Mind the Gap

PROLOGO: L'idea nasce durante il normale viaggio di ritorno dall'ufficio dove lavoro, da una normale affermazione "Voglio tornare a Londra" e da una domanda azzardata ad un mio amico, Marco, anche lui pendolare "Andiamo a Londra per Pasqua?". Il suo SI sicuro ha dato il via all'organizzazione. Insieme a noi, mia sorella Paola e il suo ragazzo...
Scritto da: Claudia Girola
Partenza il: 09/04/2004
Ritorno il: 12/04/2004
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
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PROLOGO: L’idea nasce durante il normale viaggio di ritorno dall’ufficio dove lavoro, da una normale affermazione “Voglio tornare a Londra” e da una domanda azzardata ad un mio amico, Marco, anche lui pendolare “Andiamo a Londra per Pasqua?”. Il suo SI sicuro ha dato il via all’organizzazione.

Insieme a noi, mia sorella Paola e il suo ragazzo (nonchè grande amico di Marco) Luca.

Decidiamo di partire il 9/04 in mattinata e di rientrare la sera del 12/04. Scegliamo come mezzo di prenotazione Internet, per tre motivi: la comodità di fare tutto dall’ufficio, la flessibilità e la speranza di risparmiare un pò. Volo in aereo con la Ryanair e soggiorno in un piccolo ostello in zona Victoria, quindi piuttosto tranquilla. Acquistiamo in Italia la Visitor Travel Card, comodissima, che ci ha permesso di viaggiare illimitatamente su autobus e metropolitane. Prenotiamo anche i biglietti per la visita al Madame Tussaud’s, meglio conosciuto come ll Museo Delle Cere, durante il giorno di pasqua. Idea che si è rivelata furba, visto che abbiamo saltato tutta la fila!! Ho anche provveduto a stilare un itinerario valido, seguendo la logica e cercando di ottimizzare il poco tempo a disposizione. Io ero già stata a Londra, ma gli altri miei compagni di viaggio si erano limitata a vederla in cartolina, quindi le “classiche mete turiste” sono state obbligatorie.

Ed ecco il giorno della partenza. Luca, che non aveva mai volato, aveva tanta paura, ma appena decollati ha cominciato ad esaltarsi per tutto ciò che riguardava la meccanica dell’aereo. Al contrario, Paola, ha sofferto tantissimo a livello fisico. La febbre del giorno prima l’aveva indebolita, e un pilota spericolato ha solo peggiorato la situazione. L’atterraggio è stato doloroso per tutti (cervicali, mal d’orecchie e dolori agli occhi ci hanno fatto compagnia nell’ultima parte del viaggio).

Appena arrivati abbiamo fatto i biglietti per lo Stansted Express che ci ha lasciato alla stazione di Liverpool Street; da li abbiamo preso la metro e raggiunto l’hotel. Le camere non erano ancora pronte, ci siamo registrati, abbiamo lasciato i bagagli in reception e siamo andati a mangiare. Una chicca: Paola, stanca dal viaggio, appena arrivata in hotel, si è appollaiata sulle scale che portavano alla reception. Essendo costruzioni piuttosto vecchie, gli interni sono piccoli e le scale strette e ripide, quindi occupava lo spazio per passare. Un ragazzo le ha chiesto qualcosa in inglese, lei lo ha guardato e ha esclamato “eh!?!”. Poi si è ricordata di essere in un paese straniero e si è spostata! Girovagando un pò abbiamo raggiunto la Westminster Cathedral e dopo qualche foto di rito ci siamo fiondati nel McDonald di fronte! Siamo tornati in hotel, rilassati un momento, e subito partiti per il centro.

La metropolitana ha stupito un pò tutti. Efficiente, pulita, personale gentile e presente, niente mendicanti, facilità d’uso, e una rete che copre tutte le zone di maggiore interesse, lontana anni luce da quella di Milano. La cosa che mi entusiasmava di più era la voce registrata che avvisava i passeggeri della distanza tra treno e banchina. “Mind The Gap” è stato il leit-motiv della vacanza.

