Nord Tanzania

Finalmente dopo mesi di intensi preparativi riusciamo ad avere la certezza che i nostri sogni si realizzeranno: io (27), Marco (32, mio marito) e Erica (20, mia sorella), partiamo per la Tanzania!!! Con l’aiuto di internet e della nostra inseparabile Lonely Planet, ci organizziamo il viaggio e contattiamo diverse agenzie locali di Arusha. Alla...
Scritto da: Pamela Matteucci
nord tanzania
Partenza il: 08/11/2003
Ritorno il: 17/11/2003
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Finalmente dopo mesi di intensi preparativi riusciamo ad avere la certezza che i nostri sogni si realizzeranno: io (27), Marco (32, mio marito) e Erica (20, mia sorella), partiamo per la Tanzania!!! Con l’aiuto di internet e della nostra inseparabile Lonely Planet, ci organizziamo il viaggio e contattiamo diverse agenzie locali di Arusha. Alla fine optiamo per la Ebony Tours & Safaris, che accetta il nostro itinerario migliorandolo con alcuni consigli ma senza stravolgerlo a loro piacimento, e fra le tante ci sembra quella che offre il meglio al prezzo più basso… Prenotiamo inoltre direttamente il volo con una nuova compagnia (East African) che pochissimi conoscono ma che risulterà ottima ed efficiente, e sempre senza l’aiuto di nessuna agenzia riusciamo ad avere il visto sul passaporto senza dover recarci a Milano presso il Consolato. Orgogliosa del mio intenso lavoro tiro un sospiro di sollievo quando finalmente tutto e pronto e raggiungiamo l’aeroporto Fiumicino per la partenza.

Nell’attesa di essere imbarcati vedo Erica un po’ emozionata per il suo primo volo, mentre io parto con la speranza che non ci siamo problemi e che tutto vada per il meglio, sento un po’ la responsabilità da sorella maggiore e dell’organizzazione.

Ci imbarcano e dopo 9 ore di volo atterriamo in perfetto orario a Nairobi dove facciamo scalo per poi proseguire per Kilimangiaro Airport. Appena scesi dall’aereo ci rendiamo subito conto della gentilezza e della disponibilità del popolo tanzaniano.

Ad accoglierci troviamo Francesca (titolare dell’agenzia) e Seif che sarà il nostro driver e ci accompagnerà in questa splendida avventura. Francesca è titolare insieme al marito dell’unica agenzia italiana ad Arusha e molto carinamente durante i 50 Km che dividono l’aeroporto dalla città ci spiega le cose fondamentali per il soggiorno. Poi ci affida a Seif con il quale passiamo il pomeriggio in giro per la città visitando alcuni negozi e mercatini, assaggiando la carne di capra alla brace acquistata lungo la strada e in barba alle numerose precauzioni che ci hanno consigliato.

Passiamo la notte al “Mezza Luna” dove al risveglio gustiamo una buonissima colazione a base di frutta fresca locale (ananas, fraqole, papaia, mango, avocado) e finalmente partiamo… Le strade in città sono piene di persone e fuori dai negozi molti sono seduti a chiacchierare, ci sono tantissimi venditori di scarpe e la zona vicino al mercato e super affollata.

Dopo alcune ore di viaggio arriviamo all’ingresso del Tarangire dove finalmente inizia il nostro safari. Seif è sempre alla ricerca di nuovi animali da mostrarci per poi spiegarci dettagliatamente le caratteristiche e le abitudini. Quando usciamo dal parco siamo molto soddisfatti perché abbiamo visto tantissimi gruppi di elefanti, zebre, gnu, impala e bufali, ma anche giraffe, babbuini, dik-dik e facoceri. Sicuramente l’immagine più bella è mamma leonessa mentre mangia una zebra con accanto i suoi 2 cuccioli, il tutto all’ombra di un bellissimo baobab. Ci è anche capitato un avvenimento curioso durante il pranzo: in pochissimi secondi si è avvicinata a noi una scimmiotta tutta bianca (cercopiteco verde) che ha aperto la scatola del cibo e ci ha fregato la mela per poi fermarsi a mangiarla, tutta orgogliosa, a pochi metri da noi.

