Mozcambique a la nossa manera

LA HABANA IN AFRICA Non una, ma più volte ho avuto l'impressione di trovarmi all'Habana ... Ampi boulevard semideserti e percorsi da pochissime auto (sgangherate) lampioni che non funzionano o con luci molto fioche, palazzoni stile sud-americano e vestigia di epoca coloniale scrostate .... E poi ci si mette pure il Portoghese che proprio non te...
Scritto da: Fabri-Artèteca
mozcambique a la nossa manera
Partenza il: 06/08/2004
Ritorno il: 15/08/2004
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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LA HABANA IN AFRICA Non una, ma più volte ho avuto l’impressione di trovarmi all’Habana … Ampi boulevard semideserti e percorsi da pochissime auto (sgangherate) lampioni che non funzionano o con luci molto fioche, palazzoni stile sud-americano e vestigia di epoca coloniale scrostate … E poi ci si mette pure il Portoghese che proprio non te lo aspetti in Africa.

Maputo non è sicuramente quello che si definisce una bella città … Ha un bel lungomare con dei buoni ristoranti che servono dell’ottimo pesce, ha una bella stazione disegnata da Eiffel (quelo della torre), ha dei bellissimi murales rivoluzionri e non (pubblicità della birra 2M rigorosamente dipinta a mano) e la gente ci è sembrata abbastanza tranquilla, nel senso che non c’è l’assalto al turista che ti aspetti.

MAPUTO ROCKS THE HOUSE Ci sistemiamo al Fatima’s Hostel su Avenida Mao Tse Tung (www.Mozambiquebackpackers.Com), una bella villa trasformata in ostello, dove vi sono anche triple e quadruple con bagno privato, ben frequentato e con dei gestori molto simpatici. Consciamo dei ragazzi inglesi in vacanza, che lavorano come insegnanti volontari nelle township del SudAfrica, e decidiamo di cenare assieme al ristorante MIRA MAR, sul lungomare, ottima cena e buon prezzo. E’ sabatao e pare che nel week-end Maputo sia molto viva, per cui decidiamo di proseguire per un tour nei bar, ma le distanze ci impongono troppi taxi, per cui alla fine andiamo tutti al MAMBO Kaffe (Av. 24 de Setembro – vicino all’Hotel IBIS).

Il locale si trova in una stradina che viene chiusa al traffico; c’è un palco con una band dal vivo per cui si balla e si beve in strada … La serata è calda ed il locale è frequentato soratutto da Maputesi … E che belle donne !!! INHACA ISLAND Il cielo del giorno seguente non promette niente di buono su Maputo alle 7 del mattino; fa abbastanza freddo ed una nebbiolina avvolge le cime dei grattacieli. Abbiamo sborsato 30 US$ a testa, ed anche con una tempesta andremo a visitare l’isola di Inhaca. Arrivati sul molo della Escola Nautica, prima delusione: niente yacht o Dhow o veliero o catamarano ad attenderci, ma una lancia scoperta con una cerata per ogni passeggero. Peccato che ci siano solo 9 gradi, il cielo sia plumbeo e ci voglia un’ora e mezzo di traversata …

Ad Inhaca veniamo letteralmente scaricati e lasciati liberi di girovagare bardati come degli omini Michelin, ma siamo svegli dalle 6.30 senza colazione e sull’isola si può scegliere tra il lussuoso INHACA LODGE o il più modesto LOUIS RESTAURANT, l’unico nel villaggetto dove vivono le poche anime di quest’isola. Ovviamente si va da LUIS (sulla sinistra, dopo i banchi del mercato) e si fa una signora colazione america-stile per circa 2 EURO a testa.

All’uscita dalla capanna-ristorante il sole ci accoglie … La marea si sta ritirando lasciando centinaia di metri di battigia e barche in secca … I locali iniziano a raccogliere molluschi sulla spiaggia dove il mare si ritira. Inhaca è senz’altro una bella isola, con pochissima gente e con un buon potenziale, ma credo che sia un po’ sopravvalutata.