A Trafalgar Square è iniziato il giro turistico. La Colonna di Nelson, la National Gallery, di cui abbiamo visto solo l’esterno e la fontana davanti ci hanno affascinato e la bellissima giornata calda (c’era il sole!) ci ha convinti ad una prolungata sosta vicino ad uno dei Leoni di bronzo che custodiscono la piazza. Abbiamo poi proseguito per Leicester Square, Piccadilly Circus, la statua di Eros al centro della piazza, Regent Street con tappa da Hamleys e Carnaby Street. Quindi ancora un giro in quelle zone, sosta su alcune panchine per darci modo di ammirare le persone che ci passavano davanti (una moltitudine di stili, colori, tipi stranissimi) e ci incamminiamo verso Covent Garden dove abbiamo modo di vedere lo spettacolo di un’artista di strada…Davvero bravissimo e molto divertente. Peccato che era sera ed era l’unico, e ancora più peccato che non ci siamo passati di giorno, dove gli artisti sn molti di più. Verso le 20.30 la stanchezza ci riporta in hotel dove ci cambiamo ed usciamo alla ricerca di un pub dove passare una serata tranquilla. Siamo finiti in un locale tranquillo (forse troppo) e già alle 23 hanno cominciato a suonare la campana, segno dell’ultimo giro. Quindi, appena sdraiati sul letto, ci siamo addormentati come sassi. La prima colazione è stata davvero piacevole. Ovviamente alla domanda della cameriera “do you want english or continental breakfast”, in coro si è risposto english! ed ecco serviti uova, bacon e fagioli in umido, accompagnati da te, caffè, succo d’arancia e tost con burro e marmellata! Con la pancia piena usciamo e ci dirigiamo verso Notthing Hill e visita ai mercatini di PortoBello Road anche se la giornata prevedeva brutto tempo. Per fortuna solo qualche goccia nella prima mattinata, il che ha reso difficoltoso il passaggio tra le bancarelle con l’ombrellino. Usciti dalla lunghissima strada, ci dirigiamo verso la metropolitana per andare a Camden Town, ma la stazione era chiusa per alcuni problemi ed è stato prontamente istituito un servizio di bus sostitutivo. Quindi con i famosi double decker rossi sbarchiamo negli altri mercatini. Rimaniamo affascinati dalla particolarità delle case e delle persone, veramente incuranti di ogni giudizio. In uno degli stipatissimi negozietti mia sorella è riuscita a trovare un paio di pantaloni molto belli. Pranzo molto tardi con un kebab e milkshake gigante in un bar li vicino. Quindi raggiungiamo Marble Arch e attraversiamo Hyde Park. Putroppo era sabato e non abbiamo potuto vedere lo Speaker’s Corner in azione. C’era lo spazio e un tizio su una cassetta della frutta, ma sembrava che stava facendo le prove, anche perchè intorno non c’era nessuno. Ci siamo stupiti di Hyde Park, degli scoiattoli che giravano, della gente che giocava a pallone sul prato, di quanti passeggiavano intorno al laghetto artificiale…Ed era nuvoloso! Tappa alla statua di Peter Pan, all’Albert Memorial, alla Royal Opera House e finalmente da Harrods. Putroppo siamo arrivati alle 6 e chiudevano alle 7(il parco ha attirato a lungo la nostra attenzione); in più la sosta in bagno (indispensabile) e il labirinto del 2 piano ci hanno fatto perdere tempo. Quindi, selezionando il piano da visitare, ho preferito la Food Hall, dove sono rimasta colpita dalla quantità di cose esistenti! E nonostante i prezzi, ci siamo concessi qualche sfizio! La sera siamo andati a mangiare all’Hard Rock Cafè, davvero un bel posto e con dell’ottima musica. Si mangia bene e tanto, anche se il conto alla fine è stato un pò salato!! Visita allo store li a fianco e quindi passeggiata per godere la visione di Piccadilly di notte. L’ultima metro ci riporta in hotel. Altra chicca: abbiamo avuto un’incontro con il seguace di una setta (crediamo gli Aricrisna). Era vestito stranissimo, con una tunica bianca, i capelli rasati e i sandali e teneva in mano una bibbia con cui ha fatto una croce sulla croce di noi passanti incodati sulla scala mobile. Luca ha pensato di fare la stessa cosa con la guida che avevo in borsa! Domenica la giornata è stata nuvolosa ma ci ha graziato, regalandoci qualche sprazzo di sole primaverile! Solita ricca colazione e via per Buckingam Palace, per un salutino alla regina (non bisogna essere scortesi!). Siamo arrivati per le 10.30 e ci siamo stupiti di quanta gente ci fosse di già, tutti per assistere al cambio della guardia che sarebbe iniziato di li ad un oretta. Noi abbiamo atteso fino all’arrivo di due reggimenti di fanteria (sono in totale 5), poi ce ne siamo andati, passando per St. James Park. Anche qui abbiamo avuto incontri diretti con alcuni scoiattoli, che addirittura ci sono venuti a prendere il cibo dalle mani! Abbiamo poi proseguito alla volta di Westminster Abbey, del Big Ben, della House of Parliament. Con la metropolitana siamo andati verso la City che di domenica sembrava una città fantasma, dove ci aspettava il London Bridge (solo per poter cantare la famosa canzoncina), il Tower Bridge, e la Tower of London. Quest’ultima ci ha sinceramente piuttosto delusi, visto che scompare tra le costruzioni moderne che sono state costruite.

