USA: Southwest on the road
Il traffico sulle imponenti freeway è notevole; ci riusciamo a dirigere verso la zona di Santa Monica e quindi imbocchiamo il Sunset Boulevard fino al nostro Hotel (L’Hyatt West Hollywood). In serata incontriamo una coppia di amici che vivono lì (tanti saluti Lando !!!) e ceniamo nella zona di Farmers Market (molto carina) ad una steak house (prendetevi le “buffalo wings”), poi giro notturno per Beverly Hills e Rodeo Drive.
27/04/04 Visitiamo per tutto il giorno questa immensa megalopoli, da Santa Monica (carina la passeggiata) a Venice Beach (non ci ha fatto una buona impressione) fino a dowtown dove ci fermiamo per cena in un bar/ristorante girevole su un grattacielo dove in 1 ora e mezzo circa ti fai tutto il giro panoramico della città. Molto carini un paio di club sempre downtown (uno mi pare si chiami “Standard”) e poi torniamo alla base.
28/04/04 Oggi è il primo giorno decisamente “on the road” obiettivo Las Vegas. Trovare la strada giusta è piuttosto semplice, le indicazioni sono chiare e basta un pò di attenzione per non sbagliare. Prima di partire passiamo da Hollywood per vedere il teatro Cinese, il Kodak Theatre e la famosa scritta “Hollywood” sulla collina (si vede bene se prendete North Beachwood Drive).
Ci fermiamo a metà strada nei dintorni di Barstow in un Outlet con molte firme prestigiose e i prezzi sono mooolto più bassi che in Europa…Nel frattempo siamo entrati nel Deserto di Mojave e a tratti i paesaggi sembrano decisamente lunari, forte vento e temperatura caldissima con sole a picco. Nel pomeriggio proseguiamo per Las Vegas e arriviamo decisamente prima del tramonto (peccato…Mi avevano detto di arrivare con il buio perché l’effetto era straordinario ma tant’è…). Alloggiamo all’Excalibur e ci facciamo contagiare da slot machines e dalla Roulette (…Non avevo molti dubbi…). Per cena gli “all you can eat” sono disponibili in tutti gli alberghi e sono a buon mercato (circa 15$) anche se la qualità non è granché (la quantità invece si).
29/04/04 Dedichiamo tutta la giornata a Las Vegas e, dopo aver speso bene la mattinata in piscina in tutto relax iniziamo a visitare questi mega-alberghi davvero incredibili. Dall’MGM (davvero belissimo) al New York New York, poi la sera il Venetian (sorprendente con il suo cielo finto e con il Canal Grande), il Caesars Palace, il Bellagio con il suo gioco di luci e fontane con sottofondo di Pavarotti. Di ritorno dal centro vediamo il Luxor e torniamo nel nostro…Castello.
30/04/04 Oggi ci aspetta un bel trasferimento verso lo stato dello Utah e puntiamo decisamente il Bryce Canyon, dove arriveremo nel tardo pomeriggio. Durante il percorso troviamo il Visitors Center dello stato dove prendiamo cartine e ci informiamo sulle strade migliori da percorrere. Davvero da queste parti sanno come mettere a proprio agio il turista e, se rispetti le loro regole (la velocità in primis) sei a posto. Lo spettacolo del Bryce è mozzafiato ed è difficile raccontarlo a parole; è un anfiteatro naturale di guglie, rocce, e gole spettacolari dentro cui avventurarsi con i diversi sentieri: noi abbiamo fatto il Navajo Loop Trail (quello meno impegnativo) e direi che è stato sufficiente…
La sera abbiamo dormito al BW Ruby’s Inn e mangiato alla steak house annessa: davvero niente male, un posto decisamente caratteristico.
01/05/05 Partiamo con il Bryce nel cuore alla volta di Page, Arizona. Il viaggio non è molto lungo e arriviamo piuttosto presto nella carinissima Page, accediamo alla città dalla magnifica diga che forma il Lago Powell e dalla quale parte il fiume Colorado che qualche centinaio di km. Più a valle forma il Grand Canyon. Blocchiamo una camera al Best Western proprio prima dell’ingresso in città e abbiamo appena il tempo di ammirare il contrasto di colori tra le rocce rosse e l’azzurro intenso del lago (dove andremo il giorno successivo) che decidiamo di andare subito alla Monument Valley (2 ore circa di viaggio).
