuro..
Consumiamo il nostro ultimo pasto sugli altipiani alla rosticceria africana con tanto di pollo speziatissimo, pane chapati e ciucciate di dita sporche, prima di incominciare il lungo e faticoso viaggio che ci porterà attraverso la Tanzania verso la meravigliosa isola di Zanzibar; qualche personaggio del gruppo che vuole rimanere più vicino ai leoni lo lasciamo ancora per un po’ a faticare tra jeep e polvere, mentre le Amicozze, Antonio, Roberto, i Gemelli, Stefano e Alessandra, Rosalia decidono di andare a crogiolarsi al sole dei tropici…
ARUSHA – DAR ES SALAAM È notte fonda, la sveglia suona come un’assassina…Noooo altre 12 ore di pullman..Ma la giornata di ieri non era abbastanza??? Il dust swim è già stato una dura prova per una come me abituata agli agi della vita milanese..E ora mi venite a raccontare che devo salire su un coach di terza classe e percorrere qualcosa come quasi 1000 kilometri e non c’è neanche un’autostrada??? Ahhh, andiamo bene…Non mi sembra proprio quello che si suole dire un’ottima idea…Ma sarà…Io avrei preso volentieri uno scassatissimo aereo… Comunque piove e l’acqua entra dai finestrini…È caldo umido…Ma già alle prime luci dell’alba, quando inizia ad intravedersi il paesaggio circostante, l’atmosfera cambia di botto e guardiamo fuori estasiati dalla bellezza delle piantagioni di ananas, caffè..Chilometri e chilometri di vegetazione che scorrono davanti ad i nostri occhi…Veramente uno spettacolo indimenticabile..Anche se fa caldino…Abbiamo sonno e non arriveremo prima di sera a destinazione, questo viaggio si rivela una piacevolissima sorpresa…Mai quanto le soste agli autogrill locali, quando veniamo assaliti da una folla di persone pronte a venderci di tutto e ovviamente superattrezzate…Con le loro scatoline piene di cibarie e bevande, montate su piccole asticelle raggiungono agilmente il piano alto del pullman, così che noi si possa comprare qualcosa direttamente dai finestrini, senza scendere…Una sorta di MacDonalds Drive Through..Ma senza nausenti hamburger da 3.550 kcal…Solo biscottini, frutta, caramelle e acqua minerale… Alla fine il tempo passa in fretta…Cantiamo ovviamente a squarciagola le canzoni che ci avevano accompagnato durante tutto il safari, mi viene da ridere ad immaginare cosa penseranno di noi turisti i locali…Ma tutto sommato non si lamentano..Stonati siamo stonati…Ma noi ci sentiamo come i Berliner Filarmoniker nel concerto di capodanno…Intonatissimi e fichissimi… Il pezzo forte del viaggio è stato l’urlaccio di Roberto all’autista tanzaniano che andava a 350 all’ora su una strada stretta stretta…Effettivamente ci siamo abbastanza morti di paura…Ma nel pieno dello spirito di avventure e sprezzanti del pericolo arriviamo a Dar el Salaam…Piove, fa un caldo terribile..Compriamo i biglietti dell’aliscafo che ci porterà mollamente a Zanzibar…Bevo un po’ d’acqua fredda, forse un po’ troppo fredda e mi accascio miseramente al molo…Un mezzo collasso e una volta salita sull’aliscafo ho una sorta di black out, dormo per tutto il tragitto e non sono certo la persona più adatta a raccontare quello che è successo, ma pare che tutto sommato il viaggio sia andato nel migliore dei modi… A sera ormai inoltrata dopo circa 12 ore di viaggio mettiamo piede sull’isola delle spezie…Siamo stanchi e rintronati (io anche febbricitante) ma penso che tutti siamo incuriositi dall’atmosfera così diversa che si respira qui… ZANZIBAR …Già quando ti accorgi che per salire sull’aliscafo uomini e donne devono disporsi in sue file diverse, intuisci che c’è qualcosa di diverso dal resto del Paese; qui sono musulmani, e nell’aria si respira qualcosa di differente… arriviamo all’Hotel International… chiunque sia passato di lì anche solo per una notte ricorda la magia di quel posto…Quelle camere enormi e polverose…Le scale ripidissime, i letti a baldacchino con le zanzariere e la voce del muezzin che risuonava nel cuore della notte… Stone Town ci piace..Ha la sgarrupatezza dell’Africa ma con quel tocco di oriente e magia che non guasta mai…E poi ti viene da pensare che qui nel corso degli anni sono transitati migliaia di schiavi diretti alle colonie e che i marinai sentivano la vicinanza all’isola per l’inconfondibile odore delle spezie che si diffondeva in mezzo all’oceano…
