Crociera a capo Horn: il Mondo alla fine del Mondo
La motonave Australis è cilena, parte da Ushuaia in Argentina e naviga attraverso il canale Beagle fino a Punta Arenas. Tutta la crociera si svolge in Cile e dunque salendo sula nave vi verranno espletate tutte le formalità doganali. E’ una piccola grande nave, nuova, bellissima e molto curata, le cabine sono grandi, spaziose e dotate di finestre panoramiche (e di panorama da vedere ce n’è parecchio). Si mangia benissino e si beve ancor meglio (che scoperta i vini cileni!!). Un capitano che sembra il figlio di un gererca nazista là fuggito (poveretto, è una bravissima persona) conduce attraverso mari perigliosi (a capo Horn sono morte circa 10.000 persone dai tempi di Magellano) con mano sicura e guance rubizze. Tutto è impeccabile e accurato, il rispetto per la natura è assoluto, ai turisti viene garantita informazione e sicurezza pignola e li si invita a conoscere, godere e rispettare un luogo unico; la foresta umida fredda. Non si tratta infatti di una crociera classica, con spettacoli e casinò: la sera è riservata ai film di presentazioni dei vari aspetti scientifici dei luoghi che si visitano, sulle popolazioni autoctone, la storia, la flora e la fauna…Loro sapevano, noi no, che la maggior parte delle scoperte e le informazioni ci vengono da padre D’Agostini di Novara, che per loro è un mito: che vergogna! Con tutta la fierezza di gente che ama e conosce il proprio paese e non pensa solo a farne strumento di arricchimento. (Questo è un omaggio alla guida scozzese-cilena, ma che parla italiano perchè è sposata ad un italiano che vive lì: bravissima, competente, appassionata) Per sbarcare nei gommoni, ogni giorno, ti vestono da film sui virus letali: incerate gialle enormi sui maglioni e piumini, fischietti e pile ” se cadi in mare”!!, stivaloni e berretti e per finire un bel giubbetto salvagente: più larghi che lunghi. Solo la vestizione è così buffa che vale il viaggio. Ma la faticaccia è più che giustificata se poi ti sbarcano a capo Horn, tempo permettendo ( la mia nave ha ben ballato e il vento era ben forte), sui ghiacciai Pia e Garbaldi, la baia Wulaia, sulla spiaggia dove si fermò anche Darwin che tra pinguini e foche, albatros e uccelli diversi formulò la sua teoria. E, a terra, tra neve, sole, nebbia e piaggia che si alternano velocemente senza sosta non mancano mai la cioccolata calda e il liquore per scaldare lo stomaco, mentre all’improvviso un marinaio tira fuori un sassofono e suona all’azzurro del ghiacciaio che crepita e brontola da par suo, e scalda i cuori.
Un paesaggio unico, una luce incantata. Se andate nella Terra del Fuoco fateci proprio un pensiero. Noi adesso ostentiamo un bellissimo diploma per aver raggiunto la fine del Mondo. Maura e Giorgio