Viaggiatore solitario
– dai Maria a ghi no na valisa piena !, ma deso moleghe ca go da nare ! – l’aereo in verità partirebbe da Milano alle 4 del pomeriggio e l’appuntamento con Bruno Corlena è alle 9.45 all’Armonia, solamente un’anima in pena partirebbe quindi con il buio per fare i 3 Kilometri che portano al centro del paese con davanti la prospettiva di aspettare 2 ore all’Armonia almeno 4 ore all’aeroporto a Milano e infine 14 ore di volo. In febbraio al mattino alle 7 se non ci fosse il mercato del Giovedì all’Armonia non ci sarebbe nessuno, il Giovedì invece i mercanti appena arrivati, per tradizione, vanno dalla Luisa per prendere un caffè corretto.
– Dove valo Gioani co sto tempo ? – Luisa da troppo tempo gestisce l’Armonia per essere una persona curiosa, ma Gioani Tognale vestito a festa con il cappello nuovo e una valigia entrare all’armonia il 12 febbraio sotto la neve è troppo anche per una persona riservata come lei, – a vo catare io me tusi in Argentina! – Gioani Tognale risponde un po’ orgoglioso, – fame un cafè Luisa che stanote no go dormio gninte – Luisa conosce Gioani Tognale da sempre, il marito partigiano si rifugiava nella sua stalla durante la guerra, – come stai i tusi ? Livio qualche volta lo vedo, ma Bruno?, Nelo?, quanti ani che no li vedo! – – se 25 ani che i se via ma i sta ben grazie a Dio, go 6 nevodi là – .
Se Gioani Tognale è mattiniero Bruno Corlena non è da meno, Bruno sa di dover accompagnare a Linate Gioani Tognale che se pur non è la prima volta che prende l’aereo è la prima volta che vola da solo; per una missione così importante, pensa Bruno Corlena, ci vuole determinazione e coraggio e la mia esperienza, – Gioani selo sa qua ? – – son partio ponora parche no se sa mai cosa pol sucedere par strada ! – Bruno un po’ rosso in volto dal giorno prima non ha assolutamente bisogno di alcool al mattino per fermare tremolii di sorta, però un bianco macchiato anche se sono le 7 del mattino aggiusta un po’ lo stomaco ancora in rivolta.
Gioani Tognale pensa se ha fatto tutto quello che deve fare perché sa benissimo che fra pochi minuti salirà nella mercedes nera di Bruno Corlena e per rimettere piede a Recoaro dovranno passare altri sei mesi. Il grande cruccio di Gioani Tognale sono le mucche sa benissimo che Maria sposata in seconde nozze 40 anni fa non può accudire da sola a due mucche e quindi si è raccomandato agli uomini della Contrada, Severino si è reso disponibile ad andare ogni mattina a mungere e Arduino si è impegnato di andare ogni sera a preparare il giaciglio di foglie per la notte. Gioani Tognale sa però che le sue bestie sentiranno la sua mancanza, sa che gli uomini in contrada aiuteranno la Maria ma sa anche che le bestie sentiranno una mano diversa nella mungitura, sa che Arduino preparerà il letto di foglie per le sue bestie come se lo preparasse per le proprie, ma sa anche che per la Bruna può anche andare bene, Stella invece vuole un po’ di fieno assieme alle foglie, Stella si agiterà e subito dopo anche Bruna comincerà a muggire.
La Valigia nera che odora ancora da patina da scarpe e con una grossa fibbia in metallo viene messa nel bagagliaio della mercedes, Gioani Tognale con il cappello nuovo in testa e con i tre bottoni della giacca abbottonati si siede a fianco di Bruno Corlena.
– Gioani no galo mia un capoto ? – Gioani Tognale non lo aveva mai posseduto! , durante l’inverno al massimo indossava un tabarro nero che serviva anche da coperta aggiuntiva alla notte – no ! in aparechio el me daria fastidio ! – Gioani Tognale era conosciuto come un uomo scorbutico, il fratello diceva sempre :- del Gioani se pol salvare solo l’acqua del santo battesimo – Bruno Corlena sapeva benissimo che Gioani Tognale non possedeva un cappotto, anzi a Recoaro nel 1975 forse nessun uomo anziano lo possedeva, era così per i rustici montanari della alta valle dell’Agno. Gioani Tognale era sicuro che Bruno Corlena sapeva perfettamente che non possedeva un cappotto, e che al massimo per andare in Argentina poteva permettersi un cappello nuovo. In un altro momento Gioani Tognale si sarebbe anche offeso ma era troppo agitato alla prospettiva di un viaggio così lungo.
