Thailandia fai da te 5
Come tutti gli anni la prima idea è di andare in Egitto e come al solito decidiamo di andare in un altro posto. Così, anche questa volta, dopo essere passati da Egitto e Kenya, abbiamo scelto la Thailandia.
Dopo esserci documentati un po’, il primo dubbio che ci assale è riguardo il clima; infatti agosto è in piena stagione delle piogge. Successivamente scopriamo che l’isola di Koh Samui rimane fuori da questa regola, ma che comunque a Bangkok ci saranno temporali tutti i giorni.
Per farci un’idea, prendiamo qualche catalogo dell’inverno, tanto i prezzi più alti sono a Natale e Capodanno e decidiamo che ci va bene: 3 notti a Bangkok e 7 a Koh Samui. A febbraio arrivano i cataloghi per agosto e chiediamo un preventivo. Sorpresa, i prezzi sono aumentati del 45% rispetto a Capodanno.
Decidiamo di organizzare tutto per conto nostro, così prenotiamo i voli tramite agenzia e gli alberghi contattandoli via e-mail. Risultato: con quello che costava tramite tour operator a testa, ci andiamo tutti e due (stessi voli e stessi alberghi).
Arriviamo a marzo all’inizio dell’emergenza SARS e tutti, amici e genitori, iniziano a chiederci se siamo convinti e se vogliamo andare ancora. Noi senza preoccuparci troppo, ma tenendo d’occhio i dati diffusi dal WHO, confermiamo.
A luglio, dopo uno sconto del 20% causa SARS, acquistiamo i biglietti dei voli e ci prepariamo a partire.
Partiamo il 5 agosto da Roma Fiumicino e, dopo un volo di circa 10 ore, arriviamo a Bangkok alle 7:00 ora locale. Come ci aspettavamo il cielo è coperto ma per fortuna non piove.
Dopo aver sbrigato tutte le formalità doganali, andiamo ad aspettare l’autista del nostro albergo che, dopo un giro folcloristico in zone della città che ci regalano subito un duro impatto con la realtà locale, ci conduce a destinazione.
Tre giorni non sono molti e, dopo esserci riposati un’oretta, decidiamo di uscire per visitare le maggiori attrazioni della città. Appena usciti dall’albergo i tassisti fanno a gara per accaparrarsi il cliente.Ne prendiamo uno e in meno di un quarto d’ora siamo arrivati al Wat Po. Scopriamo solo adesso che apre di pomeriggio, così prendiamo in tuk tuk (una specie di apino con i posti dietro) e visitiamo alcuni templi minori e alcuni negozi convenzionati con l’autista del tuk tuk. Acquistiamo un tour di un giorno ad Ayuttaya e Bang Pha In.
Finito il giro turistico, attendiamo l’apertura del Wat Po, il più antico e affascinante complesso monastico di Bangkok. La struttura è ricca di chedi, Buddha e altre statue.
Conclusa la visita, andiamo al Grand Palace e scopriamo che chiude alle 15:30. Abbiamo dovuto vedere il più possibile in meno di mezz’ora, ma purtroppo, quando siamo arrivati al Wat Pra Keo, pur mancando ancora dieci minuti alla chiusura, stavano chiudendo le porte del tempio e ci siamo persi il Buddha di Smeraldo. Che peccato.
Finita la visita, cerchiamo un tuk-tuk che ci riporti in albergo. Come avevo già ipotizzato i prezzi per tornare sono molto più alti del mattino e, dopo una lunga contrattazione, partiamo. L’autista vuole farci fermare in un negozio, ma noi, non interessati, stanchi e sudati, non vediamo l’ora di farci una doccia. Dopo una lunga discussione, riusciamo ad evitare il negozio, ma il prezzo raddoppia. Pazienza. Il traffico e l’inquinamento sono terribili ed arriviamo in albergo dopo un’ora e completamente intossicati e storditi. Ma come faranno gli autisti dei tuk-tuk a starci tutto il giorno? Solo dopo la doccia iniziamo a riprenderci.
