Kenya da vivere
Arrivati all’aeroporto, il caldo infernale di mezzogiorno ci ha assalito, già distrutti dal viaggio molto turbolento e dalle 2,30 di ritardo e ci mancavano solo le altre 3 ore di pullman che ci siamo fatti per arrivare all’Aquarius Beach Hotel di Watamu. Però poi ne è valsa la pena.
A parte il viaggio di andata, la settimana si è svolta splendidamente a parte una brutta gastroenterite che ci siamo beccati il 2° giorno, però passata subito.
Ci ha affascinato tantissimo e scioccato allo stesso tempo la gente, i bambini, il loro modo di vivere e la miseria che c’è, avevamo portato con noi tantissime cose, vestiti, penne, quaderni, caramelle, ecc… ed abbiamo avuto modo di passare tanto tempo a contatto con loro. Per due sere abbiamo anche mangiato a Watamu in un loro ristorante (se così si può chiamare) e non in albergo, comunque ci siamo trovati davvero bene e con 3 € a testa abbiamo mangiato samosa, carne, verdura e birra locale. Bellissimi anche i due giorni di safari nello Tsavo est, abbiamo visto tantissimi animali, leoni, elefanti, giraffe, zebre, antilopi, dic dic, babbuini, facoceri, scimmiette, tantissimi uccelli, ecc… e meravigliosa è stata anche l’esperienza di dormire in un campo tendato (Ndololo Camp) in mezzo alla safana (non era recintato).
Veramente bello è anche l’entroterra che abbiamo potuto vedere dalla jeep al ritorno dallo Tsavo, abbiamo fatto un percorso in mezzo a foreste di palme, villaggi ed ancora una volta abbiamo potuto vedere come vive la gente veramente fuori dal mondo. Abbiamo visitato anche la cittadina di “Voi” con il mercato molto suggestivo .
Poi abbiamo visitato Malindi, il centro, il mercato, la fabbrica del legno ed il mercatino di pietra saponaria per un po’ di shopping.
Anche il giro in barca al Parco Marino e Sardegna 2 è stato molto bello anche se il tempo e quindi i colori non erano dei migliori, però abbiamo fatto un pranzo davvero con i fiocchi, aragoste, polipo, barracuda e riso di cocco, una delizia.
Ci siamo divertiti un sacco ed il rientro a casa è stato molto meglio dell’andata anche se abbiamo trovato la neve ed il trauma si è fatto sentire. Ancora adesso quando alla mattina vado a lavorare penso ai giorni trascorsi là, un posto che con le parole non si può descrivere, bisogna andarci e soprattutto stare a contatto con la gente.
Già pensiamo ad organizzare il prossimo viaggio, per poterci tornare, magari per fare una settimana sola di safari in qualche altro bel parco.