Ad Aprile/Maggio da queste parti è ancora bassa stagione, turisti zero, qualche turista americano e nient’altro…Cielo senza una nuvola, strade deserte: questo viaggio on the road inizia a soddisfarci in pieno !!!! Il paesaggio si modifica man mano che procediamo verso Kayenta e diventa, se possibile, più arido, sabbioso e desertico. Lo spettacolo inizia ben prima di entrare nel parco completamente gestito dagli indiani Navajos (l’unico dove abbiamo pagato pur avendo il National Park Pass) e le rocce enormi che affiorano dal deserto sono imperdibili. La luce del tramonto è il massimo per ammirare questo paesaggio unico e noi aspettiamo il più possibile, avventurandoci sulla strada sterrata con la nostra auto (giudicando troppo esosa la richiesta dei locali per portarci più o meno negli stessi posti con il fuoristrada).
La stanchezza affiora sulla strada di ritorno verso Page e così, cerchiamo una steak house dove cenare. Sbagliamo strada e…Si presenta davanti a noi un locale nel quale è difficile non entrare, si tratta del “Ken’s Old West”. E’ tutto di legno e, siccome è sabato sera, c’è anche il complesso di musica country per ballare. Trovarlo è semplicissimo, è proprio dietro al primo Best Western che si incontra venendo dalla diga !! Andateci nel weekend perché l’accoglienza e, soprattutto, i balli dei cowboy locali sono divertenti.
02/05/05 Il tempo è ancora particolarmente clemente con noi: nell’altopiano del Colorado fa caldo ma una leggera brezza mitiga la temperatura che, altrimenti, supererebbe facilmente i 30°. In cielo neanche una nuvola. Dedichiamo tutta la giornata al relax in questa cittadina inaspettatamente carina e accogliente. Entriamo nel parco della Marina Wahweap (dove partono i battelli per le gite sul Lago Powell) e ci mettiamo a prendere il sole sulle rocce in prossimità del lago. L’acqua appare estremamente pulita e invitante ma un tipo del posto ci informa che, poiché è frutto del disgelo della primavera, la sua temperatura è un pò freddina…Inoltre le rocce dove ci eravamo “spalmati” in quel periodo sono un habitat perfetto per i serpenti a sonagli di giorno e per gli scorpioni di notte. Ringraziamo e ci spostiamo altrove…
03/05/05 Da Page ci spostiamo di buon’ora verso sud direzione Grand Canyon. Il tragitto è molto breve fino all’ingresso del parco, imbocchiamo la strada che va verso ovest costellata di punti panoramici da cui si inizia a vedere il GC e di negozietti indiani che vendono gioielli e artigianato locale (ci siamo pentiti poi di avere comprato troppo poco dati anche i prezzi contenuti). La vista più bella si gode da Desert View, una sorta di torretta di avvistamento circondata dal volo di numerosi condor dell’Arizona. Il panorama è insieme vastissimo e spaventoso e ci vuole un pò per mettere a fuoco le reali dimensioni. Ci spostiamo quindi verso il Village dove ci sono senz’altro più visitatori ma la vista è forse meno affascinante. I percorsi di hiking che portano dentro il canyon sono lunghi e faticosi e richiedono troppo tempo, decidiamo di avvantaggiarci e partire verso ovest.
Dato che siamo diretti di nuovo verso la California e, precisamente verso il Sequoia National Park, facciamo più strada possibile: ci fermiamo a vedere Calico, una sorta di città abbandonata che sembra venuta fuori da un film di Sergio Leone e dormiamo a Kingman, sempre in Arizona. Hotel discreto ma costoso (però ha piscina e sauna), steak house decente ma nulla di più.
04/05/05 Oggi è la giornata più dura in assoluto. Una tappa di trasferimento di 400 miglia fino a Visalia, alle pendici della Sierra Nevada. Il viaggio procede comunque bene nonostante la temperatura si faccia sempre più alta (scendiamo infatti di altitudine fino alla valle di San Joaquin in California). Passiamo di nuovo dal Deserto di Mojave, poi dalla Base militare di Edwards, dall’immenso deposito di aerei di linea che si intravede dalla strada, dalla miriade di pale montate sulle colline per catturare energia eolica. Ci rendiamo conto che la California appare diversissima da Utah e Arizona: dovunque scritte anche in spagnolo, molto più traffico, la popolazione è un mix di razze incredibile e ovunque svetta la presenza di asiatici e ispanici di origine centroamericana.