Appena alzati ci prenotiamo un giro in barca (???) per gli isolotti antistanti Stonetown e muniti di pinne e maschera presi a nolo al porto ci avventuriamo verso il meraviglioso mondo del mare tropicale… Mettiamo piede sulla prima lingua di sabbia che andiamo a visitare e ci prepariamo per il primo bagnetto ristoratore dopo tutta la polvere accumulata nei giorni passati… Sciuga si getta rapidissima nell’acqua per riemergere ululando di dolore dopo soli pochissimi secondi…La sciagurata ha messo i piedi sui ricci e non un piede solo..Non due dita sole..Ma tutti e due i piedi, anatomicamente, si sono adagiati sui ricci di mare locali che vi assicuro hanno tutte le sembianze delle palle chiodate utilizzate come armi improprie nel medioevo… Lo spettacolo è a dir poco agghiacciante e testimoniato da tanto di foto ricordo dei piedi bucati…Ma Chiara, nonostante questa e altre disavventure che le sarebbero capitate di lì a poco, resiste storicamente e continua la sua spedizione… Ci avventuriamo su altri isolotti, disabitati e non, e ci lasciamo cullare dolcemente dalle onde del mare…Accarezziamo le tartarughe giganti delle isole Seychelles a Prison Island e ci adagiamo mollemente su un lettino tipico zanzibarino…Che considero un po’ come ricompensa, visto che prima di partire avevo barattato delle notti in tenda con la promessa di finire la vacanza sotto una palma e su un lettino come questo…Tutto sommato le Amicozze sono state abbastanza brave ed hanno mantenuto le promesse… Su uno dei pulmini sgangherati ci spostiamo verso la costa est dell’isola e raggiungiamo il villaggio di Bwejuu sul mare, ci sistemiamo nei nostri bungalows e andiamo a cena al “ristorante” dell’hotel; tira una leggera brezzolina, siamo a quanto pare gli unici avventori, aspettiamo circa due ore che ci portino da mangiare…Ma alla fine ne valeva proprio la pena…Arrivano aragostine alla griglia e mitici jumbo prawns molto simili alle nostre cicale di mare…Sono buonissimi, il chapati caldo è delizioso anche se un po’pesantuccio…Una birretta…Un afrikoko a fine pasto… La pace dei sensi…Intanto la luna sorge dal mare..La marea fa il suo lavoro…Ci cala una morbida stanchezza e domani ci attende una meravigliosa giornata di snorkeling…Perché non ritirarsi e andare a dormire??? L’indomani, rapidi e scattanti come al solito, saliamo sulle imbarcazioni tipiche, i dhow, piccoli gusci di noce con le vele ricavate dai sacchi di patate e ci avviciniamo alla barriera corallina… Provo a fare snorkeling anche io..Devo dire che, sebbene sia un’impiastra di prima categoria, sia terrorizzata dai ricci con gli aculei più grnadi del mondo, beva acqua dal tubo della maschera ogni 3*2…Qualche pesciolino tropicale riesco a vederlo…Sono così belli..I colori meravigliosi e la luce abbacinante… Decido che ne ho a sufficienza ed aspetto i miei compagni di avventure comodamente adagiata sul dhow, lasciando a loro le fatiche, ma anche il piacere, di nuotare avanti e indietro per la barriera… Intanto mi sparo una bella noce di cocco e mi prendo un po’ di sole..Che non fa mai male… Di ritorno i gemelli e Roberto si applicano in una partitella di pallavolo con i locali, mentre noi bambine ci spariamo un pomeriggio di relax tra massaggi e tatuaggi hennè…Che fatica la vita… Ma oggi è una giornata speciale, è il compleanno della mitica Lupo..E questa sera fiestaaaaaaaa..Abbiamo prenotato ad un ristorantino sulla spiaggia, ovviamente con largo, anzi larghissimo anticipo, visto i tempi biblici, abbiamo ordinato le pietanze ad anche una fantastica torta al cioccolato e banana con una