Viaggio a Chiloe’

Si decide d´andare in treno sino a Temuco, partenza dalla stazione in Santiago, ´(disegnata da Eifell), alle 21.30 di sabato. Saliamo sulla carozza letto, stile anni ´30, capotreno di mezza eta´ un po´di peso che ti guarda e par che dica ¨dormi tranquillo che vegliero´io per te¨. Piu´tardi ritorna, abilmente trasforma i sedili in un...
Scritto da: debaccio
viaggio a chiloe'
Partenza il: 10/04/2003
Ritorno il: 19/04/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Si decide d´andare in treno sino a Temuco, partenza dalla stazione in Santiago, ´(disegnata da Eifell), alle 21.30 di sabato.

Saliamo sulla carozza letto, stile anni ´30, capotreno di mezza eta´ un po´di peso che ti guarda e par che dica ¨dormi tranquillo che vegliero´io per te¨.

Piu´tardi ritorna, abilmente trasforma i sedili in un comodo ed invitante letto spostando ferri, traverse, materasso e quant´altro serve e se ne va´ contento della mancia che gli ho dato.

Subito dopo arriva il cameriere per sapere se mangio, un´altro che mi chiede se voglio leggere, un´altro che vuol sapere se ho sete.

Finalmente si puo´dormire senza mangiare anche perche´avevo mangiato qualcosa prima ed il treno inizia la sua seconda delle dodici di viaggio che mi aspettano. Riesco a dormire quasi tutta la notte solo che si balla da matti sui binari e per tutta la notte sogno di volare dalla finestra.

Alla mattina si va a fare collazione nel vagone ristorante con le apliques rococco´ alle pareti e le seggiole con il veluto consumato.

Il cameriere di bassa statura, dai capelli tinti e dal naso acquilino sa´ come mantenersi in equilibrio portanto le tre o quattro porzioni di uova strapazzate con prosciutto mentre il treno continua a scekerare tutti quanti.

Alla fine (sono le 9,30) arriviamo a Temuco e con un taxi ci si trasferisce a terminal bus dove alle 11.10 si parte per Chiloe´ dopo aver fatto rifornimento d´ acqua e di panini.

Il viaggio dura altre nove ore ed e´ piacevolissimo in quanto le case sono al 90% di legno, il paesaggio e´ vario ed ogni tanto ci si ferma in un terminal. Grande movimento di gente che si sposta, vecchi, bambini, tutti viaggiano.

Nella parte finale vicino a Puerto Montt si vede anche il vulcano Osorno con la cima innevata. Ci aspetta l´ultimo tratto da Puerto Montt ad Ancud, ma e´ ormai buio e non si vede piu´nulla. Arriviamo alle 20,30 e subito a dormire, un terribile mal di testa mi attanaglia.

L´alberghetto e´tutto di legno, davanti al lungomare .

Ci svegliamo la mattina dopo. Piove, il propietario dell´albergo mi dice che erano quaranta giorni che non pioveva. Che fortuna ha aspettato proprio me, capito´ cosi´ nel ´60 quando ci fu´ il terribile terremoto che si porto´ via duecento metri di palafitte che si trovavano dove adesso c´e´ una scogliera battuta dal mare, speriamo che non si ripeta. Nonostante la pioggia si va´ in giro. Prima visita, la chiesa, anche perche´dentro non ci piove, o almeno si spera. Semplice, esenziale, tutta ovviamente di legno, si erige su di un colle, non fa parte del novero di quelle protette, comunque carina. Faccio la prima foto.

Sta smettendo di piovere, si scende verso il mercato, dove tra pesci e formaggio, vendono le solite cose da comprare, si va quindi verso il piccolo porto pieno di barche colorate, poi di nuovo in collina verso il Forte Sant´Antonio costruito dagli Spagnoli per controllare la zona e dove i Cileni conquistarono la loro indipendenza alla fine di una sanguinosa battaglia che si svolse per terra e per mare e che duro´ tre giorni. Ritornando vedo la mia prima casa. Vista mare, con giardino, sembra disabitata, faccio due foto, non male.

Ormai e´ora di mangiare e si va verso il ristorante indicato dal propietario dell´hotel, si mangia bene, ovviamente pesci e molluschi, e si spende anche poco.

Ha smesso di piovere e sta´ ritornando il sole, si va verso il museo per scoprire che al lunedi´ e chiuso. Andiamo verso un´altra zona oltre l´albergo dove c´e´ una bella vista e case carine da fotografare tra cui una tutta blu abitata da due vecchietti.