Per tutto il giorno il sole si è fatto sentire e la temperatura supera abbondantemente i 30° gradi, ma fortunatamente il clima è abbastanza secco. Difficilmente dimenticheremo il giallo dell’erba bruciata dal sole e gli immensi baobab che caratterizzano il parco. Raggiungiamo quindi il campeggio dove passeremo la notte e scopriamo che siamo gli unici turisti e che è impossibile lavarsi in quanto non c’è acqua. Ciò non ci turba più di tanto e ripieghiamo sulle salviette prima di gustare una deliziosa cena preparata dal nostro cuoco. Siamo talmente stanchi e felici per la giornata trascorsa che ci addormentiamo appena fa buio senza lasciarci condizionare del posto in cui siamo e “in fondo il campeggio è recintato”. Comunque per tutta la notte, a nostra insaputa, un Masai con tanto di lancia ha vigilato che nessun animale si avvicinasse. Immaginate la faccia di Marco quando durante la notte si è alzato per andare in bagno? Al risveglio riprendiamo il viaggio e ci dirigiamo verso il Lake Manyara. Lungo la strada facciamo una piccola sosta e veniamo letteralmente circondati da un gruppo di donne masai che vogliono venderci le loro collanine di perline. Parlano e sorridono e non capendo cosa dicono offriamo loro caramelle e sorridiamo anche noi… Poi ci fermiamo in una scuola per lasciare le penne e i quaderni cha abbiamo portato dall’Italia. Raggiungiamo il parco e quando entriamo notiamo subito la diversità rispetto al Tarangire: la vegetazione varia spesso ed è molto più fitta, tanto che in alcuni punti si tratta di una vera foresta. Il colore predominate è il verde nelle più svariate sfumature. Purtroppo non avvistiamo molti animali, né tanto meno i caratteristi leoni sugli alberi, ma gli ippopotami immersi nella pozza di acqua fresca con i fenicotteri che fanno da sfondo è impedibile. E pensare che ci avevano consigliato di saltare questo parco per la scarsità di animali. La vegetazione, così come il lago al momento senza acqua è veramente spettacolare. Molto emozionante è stato quando abbiamo avuto la strada “sbarrata” da un gruppo di elefanti che per circa 30 minuti non ci hanno permesso di proseguire. Usciti dal parco abbiamo visitato il caratteristico mercato di Mto Wa Mbu dove abbiamo fatto acquisti a ottimi prezzi. Rientrati in campeggio, bellissimo con un prato all’inglese da fare invidia, abbiamo fatto una fantastica doccia e una buona cena a lume di candela.