candelina da far spegnere alla nostra amicozza… la piccola Lupo si scioglie in un mix di commozione e lacrime alla vista della torta e al nostro intonare “Tante Auguri a te…”; La serata è veramente carina, mangiamo con i piedi nella sabbia…Come al solito siamo gli unici avventori del locale..Qui è la stagione invernale e di turisti non ce ne sono molti, ad esclusione dei villaggi vacanze che raccolgono i nostri vacanzieri di Agosto… Quest’isola è veramente magnetica…I colori sono fantastici e i profumi anche… Il giorno seguente la maggior parte del gruppo decide di andare in macchina fino alla Blue Lagoon, mentre Laura ed io rimaniamo al resort, complice il fatto che Chiara non sta benissimo…Ha la febbre e forse una bella bronchitella…Se aggiungiamo poi che stare male fuori casa non è certo il massimo… Rimaniamo nei paraggi nel caso Chiara abbia bisogno di qualcosa e noleggiamo due mountain bike per una gita sulla spiaggia…La sabbia qui è finissima, e forma una specie di lungomare compatto e morbido dove andare in bicicletta è abbastanza agevole..Scivoliamo con il vento a favore e facciamo una romantica honeymoon…Fa caldo e il sole picchia in testa…A ritornare indietro è una faticaccia…Il vento è contrario e noi non siamo certo delle provette pedalatrici…Ci fermiamo a prendere una coca cola…Poi delle conchiglie…E ci vediamo lo spettacolo delle donne zanzibarine che raccolgono le alghe nell’acqua alta tutte vestite…Certo, che così intabarrate deve essere una fatica micidiale…Pranziamo con i jumbo prawns e il chapati..Guardando la barriera corallina con il rumore di sottofondo delle onde che si infrangono… Prima di partire per il Nord, alla volta di Nungwi, facciamo un rapido giro per il villaggetto, dove passiamo il tempo a giocare con i bimbi locali, incuriositi dagli stranieri e desiderosi di un po’ di attenzione che forse i grandi non possono dare… Cantando a squarciagola ci avviamo verso il Nord dell’isola dove al levar del sole scopriamo un mare fantastico e incontaminato, non influenzato dall’effetto delle maree e cristallino come una piscina… Il gruppo infine riunitosi passa gli ultimi due giorni di vacanza a crogiolarsi al sole…A fare i bagni, a godersi i nuvoloni nerissimi dei mari tropicali, mangiando patate al forno, pesce cotto alla brace, fumando la simpatica ganja locale..In uno dei baretti sulla costa…Attorno al fuoco, al calduccio… I nostri ultimi giorni zanzibarini trascorrono in estrema lentezza, ormai il gruppo è più che affiatato…La povera Chiara sembra stare un po’ meglio…Ma come tutte le vacanze anche questa volge al termine, altrimenti che vacanza sarebbe??? Rientriamo a Stonetown, come al solito cantando…E ritorniamo all’hotel international, dove spuntiamo una stanzona gigante con terrazzino e vista sulla città..Ceniamo in un locale indiano, dove pare scorrazzassero liberi e giocondi anche dei topolini…Giriamo un po’ per i vicoletti del centro e alla fine decidiamo di passare la serata in balcone, nella nostra suite…Un po’ di ganja..Un sorso di afrikoko che il gemello dentista amorevolmente era andato a prenderci girovagando per i bar malfamati dietro lo scooter di non mi ricordo più chi…Forse veramente uno sconosciuto… Il nostro viaggio in terra zanzibarina termina con il giro delle spezie, tra un acquazzone tropicale e l’altro..Riprendiamo l’aliscafo che ci riporta in continente..E aspettiamo che parta il nostro aereo per il Cairo… Il rientro A bordo di un aliscafo battente bandiera zanzibarina, stanchi ma soddisfatti…Con lo sguardo un po’ languido…Da lacrima pronta, tutti sudati e (ma era solo un’illusione) abbronzati, ci stacchiamo dal molo di Stone Town alla volta di Dar es Salaam, continuiamo a scattare le ultime foto…Guardiamo l’orizzonte degli enormi spazi sconfinati, il bordo spumoso della barriera corallina, e facciamo di tutto per non pensare alla brodina galoppante provocata dal rollio della nave…Qualche componente del gruppo cede al fascino della brodina e scende verde mela dal traghetto, la Gandina e i gemelli resistono, Sciuga mastica un travel gum e poi lo sputa dicendo fa schifo…Forse credeva fosse una big babol alla fragola dai poteri taumaturgici…Lupo, come niente fosse sedeva sul bordo della vasca idromassaggio e glielo leggevi chiaro che quello sarebbe stato un ottimo momento per spararsi un panozzo e vedere la puntata finale del documentario/telenovela/film d’avventura che ormai passava in TV da diversi giorni…