Il nostro 3zo compagno ci aspetta al Fatima’s hostel … Giusto in tempo per la cena al Ristorante ESCORPIAO (voto 5/10) vicino alla Feira Popular, una serie di bancarelle, giochi da Luna Park e cibo a buon mercato.

I TRASPORTI OLIVEIRA In Africa i bus vanno solo durante il giorno, e questo non perché abbiano delle fotocellule per l’energia eolica, ma perché l’unica strada asfaltata del paese è ad 1 corsia e vi sono più buche che asfalto, per cui col calare delle tenebre è sempre meglio trovarsi già a destinazione.

Alle 5.45 del mattino la stazione dei bus è ancora chiusa, ma i locali già organizzano la fila; ovviamente il nostro bus ha una ruota bucata e partiremo con un’ora e mezza di ritardo …

Il nostro è l’unico bus al mondo con 5 file di sedili: 3 da un lato e 2 dall’altro, ovviamente nello stesso spazio. Siamo gli unici turisti ed abbiamo le spalle sovrapposte … Per fortuna non c’è il sole e ad ogni fermata una marea umana con ogni genere di mercanzia sulla testa si avvicina ai finestrini dell’autobus, scatenando il window-market, ovvero compravendita attraverso i finestrini del bus … Ovviamente ci adeguiamo e compriamo la nostra colazione di banane, dolcetti e anacardi in questo modo. Purtroppo il sole impietoso viene fuori e saranno 7 ore durissime fino ad Inhabane. Qui troviamo Mike, il rasta americano che gestisce il secondo ostello di Fatima, sulla spiaggia di Tofo, un pezzo di Paradiso.

PARADISO N. 1 E’ un piacere ritrovare posti in cui puoi liberarti di scarpe ed orologio, dove riesci a meravigliarti per il bello della natura, a riscoprire la lentezza, i rapporti umani, le risate, ed in cui puoi ritrovarti col naso in su, a guardare le stelle, così diverse da quelle “italiane” (quando ci si riesce a vederle), seduto intorno al falò perennemente acceso al Fatima’s nest. Tofo è uno di questi posti e Fatima’s Nest è il posto adatto, con gente davvero rilassata ed amichevole. Tofo sicuramente non è il posto più bello del mondo, ma è un gran bel posto … Km di spiaggia e duna con vegetazione tipo macchia mediterranea, capanni di paglia intrecciata, qualche baretto e qualche ristorantino, con un’atmosfera fantastica; il resto è tutto sabbia, vento e mare.

Stamattina le balene incrociavano e spruzzavano al largo … Che spettacolo … Lasciamo che Mike ci organizzi la vita … Le escursioni, le bevute, le cene … Siamo nelle sue mani e va bene così.

PARADISO N. 2 Il ricordo, o meglio il deja-vu, è quello di una scena di un film con Abatantuono, Il continente nero, in cui lui correva su una spiaggia africana con la bassa marea, seguito da un sacco di bimbi africani. Questa è la spiaggia di BARRA. Un vento dannato ci ha impedito il whale-watching oggi, per cui ripieghiamo (si fa per dire) sulla spiaggia di Barra, l’altra spiaggia famosa nella penisola di Inhabane. Ed eccoci a bordo di un pick-up che trasporta materiali edili. E’ di un ragazzo sud-africano che ci da un passaggio e sta costruendo un villaggio per turisti in cima ad una collina … E in basso ancora l’oceano … Le palme … La spiaggia infinita con la bassa marea … Ed i venditori di pesce ed aragoste in spiaggia, da comprare e farsi cucinare dal ristorante per 4 EURO.

IL SEGRETO DEL VILANKULO EXPRESS Per andare a Vilankulo, ancora più a nord, dobbiamo prima tornare a Inhabane e poi attraversare la baia in barca, dato che il bus passerà sulla riva opposta di questa baia a forma di U, a Maxixe. Da Tofo prendiamo un mini-van (i taxi locali, detti Chapas) che batte il record di carico … 24 persone per un 9 posti. Sulla strada uno dei nostri si accorge di aver dimenticato il passaporto e deve tornare indietro, regalandoci un’ora per girovagare ad Inhabane.

