Creta, una meritevole isola

L’anno scorso, durante l’estate, abbiamo deciso di visitare un’isola greca: Rodi. A causa dell’intasamento dei voli aerei che non ci ha permesso di raggiungere la meta da noi voluta in un secondo viaggio prestabilito al termine dell’estate, abbiamo ripiegato su un‘altra isola della Grecia: Creta. La prima nel mese di giugno, la...
Scritto da: paoletto
creta, una meritevole isola
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
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L’anno scorso, durante l’estate, abbiamo deciso di visitare un’isola greca: Rodi. A causa dell’intasamento dei voli aerei che non ci ha permesso di raggiungere la meta da noi voluta in un secondo viaggio prestabilito al termine dell’estate, abbiamo ripiegato su un‘altra isola della Grecia: Creta.

La prima nel mese di giugno, la seconda nel mese di settembre.

In questo itinerario di viaggio vi parlerò dell’isola di Creta.

Partiti, come ormai d’abitudine (e quasi obbligatoriamente) da Milano malpensa ci ritroviamo dopo circa due ore di volo all’aeroporto della “capitale” dell’isola, Iraklio.

Creta è la quinta isola del mediterraneo, è lunga 260 km e larga fra i 12 e 60 km.

Essa si presenta particolarmente montuosa, con discese più dolci nella parte settentrionale e discese più a picco nella parte meridionale.

Questa caratteristica determina così un maggiore sviluppo turistico nella parte nord, ricca di spiagge pianeggianti ed estese, mentre nella parte sud vi sono altrettante spiagge belle ma di difficile accesso e di ridotte dimensioni.

Subito fuori dallo scalo aereo, ad attenderci, gli accompagnatori della francorosso che, dopo le solite formalità ci hanno trasportato fino al nostro villaggio: L’IBEROSTAR CRETA PANORAMA.

La prima giornata è trascorsa nel villaggio. Ciò per permettere di noleggiare il mezzo che ci avrebbe accompagnato per il resto della settimana e decidere, in linea di massima, che mete visitare. Questo perché l’isola è molto grande e l’hotel suddetto sarebbe stato la nostra “base” per l’intero soggiorno.

Durante queste prime 24 ore abbiamo anche “esplorato” un po’ il villaggio. Esso è molto gradevole sia nella struttura sia nei servizi. L’unico neo è rappresentato dalla spiaggia che è ad alcuni minuti di cammino e non molto bella. In alternativa si può scendere in una piccola insenatura che è stata creata per chi non vuole camminare molto. Il nostro trattamento era all inclusive.

Il giorno successivo, preso possesso nel nostro fiat scudo (mal)combinato omologato nove persone, quali eravamo noi, ci siamo diretti subito per un una classica meta: il palazzo di knossos.

Il sito archeologico sorge alle spalle di Iraklio, precisamente a 5 km dalla città.

All’ingresso è possibile, previo pagamento, farsi accompagnare da una guida, ma noi, interpellando l’esperto del gruppo, siamo stati guidati da lui.

E’ sicuramente una visita da fare per l’importanza storica che riveste, ma credo che il sito in sé sia stato troppo modificato. Insomma, mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, ma questa è un impressione personale… Ritornati sul nostro mezzo, fattasi l’ora di pranzo, alla cieca, ci siamo diretti ancora verso l’interno finché non abbiamo incontrato un bel paesino (di cui non ricordo il nome) e ci siamo infilati in una trattoria molto caratteristica dove abbiamo pranzato deliziosamente, cose semplici e tipiche molto molto gustose.

Dopo una breve passeggiata ci siamo di nuovo messi in moto.

Direzione teorica: una “visita” al suggestivo paesaggio caratterizzato dai mulini a vento sull’altopiano di Lassithi. Ho detto teorica perché a causa dell’esserci persi due o tre volte, ed essere finiti in posti veramente sperduti molto somiglianti ad introvabili villaggi della Sardegna, abbiamo rinunciato e siamo giunti a Kasteli.

Dopo una breve sosta tecnica, vista la tarda ora e la distanza che ci separava dal nostro albergo siamo tornati indietro mestamente, visto l’insuccesso del pomeriggio.

