Agenti segreti, profeti e stregoni a go go!
Finalmente arriva Sabri! Chiamiamo l’ostello penotato per la prima notte, che manda un signore a prenderci incluso nel prezzo. L’unica cosa e’ che dobbiamo riconoscerlo tramite un codice segreto. Sembra infatti che all’aeroporto si aggirino truffatori di turisti, che si fingono inviati appositamente per loro, per poi finire in altri hotel e farsi pagare (doppio). MI sento una spia. Prima l’investigatore bulgaro, ora il codice segreto di riconoscimento.
Arriviamo verso le 11 di sera nel Centro Historico e notiamo che non c’e’ un cane per strada. Ci sbrighiamo a salire in camera, (io ho una forte urgenza…), e ci stupiamo della descrizione della nostra “bibbia” lonely in riferimento a quell’ostello che sembra essere il piu’ carino di citta’ …”pensa gli altri “, mi dice Sabri.
A quel prezzo possiamo solo accettare; ingoiamo il Lariam che ci spetta ( lo stiamo prendendo per affrontare il chiapas…Che poi, ci sarebbe da aprire un dibattito sul tema..Fino a che punto serve il Lariam?) e ci mettiamo a letto, lei vittima del fuso, io del mal di pancia… Eh si: e’ arrivata l’ amica del viaggiatore, la maledizione di montezuma – sempre presente nei viaggi meno comodi – che a turno accompagna me o Sabri fino alla fine dei nostri giorni in Messico.
Passiamo il giorno seguente per le incasinatissime vie della citta’: come al solito abbiamo i giorni contati e non possiamo fermarci piu’ di un giorno. Ci sentiamo un po’ in colpa per questo, ma ci ripromettiamo di tornare a vedere cio’ che non vedremo. In piu’, capitiamo nel giorno della festa delle Rivoluzione: i musei sono chiusi…Quindi cari Diego Rivera e cara Frida Kahlo, ci vedremo la prossima volta. Peccato.
Sfatiamo il mito della terribile metro di DF: non e’ poi cosi terribile. Certo, contiamo che e’ un giorno festivo e non e’ alta stagione. Ci spostiamo a Coyoacan, una zona deliziosa. Mercatino all’aperto, giostre e musica: scattano i primi acquisti…Come al solito Sabrina si riempe si medaglioni e ciondoli come la Madonna della guardia, e ‘sta volta, oltre alla continua e ormai fondamentale ricerca di ditali “stranieri” per la preziosissima collezione del mio papa’, mi dedico all’acquisto di qualche cosina anche per me. Prenotiamo telefonicamente il pullman nottuno per il giorno dopo con destino San Cristobal de las casas. Appena sveglie corriamo alla stazione, dove lasciamo i bagagli in deposito (ogni volta mi riprometto di non riusare MAI PIU quel maledetto zainone stile scout che di comodo ha solo la fama di esserlo..Ma puntualmente ricado nel suo apparente fascino) e prendiamo il pullman per Teotihuacan. Il sito azteco e’ senza dubbio in ottimo stato e molto interessante. Saliamo i miliardi di scaloni per giungere prima sulla piramide del sole e poi su quella della luna… Menomale che gli atzechi non pensarono ad altri pianeti e satellini del sistema solare quel giorno.
Esauste, facciamo il rito della “benedizione” di una piccola piramidina di vetro comprata prima di salire. Suggestivo.
Torniamo nel pomeriggio inoltrato: tutti e 4 (io, sabri, l’amica Montezuma e lo zaino) siamo pronti alle 16 ore di viaggio che ci aspettano. Arriviamo dopo 20 ore di curve, cunette, e un solo stop. L’ultimo tratto della strada e’ incantevole. Si sale moltissimo e si passa in mezzo alle nuvole (sul serio!), per poi riscendere nella valle rigogliosa dove sorge la bellisima cittadina coloniale. Andiamo al Magic Hostel (ci ispirava il nome) e questa volta facciamo la scelta giusta. Cameretta doppia, patio all’aperto e cucina in condivisione con un bel numero di hippies e qualche bel figliuolo che fa bene alla vista.