…L’aeroporto internazionale di Dar non ha niente di internazionale e forse niente dell’aeroporto…Mai visti in tabellone una diecina di voli al giorno…In più mai vista una sala d’attesa all’aria aperta…Per ingannare l’attesa un gruppetto di impavidi capitanati dal gemello revisore decide di spararsi una pizza al pollo, nel tentativo infausto di gemellare la cucina italiana con quella swahili…Seguito da Simona e da Sciuga che guardavano con occhio voglioso il pollo con le patate, niente di esotico ma almeno commestibile, scelto dagli altri componenti del gruppetto… …Neanche saliamo sull’aereo che un sonno pazzesco ci fa crollare addormentati, Ganda ed io, credendo di avere avuto un culo pazzesco ci sdraiamo nella nostra fila da 4 manco fossimo in business class, ci scofaniamo degli improponibili sandwich offerti alle 2 di notte e un dolcetto di marmo che scambiamo per un muffin dal sapore delicato…Il nostro culo dura poco e aiutato dalle iatture di chi era già due ore che dormiva in piedi come i cavalli, veniamo svegliati da un’orda di beduini saliti in Uganda, dopo neanche essersi resi conto dell’atterraggio (o meglio io non mi ero resa conto di niente…) …Insomma alla fine riusciamo ad atterrare all’aeroporto de Il Cairo, dove scopriamo le vicende di overbooking dell’EgyptAir, salutiamo i nostri compagni di viaggio (e qua si sono viste delle lacrimucce sgorgare dagli occhi delle sentimentalone del gruppo, Hello Spank e Sciuga per la precisione) che si imbarcano sull’aereo precedente grazie alle coincidenze in Italia e veniamo coccolati dallo staff di terra…Un trattamento mai visto…Passaporti che viaggiano da un banco all’altro del check in, carte di imbarco emesse col contagocce, ottimo caffè, sei ore per mettere un timbrino sul nostro passaporto…Ma alla fine, il miracolo…CI PORTANO A VEDERE LE PIRAMIDI…Non ci vogliamo credere, una fatica per rimanere svegli che non ti dico, ci sarebbero voluti degli stecchini sotto gli occhi, non capivamo niente, a mo’ di maledetti giappanani scattiamo una serie di foto pericolosamente a caso, tanto per dimostrare che il nostro viaggio era diventato TANZANIA ESTENSIONE IL CAIRO…Un culo pazzesco, mai visto…Mi dispiace per quelli che sono partiti prima, ma nella sfiga, almeno la ricompensa…Dobbiamo sorbirci tre ore di dimostrazione di profumi egiziani, arriviamo tardi in aeroporto…Ma alla fine chi se ne frega…Ho visto le piramidi e la sfinge, e anche l’Egitto è andato…
EPILOGO L’Africa si allontana dai nostri occhi, ma sicuramente non dai nostri ricordi, che sono lì vivissimi, a testimonianza di splendide giornate trascorse in compagnia di persone simpaticissime… Se dovessi dire, a distanza di 2 anni, cosa mi ha più impressionato, ovviamente direi l’immensità e il potere della natura che noi “civilizzati” crediamo di aver domato, ma che invece è solo un’illusione… Il Mal d’Africa purtroppo è qualcosa che c’è ed esiste…Tra pochi giorni i partecipanti di quel mitico viaggio si rivedranno, come è consuetudine avventure il quel di Casina, Reggio Emilia, ospiti della coppia di più fantastici gemelli che esistano in Italia… Anche se non con tutti e non con la stessa frequenza, cerchiamo di tenerci sempre in contatto..Perché viaggiare vuol dire questo…Scoprire nuovi mondi, nuove culture, ma soprattutto nuovi amici e anche per qualcuna della Amicozze…Nuovi amori… ..Ma quello è un altro viaggio e un’altra storia…
THE END