E´arrivata l´ora di cenare. Ristorante a conduzione familiare, centolla ( granchio locale ), gronchio ed altri pesci sempre buonissimi e freschissimi, questa volta ci vuole una bottiglia di vino.

Intanto la prima scoperta, alle sette di sera si chiudono i negozi e per strada non c´e´piu´ nessuno.

La mattina dopo si va a visitare il museo che con il modello della goletta Ancud che navigo´ alla scoperta del sud ci sono alcuni reperti prestati dai cittadini, come il tosta pane americano anni cinquanta o la ricostruzione di arnesi locali usati nel campo. C´e´ anche un piazzale con alcuni torrini dove all´interno si vendono roba di lana, modelli di navi e quant´altro per turisti bramosi di cazzate.

Ultima visita nel centro culturare che diffonde musica classica tutto il giorno e che si trova accanto al museo sulla piazza piu´ importante dotata di gazzzebo per la banda.

C´e´ una mostra fotografica, ritratti di cittadini discendenti dai Mapuche.

Un salto in albergo a prendere le borse e via verso il termial dove ci aspetta il bus verso Castro.

Il viaggio dura un´ora e mezza, cominciamo a scoprire Chiloe´ con il verde della campagna e gli scorci di mare che ogni tanto si vendono lontano oltre i campi.

Al terminal c´e´ la proprietaria dell´ alberghetto che ci ospitera´, posiamo le valige ed andiamo subito in giro. Prima visita come sempre la chiesa di San Francesco, anche questa tutta rigorosamente di legno e poi in giro per la cittadina che e´il capoluogo dell´isola e centro amministrativo.

Prima d´andare a mangiare facciamo il primo giro al mercatino dell´ artigianato, che e´davanti all´hotel, anche questo vista mare, poi a mangiare in un ristorantino li´ vicino. Come sempre molluschi e pesce.

Costo contenuto, servizio un po´scadente.

Siamo arrivati a mercoledi´, si decide d´andare fuori Castro.

Dal treminal per i trasporti locali si parte per Dalcaue, Achao, Quinchao. Con un ´´micro´´ andiamo direttamente ad Achao, che si trova su un´isola prospicente Dalcaue. Cerchiamo di visitare la chiesa ma non c´e´il responsabile, cosi´ decidiamo di proseguire per Quinchao con un´altro minibus pieno di vecchi Mapuche che seminiamo lungo la strada abitanti di questa interminabile campagna. Arriviamo finalmente in un piccolo paese abitato da quattordici famiglie, ci dicono quattrocento persone in tutta l´area. La chiesa e´ puntellata anche il prete c´ha messo del suo ricavando la sacrestia con delle pareti in compensato.

Gli abitanti si lamentano che i soldi per le riparazioni sono arriavte ma il vescovo se li tiene, faccio notare che dovrebbero essere le belle arti a gestire la cosa. Intanto la visita e´presto finita e tramite le persone con le quali mi sono messo a chiaccherare riesco a trovare un passaggio da un pickup che sta andando verso Achao, durante il tragitto si chiacchera, si inzia bene parlando di Firenze e Venezia, Genova dov´e´nato Colombo ( meno male che non hanno detto che era spagnolo), terminiamo con l´equivalenza Italia= mafia. Ogni tanto mi capita in giro per il mondo Michelangelo o Leonardo sono meno menzionati, pero´ la mafia quella non manca mai.

Finalmente visitiamo la chiesa ad Achao, e´ tutta restaurata, contiene al suo interno un piccolo museo e non si possono fare foto con il flash.

Ho anche una guida, un uomo dalla faccia da prete, barba compresa, Con una camicia senza colletto, che mi chiede un obolo, e che alla fine saluto con un cordiale ´´ gracias Padre´´ e lui risponde, ´´guardi sono di Santiago, sposato ho anche due figli e non sono prete´´.

Gli racconto allora chi e´un prete: uno che tutti chiamano padre eccetto i figli che lo chiamano zio.

Si ritorna verso Dalcaue a bordo di un minibus pieno di gente, compreso un vecchio che si porta dietro il pesce da vendere, l´autista si scusa per il malodore, lo tranquilizzo dicendogli che nella mia famiglia con quella ´´puzza´´ si sono laureate due generazioni.

Visita alla chiesa, foto di rigore, e si ritorna a Castro, bella giornata, piena di emozioni, prima d´andare a cenare visita di rigore al mercatino artigiano e poi si cambia ristorante.

