Londra alternativa

LONDON 5-8 Gennaio 2004 Dopo 10 giorni in giro in Est Europa, non sazio del mio girovagare, approfitto dell’ospitalità di un mio amico (Tagliola), momentaneamente domiciliato a West London e della generosità della Ryan Air (26 euro andata e ritorno) per altri 4 giorni di turismo. Essendo già stato a Londra per un altro breve periodo e...
Scritto da: Gianni Mezzadri
londra alternativa
Partenza il: 05/01/2004
Ritorno il: 08/01/2004
Viaggiatori: da solo
Spesa: 500 €
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LONDON 5-8 Gennaio 2004 Dopo 10 giorni in giro in Est Europa, non sazio del mio girovagare, approfitto dell’ospitalità di un mio amico (Tagliola), momentaneamente domiciliato a West London e della generosità della Ryan Air (26 euro andata e ritorno) per altri 4 giorni di turismo. Essendo già stato a Londra per un altro breve periodo e avendo già visto tutte le località da cartolina, mi dedico a mete alternative e a musei. Girovago solitamente solo in quanto che mi ospita deve suo malgrado lavorare. Per cui in attesa di poter prendere possesso dell’alloggio parto da Liverpool Street per un percorso (suggerito dall’immancabile Lonely Planet) in East London. Appena fuori dalla stazione noto una nuova costruzione a forma di pigna di cui non ero a conoscenza. Mi informano che è il nuovo simbolo della city, un pignone (ma ad altri può ricordare altre cose: un razzo, una supposta…) in vetro e acciaio che per quanto mi riguarda trovo decisamente piacevole. La gente qua è tutta in giacca e cravatta e di fretta, ma basta spostarsi di un paio di isolati che si entra nel cuore etnico di Spitafields. Asiatici di ogni tipo, ma soprattutto indiani, pakistani e bengalesi (del Bangladesh intendo). E donne con lo chador e uomini con barbe lunghe che non nascondono somiglianze con Mr. Osama. D’altronde poco più avanti vedo anche una grande moschea che mi fa capire che qua l’integrazione è decisamente lontana. Vivono nella stessa città ma ognuno ha il suo quartiere, la propria zona di controllo. Tutto sommato però il quartiere mi piace e anche se non è una zona prestigiosa, non è certamente in degrado. Mi mangio un beigel (cioè un bagel, ma stranamente qua pronunciato b-a-i-g-h-e-l) e una fetta di cheesecake al Brick Lane Beigel Bake (segnalato dalla Lonely) per 65 pences. Anche a Londra si riesce a mangiare con poco! Mi dirigo dalla parte opposta della città per depositare le mie cose e mi accorgo delle dimensioni di questa metropoli dal tempo trascorso in metropolitana: quasi un’ora! Tagliola si è ben sistemato in una zona residenziale piuttosto tranquilla con le classiche casette inglesi a due piani con il giardinetto sul fronte. E’ riuscito ad avere un appartamento con affitto molto basso (per gli standard londinesi) grazie a vari contatti di amici di amici. In realtà l’appartamento è del comune che l’aveva assegnato gratuitamente a una certa Jacqueline, risiedente in Kent. Ma finché nessuno si lamenta della cosa… Dopo una doccia ceniamo da un Kebabbaro scelto a caso (scelta infausta) e ci godiamo la Londra notturna con passeggiata tra l’Hungerford Bridge e il Westminster Bridge. Molto belle le viste sul London Eye (la ruota panoramica) e sul Big Ben illuminati! Ci avventuriamo inoltre dentro Soho dove prendiamo una birra in un bel pub con un albero al suo interno. C’è gente in giro, ma non troppa (le vacanze natalizie sono agli sgoccioli) e il clima è piacevolmente tiepido per essere gennaio.

Il giorno seguente visito Canary Wharf, una zona ultramoderna, ricca di grattacieli e palazzi in vetro, che ricorda molto downtown Manhattan. Tra le varie costruzioni alcune sono veramente apprezzabili, altre più convenzionali nel genere, ma nel complesso il quartiere rappresenta qualcosa di inusuale in Europa. E’ anche particolare il fatto che la zona (in forte espansione) è ricavata dai vecchi porti ed è percorsa da una serie di canali che le conferiscono un fascino particolare. Non è Venezia, ma merita una visita.