Alle 15.30 avevamo prenotato l’ingresso per Madame Tussaud’s, quindi ci dirigiamo verso Baker Street. Un breve giro nei dintorni, tappa in un self-service per il pranzo e quindi entrata riservata grazie alla prenotazione anticipata. Un consiglio: se siete in zona evitate assolutamente il self-service che cè li fronte…L’unica consolazione era il prezzo, almeno non ci hanno spennato.

Il museo è stato carino, anche se le aspettative erano state maggiori. Nella prima sala con le statue dei Vip non ci si poteva muovere, tutti accalcati per fare la foto! Usciti verso le 17.30 decidiamo di cercare un locale segnalatoci da una delle guide che avevamo acquistato, ma in realtà ci perdiamo e ci ritroviamo a Westminster. Sosta riposante, e poi verso l’hotel, ovviamente a piedi. La sera, su consiglio della proprietaria dell’albergo, decidiamo di mangiare un bel pub vicinissimo alla nostra zona, la Traveller’s Tavern, di fronte alla Victoria Coach Station. Posto molto carino, personale simpatico (che tentava di parlare italiano) e cibo molto molto buono. Consiglio il Chocolate Puddle Pudding, un tortino-muffin al cioccolato ripieno di una crema fantastica e coperto di cioccolata calda…! Purtroppo, la domenica, i pub chiudono alle 22.30. Continuo a chiedermi il perchè di questa strana usanza, visto che le serate poi continuano in discoteca, e sono aperte fino alle 5/6 del mattino…Mah! Dopo una simpatica chiacchierata con un gruppo di spagnoli, anche loro alla ricerca di un pub aperto, prendiamo con calma la strada verso l’hotel. La mattina del quarto giorno, io e mia sorella abbiamo optato per la colazione continentale, avevamo entrambe lo stomaco a pezzi! Per le 10 dovevamo liberare la camera, abbiamo saldato il conto (troppo per l’alberghetto che era!) e lasciato i bagagli nella hall, cosi da poter sfruttare la mattinata!La tappa prevista è la Somerset House, per vedere la mostra impressionista. Paola sta studiando alcuni quadri e ci ha fatto da cicerone! Il resto della mattina l’abbiamo destinata allo shopping e all’acquisto degli ultimi souvenir e regalini per i vari parenti.

Quindi siamo andati a recuperare i bagagli e via per l’aeroporto… Al contrario dell’andata, il volo di ritorno è stato tranquillo, l’altezza e il bel tempo ci hanno regalato un tramonto “da cartolina” e un pilota bravissimo ha reso l’atterraggio morbidissimo! EPILOGO: Tutti sono stati incantati da questa meravigliosa e inaspettata città, Luca ha superato la paura dell’aereo, Paola ha scoperto che gli inglesi non sono dei guru della pulizia (lei è maniaca!), Marco è stato contento di aver parlato inglese, nonostante la massiccia presenza di italiani e io ho consolidato la mia idea che Londra è la città ideale per me…Dovrei cominciare a pensare ad una vacanza molto+lunga! E tutte le volte rimango stupita dalla disciplina inglese: mantengono la fila ovunque, non suonano il clacson se sono nel traffico e soprattutto fanno passare i pedoni, anche se hanno torto e attraversano col rosso! Peccato che siano stati solo 4 giorni e che abbiamo dovuto selezionare le attrazione da vedere…

Ma Londra ha affascinato tutti quanti, e alla prossima visita, prepareremo un itinerario alternativo, dedicandoci a una visita approfondita dei musei e a quella parte della città meno conosciuta ma sicuramente interessante!



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