Le città di Bakersfield, Modesto, Fresno non ci sembrano granché a vederle dalla freeway così tiriamo dritto. Ci fermiamo a Visalia, cittadina invece molto carina piena di banche e sufficientemente turistica. Dormiamo in centro al Best Western a pochi passi dal centro della cittadina. Ceniamo con buona soddisfazione da “Salazar” in centro: cucina messicana ed un ambiente davvero carino.
05/05/05 Oggi andiamo al Sequoia NP. La strada è decisamente tortuosa e nonostante abbiamo poche decine di miglia da fare ci vuole un bel pò di tempo prima di giungere all’ingresso del parco. Mostriamo come sempre il Pass e i documenti di riconoscimento e ci vengono consegnate le cartine del parco con le ultime news. Ci dirigiamo verso la Giant Forest e giungiamo dopo un altro bel pezzo di strada in ottime condizioni ma piena di curve. L’altitudine mitiga la calura della valle e adesso il clima è perfetto… Il parcheggio si trova in prossimità del più grande essere vivente del mondo (così almeno dicono…), è il “generale Sherman” la sequoia più grande. In effetti le nostre dimensioni (e persino quelle della nostra auto) sono ridicole in confronto a questi giganti millenari che raggiungono anche altezze record. In mezzo ad un viavai di piccoli scoiattoli dalla lunga coda pelosa che sbattendo contro il legno emette un rumore curioso ci avventuriamo per il percorso del Congress Trail completamente da soli. I vialetti (pavimentati) dei vari percorsi sono ben indicati e perdersi è praticamente impossibile. Durante la passeggiata incontriamo vari gruppi di sequoie e anche un cervo (prontamente immortalato). Ci spostiamo poi in altre parti del parco e nel pomeriggio decidiamo di andare verso Crescent Meadow, mentre ci infiliamo in una piccola strada notiamo delle macchie scure a qualche decina di metri…Ma sì, sono orsi !!!! scendiamo dall’auto e prendiamo macchina fotografica e telecamera. Prima due piccoli (si fa per dire), poi un altro poco distante e poi scorgiamo la mamma (una montagna) intenta a mangiare degli arbusti. Ci avviciniamo (ma non troppo) e nonostante l’oscurità cerchiamo di filmare il più possibile. Un bel regalo dato che avevo letto che era molto difficile incontrare l’orso bruno americano che popola questi boschi, ma d’altra parte questo è il periodo dell’uscita dal letargo e già dal mese di luglio diventa improbabile imbattersi in questi stupendi esemplari che rischiano l’estinzione per la deficienza dei turisti che lasciano in giro o nella propria macchina residui di cibo o che, peggio, danno loro da mangiare direttamente. Nei pressi dell’uscita troviamo un bel gruppo di cervi che si lasciano avvicinare senza problemi e riprendiamo il cammino verso Visalia pieni di soddisfazione.
06/05/05 Il viaggio verso lo Yosemite Park è piuttosto breve e, fatta una sosta per prenotare una camera nel carinissimo Best Western di Oakhurst, proseguiamo per l’ingresso del parco. Lo Yosemite è immenso, le distanze sono enormi e per arrivare al Village si devono percorrere una trentina di miglia di strada scorrevole ma pur sempre di montagna… Ci accorgiamo della differenza di questi paesaggi rispetto a quelli visitati in precedenza: qui la vegetazione è tipicamente montana e ricorda vagamente le nostre Alpi. Alcune strade sono ancora chiuse per neve, ma la bellezza di questo periodo sono le cascate che si formano a causa del disgelo primaverile. Il parco è il paradiso dei camperisti e i camping sono ben organizzati e decisamente già affollati. Ci fermiamo al Village per vedere a piedi una cascata nelle vicinanze e facciamo un giro piacevolmente immersi nella natura (stavolta però niente animali in giro, tranne simpatici scoiattoli). Ad Oakhurst ceniamo in una steak house carina lungo la strada vicino al semaforo principale.