Il giorno seguente abbiamo ripreso il viaggio diretti al Serengeti, ma la strada asfaltata finisce quasi subito e proseguiamo lungo una strada molto polverosa e a tratti piena di buche. Sicuramente la nuova strada in costruzione sarà molto più comoda e veloce ma toglierà buona parte del fascino. Ci fermiamo sul bordo del cratere Ngorongoro dove possiamo ammirarlo in tutta la sua bellezza. Il diametro è di circa 20 Km e riusciamo a vedere perfettamente la sponda opposta, mentre nella base scorgiamo un lago salato e macchie scure che altro non sono che mandrie di animali. Poiché siamo solo di passaggio proseguiamo il viaggio e raggiungiamo un villaggio masai dove ci consentono di entrare nelle loro capanne tanto piccole e basse che non riusciamo ad alzarci in piedi. Ci mostrano anche la scuola del villaggio dove i bambini intonano per noi una bella canzone con i numeri in inglese. Ripresa la marcia arriviamo finalmente nel cuore del Serengeti quando ad un tratto non crediamo ai nostri occhi, 2 ghepardi stanno attraversando molto cautamente il territorio di almeno 4 leonesse… Tutti i felini sono molto guardinghi e si studiano da debita distanza. Dopo aver ammirato a lungo la maestosità delle leonesse e l’eleganza dei ghepardi ripartiamo per non arrivare troppo tardi al campeggio. L’ultimo campeggio è sicuramente il più particolare ed emozionante: è immerso nel bush e non è recintato. E’ severamente vietato allontanarsi di pochi metri al di fuori dello spiazzo dove vengono montate le tende e i tavoli per mangiare sono sistemati dentro una costruzione completamente recintata. Ci sono i servizi igienici e una cisterna di acqua dove si riesce a lavarsi alla meglio. Dopo aver montato la nostra tenda abbiamo cenato e chiacchierato a lungo con Seif. L’intesa con il driver è molto coinvolgente, percepiamo il suo sincero desiderio a mostrarci più animali possibili e la sua preoccupazione che tutto vada tutto per il meglio. Finalmente non sento più la leggera distanza che avvertivo i primi due giorni nei miei confronti e in quelli dell’Erica, chissà se sono stata io a farmi dei problemi o se Seif ha capito che è libero di comportarsi e scherzare con tutti e 3 allo stesso modo. Siamo molto curiosi e gli facciamo un sacco di domande, scopriamo che ha 34 anni, che sono 7 anni che fa questo lavoro, che è originario del sud ma che si è trasferito al nord perché c’è più lavoro e che ha sospeso per questa settimana il ramadan per poter accettare questo lavoro e non crearci problemi… L’indomani ci svegliamo alle 5:00 e Seif ci chiede subito se abbiamo sentito le iene e i leoni durante la notte. Fortunatamente noi abbiamo dormito talmente bene che solo a me sembra di ricordare qualche strano suono… Ci sentiamo fortunati, l’esperienza è eccitante e meravigliosa e siamo certi che non tutti hanno il coraggio di provare una simile esperienza… Partiamo subito e poco lontano dal campeggio avvistiamo un gruppo di iene, e dopo pochi minuti una coppia di leoni stesi a meno di 5 metri dalla strada. La femmina sta dormendo stesa su un fianco e ha la pancia talmente gonfia che immaginiamo l’abbondante banchetto che ha gustato, mentre il maschio è seduto accanto a lei come a difesa della sua compagna. Sembra che la nostra presenza non li urti minimamente per cui restiamo ad ammirarli per diverso tempo e solo dopo ci accorgiamo che dall’altra parte della strada a circa 20 metri un’altra coppia di leoni si sta riposando. Anche loro sono molto vicini alla pista ma mentre molto cautamente ci stiamo avvicinando si alzano e il leone ruggisce contro di noi con aria minacciosa prima di allontanarsi. Questo leone è molto più bello e maestoso con la sua criniera foltissima, mentre sulla leonessa notiamo il collare che viene utilizzato per studiarne il comportamento. Proseguendo e ci imbattiamo in numerosi gruppi di zebre, gnu, bufali, antilopi, gazzelle e altre leonesse che quasi perdiamo il conto. Notiamo che Seif è continuamente alla ricerca e quando riesce a farci vedere un leopardo che sta scendendo dall’albero tira un sospiro di sollievo. Ci teneva proprio a farci vedere anche questo animale e fortunatamente siamo arrivati proprio al momento giusto, bastava ½ minuto dopo e ci saremmo persi lo spettacolo. Nella piana del Serengeti abbiamo percorso molti Km senza avvistare nessun animale tanto che ci stavamo quasi demoralizzando quando all’improvviso vicinissimi alla strada abbiamo visto 4 giovani ghepardi che si stavano riposando. Li abbiamo ammirati per molto tempo ed erano talmente vicini che potevamo vedere il sangue della loro preda sul pelo vicino alla bocca. Proseguendo il percorso abbiamo incontrato 2 iene che divoravano un cranio e il rumore prodotto dai loro denti è veramente agghiacciante. Siamo stati per ore intere in piedi con la testa fuori da tettuccio ma eravamo talmente rapiti dai paesaggi e dai rumori che ci circondano che non abbiamo sentito la stanchezza. Seif è molto bravo nella guida e nel lasciarci i tempi che volevamo, non ci ha mai messo fretta e ha lasciato che fossimo noi a decidere quanto restare fermi sia per ammirare gli animali o semplicemente il paesaggio. Dopo 9 ore di jeep raggiungiamo il lodge che è posizionato su una collinetta rocciosa è gode di una bella vista e dove finalmente facciamo una bella doccia rigeneratrice e ci rilassiamo sotto le stelle nella terrazza panoramica. L’indomani mattina raggiungiamo la Hippo pool dove possiamo scendere dalla jeep e raggiungiamo a pochi metri una pozza d’acqua piena di ippopotami e coccodrilli. Sono talmente vicini… Al rientro avvistiamo un leone con una leonessa mentre dorme a pancia in su che ci ricorda il nostro gatto e ci viene voglia di andarle a grattare la pancia… Poco oltre notiamo un’altra coppia di leoni e riusciamo a fotografarli durante il velocissimo accoppiamento. La fortuna ci assiste e avvistiamo un enorme leopardo su un’acacia e un Serval cat (piccolo felino dalle dimensioni di un gatto ma maculato come il ghepardo), che è molto difficile da vedere in quanto rimane più basso della vegetazione. Purtroppo dobbiamo lasciare il Serengeti dopo aver visto solo una piccola parte, il parco è talmente grande che ci vorrebbe almeno un mese per visitarlo tutto. Dopo aver viaggiato per tutto il pomeriggio verso sera arriviamo al lodge posizionato sul bordo del cratere del Ngorongoro. La posizione è veramente spettacolare e dalla terrazza si ammira l’intero parco. Il mattino seguente io e Erica ci svegliamo presto per vedere il sorgere del sole dalla terrazza e lo spettacolo ci lascia senza parole. Siamo quindi scesi nella bocca del cratere dove l’erba è molto corta rispetto al Serengeti e riusciamo a vedere numerosi scheletri e persino un uovo abbandonato di struzzo. Avvistiamo moltissime zebre, gnu, bufali, ippopotami, tanti fenicotteri e diversi sciacalli. Percorriamo la pista battuta sempre alla ricerca del rinoceronte nero fino a quando il driver ci indica un enorme animale in mezzo ad un gruppo di gnu e noi tutti eccitati lo riconosciamo. La nostra buona sorte ci ha accompagnato fino alla fine e restiamo impressionati dalla stazza di questo animale. Contenti usciamo dal parco e percorriamo la strada che ci riporta ad Arusha, felici per le meraviglie della natura che abbiamo visto ma tristi per doverle abbandonare così presto. Chiediamo con Seif di cenare in un ristorante tipico e restiamo piacevolmente affascinati quando arriviamo in un locale frequentato solo da tanzaniani, dove mangiamo bocconcini di capra al barbecue, seduti al tavolo con altre persone che molto cordialmente chiacchierano con noi.

