Botswana BushTrack

SOLO GRUPPO FANTOZZI IN BOTSWANA Il Botswana, la Svizzera dell’Africa, ha preso la decisione strategica di puntare sul turismo danaroso all-inclusive, evitando così di avere turisti “liberi” in giro, intruppandoli, ma non per forza, semplicemente rendendo (quasi) impossibile la vita a chi voglia girare in proprio il paese:...
Scritto da: Fabri-Artèteca
botswana bushtrack
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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SOLO GRUPPO FANTOZZI IN BOTSWANA Il Botswana, la Svizzera dell’Africa, ha preso la decisione strategica di puntare sul turismo danaroso all-inclusive, evitando così di avere turisti “liberi” in giro, intruppandoli, ma non per forza, semplicemente rendendo (quasi) impossibile la vita a chi voglia girare in proprio il paese: niente trasporti pubblici, tariffe di accesso ai parchi più alte per tutti i soggetti che non siano tour-operators ed ingressi ai parchi prenotati per 2 anni dai tour-operator. La nostra scelta di affidarci ai Safari “avventurosi” (e ad un costo umano) della Africa Routes ‘www.Africaroutes.Com’ non è quindi poi così sbagliata … niente lodge da ricchi, ma 7 gg in camion 4×4 e tenda non li dimenticheremo tanto facilmente. Rouard, la nostra guida, è un Sudafricano simpatico e rilassato, Susan, la sua ragazza danese, ci fa da mangiare e qualche volta impartisce ordini in stile nordico-vichingo, ma è molto carina.

DELTA DELL’OKAWANGO I primi 2 gg sono abbastanza inutili e vanno via di trasferimento sulla rotta Johannesburg – Palapyi – Maun; qui veniamo “presi in consegna” da una tribù locale che, a bordo di canoe scavate nei tronchi d’albero, i mocoro, ci portano in giro nelle paludi del delta del fiume Okawango, l’unico al mondo che non sfocia nel mare (o in un lago o in un altro fiume), ma decide di aprirsi all’improvviso in una piana, formando un’immensa distesa d’acqua con profondità che vanno da 10 cm ai 2 m, e con grande abbondanza di fauna. Al tramonto ci attende il primo dei 2 safari a piedi (i game-walk) con i consigli della nostra guida: ”se dico di correre, dovete farlo, ne va della vostra vita” … grazie per l’incoraggiamento. La guida comunque è preziosa anche per capire le tracce degli animali, le orme, i rami rotti, lo sterco, e qui vedo i miei primi animali in libertà … prima una zebra, poi uno gnu con delle gazzelle e centinaia di termitai. Ma comincia a far buio, dobbiamo rientrare al campo, anche se il tramonto è davvero fantastico, e sulla via per il campo, un elefante solitario scrolla una palma con tutta la sua possanza; la guida consiglia: ”E’ il periodo dell’amore, sono molto pericolosi, specie quelli solitari, per cui dobbiamo camminare sottovento, non deve fiutarci …”. Bene, siamo nelle tue mani, e torniamo sani e salvi al campo, dove ci attende un barbecue ed una stellata mai vista; al mattino successivo, altro game-walk all’alba, con l’emozione di un branco di zebre di almeno 40 elementi.

Rientrati a Maun, ci imbarchiamo su un piccolo aereo ad eliche per un safari aereo (60 US$ a testa, presso una delle tantissime agenzie che si trovano vicino all’aeroporto di Maun), 1 ora di volo a 200m di altezza, che ci svela branchi di antilopi, elefanti, bufali e giraffe intenti ad abbeverarsi e rinfrescarsi nelle paludi del fiume Okawango.

IL PARCO ED IL FIUME CHOBE Dopo un’altra giornata di trasferimento arriviamo a Khasane, e ci sistemiamo in un campeggio pieno di scimmie … niente va lasciato all’esterno delle tende, specie portafogli e passaporti, ma mentre sono in doccia una scimmia riesce a portarmi via lo shampoo … Il safari al mattino successivo comincia con un disguido: dimenticano di venirci a prendere. Rouard, la nostra guida, riesce comunque a mettersi in comunicazione con il driver del safari e iniziamo il safari nel Chobe Park con 2 ore di ritardo. Il Chobe è davvero un signor parco, che ci regala scene da un documentario … leoni che sbranano un bufalo … avvoltoi che si accaniscono sulla carcassa di un elefantino … giovani ippopotami che simulano una lotta in acqua … ed antilopi e gazzelle a non finire; mancano solo giraffe e rinoceronti.