capitolo 2 “ i tusi “ Bruno,Giuseppe ( che tutti conoscono come Nelo ) e Livio sono in Argentina da 25 anni, lavorano assieme e assieme hanno fatto bene in Argentina, Gioani Tognale li ricorda ancora piccoli quando rimasto vedovo di fatto li aveva affidati a Rina la figlia maggiore, Escludendo la fame, che era in verità solo un sano appetito, il freddo, invece era vero ai Benetti, i ragazzi crescevano bene. Si vedeva subito che erano bravi ragazzi ma non bisognava farglielo capire che erano bravi, dovevano invece considerarsi dei slandroni dei poco di buono perché nella vita bisogna fare sacrifici pensava Gioani Tognale e quindi non si poteva cedere a mollezze varie a complimenti o ringraziamenti per il lavoro fatto. Gioani Tognale ricorda ancora quando alla fine della guerra i suoi figli maschi si rendevano conto che Recoaro poteva offrire a loro solo sacrifici, ma a spaventarli erano i sacrifici con poche speranze, e quindi assieme partirono per l’Argentina.
Gioani Tognale in cuor suo era tranquillo perché sapeva di avere in qualche maniera tirato su bene quei tre figlioli, e poi sapeva che in Argentina non erano soli, un’altro Tognale era nella Pampa da più di 20 anni, ma lo tranquillizzava il fatto che in Argentina c’era anche Rino il rosso dai parente che da sempre aveva preso in simpatia i tre ragazzi, Livio innanzitutto, poco importava a Gioani Tognale che il rosso abitasse a Cordoba a più di 12 ore di treno da Buenos Aires, dove pensavano di fermarsi i tre ragazzi, a Gioani Tognale non erano allora chiare le distanze per lui in Argentina recoaresi si conoscevano tutti e come se si fosse a Recoaro in poco tempo in caso di bisogno ci si poteva aiutare.
Dopo aver passato una notte in bianco e rimasto al freddo prima per accudire le mucche per l’ultima volta prima di partire e poi per andare in paese a piedi Gioani Tognale non poteva rilassassi nemmeno al calore della mercedes di Bruno Corlena, non interessava la neve che scendeva anche in pianura, una valanga di confusioni era nella sua testa, le bestie nella stalla, la Maria, i ricordi dei ragazzi durante la guerra, continuavano a girare come se stesse sognando ad occhi aperti era talmente agitato Gioani Tognale che non riusciva a dare senso compiuto ai pensieri, l’unica cosa di cui era sicuro in quel momento era che non doveva accettare il biglietto aereo che i suoi ragazzi gli avevano regalato.
In verità, a freddo, quando ricevette la lettera con il biglietto pensò che era suo dovere andare a trovare i suoi figli perché questa volta sarebbe stata l’ultima volta che li avrebbe visti tutti tre assieme. A Gioani Tognale sarebbe piaciuto andare in Argentina con l’altra figlia la Rina ma non era possibile, le figlie della Rina avevano tanto insistito nel mandare la madre a trovare i fratelli assieme al nonno, non c’erano in verità problemi di soldi, il biglietto lo avrebbero pagato le figlie, ma per la Rina era troppo, una vita sino a quel momento molto dura le impediva di fare una cosa così bella, la Rina poteva solamente continuare ad essere la figlia, la sorella la mamma e la moglie che fa sacrifici.
I tre ragazzi di Gioani Tognale si completavano a vicenda Bruno allegro e gioviale aveva il senso commerciale e sapeva trovare subito le motivazioni per cui il cliente doveva comperare, Giuseppe trovava soddisfazione solamente nel lavoro, e come la sorella solamente spezzandosi la schiena dalla fatica si sentiva padre e marito ideale per la famiglia che adorava, Livio per ultimo era il manager del gruppo non sapeva lavorare bene e neanche sapeva vendere, forse, ma più di tutti, aveva chiara la visione generale sia dell’officina che del mercato, era in fondo il vero leader riconosciuto. Gioani Tognale sapeva più o meno come si erano divisi i compiti i figli ma per lui erano tre figli che lavoravano assieme, e non interessava cosa facesse uno o cosa facesse l’altro bastava a Gioani Tognale sapere che erano assieme.
capitolo 3 “l’aeroporto” Chissà in quale viaggio precedente Bruno Corlena aveva imparato quella maniera di entrare in aeroporto e parcheggiare il Taxi senza pagare, – passeggero in transito – detto con estrema sicurezza all’attonito guardiano aveva spalancato la sbarra del parcheggio delle macchine di servizio.
Bruno Corlena voleva innanzitutto sbalordire Gioani Tognale non tanto per il vecchio ma perché era sicuro che poi Gioani Tognale avrebbe raccontato a tutti e soprattutto ai figli in Argentina come se l’era cavata bene il Bruno Corlena.
