Los roques sotto le stelle

Da grandi appassionati di isole quali siamo, abbiamo deciso questa volta di visitare un piccolo arcipelago al largo di Caracas, di fronte alla coste venezuelane: LOS ROQUES. Costituito da molte isole, per lo più di ridotte dimensioni, l'arcipelago è stato dichiarato PARCO NAZIONALE nel 1972 e sono quindi già trent’anni che il patrimonio...
Scritto da: Antonio Taddia
los roques sotto le stelle
Partenza il: 25/04/2004
Ritorno il: 02/05/2004
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Da grandi appassionati di isole quali siamo, abbiamo deciso questa volta di visitare un piccolo arcipelago al largo di Caracas, di fronte alla coste venezuelane: LOS ROQUES.

Costituito da molte isole, per lo più di ridotte dimensioni, l’arcipelago è stato dichiarato PARCO NAZIONALE nel 1972 e sono quindi già trent’anni che il patrimonio naturale di questo angolino del pianeta viene rispettato e mantenuto integro! Le isole dell’arcipelago sono suddivisibili in tre gruppi, oltre ovviamente all’isola principale, GRAN ROQUE, dove si trovano l’aereoporto nazionale e la capitale omonima: 1) le isole della zona “ricreativa” del parco, su alcune delle quali ci sono piccoli ristorantini molto rustici e graziosissimi, e sulle quali si può tranquillamente campeggiare… In modo del tutto gratuito! E’ sufficiente richiedere un permesso all’OFICINA IMPARQUE di Gran Roque. Noi, amanti del campeggio libero, siamo stati attratti da questa notizia come da una calamita! Consideriamo infatti la possibilità di dormire nella nostra tendina in riva ad una spiaggia selvaggia come la migliore opportunità per poter vivere appieno un’isola. Fra queste isole elenco CRASQUI’, FRANCISQUI’, NASDRIQUI’, MADRIZQUI’ e CAYO PIRATA; 2) la isole della zona del parco dove è possibile recarsi in giornata, ma dove è proibito trascorrere la notte. Fra queste elenco: CAYO AGUA e CARENERO; 3) tutte le altre isole ed affioramenti corallini della zona del parco assolutamente protetta, al punto che è addirittura proibito avvicinarsi. Come spostarsi Sognando tutto questo, ci imbarchiamo dunque sul volo AIR FRANCE, che da Bologna via Parigi ci condurrà fino a Caracas. Qui un collaboratore di Giorgio (il gestore della posada dove alloggeremo) ci attende per portarci al piccolo aereoporto nazionale, ad appena cinque minuti di strada, da cui partono i voli per la ISLA MARGARITA, oltre che per LOS ROQUES. Dopo un’oretta di attesa, immersi in un caldo soffocante, saliamo su di un minuscolo CESSNA a 4 posti… Col quale iniziamo la nostra avventura a Los Roques! Atterriamo sull’isola principale, GRAN ROQUE, dopo circa 35 minuti di volo basso e tranquillo. Lo scenario dal cielo è meraviglioso e promette cose fantastiche! Dove alloggiare Abbiamo organizzato tutto il viaggio tramite internet, contattando il proprietario di una posada sita sull’isola principale (per posada si intende una piccola pensione), chiamata POSADA ACQUAMARINA. Giorgio ed il suo collaboratore, Roberto, sono stati molto disponibili e grazie a loro abbiamo prenotato il volo interno e la prima notte in posada, acquisendo inoltre preziose informazioni. Abbiamo passato sulle isole altre otto notti… Scoprirete ben presto in che modo! Itinerario Venerdì 25 Aprile 2004 A terra ci attendono alcuni ragazzi con dei carrioli su cui caricano i nostri zaini, accompagnandoci alla nostra posada. Qui facciamo conoscenza con Roberto, che troviamo molto simpatico. Sistemate in camera le nostre cose, optiamo per uscire subito ad esplorare il pueblo! Sono le sette di sera ed il caldo non dà tregua, ma facciamo