Una volta rientrati al campo, Rouard ci informa che le due ore perse al mattino saranno recuperate dalle 15 alle 17, ma siamo scettici, dato che col sole forte gli animali tendono a stare al riposo; ma anche il safari pomeridiano è un tripudio di animali, compresa una famiglia di giraffe e miriadi di elefanti ed ippopotami sulle sponde del fiume Chobe (che divide il Botswana dalla Namibia).

E alle 17 è il momento del Safari in barca, ovvero una crociera al tramonto su una comodo battello con dei comodi drink … un’altra prospettiva, con ippopotami a mollo, coccodrilli e mandrie di elefanti che scendono ad abbeverarsi al fiume … ed ancora lo spettacolo del tramonto.

Purtroppo, a causa dell’intruppamento forzato (sia per viaggi “alla vecchia” come il nostro, che per i lussuosi lodge all-inclusive), le interazioni con le popolazioni locali sono davvero poche e del Botswana restano i Parchi e le emozioni che ti regalano gli animali … UNA FRONTIERA BELLISSIMA L’ultima tappa del nostro tour è in Zimbabwe (30 US$ d’ingresso per il visto), a Victoria Falls, paesino sorto dal nulla per sfruttare il potenziale turistico delle cascate Vittoria (20 US$ d’ingresso), condivise con lo Zambia, al di la del fiume Zambesi; c’è poco da dire sulle cascate … sono stupende, mozzafiato, vanno assolutamente viste.

Un ponte in ferro sul canyon scavato dallo Zambesi collega lo Zimbabwe allo Zambia, e la linea di frontiera divide in due il ponte che noi attraversiamo a piedi, zaino in spalla; credo che sia una delle frontiere più belle e scenografiche del mondo, con le cascate Victoria sullo sfondo ed il fiume Zambesi sotto di noi, ed allora è un tripudio di foto celebrative dell’attraversamento della frontiera e di panoramiche sulle cascate. Sull’altra sponda la dogana dello Zambia ci scuce altri 25 US$ per il visto d’ingresso, ma Livingstone, dove trascorreremo gli ultimi 3 gg della nostra vacanza, è a soli 5 minuti di taxi. LA LEGENDA DEL MAGLIETTARO Durante il nostro Safari abbiamo incontrato molti altri “safaristi” che, come noi, avevano optato per un safari avventuroso e quasi tutti, con nostra somma invidia, sfoggiavano la maglietta celebrativa della spedizione, con la cartina del percorso, le bandiere degli stati, le date, etc etc, ma noi no!!!! Prima di lasciare Khasane, la nostra ultima tappa del Botswana, un tizio si aggira tra le tende … è un magliettaro, uno di quelli che dipinge a mano le magliette per le spedizioni per 15 US$. Gli piazziamo subito l’ordine, ma dovrà portarcele la sera stessa al di la dello Zambesi, a Livingstone; lui è dello Zimbabwe, di Vic Falls, dove siamo diretti, per cui gli diamo anche un passaggio.

Alla sera, ci rechiamo al bar dell’hotel Fairmont di Livingstone, dove abbiamo appuntamento col magliettaro, circa un’ora prima dell’appuntamento, per scolarci qualche birra … alle 19 (ora prevista) il magliettaro non si vede … prendiamo qualche altra birra … sono le 20 abbiamo perso le speranze, ma c’è venuta fame e ci trasferiamo al ristorante … peccato per la maglietta … alle 21,30 chiediamo il conto ed il magliettaro spunta all’improvviso con le nostre magliette … tripudio, siamo davvero contenti … se noi non ci fossimo fermati a cena non ci saremmo beccati e lui avrebbe perso i soldi per delle magliette personalizzate che non avrebbe potuto rivendere … e allora FORZA AFRICA !!!!! IL FUMO CHE TUONA MOSY-YA-TUNA significa il “fumo che tuona” ed è il nome della via principale di Livingstone, nonché il nome che le tribù locali davano alle cascate Vittoria e forse sarebbe bene chiamarle così oggi … Livingstone avrà certamente i suoi meriti, ma che c’entra la regina Vittoria?! Livingstone è una gradevole piccola cittadina con tanti edifici in stile coloniale, portici che riparano dal sole e con tanta gente simpatica ed amichevole. Per calarci meglio nel luogo, anziché optare per il River Front, un lodge sul fiume Zambesi a prezzi umani, abbiamo optato per l’africanissimo hotel Living Inn, dove siamo gli unici stranieri e siamo trattati con grande riguardo e simpatia; inoltre l’hotel ospita molte donne venute a Livingstone da tutta l’Africa per un corso di segreteria di 7 settimane, ne conosciamo alcune a colazione … un bello spaccato del continente.