Decidiamo di cenare al ristorante cinese nel nostro albergo. Abbiamo mangiato benissimo, niente a che vedere con quello che mangiamo in Italia ai ristoranti cinesi. L’unico problema è stato capirsi, solo una cameriera parlava un po’ di inglese.
Alle 23:00 andiamo a letto, ma non riusciamo a prendere sonno: in Italia sono solo le 6 del pomeriggio.
La mattina seguente ci alziamo molto presto perché abbiamo in programma l’escursione ad Ayuttaya e Bang Pa-In. Dopo circa tre quarti d’ora di ritardo arriva la nostra guida e partiamo. Siamo insieme ad una coppia di Canadesi e la guida inizia a spiegarci moltissime cose, naturalmente in inglese e, con molta fatica, riesco a capirne la metà. L’effetto fuso orario inizia a farsi sentire. In Italia è notte fonda e durante il viaggio gli occhi si chiudono da soli.
Finalmente arriviamo a Bang Pa-In, circa 60 Km a nord di Bangkok, scendiamo dal pulmino e subito ci assale l’afa. Qui sorge il palazzo reale estivo composto da edifici in diversi stili architettonici, fra cui Tailandese, Cinese ed Europeo e disseminati in un immenso parco curatissimo attraversato da corsi d’acqua in cui nuotano moltissime carpe e qualche tartaruga. La visita è accompagnata da una tipica musica di sottofondo e tutto l’insieme è molto piacevole.
Dopo aver percorso altri 20 Km, arriviamo ad Ayuttaya, antica capitale Tailandese, saccheggiata e semidistrutta dai Birmani. Qui si trovano le rovine di moltissimi templi e palazzi in un’atmosfera calma e suggestiva. Sono queste le cose che preferiamo senza nulla togliere alle bellezze dei templi e palazzi di Bangkok.
Il caldo continua a tormentarci (34-35° 90% di umidità), il cielo è sempre molto coperto, ma va bene così, infatti, quando ogni tanto spunta il sole dalle nuvole, il calore si fa insopportabile.
Il rientro a Bangkok è previsto su un battello lungo il fiume Chao Phraya. Pranziamo a bordo mentre scendiamo il fiume e come al solito non riusciamo ad avere qualcosa da bere senza ghiaccio. Ma è possibile che non sappiano che una delle raccomandazioni delle guide e dei medici per noi occidentali sia di bere bibite senza ghiaccio e solo imbottigliate? Per precauzione evitiamo di bere durante il pranzo, tanto nello zaino abbiamo qualche bottiglia d’acqua.
Lungo il fiume possiamo vedere molti villaggi composti da palafitte e quando arriviamo nei pressi di Bangok iniziamo a vedere i grattacieli, ma le palafitte sono sempre in primo piano ed alcune in pessime condizioni. I contrasti si una città che si sta modernizzando troppo velocemente dove alcuni riescono a vivere in agiatezza, ma moltissimi sono ai limiti della sussistenza. Torniamo in albergo e dopo doccia, palestra e piscina, ci facciamo portare la cena in camera. Dopo cena, stanchi ma soddisfatti della splendida giornata, andiamo a letto.
Ci svegliamo un po’ più tardi. Abbiamo deciso di dedicare l’ultimo giorno a Bangkok allo shopping. Dopo colazione usciamo e, dopo aver rifiutato le offerte dei vari tassisti, ci dirigiamo a piedi verso la stazione del treno metropolitano passando davanti a negozietti e bancarelle frequentate dai locali. Il treno metropolitano è un servizio molto efficiente, economico e soprattutto permette di evitare molto velocemente il traffico. Scendiamo nei pressi di una zona commerciale ed attendiamo l’apertura del World Trade Center, un centro commerciale grandissimo di ben otto piani. Ci passiamo tutta la mattina vedendone solo una piccola parte e ce ne andiamo via con qualche busta di acquisti. I prezzi sono a livello italiano.