immediatamente conoscenza con un elemento caratteristico di queste isole: il vento! E’ piuttosto forte e rende più sopportabile la calura! Attraversato esclusivamente da stradine in terra battuta, il pueblo si presenta come un susseguirsi ordinato di pittoresche casette coloratissime, sulle quali spesso si legge il nome di una posada dipinto direttamente sulla pietra murale. Tutti questi colori fanno bene al cuore e non possiamo non pensare che vivere in un posto così metterebbe senz’altro allegria! Camminiamo tranquilli, cercando di perderci fra le viuzze per scoprire quanti più possibili scorci di questo bel paesino; sbuchiamo improvvisamente nella piazza Bolivar, uno spiazzo polveroso ma molto grazioso, tutto circondato da mille casine d’ogni colore e con un palco dipinto di giallo pronto ad accogliere qualche spettacolo! Ci soffermiamo ad osservare balconi, finestre, cornicioni, porte: un’estasi per gli occhi e per l’obiettivo della macchina fotografica! Ci avviciniamo poi al mare, bellissimo nella calda luce del crepuscolo ormai imminente. Sulla candida spiaggia si affacciano le posadas più belle e suggestivi ristorantini assai romantici e già gremiti di turisti! Il mare è tutto un dondolare di barche, barchette, barconi fra cui volano e si tuffano decine di grossi pellicani scuri e moltitudini di gabbiani chiari: i loro versi felici sono meglio di qualsiasi musica! Dopo una breve sosta davanti alla bella chiesetta bianca appena bordata di azzurro, ci dirigiamo decisi verso l’Oficina Imparque, dove otteniamo senza problemi il nostro permesso al campeggio. Domani mattina presto partiremo alla volta della prima isola che abbiamo deciso di visitare: FRANCISQUI’ Sabato 26 e Domenica 27 Aprile Una bella colazione, qualche chiacchiera con Roberto, poi via! a piedi verso l’aereoporto, nei pressi del quale ci sono i due casottini dei ragazzi che organizzano i tour alle isole: è solo grazie a loro se ogni turista ha la possibilità di recarsi alle isole vicine e lontane, giorno dopo giorno. L’unica alternativa è quella di noleggiare una barca con lo skipper! La maggior parte dei turisti che viene a Los Roques preferisce pernottare a Gran Roque e visitare un’isola diversa ogni giorno, così da poterne “collezionare” di più ed avere una visione d’insieme dell’arcipelago il più possibile allargata. Noi, invece, preferiamo sempre l’approfondimento alla quantità, dunque preferiamo pernottare direttamente sulle isole che vogliamo conoscere… Lasciando le altre magari ad un futuro viaggio! In tale modo, infatti, vedremo solo due delle tante isole dell’arcipelago, ma nei loro più intimi dettagli! Ci affidiamo ad uno dei ragazzi, che ci accompagna con un veloce motoscafo alla vicina Francisquì. Il mare da azzurro si fa blu, per poi tornare azzurro: eccoci arrivati! In soli minuti minuti veniamo catapultati in un mondo completamente nuovo, fatto solo di acqua, sabbia, cielo. Poche persone scendono con noi e tutte si fermano appena messo piede a terra; noi iniziamo invece a cercare il posto ideale dove montare la tenda. Seguiamo a tale scopo un bellissimo sentierino di candida sabbia su di un pianoro di secche piantine marron e basse, che creano un ottimo sfondo al turchese del mare fra le isole. Ci accorgiamo subito che non è vero che queste isole sono pelate e prive di vegetazione, come avevamo letto o sentito dire! Un folto gruppo di alberi molto ombrosi occupa infatti la parte centrale dell’isola, e noi ci dirigiamo decisamente lì! In breve troviamo un angolino perfetto, con vista su di una meravigliosa piscina naturale rivolta a sud.