L’indomani mattina partiamo per un trekking sulle pendici del Monte Meru e al Ng’iresi village accompagnati anche da una guida botanica di nome Muta. Questo villaggio fa parte del Cultural Tourism Program che permette di conoscere meglio la cultura locale, vedere una piccola azienda agricola, ammirare i bananeti, i campi di mais e di caffè. Pensavamo di fare una breve passeggiata mentre alla fine abbiamo percorso circa 10 Km. Marco e Muta si sono concessi anche un bagno sotto una bella cascata, mentre arrivati alla seconda cascata, molto più imponente, Marco ha desistito per l’acqua gelida. L’intera giornata è stata molto faticosa e calda ma ci siamo divertiti. E’ stata un’esperienza completamente diversa dal safari che ci ha permesso di entrare in contatto con la popolazione locale e le loro abitudini. Purtroppo la vacanza è finita e arrivati in aeroporto la compagnia aerea ci ha riservato l’ultima bella sorpresa del viaggio. Siamo stati imbarcati in perfetto orario in un aereo da 60 posto e dove noi 3 eravamo gli unici passeggeri… L’intero viaggio è stato stupendo e le meraviglie della natura non finiranno mai di stupirci. L’unico consiglio che ci sentiamo di dare a chi volesse intraprendere questo viaggio e quello di vivere fino in fondo ciò che viene offerto e a nostro parere lo si può fare solo in campeggio perché è lì che è tutto più libero e famigliare e si è immersi nell’unica cosa veramente importante.



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