Torniamo in albergo a fare un bagno in piscina ed a riposarci un po’ e poi usciamo nuovamente per visitare i dintorni del nostro albergo. Sono quasi le 19 e lungo i marciapiedi adesso ci sono moltissime bancarelle dove cucinano ogni tipo di cibo. La tentazione di provare a prendere qualcosa è forte, ma non sono ancora completamente ambientato e non ho abbastanza coraggio. Domani partiamo per Koh Samui altrimenti avrei sicuramente provato. Poi entriamo in un piccolo supermercato e ci sembra di essere arrivati al Polo Nord. Forse sono pazzi, fuori ci sono 35 gradi con un’umidità prossima al 100% e siamo tutti sudati, dentro ci saranno 16-17 gradi. Rischiamo di prendere una polmonite (a proposito di SARS). Dopo esserci divertiti a guardare tutti i prodotti che hanno in vendita, torniamo in albergo.
Il giorno seguente ci facciamo portare all’aeroporto e con un volo di circa un’ora arriviamo a Koh Samui.
L’aeroporto è perfettamente integrato con la natura, tutte casupole con i tetti di foglie di palma. Per arrivare all’albergo prendiamo un pulmino.
Lungo la strada vediamo che i bordi e i palmeti con sono curati ed anche le case non sono gran che. Mi aspettavo qualcosa di paragonabile alle Seychelles dove è tutto ordinato e pulito. Comunque nelle vicinanze del nostro albergo la situazione è migliore.
Abbiamo scelto l’albergo sulla spiaggia di Chaweng Noi che è il tratto più a sud di Chaweng in una zona meno centrale e più tranquilla. In base alle informazioni che abbiamo raccolto prima di prenotare, Chaweng dovrebbe essere la spiaggia più bella di Koh Samui. Speriamo.
L’albergo è composto da qualche decina di bungalow a pochi metri dalla spiaggia e, mentre raggiungiamo il nostro, diamo un’occhiata al mare e ci sembra bello. Anche il tempo è bello, solo qualche nuvoletta, speriamo che continui così.
Ci mettiamo subito in costume ed andiamo sulla spiaggia. L’acqua è cristallina e la sabbia bianchissima. Siamo molto contenti, è tutto migliore di come ce lo aspettavamo e delle foto dei cataloghi turistici. Stiamo un po’ a prendere il sole, a fare qualche foto e dopo andiamo a fare il bagno. L’acqua non è fredda ma neanche così calda come immaginavamo.
A cena andiamo al ristorante del nostro albergo e, dopo un’occhiata al menù, decidiamo che è meglio scegliere il pesce fresco e farcelo cucinare alla griglia. I loro piatti tipici non ci attirano, è tutto fritto o in brodo; in alternativa ci sono piatti europei, ma non siamo venuti in Thailandia per mangiare italiano. In compenso l’atmosfera al ristorante è veramente romantica, cena a lume di candela in riva al mare.
Il giorno successivo lo passiamo in completo relax fra spiaggia e mare, ma commettiamo l’errore di pranzare al nostro ristorante. A pranzo non c’è il pesce fresco e decidiamo di prendere piatti tipici Thai. Non so quale spezia abbiano usato per il riso, ma era immangiabile. Il resto non sapeva di niente.
Per il giorno successivo abbiamo prenotato un’escursione accompagnata per fare snorkelling a Koh Tao e Koh Nangyuan. Il viaggio con il catamarano veloce è traumatico, infatti in mare aperto e in piena velocità sembra di essere sulle montagne russe, la gente inizia a stare male ed un giapponese accanto a me inizia a vomitare. Per fortuna non mi sporca e in mezzo secondo cambio posto. Dopo un ora e tre quarti arriviamo a Koh Tao, ci trasferiamo su un barconee andiamo a fare snorkelling.