Lo shopping a Livingstone è un po’ caro (e di marca), ma i giardini pubblici ospitano un bel mercato dell’artigianato a prezzi bassi e dove si possono scambiare anche le proprie magliette o pantaloncini per qualche pezzo d’artigianato.

COSE DA FARE A LIVINGSTONE QUANDO SEI VIVO (ED IN VACANZA) Livingstone, seppur molto viva, è molto piccola, e con una passeggiata di 30 minuti la si visita tutta; ma intorno alle cascate Vittoria si è sviluppato il business degli intrepidi, ovvero “come condire la propria vacanza con un po’ d’adrenalina (a prezzi europei)”, per cui è possibile fare qualche bella attività come (in ordina di pericolosità): visita alla riserva sul fiume, crociera sul fiume Zambesi, crociera sul fiume con open bar, volo in deltaplano o elicottero, rafting sullo Zambesi e bungee-jumping dal ponte sullo Zambesi che segna il confine tra ZIM e ZAM (come vengono chiamati Zimbabwe e Zambia dai turisti). Noi optiamo per la crociera open-bar (pericolosissima !!!) ed il rafting per il giorno seguente.

La prima (35 US$ per 2 ore e mezza) è in una cornice fantastica e consente di ammirare la fauna dall’acqua, su un fiume maestoso … purtroppo, a bordo, niente musica e tante famiglie (altre booze-cruise ci avevano regalato momenti di puro delirio alcolico) … ma con un tramonto mozzafiato seguito da una cena al River Front Lodge su una terrazza in riva al fiume che è un paradiso … gli ippopotami ci nuotano davanti a 3 m di distanza.

Al mattino seguente è il turno del rafting … lo ammetto … non ho dormito tranquillo, ma oramai abbiamo pagato (95 US$) ed alle 7 ci prelevano all’hotel per portarci al River Front, dove ci servono la colazione e ci fanno un briefing sulla sicurezza … saremo un’ottantina di persone. Ai piedi delle cascate inizia la discesa dello Zambesi, sulla nostra destra lo ZIM, a sinistra lo ZAM … siamo sulla linea di confine. Già la prima rapida, denominata Boiling Pot (pentola che bolle) è bella tosta, ma ne usciamo vivi … altri cappotteranno. Alla rapida n. 7 ed alla n.10 io cado in acqua e vengo prontamente ripescato da Ric, che invece darà il suo contributo alla rapida 12, mentre Piergio ci pensa alla 15 … sopravvivremo alla 18 (al briefing ci era stato detto che era veramente difficile) ed arriveremo al traguardo, dopo 25 rapide, senza aver mai cappottato, ma siamo distrutti e ci aspettano ancora 700m di costone roccioso del canyon da risalire a piedi. Il camion che ci riporta al River Front attraversa alcuni villaggi tribali, dove i bimbi inseguono il nostro camion per catturare qualche briciola di civilizzazione sottoforma di lattina di coca cola o di maglietta lanciata dal camion (ma gli converrà davvero inseguire la civilizzazione?!). Al River Front ci aspetta un barbecue e la visione del filmato della nostra discesa, ma prendiamo solo un paio di foto: siamo a pezzi e domattina il volo per Johannesburg ci attende. Da lì poi verso Parigi e l’Italia.

PERCHE’ LO SPORT SI E L’UFFICIO NO ?! Riflessione di Ric all’aeroporto di Parigi in attesa del volo che lo riporta a Bologna … ore 8.43 circa del 26 Agosto: ”Io sono curioso, ecco, apro il giornale e leggo lo sport perché m’incuriosisce, ed allora perché non m’incuriosisce per niente tutto quello che è accaduto in ufficio durante la mia assenza?! … C’ho uno scazzo ….” Bentornati a casa !!!!



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