Partiamo all’esplorazione: la spiaggia su cui siamo approdati è profonda una decina di metri, perfettamente bianca e lambita da acque basse, turchesi, calme. Si vede Francisquì Arriba (di sopra) da qui, mentre noi ci troviamo a Francisquì Medio. Verso est la spiaggia si fa rocciosa mentre verso sud lascia il posto ad un fitto groviglio di mangrovie, che si interrompe a livello di un’insenatura soggetta ai forti venti di sud-est ed occupata verso il mare più aperto dalla piscina naturale di cui parlavo poco fa, color blu cobalto.

Proseguendo il perimetro, un altro bel sentiero corre in pianura fra verdi piantine dalle foglioline grasse e piene d’acqua (dal buffo nome di “camburito”), parallelamente alla costa; termina su un’incantevole spiaggetta. La sua sabbia è infatti costituita da frammenti di coralli rossi e bianchi sbriciolati e l’effetto cromatico è davvero sorprendente! Appena al largo, un muretto naturale di corallo protegge la spiaggia dal mare furibondo, cosicché l’acqua vicino a riva è tranquilla e trasparentissima. Un vero luogo di meditazione! Dopo aver scattato qualche foto alle onde delicate che lambiscono stupendi coralli, ci spostiamo verso est sulla parte rocciosa dell’isola. Ci accorgiamo che si tratta in realtà sempre di corallo, ma questa volta nero o comunque molto scuro, in grossi pezzi su cui si può camminare; pare di essere in una sorta di grande cimitero del corallo, dove gli esponenti più vecchi di questo incredibile mondo a metà fra l’animale ed il vegetale, si lasciano trasportare dalla corrente per cedere il posto alle nuove colonie! Anche l’interno dell’isola e’ degno di nota. A metà circa, infatti, si nota la presenza magica ed un po’ spettrale di un vasto lago salato, dal fondo liquido al mattino ed alla sera e cristallino durante le ore più calde.La sua caratteristica più bella è la spettacolare colorazione rosa scuro, che incanta ed attira lo sguardo anche dei turisti più distratti! Lungo il suo lato meridionale, un fitto gruppo di alberini frondosi cela alla vista un secondo lago, ampio almeno il doppio del precedente e blu molto scuro. Una vera tavolozza di colori quest’isola! Quando alla sera i turisti abbandonano Francisquì per tornare a Gran Roque, noi restiamo soli a goderci il silenzio del tramonto. Anche il piccolo ristorante, che durante il giorno offre piatti caldi e bibite fresche, chiude i battenti, lasciando l’isola tutta per noi! Beh… Non proprio! Rimane infatti con noi un bel cagnone nero, che in teoria dovrebbe rimanere a fare la guardia al ristorante, ma che in pratica ci segue fino alla tenda, scodinzolando felice all’idea di questa inaspettata compagnia serale! Il giorno successivo arriva più gente, poiché è domenica e molti carachegni vengono proprio qui a riposarsi! Noi facciamo un po’ di snorkeling nella bella piscina naturale, stancandoci però presto dato che la corrente è molto forte e tende continuamente a sbatterci contro i blocchi corallini più alti. Per il resto della giornata, ci riposiamo e ci dedichiamo alla vita da spiaggia e alla lettura.

Da Lunedì 28 Aprile a Venerdì 2 Maggio Oggi ci trasferiamo su una nuova isola, per raggiungere la quale siamo dovuti tornare brevemente a Gran Roque. Solo da qui, infatti, ci si può organizzare per raggiungere altre isole. Una seconda possibilità è quella di provare a contattare telefonicamente uno dei ragazzi di cui ho già parlato, chiedendo di venirvi a prelevare in un posto per portarvi in uno nuovo. Ma per far ciò occorre un telefono… E dato che noi ne eravamo sprovvisti, abbiamo scelto la via più lunga! A Gran Roque abbiamo aquistato parecchia acqua, passando a salutare Roberto, quindi siamo saliti sul motoscafo per CRASQUI’, la seconda isoletta che andremo a scoprire! Il trasferimento, questa volta, è più lungo, soprattutto perché si esce in mare aperto che è di solito molto mosso; il motoscafo quindi procede lentamente ed occorrono all’incirca 40 minuti per arrivare in vista della terra! Crasquì si presenta a noi con la sua costa orientale, rocciosa e battuta da grosse onde; lentamente aggiriamo la punta settentrionale, trovandoci ben presto davanti alla sua costa occidentale… Ma che meraviglia! Sembra uscita da un sogno, questa lunghissima, abbagliante spiaggia che ci lascia tutti senza parole! E’ proprio qui che la barca ci lascia, ed è proprio qui che appoggiamo i piedi su di una splendida, soffice e sorprendentemente fresca sabbia bianca! Crasquì è un’isola lunga e molto stretta, circa 4 km. Per 500 metri, e si sviluppa in senso nordovest-sudest; è caratterizzata da una costa, quella verso est, corallina e coperta di mangrovie, battuta costantemente dal forte vento, e da una costa, quella verso ovest, tutta sabbiosa dal principio alla fine, fatta eccezione per l’estrema punta a nord, regno di centinaia di pennuti. Il mare, da una parte è blu coballto e contrasta bene col verde brillante della vegetazione, mentre dall’altra è di un meraviglioso azzurro che si sposa divinamente col candore della sabbia! Insomma, sistemandosi nel mezzo dell’isola e guardando ora verso est, ora verso ovest, si ha la netta sensazione di osservare proprio due diverse isole! Appena scesi a terra, partiamo coi nostri zaini in spalla in direzione del piccolo paesino. Qui, infatti, vivono alcuni pescatori ancora da tempi precedenti l’istituzione del parco, per cui sono rimasti nelle loro piccole case in riva al mare, sostenendosi grazie alla pesca e, oggi, anche grazie al turismo. Alcuni di loro hanno allestito dei ristorantini sotto il portico di casa e garantiscono ogni giorno pesce freschissimo e, nei periodi giusti, molte aragoste.