Mangiamo benissimo con una cattiva partenza, perche´ il piccolo e pelato cammeriere prima di cominciare a servirmi mi spiega che gli devo dare il10% di mancia, come se fosse un ordine, alla fine pero´tenuto conto che si e´mangiato bene e che il tipo e´un professionista lasciamo una mancia superiore a quella richiesta e eleggiamo il ristorante anche per le altre sere.

Siamo ormai a giovedi´, decidiamo d´andare a sud nella citta´di Quellon. Questa volta non c´e´ chiesa da visitare e´un centro agricolo, peschiero, e di produzione di legno.

Come sempre c´e´il richiamo della foresta e vado subito a vedere il pesce ed le barche da pesca. Grande animazione, siamo nella settimana santa e c´e´molto pesce da mandare ai mercati delle grandi citta´.

Molti vanno a comprare sul molo, dove inizia il controllo da parte del dipartimento di igiene.

Facce distrutte dei pescatori appena ritornati dopo una notte di mare che gia´si preparano a ripartire, grande frenesia per scaricare sul molo e caricare i camion, grandi, frigoriferi, che indicano quanto ricco e importante sia questo commercio.

Ci sono dei merluzzi che loro chiamano bacala´che sono lunghi un metro e mezzo, solo con la testa potresti sfamare quattro persone.

Si scattano un po´di foto e poi si va´a mangiare, pesce ovviamente, Dopo pranzo si gira un po´per questo paesone, c´e´anche il solito negozietto di un italiano, tutto si visita velocemente, e´bello il paesaggio, l´atmosfera che si vive. Pero´un volta visitata la chiesa, quando c´e´, e constatata quanto operosa e serena sia la vita che riescono a vivere questi isolani, puoi solo riprendere il bus e ritornare verso casa, tenuto conto che ci vorra´ un´ ora e mezza per tornare. Oppure, conme ho fatto io, cominciare a chiedere quanto costa un terreno, e quanto costa costruirvi una casetta di legno.

Arrivati a Castro solita visita al mercatino dove gia´ ci conoscono tutti ed acquisti in qualche bottega, un´altra borsa per metterci tutte le stronzate che abbiamo comprato, un maglia come cercavo da tempo che qui´ oltre tutto e´piu´conveniente.

Piu´che negozi bisognerebbe chiamarli botegoni di paese, dentro puoi trovarvi di tutto anche quello che non avresti mai pensato, le vetrine sono disadorne e l´arredo e´esenziale come quelli appunto dei botegoni di paese ai quali siamo ormai disabituati. Ormai anche se andiamo a comprare la carta igienica ci aspettiamo sempre d´entrare in un boutique.

Cavolo siamo gia´a venerdi´santo, qui e´festa ed i trasporti sono come quelli festivi, molto ridotti.

Decidiamo d´andare a Quemchi che credevo fosse il paese di Coloane per scoprire che e´ invece un paesino a pochi chilometri quello che gli ha dato i natali.

Cambiamo due bus, il primo lungo la strada che da Castro va ad Ancud poi scendiamo e c´e´un micro che ci aspetta.

Bellissimo anche questo che e´ piu´paese e meno paesone, molte le barche, bella la campagna, vedo un terreno in vendita.

Gentile la proprietaria del ristorante nel quale mangiamo il Cilantro, Le chiedo dei prezzi dei terreni e le lascio il mio indirizzo.

Mi ha chiamato qualche giorno fa´ per dirmi che vendono un ettaro fronte mare per l´equivalente di 1800 dollari. Aspettiamo sino alle sei per ritornare a Castro, passeggiamo per il paese Guardiamo il mare e la in fondo le Ande innevate, bello, bello mi trasferisco qui´.

Ultima cena nel ristorante del nostro amico. Il giorno dopo alle otto e mezza il pulman verso Temuco dove arriviamo alle 18 e da dove si riparte alle 22 verso Santiago ho dormito tutta la notte e alle sette ero gia´in casa a fare la doccia.

Costo del biglietto di ritorno 8000 ( il primo pezzo ) + 7000 ( il secondo ) pari a venti dollari per fare 1000 Km con prima colazione e copertina per la notte, viaggio silenzioso, buono il fondo stradale, sono arrivato riposatissimo.

Io ci ritorno, anzi ci vado a vivere, almeno una parte dell´anno.

L´altro giorno ho visto un servizio sull´isola di Pasqua dove uno dei dottori e´ rientrato a Santiago dopo due anni di lavoro. Interessa?



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