Bruno Corlena si fece consegnare il biglietto e si apprestò a guidare il cliente fino dove gli era possibile, Bruno Corlena aveva accompagnato centinaia di persone all’aeroporto ma in verità non aveva mai volato, sapeva che i voli avevano un numero ma non sapeva dove andare a riscontrarlo, non poteva fare errori perché il cliente questa volta non poteva correggerlo, solitamente Bruno Corlena è un ciclone di informazioni buona parte delle quali senza valore pratico, il cliente poi per buona educazione di solito tace e fa quello che deve fare.
Questa volta è diverso! Gioani Tognale lo segue come un rimorchio è attaccato al camion, Bruno Corlena questa volta non ha il paracadute, il taxista non sa bene cosa fare e quindi si decide di chiedere ad un addetto alle pulizie – devo imbarcare questo signore per questo volo come posso fare ad evitare la fila ? – domanda Bruno Corlena esibendo il biglietto e indicando Gioani Tognale, così facendo ottiene tre risultati con una domanda, ottiene una risposta, sa cosa fare e il cliente sentendo la domanda posta in maniera sibillina che presuppone la furberia di evitare la fila è contento.
Il banco delle Aerolinas Argentine è ovviamente vuoto mancano 5 ore alla partenza. I figli in Argentina hanno acquistato il biglietto di un volo che nasce in Italia a Milano fa uno stop solo tecnico per imbarcare altri passeggeri a Roma e poi effettua la trasvolata oceanica direttamente a Buenos Aires, così facendo Gioani Tognale non doveva fare nessun cambio di aereo con l’ansia che comporta questa incombenza..
Sono oramai più di 12 ore che Gioani Tognale è in piedi non ha più nemmeno il conforto di Bruno Corlena, è solo in mezzo a una moltitudine di persone che corrono si muovono e ai suoi occhi sembrano tutte decise e perfettamente a loro agio, Gioani Tognale cominciava ad avere qualche dubbio, possibile che a questo sportello non venga nessuno, neanche un passeggero a cui chiedere se era nella fila giusta, in verità era abbastanza tranquillo perché aveva visto che sopra lo sportello c’era appeso un cartello con la stessa scritta riportata nel biglietto, a Gioani Tognale non occorreva controllare quello che c’era scritto sul biglietto perché il contenuto dei foglietti lo aveva impresso nella memoria come i calli nelle mani.
Sono le 14.30 quando arrivano 2 passeggeri e anche loro credono di salire a Milano sullo stesso aereo che li porterà a Buenos Aires, sono una coppia di turisti che intendono visitare il sud dell’Argentina, lei un po’ per cortesia e un po’ per conferma chiede a Gioani Tognale – è questo il banco per imbarcarsi sul volo per Buenos Aires?, il vecchio risponde – i me ga dito de spetare qua – e mostra il biglietto alla signora, sono a questo punto tutti tre più sereni, Gioani Tognale non è più solo e la coppia ha avuto la conferma che voleva.
A Gioani Tognale sarebbe anche piaciuto parlare con la coppia , ma un po’ la sua timidezza un po’ il fatto che gli sembravano tipi di città ma innanzitutto perché la signora si era rivolta a Lui in Italiano gli impedivano di articolare suoni, più volte Gioani Tognale apriva la bocca per dire qualcosa ma poi il fiato non usciva; in verità Gioani Tognale non aveva niente da dire a quelle persone ma voleva stabilire un contatto per non sentirsi del tutto solo.
Il volo aerolieas argentinas A L 158 è stato annullato. I passeggeri che devono raggiungere Buenos Aires sono pregati di recarsi al banco informazioni Gli altoparlanti dell’aeroporto hanno gracchiato quanto di più spaventoso potevano udire le orecchie di Gioani Tognale – e deso cosa faso ? – improvvisamente ogni timidezza nei confronti della coppia che attendeva assieme a lui al banco aerolineas argentinas scompare e d’altro canto quei signori che parlano in Italiano senza inflessioni dialettali prendono a ben volere quel vecchio con il terrore dipinto sul volto – noi andiamo a vedere, se vuole venire con noi ci può seguire altrimenti ci aspetti qui e poi le veniamo a raccontare quello che ci hanno detto al banco – dice l’uomo che per la prima volta si rivolge direttamente a Gioani Tognale, il vecchio non pensa nemmeno per un momento di lasciare quelle persone così gentili e come un rimorchio segue una motrice Gioani Tognale si accoda alla coppia.
Al banco informazioni i tre vengono informati che a causa di una variazione del piano dei voli internazionali le Aerolineas Argentinas da oggi non fanno più scalo a Milano e quindi i passeggeri che come loro non erano stati informati dovranno imbarcarsi sul volo ALITALIA AZ 395 su Roma Fiumicino per poi prendere l’aereo Argentino per la trasvolata atlantica; il banco dove fare check in è il 24 che è in grado di fare per loro anche il boarding pass. Gioani Tognale non ha capito niente se non che deve tribolare per andare a trovare i so tusi e rimane come inebetito davanti al banco delle informazioni. – Signore su ! venga con noi – questa volta è la signora che si incarica di dare un po’ di conforto a Gioani Tognale. Sono veramente delle brave persone, il marito carica nel trolley la valigia nera di Gioani Tognale assieme agli zaini che contengono tutti i bagagli della coppia, e si stabilisce nuovamente il trenino con Gioani Tognale sempre nella parte di rimorchio.