I coralli sono belli, di tutte le forme e non sono bianchi perché l’acqua non è caldissima e sono ancora vivi. Ci sono anche molti pesci ma non di moltissime varietà.
Dopo pranzo abbiamo fatto snorkelling a Koh Nangyuan: anche lì molto bello.
Due anni fa abbiamo fatto snorkelling alle Seychelles e confrontando le due esperienze posso dire che i coralli sono molto più belli a Koh Tao, ma alle Seychelles c’erano molti più tipi di pesci di tutti i colori.
I due giorni successivi li passiamo ancora in pieno relax sulla spiaggia del nostro albergo ad ammirare gli splendidi colori del mare al cambiare della luce, ma per pranzo prendiamo qualcosa dagli ambulanti che passano sulla spiaggia e rimaniamo soddisfatti. Possiamo scegliere fra pollo , involtini primavera, mais alla griglia, frutti tropicali, ciambelle e bomboloni.
Per cambiare, dopo i due giorni di relax, e per conoscere un po’ l’isola dove soggiorniamo, decidiamo di prendere a noleggio un motorino. Un giorno costa poco più di 3 Euro e con 1 Euro di benzina facciamo un centinaio di chilometri. Un mezzo decisamente economico per spostarsi in libertà. La nostra prima tappa è la cascata di Na Muang. Sulle guide è descritta come impressionante. Si, è bella, ma niente di speciale. Non avendo il refrigerio del mare e il vento di quando ci spostiamo con il motorino, ci rendiamo conto di quanto sia caldo e afoso. Siamo sempre sudati.
Continuiamo il giro dell’isola passando accanto ad altre spiagge e paesini. Le altre spiagge non hanno niente a che vedere con quella del nostro albergo soprattutto con la bassa marea; infatti nelle altre, invece che bianchissimi isolotti di sabbia, affiorano tantissimi piccoli scogli e sassi non proprio belli, in altre l’acqua è bassissima e sporca fino alla lontana scogliera e non è possibile fare il bagno. Che fortuna, abbiamo scelto l’albergo nel posto migliore.
Visitando i paesini, passiamo accanto agli innumerevoli negozi che vendono ogni tipo di merce. Tutto è molto in disordine e rovinato ma molto caratteristico.
Successivamente andiamo in un grande supermercato dove ci divertiamo a confrontare i loro prezzi con i nostri e compriamo qualcosa.
La sera andiamo con il motorino nelle vie principali di Chaweng a fare un po’ di shopping: vestiti e scarpe di marca a prezzi bassi. Chissà se sono originali. In complesso è stata una giornata molto divertente.
Il giorno seguente è l’ultimo intero e già con un po’ di tristezza decidiamo, di passarlo sulla nostra spiaggia.. La sera. Dopo cena andiamo nuovamente a Chaweng. Io intanto inizio a stare male per la tosse e il raffreddore. Colpa dell’aria condizionata a palla.
Ultimo giorno. Alle 15:30 dobbiamo partire dall’albergo e dedichiamo la mattina ai massaggi. Mia moglie si fa fare le treccine. Ha i capelli lunghissimi e ci vuole il lavoro di 3 persone per 3 ore e mezzo.
E’ giunta l’ora di partire e siamo così tristi che ci scappa quasi la lacrimino. E’ la prima volta che ci succede. Di solito alla fine di un viaggio siamo stanchi, appagati o anche un po’ annoiati e siamo contenti di tornare a casa. Invece qui ci siamo ambientati così bene che pensiamo che avremmo potuto starci molto più tempo. Peccato.
Fra voli, attese ed autobus, impieghiamo circa 28 ore per tornare a casa. Siamo esausti ma felici che tutto sia andato benissimo e con impressa bene nella memoria e nel cuore una nuova esperienza indimenticabile in un paese bellissimo in cui speriamo di poter tornare un giorno e visitare anche il nord. Intanto stiamo già pensando alla prossima meta ed essendo rimasti affascinati dall’estremo oriente sarà quasi sicuramente la Malaysia.