Facciamo amicizia con Lucky Love, che si autodefinisce il profeta dell’Amore: un tipo che passa facilmente ‘innosservato’ nel suo mantello rosso con tanto di capuccio a punta, bastone, capelli lunghi fino alle natiche in tante e non proprio pulitissime bionde trecce rasta. Ci parla di quello che fa da 10 anni (ne ha 30) cioe’ viaggiare per tutto il mondo spargendo il suo credo, raccogliendo nuove vite da sacrificare al suo dio…E’ decisamente la persona piu’ strana con cui ho parlato in vita mia. Fondamentalmente e’ uno che ha messo un po’ troppo peyote nel riso coi funghi… Ma e’ stato comunque piacevole sentirmi dire che ero “una di loro” e che avrei dovuto seguirlo in Guatemala per poi proseguire il cammino all’illuminazione insieme a lui… Lusingata, ho gentilmente rifiutato. Il secondo giorno nel Chiapas compriamo un passaggio fino a Palenque, con tanto di stop alle cascate di Agua Azul e di Misal-ha, presso una agenzia locale. Avremmo potuto arrangiarci anche in questo caso, ma non sappiamo con certezza se la strada puo’ considerarsi sicura. Molta gente infatti ci racconta che fino a pochi mesi prima, il pullman pubblico che parte per Palenque veniva assaltato periodicamente essendo molto lento. Il driver (Candelario) ci da conferma: a tratti va come un pazzo, e ci racconta qualche episodo passato.
Palenque e’ fantastico. La jungla tutt’intorno sembra proteggere quelle pietre cosi anziane e preziose. Ci avventuriamo per il sito, che e’ immenso, e su una delle numerose pidamidi maya incontriamo un altro bel personaggino: un signore anche abbastanza anziano, che dice (e soprattutto grida) di vivere li (sulla piramide) da un paio di mesi…Ma cosa succede alla gente da queste parti??? Dedichiamo la giornata seguente alla scoperta di San Cristobal, ai suoi scorci caratteristici, alle stradine ciottolate, alle case colorate. E’ davvero speciale. Salutiamo tutti i nuovi amici e ci prepariamo a altre 12 ore di pullman, destino: Puerto Escondido. Passiamo un paio di giorni a scoprire la costa pacifica. Alloggiamo in un bell’ostello sulla spiagga e ci dedichiamo a qualche escursione in barca sulle spiagge nei dintorni: vediamo qualche tartarugona marina e molti pesciolini.
La costa di Oaxaca e’ ancora abbastanza selvaggia, anche se Puerto Escondido e’ una vera e propria cittadina, con negozi di surf, bar per surfisti, e surfisti da tutte le parti. Lasciamo il mare per dirigerci a nord, proprio a Oaxaca : eccoci sull’ennesimo pullman. Ci fidiamo di un agente di Puerto Escondido, che ci vende il passaggio con un’altra compagnia sconosciuta a un quarto del prezzo normale, assicurandoci che si tratta di un pullman confortevole. Consiglio: non fidatevi. Abbiamo passato 8 ore d’inferno.
Oaxaca non mi ha colpito particolarmente. Il museo de las culturas e l’annessa chiesa di Santo Domingo e’ cio’ che piu’ mi e’ piaciuto. Forse dopo aver respirato l’aria magica di San Cristobal, mi aspettavo qualcosa di simile, ma non c’e’ paragone. La visita all’antica capitale zapoteca di Monte Alban invece e’ stata indimenticabile. La guida era preparatissima e ci ha affascinato con racconti e leggende da far venire i brividi.
Finisce anche questo viaggio. Sull’ennesimo pullman verso DF rivivo i momenti piu’ significativi, caratterizzati dalle persone incontrate, e dalle immagini che ho in testa. Abbiamo vissuto una parte di Messico particolare scegliendo una ‘strada’ alternativa ripetto a quelle battutte da molte persone, ma piena di gente con qualcosa da raccontare, seppur decisamente diverse da noi. Il concetto di normalita’ diventa ancora piu’ soggettivo di quanto gia lo fosse nelle nostre teste. Abbiamo comprovato che il Mexico e’ un paese accogliente anche per due ragazze che viaggiano sole, e che i pericoli principali sono quelli che possono capitare da qualsiasi parte del mondo. A chiunque viaggi in Messico consiglio di includere il Chiapas. E’ semplicemente un incanto.
Ciao Ilaria (cipoca@hotmail.Com)