Superiamo il pueblo e decidiamo di montare la tenda poco oltre, sul finire della spiaggia, direttamente sulla sabbia. Non ci sono alberi vicino a riva, infatti, a parte una solitaria palma… Già occupata da un’altra tenda! Staremo quindi al sole, ma rinfrescati dal vento che soffia senza posa! Verso mezzogiorno ci sediamo all’ombra di uno dei ristorantini, dove passiamo buona parte del pomeriggio osservando il mare azzurro ed i tuffi acrobatici di decine e decine di pellicani. Dietro ai tavolini ci sono poi delle colorate ed invitanti amache, alle quali non riusciamo a resistere! Si avvicinano velocemente le ore più belle, quelle della sera, che invogliano a fare una bella passeggiata. Abbiamo così percorso la costa da sud verso ovest e poi verso nord, camminando dapprima su un bel pianoro verde di camburito, quindi, attraversato un fitto groviglio di mangrovie, giungendo in vista di una deliziosa piccola baia, interamente costituita da minuscoli frammenti di conchiglie chiare. Ai margini del boschetto appena superato, ci sono degli enormi cumuli a forma piramidale di quelle belle conchiglie che sono un po’ il simbolo dei mari tropicali; il mollusco che le abita si chiama “botuto”, in spagnolo. Gli abitanti dell’isola un tempo se ne cibavano ed ecco spiegata l’enorme quantità delle conchiglie, che oggi vengono utilizzate per decorare i sentierini e i perimetri dei cortili, dando luogo ad una scenografia davvero pittoresca ed originale! Superata la piccola baia, ci si trova immersi in un altro cimitero del corallo, simile in tutto e per tutto a quello di Francisquì. Volendo compiere a piedi tutto il perimetro dell’isola, ci si deve arrendera a circa metà strada, poiché il corallo si tuffa nell’acqua di una grande laguna paludosa, impossibile da superare se non a nuoto. Torniamo dunque sui nostri passi, rischiando di inciampare perché gli occhi sono fissi fra cielo e mare su un meraviglioso tramonto.

Nei giorni successivi, abbiamo camminato in lungo e in largo per tutta l’isola, scoprendo un altro punto molto adatto ad una tenda: si trova vicino alla punta rocciosa a nord, sotto un gruppetto di alberini le cui chiome ad ombrello creano un’ ombra eccezionale! In prossimità della palma solitaria, ci si trova davanti un sentiero che si spinge verso l’interno dell’isola: un cartello di legno segnala la presenza della “guardia del parco nazionale”, che altro non è se non un orrendo edificio abbandonato e fatiscente dove, forse un tempo, risiedevano le guardie! Ora è completamente deserto e sinceramente non comprendiamo come mai non lo abbattano! Continuando il sentierino, si incontra dapprima un lago salato, quindi si giunge su di una bellissima spiaggia, la “playa du norte”, poco frequentata perché piuttosto ventosa. Compie una vasta mezzaluna, cedendo in fondo il passo ai coralli; la sabbia è pure qui candida e il mare si trasforma gradatamente da blu a celeste con tutte le sfumature intermedie: va assolutamente vista! Trascorsi altri 5 giorni in questo paradiso, facciamo ritorno a Gran Roque: la vacanza è ormai in chiusura e decidiamo di terminarla compiendo la salita all’altura del faro vecchio, molto pittoresco, dalla cui base si ha una vista fantasica su tutta l’isola ed in particolare sul paesino. Restiamo ammutoliti, ricordando i bei momenti passati qui e seguendo con lo sguardo il planare sulla pista di diversi aereoplanini.

Forse un giorno torneremo… E allora sarà come tornare in paradiso!



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