Poco distante sorge Greenwich, graziosissimo quartiere famoso soprattutto per essere sede del meridiano zero e dell’ora di riferimento. Ma nel complesso risulta uno dei più piacevoli luoghi di Londra. Un bel parco (dove sorge l’osservatorio, una bella università, case ben ristrutturate, vari locali e un museo marittimo niente male (io però preferisco quello di Barcellona) e una ricca storia legata alla scienza e al mare hanno contribuito al suo inserimento nell’elenco dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Dopo un buon pranzo indiano a basso prezzo (6 sterline) me ne vado un po’ in giro per librerie passando per il quartiere ricco di Mayfair, dove tra l’altro si trova la casa d’asta Sotheby’s. Se c’è una cosa che non mancano a Londra sono le librerie. Io sono stato da Waterstone’s che con i suoi 5 piani e superficie coperta stimata in 2000 mq, è la più grande che abbia mai visto (ed è pure la più grande d’Europa). Inoltre ho visitato un paio di librerie interamente dedicate ai libri di viaggio e una ai libri di cucina. La sera la passo in un pub a vedere Roma-Milan visto che il mio amico ha il cuore giallorosso. Noto che gli italiani a Londra non sono certamente pochi… Il giorno seguente la dedico interamente ai musei visto che ultimamente hanno avuto la buona idea di renderli gratuiti. Innanzitutto il British, la cui fama non è certo immeritata. Migliaia e migliaia di reperti mi sbalordiscono facendomi immergere nella storia e facendomi sentire ebbro per la immensa quantità di informazioni di informazioni che cerco di immagazzinare. Lo visito a tempo di record, ma mi riempie di soddisfazione! Per pranzo mi dirigo verso Portobello Road, approfittando del consiglio di Jamie Oliver, un famoso cuoco inglese, che suggeriva di provare il suo fish & chips preferito. Per 3 pounds mi danno un pacco di patatine e pesce che fatico a finire. Provo anche una curiosa Coca Cola aromatizzata alla vaniglia. Il famoso mercatino di Portobello si tiene solo nel fine settimana così ne posso godermi questa bella via con le sue graziose case color pastello. Passo poi al museo delle Scienze che nonostante la sua ricchezza non riesce a colpirmi. E’ ricchissimo di macchine, modelli, motori, ma mi lascia piuttosto indifferente. Perciò approfittando della vicinanza del museo di Storia Naturale mi trasferisco in questo. Tantissimi animali impagliati e una collezione di minerali fantastica mi fanno passare due belle ore, sorprendendomi ancora una volta per quanto sia incredibile e vasta la natura.

In serata sfruttiamo il furgone con cui Tagliola distribuisce il vino in giro per visitare Londra in notturna. Le strade si sono svuotate e la gita si rivela molto interessante. Passiamo per quartieri meno conosciuti e per mete più famose, sempre il commento ricco di aneddoti del mio autista. Incontriamo anche un nostro (ex) concittadino da un Kebabbaro che mi era stato definito come il migliore di Londra (e in effetti meritava). Una bella serata per le strade di Londra.

Tornati a casa abbiamo dovuto provvedere a risolvere un piccolo problema che intanto era sorto: un controllo da parte del comune su chi abitava realmente in quell’appartamento. In un qualche modo Jaqueline era venuta a sapere data e ora del controllo e così si sarebbe dovuto inscenare una recita in cui l’appartamento doveva mostrare tutti i segni della sua presenza con il figlio. Quindi si è dovuto provvedere alla temporanea eliminazione di tutto quello che poteva destare sospetti a partire dal poster di Playboy. Per un giorno quella avrebbe dovuto essere la sua casa. Una situazione piuttosto surreale.

L’indomani, essendo il mio ultimo giorno, mi carico sulle spalle lo zaino (visto che non potevo certo tornare a farmi vedere durante il controllo) e mi dirigo alla Tate Modern, un museo di arte moderna ricavato da una ex centrale elettrica. L’inizio non poteva rivelarsi più sorprendente: dove c’erano i generatori hanno ricavato un ambiente fantascientifico. Specchi sul soffitto e un disco che emana una luce gialla con tanto di brusio che faceva molto mondo alieno. La galleria presentava opere stranissime che definire d’arte era un po’ eccessivo, ma tutto sommato alcune mi sono piaciute. Successivamente mi faccio un giro per Fleet Street, una via poco pubblicizzata, ma molto interessante, piena di begli edifici e sede di importanti società e di luoghi storici. Pub come lo Ye Olde Cock Tavern e lo Ye Olde Chesire Cheese, tra i più antichi di tutta Londra, o negozi come Twinings che vende tè dal 1706. In più la Temple Church, St. Mary-le-strand, la filiale della Lloyd’s bank, la Royal Courts of Justice e tante altre cose. Molto piacevole. Per pranzo ritorno nell’east end per procurarmi cibo bengalese. Decisamente soddisfacente. Prima di prendere il treno faccio un salto in centro per acquistare un paio di libri e poi piuttosto stanco per i numerosi kilometri percorsi me ne ritorno in Italia.

Epilogo: un messaggio di Tagliola mi comunica che entro 2 settimane devono lasciare la casa e tre giorni dopo Jaqueline avrà il processo…



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