St. Lucia in un Week-end

Vi chiederete come ho fatto ad andare a St. Lucia solo per un Week-end...ebbene in quel periodo vivevo e lavoravo nella Repubblica Dominicana e quindi abbiamo approfittato di un'offerta dell'American Airlines da San Juan de Puerto Rico per visitare questa isoletta sperduta delle piccole Antille. Siamo atterrati all'aeroporto di Castries e subito...
Scritto da: Valentina C.
st. lucia in un week-end
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Vi chiederete come ho fatto ad andare a St. Lucia solo per un Week-end…Ebbene in quel periodo vivevo e lavoravo nella Repubblica Dominicana e quindi abbiamo approfittato di un’offerta dell’American Airlines da San Juan de Puerto Rico per visitare questa isoletta sperduta delle piccole Antille. Siamo atterrati all’aeroporto di Castries e subito fuori dall’aeroporto abbiamo preso un taxi per andare al nostro “hotel” (poco più di una pensione) nel nord dell’Isola a GROS ISLET. Ci siamo però subito accorti che il mezzo più veloce, economico e anche sicuro per muoversi sono le numerose vanette che fanno la spola tra Castries (la Capitale) e le varie cittadine. La cosa divertente é che ti devi mettere in mezzo alla strada e fermarli con un cenno. Questi ti caricano anche se sono già sufficentemente pieni e proseguono la “folle” corsa. Ogni quanto passano? ogni “TOT” come dicono loro. Cioé non esistono orari. Nella loro lingua (Creolo – una sorta di “Frenchglish”) si chiamano Jitney e quando siete arrivati, basta gridare “STOP” all’autista che puntualmente inchioda e vi fa scendere. Spesso nell’operazione dovete far scendere tutti gli occupanti della vanette perché avete avuto la malaugurata idea di sedervi in fondo, prolungando le operazioni di scarico e carico all’infinito. Ma lì si vive così. Senza fretta.

La cosa imperdibile a Gros Ilset é la festa del venerdì sera, lo “Street party” – verso le 18 chiudono le strade al traffico, montano enormi ammassi di casse e altoparlanti e bancarelle di ogni sorta. La festa si svolge fino all’alba tra musica raggae, calypso, birra a volontà (buona la birra locale, Piton) e cibo preparato al momento. Nel nostro breve soggiorno siamo arrivati fino a Soufriere (verso il Sud dell’Isola), un piccolo villaggio di pescatori, con casettine colorate e qualche raro esempio di architettura coloniale. La maggiore attrazione sono i “PITONS” due vulcani ormai spenti che si affacciano su una baia molto bella.

Nella parte nord dell’isola abbiamo visitato Pigeon Point, un piccolo parco naturale dove si possono ammirare spiagge candide, rovine ed un panorama stupendo. C’é un museo che spiega un po’ la storia di questa Isola (passata ripetutamente dal 1600 al 1800 dalle mani inglesi a quelle francesi) e degli indigeni che all’inizio la abitavano. Non posso dirvi altre cose, poiché non ho avuto la fortuna di vedere altro, comunque sappiate che ha una superficie di 600 km2 (lunga 40 e larga 20 km circa) ed é perfetta per passare qualche giorno di relax.



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