Dopo la nottata di riposo la mattinata è stata dedicata al sole e al mare offerti dall’albergo. Nel pomeriggio invece, quasi tutti i membri del gruppo, sono saliti sullo “scudo” in direzione del paese dai mille nomi, HANIA (e questo l’ho trascritto dalla cartina…).

Si tratta di una cittadina a circa un oretta dal nostro campo base (situato prima di rethimno) Hania è veramente una bella cittadina: il centro storico è delimitato dai resti delle mura e all’interno si accavallano elementi architettonici veneziani e turchi dando al turista un immagine veramente affascinante. Allontanandosi poi dalla zona del porto e dalle vie principali ci si può immergere nelle fitte viuzze dove si viene circondati da vecchi cortili, panni stesi, gatti e un sovrannaturale silenzio.

La parte più famosa della cittadina è rappresentata dal porto veneziano che è invaso da un’infinita serie di taverne e bar.

Hania è “famosa” nell’isola per la forte presenza di artigianato orafo.

Vi sconsiglio caldamente il tour sul trenino che dovrebbe far visitare il centro storico; in realtà fa visitare una parte della città che non ho parole per definire, talmente è orrida…! E con il tramonto di Hania finisce anche questa giornata.

Mercoledì 11 settembre: ci saranno attentati? Oggi, un anno fa, ero da pochissimo tornato da un viaggio in Messico e tutto mi aspettavo tranne che il drammatico attentato che ha colpito gli U.S.A. Ancora è forte in me il pensiero per tutte le vittime. E ancora più forte è in me il pensiero per questi fatti giacché pochi anni prima avevo visitato queste zone, ero salito sulla terrazza panoramica di una torre gemella ed ho cercato di immaginare come avrei reagito se fossi stato io al posto di quella povera gente…

Il tempo anche oggi è buono, la meta prescelta è la spiaggia di preveli che ci terrà occupati per l’intera giornata.

Saliti di nuovo a bordo del nostro mezzo ci addentriamo nell’interno dell’isola, direzione il mar libico. Il viaggio sarà presumibilmente di 1.30 h. Giunti quasi a destinazione entriamo in una spaventosa gola: la strada è bassissima rispetto alle rocce. Non so descrivere che strano senso scaturisce questo tratto di strada, ma finalmente tutto finisce e si sbuca nelle vicinanze di moni preveli. E’ un monastero che in passato ha rivestito una notevole importanza, nel quale può essere interessante visitare il museo che espone oggetti sacri e liturgici, ex voto e alcuni documenti storici. Ovviamente merita una visita anche la chiesa. Notevole inoltre la panoramica del luogo, situato in alto, in modo da dominare quel tratto di costa.

Terminata la breve visita del monastero parcheggiamo poco distante in un’area custodita.

Come sapevamo il sentiero per scendere alla spiaggia è piuttosto lungo e, arrivati sul posto, ci accorgiamo di come sarà duro il ritorno che affronteremo nel pomeriggio.

Iniziamo la discesa. Subito ci balza all’occhio la bellezza degli scorci che questo sentiero ti regala. Quindi, dopo una mezz’oretta di cammino arriviamo in fondo… Noleggiamo subito gli ombrelloni e, estenuati dal caldo, ci buttiamo subito in acqua.

E’ veramente strana, una cosa da provare.

Questo perché la particolarità di questa spiaggia è rappresentata dal fatto che nella stessa, sfocia un piccolo torrente di acqua dolce.

L’acqua dolce è più fredda di quella del mare e questo miscuglio di temperature, densità e sapori diversi provoca un bagno veramente molto particolare.

Rigenerati dalle fatiche ci buttiamo sulla particolarità: il torrente. E’ veramente affascinante, sia per i motivi già accennati, sia perché sulle sponde è cresciuta una rigogliosa striscia di palme e oleandri.

Inoltre è possibile noleggiare dei pseudo pedalò che, definire buffi, è dir poco.

Qui sta a voi decidere se divertirvi un po’ (come noi) o fare una romantica “passeggiata” fino al termine della parte transitabile… E’ possibile comunque arrivare in fondo al torrente anche a piedi, passando per le sponde.