Inhabane non è niente male, è una placida cittadina con molti edifici di epoca coloniale, pulita e ben conservata ed ha un Mercado Central che è fantastico. Mi ci inoltro con la macchina digitale per un vero e proprio safari fotografico di venditori di frutta, ceste, vestiti e quant’altro … E mostrando loro subito la foto mi faccio un sacco di amici e raccolgo almeno 3 indirizzi di persone che mi chiedono di mandargli la foto.

Il dimentica-passaporti è tornato, per cui ci avviamo verso il molo dove abbiamo 2 opzioni: barca a motore o feluca a vela. Ovviamente non c’è un filo di vento e l’autobus non aspetta, per cui optiamo (come tutti) per la barca a motore; anche qui siamo gli unici turisti.

Appena sulla sponda di Maxixe, il bus è li ad aspettarci … Ci hanno detto che è un Express e ci metterà di meno … Di nuovo unici stranieri a bordo, per cui MALAKALAKALE’ MALAKALAKALE’ …

Durante una fermata chiedo all’autista se posso andare alla toilette e lui mi dice “Next stop” … All’improvviso il bus si ferma nel bel mezzo del nulla e la gente si rivolge al fondo del bus in portoghese … Si rivolgono a noi prima in portoghese (e non capiamo) poi strillano TOILET … Eccociii maschietti a destra e femminucce a sinistra, nella savana …

Un’ora prima del nostro arrivo a Vilankulo, un bus molto più moderno del nostro ci supera … C’è scritto VILANKULO EXPRESS … Ed ha un segreto (a parte fare meno fermate): avendo l’aria condizionata, non ha finestrini, e non si scatena il window-market, per cui le fermate sono rigorose ed impiega meno tempo … La delusione è sui nostri volti.

PARADISO LODGE Vilankulo non è niente di eccezionale, ma neanche brutta, anche se ha una bellissima e lunghissima spiaggia, ma mi aspettavo un paesino ed invece sono 2 strade, una col mercato e una con qualche posto per dormire e qualche ristorantino; noi alloggiamo al casa Josè e Tina, una serie di Bungalow dove la doppia costa circa 15 Euro, un posto davvero niente male sul mare.

Il villaggio di vilankulo è però il punto di partenza per andare sulle isole dell’Arcipelago di Bazaruto, parco naturale. Nella natura del nostro tour (alla vecchia) optiamo per un lento ed economico Dhow (le feluche con la vela latina triangolare), che per 40 US$ ci farà visitare 2 isole, con colazione prima della partenza (un panino all’uovo fritto al momento) e pranzo al sacco (2 panini all’uovo fritti la mattina), inclusi 10 US$ di ingresso al parco (appena uno straniero mette piede su un’isola, una guardia controlla che abbia con se il biglietto).

Il Dhow procede leeeento, leeento, pur andando a motore (15 CV) … La baia è punteggiata dalle vele dei Dhow ed ogni tanto spunta qualche delfino a seguire la barca. Ci fermiamo prima a Ilha Magaraque, dove pranziamo e facciamo snorkeling sulla barriera corallina … Sull’isola solo un Lodge ed un villaggetto do pescatori.

Dopo pranzo andiamo a Benguerra, dove veniamo scaricati i fronte al Benguerra Lodge, un posto veramente da ricchi, per cui facciamo i signori … 3 cocktail al bar (costruito in tek e mogano), all’ombra delle palme per 7 US$ a testa, cifra con cui normalmente ceniamo in 3!!!! Al ritorno il tramonto ci regala dei colori fantastici, delfini che ci seguono ed un po’ di vento che gonfia la vela.

Il Maputo Express ci attende il mattino seguente alle 5.30 …



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