07/05/05 Ultima tappa del nostro viaggio è San Francisco, partiamo di buon mattino da Oakhurst verso Mariposa e poi via verso la freeway direzione West. Grazie alla dritta di un gruppo di ragazzi italiani incontrati a Visalia che ci avvisavano di un certo affollamento negli alberghi avevo deciso di prenotare quella sera stessa da internet il Comfort Inn in zona Marina District (non lontano da Fisherman’s Wharf), utilizzando il pc dell’albergo (fatelo perché è anche gratuito dappertutto). Devo dire che il prezzo degli hotel a SF è decisamente elevato ma d’altra parte… .
Dopo aver attraversato il Bay Bridge sbaglio subito strada ed entro nel quartiere di Tenderloin dalla 5° strada: nonostante siano le 4 di pomeriggio c’è un numero esagerato di ubriaconi ed homeless in giro e anche in mezzo alla strada… Come esordio non c’è davvero male. Trovo la strada giusta (Van Ness Avenue è l’arteria che porta da downtown verso nord fino al mare) e, all’incrocio con la famosa Lombard Street c’è l’albergo.
Usciamo e ci rendiamo subito conto che sarà anche vero che SF si può benissimo girare a piedi ma…Accidenti quante salite (e ripidissime per giunta). Andiamo a Fisherman’s Wharf sul lungomare dove soffia un vento fresco costante (meno male perché altrimenti sarebbe stato caldo anche qui !!). Dalla fedele Lonely Planet scelgo un piccolo ristorantino italiano per la sera sulla Columbus Avenue (cibo buono ma personale sufficientemente scortese).
08/05/05 Dalla visita di Union Square e di downtown ci rendiamo subito conto che è molto diversa da quella vista la sera precedente. Un conto è la zona per turisti attorno a Fisherman’s Wharf e nella parte nordest della città, un conto è la SF dei grattacieli: bellissima. Non solo gli store (alcuni dei quali molto convenienti nei prezzi, vedi Levi’s, il Disney store per i ragazzi ecc…) ma anche piccoli bistrot e spazi verdi; dovunque si respira un’aria “europea”. Poi entrare a Chinatown è come immergersi per qualche ora in una grande metropoli asiatica. A piedi torniamo verso Nord percorrendo indietro la Columbus Avenue e ci fermiamo nel pomeriggio al Pier39 a riposarci un pò… La fida LP mi consiglia un ristorantino francese per la sera in Polk Street (a due passi dall’albergo) e la scelta è decisamente azzeccata.
09/05/05 Guidare a SF è un’esperienza unica: salite, discese, uno stop ogni 50 metri, viali incasinatissimi, persone che attraversano da tutte le parti. L’ho trovato decisamente più impegnativo del guidare a Los Angeles perché non devi solo sapere la direzione dove andare ma anche le strade da prendere dato che è pieno di sensi unici (!!).
La giornata è decisamente bella e soleggiata, non c’è nebbia sulla baia e si vede benissimo Alcatraz, quindi è il momento ideale per andare sotto al Golden Gate Bridge, il simbolo della città. Sulla lunga passeggiata sono in moltissimi a fare jogging e qualche temerario con la muta prova a surfare le onde sotto il ponte.
Nel pomeriggio andiamo a Twin Peaks dove si gode un panorama completo sulla città pagando però il prezzo di un vento fastidioso e freddino…La sera ceniamo nella zona di Union Street in una steak house carina ma niente più.
10/05/05 è giunto il momento di tornare a casa, non prima però di aver provato il Cable Car naturalmente… Di sabato e domenica ci sono file di ore da fare per salire, mentre il lunedì mattina di questo periodo nel capolinea davanti a Ghirardelli Square non c’è nessuno… Scendiamo nei pressi di Union Square e rimaniamo downtown per gli ultimi acquisti. Nel pomeriggio carichiamo i bagagli e via verso l’aeroporto: la strada è più semplice e veloce del previsto ed anche il building delle compagnie di Car Rental è segnalato perfettamente. In serata saliamo a bordo di un Airbus 340 ancora più nuovo del precedente (…Ha addirittura i bagni al piano di sotto) e torniamo a Monaco e poi a Firenze in perfetto orario.
Ciao a tutti i Turisti per Caso Samuele