Gioani Tognale non sa assolutamente niente di quello che gli stà succedendo, aveva passato giornate intere a pensare a quello che avrebbe dovuto fare e adesso tutte le previsioni tutti i preparativi non gli sono di nessun conforto, segue automaticamente la coppia incapace di connettere. – mi dia il suo biglietto cosicché faremo il viaggio assieme – è sempre la signora che cerca di infondere serenità al vecchio, Gioani Tognale capisce a questo punto che si può fidare ciecamente della coppia e d’improvviso si rilassa completamente come se il viaggio lo avesse già fatto.
Gioani Tognale non si ricorda assolutamente niente di come è arrivato sull’aereo non si ricorda a chi ha lasciato la valigia nera ne come è arrivato a sedersi nella poltrona vicino a quei due signori ne cosa è successo nell’aereo ne si ricorda di cosa ha mangiato o come è passato il tempo, Gioani Tognale pensava solamente a passare inosservato non mangiava non beveva non andava a fare pipì era immobile come un fachiro indiano incollato al suo sedile.
Improvvisamente dopo averlo detto in Castigliano la assistente di volo annuncia in Italiano che iniziano le operazioni di atterraggio verso l’aeroporto Ezeiza di Buenos Aires Gioani Tognale d’incanto si sveglia dallo stato di catalessi in cui si trovava, ricomincia l’ansia, fintantochè rimaneva sull’aereo sapeva che non poteva sbagliare strada o qualsiasi altra cosa adesso doveva muoversi e quindi poteva fare qualche errore. Con molta agitazione Gioani Tognale lascia il sedile su cui stava seduto praticamente immobile da oltre dodici ore e con il cuore in gola imita tutto quello che fanno gli altri, si avvia lungo il tunnel che porta dall’aereonave ai corridoi dell’aroporto.
SACRANON la Rita !!!! La moglie di Livio era riuscita a convincere il servizio di sicurezza dell’aeroporto della necessità di andare a prendere l’anziano suocero direttamente all’uscita dell’aereo.
A Gioani Tognale non sembrava vero era riuscito ad arrivare in Argentina da solo, la vista della nuora gli aveva fatto capire che non ci sarebbero più stati intoppi ne errori era arrivato !!.
Per non far vedere alla nuora la propria agitazione finse di avere un gran mal di testa giustificato così dalla propria menomazione nel delegare tutte le formalità alla nuora. Come svuotato di ogni energia Gioani Tognale non ha più voglia di niente forse comincia già a pensare alle mucche alla Maria e ai Benetti.
In automobile ci vogliono quasi due ore dall’aeroporto alla casa di Livio; a Gioani Tognale non interessavano minimamente i panorami e le cose che si potevano vedere dal finestrino ma ne parlava con la nuora per manifestare la propria tranquillità, così svuotato dal suo problema si era dimenticato di chiedere a Rita notizie degli altri Argentini, solamente dopo una quarantina di minuti di strada comincia a chiedere dei tusi delle spose dei nevodi dei parenti che sono nella pampa degli altri recoaresi che lui sa essere in Argentina.
Gioani Tognale avrebbe voglia di andare a piedi partendo dai Benetti sino alla Mandra per rilassarsi un po’ ma non è possibile Gioani Tognale si trova dall’altra parte del mondo.
Gioani Tognale non ricordava appunto di trovarsi dall’altra parte del mondo le stagioni erano invertite e nella calda Buenos Aires durante il mese di febbraio fa decisamente caldo, Gioani Tognale non si era portato abiti leggeri e nel pieno della calura dell’Argentina i pantaloni di fustagno e le camicie di lana erano decisamente troppo, paonazzo in volto Gioani Tognale raccoglieva la felicità dei parenti con l’imbarazzo del caldo oramai insopportabile.
Rita concluse le feste disfa la valigia nera di Gioani Tognale e con grande sorpresa non trova magliette di cotone camice a manica corta pantaloni leggeri Gioani Tognale e la sua Maria hanno pensato solamente al freddo del mese di febbraio ai Benetti come se fosse il clima per i sei mesi successivi in Argentina.
Fortuna vuole che Gioani Tognale arrivi un Martedì pomeriggio in Argentina e così la Rita e Tamara ( la moglie di Bruno) possano andare in un negozio vicino a casa loro e rifare il guardaroba all’anziano suocero.
Finisce così la avventura di Gioani Tognale viaggiatore solitario.