Halaveli
Il racconto di un soggiorno lungo una settimana presso l'Halaveli Holiday Village, Halaveli, Atollo di Ari, Maldive.
Passata la furia iconoclasta della polizia femminile maldiviana che requisisce, per poi restituirla alla fine del soggiorno, qualunque forma di immagine idolatra acquistata in Sri Lanka (non provate a spiegare come ho fatto io che...
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Il racconto di un soggiorno lungo una settimana presso l’Halaveli Holiday Village, Halaveli, Atollo di Ari, Maldive. Passata la furia iconoclasta della polizia femminile maldiviana che requisisce, per poi restituirla alla fine del soggiorno, qualunque forma di immagine idolatra acquistata in Sri Lanka (non provate a spiegare come ho fatto io che Ganesh, figlio di Shiva, testa di elefante e corpo umano a più braccia, non è l’oggetto delle mie preghiere la sera prima di andare a letto: non serve. Non so nemmeno che fine facciano crocifissi e rosari, presumo la stessa) e superati i trasferimenti con ogni mezzo possibile (pulmino, idrovolante, piattaforma galleggiante, dhoni, la barca coperta tipica dei maldiviani), si giunge all’isola, quasi un miraggio dopo ore di check-in e dogane. Il villaggio colpisce subito per essere nello stesso tempo spartano e accogliente, un luogo confortevole che lascia quel poco di selvaggio che fa tanto Robinson Crusoe per turisti stanchi della quotidianità eppure non proprio disposti a vacanze vissute pericolosamente. Non ci si aspetti il lusso di altri villaggi: c’è l’essenziale, i bungalow sono attrezzati, funzionali, anche spaziosi. Eppure è proprio il minimalismo della struttura che alla fine colpisce per il suo sposarsi magnificamente con l’ambiente. Ecco, forse il villaggio richiede un po’ di ristrutturazioni per l’evidente veneranda età ma non quanto si possa pensare. Una vegetazione rigogliosa circonda tutti i bungalow, rigorosamente sulla spiaggia, a pochissimi metri dal mare (e la notte si dorme cullati dal rumore delle onde, una gran bella sensazione). Tutti gli spazi dell’isola sono ricoperti di sabbia tanto da farci subito adottare l’idea di dimenticare qualunque forma di calzatura (sarà poi un dramma rimetterle dopo una settimana), se non fosse per qualche paguro rintronato e coralli puntuti messi da chi non ha ricevuto abbastanza mance. La sabbia è bianca, impalpabile, impossibile evitare di portarsela in Italia attaccata a tutto sfidando involontariamente le pesanti multe. Il mare è limpido come si vede solo nelle pubblicità; la baia al di qua della barriera corallina è un’enorme piscina popolata di (pochi) pesci, ma tra questi anche qualche squaletto di non così modeste dimensioni. Unica nota sfavorevole è proprio la barriera corallina attorno all’isola che risulta rovinata e diradata, pare per colpa del Niño e del sovrariscaldamento dell’acqua. Chi ama lo snorkeling e desidera vedere fondali e pesci in maggior quantità e razze è costretto quindi ad effettuare escursioni nelle isole limitrofe, tutte con fondali decisamente più belli e meglio preservati. Le escursioni non sono ovviamente economiche (sembra che l’unità di misura monetaria presso il villaggio siano i $ 50) ma ne vale la pena a meno che non ci si accontenti di starsene al sole ad abbrustolire per tutto il soggiorno. Lo staff di snorkeling maldiviano è preparato e divertente, le escursioni di snorkeling durano tutti i giorni circa due ore e mezza e, a mio avviso, sono da fare senza alcuna remora. Lo staff dello snorkeling filma ogni escursione e la videocassetta prodotta alla fine delle escursioni (che costa i soliti $ 50) è un bellissimo ricordo del quale non rimpiango nemmeno un centesimo. Il villaggio è molto ben organizzato, la cucina del ristorante è ottima, il giusto compromesso tra gusto italiano (e per i malinconici la pizza e la pasta sono migliori di quella che mangiamo quotidianamente presso mense e self service) e cucina locale a base di pesce: quello che ci vuole per stomaci piccanti al peperoncino in arrivo dallo Sri Lanka come quasi la metà dei turisti in transito alle Maldive. Unica nota dolente sono le bevande, non incluse e con prezzi altissimi. E, alla fine ma non certo per importanza, piuttosto per evidenza, i complimenti vanno allo staff di animazione iGV della stagione estiva 2004: il capo villaggio Marco Gobbi, il responsabile dell’animazione Luca Brustia, la responsabile delle escursioni Lucia Gonzato, la responsabile sportiva Alice Mussio e ultimo ma non ultimo il musicista e show man (divertentissimo e pieno di sorprese, chi lo conosce sa che cosa dico) Piero “Biro” Gioli, sono fantastici, preparati, simpatici, degli amici oltre che dei professionisti, in perfetta sintonia col clima rilassato eppure divertente dell’isola. “Ehilà, carissimi”, vi ricordiamo con nostalgia.