Dopo aver consumato un veloce e semplice pranzo nel bar della spiaggia il tempo, purtroppo, passa molto velocemente e, tra una cosa e l’altra, diviene tardo pomeriggio. A dire il vero avremmo voluto allungare la giornata all’infinito visto che nessuno aveva le forze per salire tutti i gradini, ma alla fine, prevalso da uno spirito di gruppo, mi incammino per il sentiero e, dopo 45 minuti, quasi senza fiato, arrivo all’automobile dove mi rinchiudo con l’aria condizionata al massimo in attesa dei miei compagni che all’arrivo si godranno un’aria bella fresca al posto del forno che ho trovato io…

Arriviamo quasi all’ora di cena in albergo. Dopo aver messo qualcosa sotto i denti ci riposeremo abbondantemente (si fa per dire…) in attesa della visita alla spiaggia più bella dell’isola: elafonisi.

Ancora una volta la giornata è tersa, il sole è bello caldo, la sveglia è suonata presto e la vacanza, purtroppo, sta volgendo al termine.

Partiamo velocemente in direzione di Elafonisi. Essa è ubicata nell’estremità sud-ovest dell’isola e per arrivarci non impiegheremo meno di 2.30- 3.00 h. E’ veramente un percorso tortuoso ma allo stesso tempo affascinante: una strada prima a livello del mare poi che tra mille curve sale di quota raggiungendo cime molto elevate, attraversando a volte villaggi “montani” molto particolari. Alla fine, quando rivedi il mare e ti chiedi come farai a scendere in così poco spazio che ti separa dalle cristalline acque, inizia una ripidissima strada che ti condurrà verso questa magnifica spiaggia.

Non è sbagliato definirla caraibica. Certo, l’atmosfera è diversa, l’acqua è meno bella e la sabbia meno “pregiata”. Ma se consideriamo che anche ai carabi tra molte spiagge stupende esistono luoghi mediocri (e non penso di essere l’unico sfigato capitato in tali luoghi)…Beh, questa per essere in pieno mediterraneo è perfettamente accostabile.

L’acqua non è molto profonda e si può così raggiungere l’isolotto di fronte alla spiaggia, che forse è ancora più suggestivo e sicuramente meno affollato della riva.

Nei dintorni c’è solo un bar-(ristorante?) dove è possibile affittare anche lettini e ombrelloni.

Con la coerenza che contraddistingue il nostro gruppo, dopo la strada fatta, molto intelligentemente, decidiamo di andarcene dopo poco. Qualcuno ha fame e si opta per cercare qualcosa in giro in modo di non andare nel bar della spiaggia. Dopo aver calmato le ire per la precoce partenza arriviamo a stento (si, a stento perché lo scudo non ce la faceva a fare la ripida salita) in un ristorantino sulla cima di una montagna dalla quale si domina una bella zona della costa di elafonisi. Qui deliziamo cose semplici e tradizionali. Il tutto contornato da fastidiosissime mosche che giravano intorno ai nostri piatti e da un’aria molto fresca dovuta all’altitudine.

Finito il pranzo percorriamo una bellissima strada panoramica che domina tutta la costa dall’alto (la quale, ripensandola oggi dopo un viaggio a Mauritius, assomiglia fortemente ad una strada che abbiamo percorso nell’isola mauriziana …).

Raggiungiamo nel pomeriggio inoltrato Rethimno nella quale trascorriamo ancora qualche ora dopodiché terminiamo la giornata nel nostro villaggio situato a poca distanza.

Il giorno seguente prepariamo i nostri bagagli, riconsegniamo lo scudo e ci godiamo il sole e il mare di Creta ancora per qualche ora. La mattina seguente avremmo una levataccia ma in fine dei conti l’isola ci ha molto affascinato, lasciato un po’ di rimorso per non “essersi fatta visitare” nella parte est ma come ho detto è stata una meta nella quale tornerei immediatamente.

Vorrei solo precisare una cosa: è vero che in genere Creta è un isola non molto animata. E più una meta tranquilla, di riposo. Se preferite una vita notturna esistono altre isole greche molto note che offrono discoteche, pub ecc… Rodi è una via di mezzo anche se comunque è più sul tranquillo che “movimentato”.

Buon viaggio a Creta e se volete qualche informazione scrivetemi, ciao!



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