La mia Parigi
E fin qua è il difficile, cioè convincere Eliana che non saremmo andati in fallimento per 6 giorni a Parigi. Inizio a documentarmi tramite guide, internet, conoscenti, etc per organizzare al meglio il viaggio e soprattutto in maniera più economica possibile, ma il problema più grosso in questi 60 giorni sono i sensi di colpa di Eliana che un giorno sì e un giorno sì si chiede se i bambini staranno bene senza di noi, se i soldi ci basteranno, se se se se… Un po’ alla volta si convince (più perchè avevamo ormai pagato che perchè ne avesse voglia) e così io procedo con l’organizzazione. Navigando sulla rete trovo varie soluzioni per dormire ed alla fine prenoto un bed and breakfast a Montmartre a 50 € a notte (di entrambi, no breakfast): speriamo in bene, ma Françoise che parla un po’ di italiano e inglese mi rassicura e ci accordiamo su tutto…
Arriviamo così alla vigilia della partenza: ci siamo organizzati perchè vengano i miei genitori a casa nostra, così Martina (7 anni) va a scuola normalmente e Matteo (4) va all’asilo; prepariamo i nostri bagagli (come sempre diciamo di portare via solo l’indispensabile, ma alla fine portiamo via sempre qualcosa di troppo, anche se abbiamo solo uno zainetto ed una borsa media) e soprattutto prepariamo le istruzioni per i nonni per la settimana (come funzionano i vari elettrodomestici, i vestiti dei bimbi, orari, abitudini: è la prima volta che viaggiamo da soli dal 1995 e soprattutto che lasciamo a casa i bimbi). Alla mattina ci alziamo alle 06.30 e prepariamo le ultime cose (fuori fa un freddo cane e c’è la prima brina, ma non gli diamo troppo peso): alle 07.20 arrivano i nonni e svegliamo i bimbi; ultime raccomandazioni, bacione a Martina e Matteo (che ha una faccia da cane bastonato) e partenza alle 07.45 in direzione Bergamo. Il viaggio è tranquillo e ci immergiamo nel classico traffico della Serenessima: alle 10.00 in punto siamo all’aeroporto di Orio al Serio e abbiamo la prima sorpresa negativa (si fa per dire): il parcheggio, che la Skypass per telefono dà come sempre disponibile, è quasi pieno, ma soprattutto per 9 € al giorno si parcheggia in mezzo al fango a 200m dall’aeroporto, senza bus navetta (se si esclude un vecchio Ducato a pezzi che passa quando siamo già quasi arrivati e va nella direzione opposta): e così iniziamo a fare i primi confronti tra Italia ed estero e tra i vari aeroporti italiani. Poi tutto prosegue molto bene: al check-in ci troviamo in compagnia della squadra di Hockey su ghiaccio di Asiago in partenza per Rouen col nostro volo, poi ci mettiamo diligentemente in attesa e facciamo la prima chiamata a casa per sentire la situazione (i nonni sono già in difficoltà col forno !!!).
Alle 12.00 con un po’ di ritardo ci imbarchiamo e con nostra sorpresa fanno passare per primi i bambini e i portatori di handicap (vuoi vedere che anche in Italia ci siamo un po’ civilizzati ?). Foto di rito all’aereo sulla pista e saliamo in coda, dove scopriamo che i posti sono liberi, e quindi ci sediamo tranquillamente vicino al finestrino. Partenza in leggero ritardo e volo molto tranquillo, con ottima vista sulle Alpi, sulla Svizzera ed infine sulla Francia. Alle 13.45 mettiamo le ruote in maniera un po’ brusca sulla Francia (giornata molto ventosa) e scendiamo a terra: l’aeroporto è un tendone (come già sapevo da alcuni “turistipercaso”) ma è molto funzionale ed organizzato: recuperiamo i bagagli, facciamo i biglietti per l’autobus che è in attesa sul piazzale fuori, e via per la bellissima campagna francese verso Parigi: 75 minuti di bus e siamo a Port Malliot, con qualche furtiva sbirciatina alla Tour Eiffel e soprattutto al quartiere de La Defense. Restiamo subito impressionati dai viali sotterranei di Parigi che attraversano la città: sono misure non certo abituali per noi italiani. Alle 16 siamo soli nella grandezza parigina, pronti per andare al nostro alloggio e per carpire tutto quello che Parigi ha da darci. Andiamo subito in metro (dopo un’iniziale incertezza sul dove sia l’entrata: altro confronto – a Londra sono segnate molto meglio le entrate della Underground): facciamo i biglietti e in 20 minuti siamo all’uscita di Guy Moquet: tempo di orientarci con la cartina e prendiamo rue Lamarck in direzione rue Coysovex (il b&b dista 3 minuti dalla metro): quando siamo nella strada giusta ricontrolliamo sulla cartina e, neanche il tempo di aprirla, alle nostre spalle arriva Françoise, che ci “riconosce” e ci guida all’appartamento (eravamo a 10 metri). Saliamo e facciamo due chiacchiere con Hervè e Françoise, che ci mostrano la stanza e ci danno alcune informazioni pratiche. Alle 17 dopo una rinfrescata siamo pronti per affrontare Parigi: scendiamo con l’immancabile zaino (chiaramente Invicta, marchio di tutti gli italiani all’estero) e ci dirigiamo in direzione Montmartre seguendo le indicazioni dei nostri ospiti. Per strada iniziamo ad immagazzinare dati sulla differenza tra Italia e Francia e iniziamo a notare molte lavanderie, negozi diversi, boulangerie molto allettanti, etc. Giungiamo a Montmartre da dietro, passando di fianco alla vecchia vigna (dicono la più vecchia di Parigi e l’ultima sopravvissuta nel centro) e incrociando i primi artisti in cerca di turisti da immortalare. La chiesa del Sacro Cuore è grandiosa e soprattutto in una splendida posizione: dalla terrazza di fronte si gode di un ottimo panorama, anche se non si riesce a vedere la Tour Eiffel, ora coperta dalla vegetazione della collina. L’interno della chiesa è interessante ma non eccezionale (come già sapevo), poi visitiamo la cripta e siamo indecisi se salire o no sulla cupola (come da programma: alla fine però rinunciamo perchè fa freddo e rinviamo la salita). Andiamo poi a fare un salto alla place du Tertre, la piazzetta degli artisti, fatta ad uso e consumo dei turisti, ma molto caratteristica: passeggiamo un po’ sulle stradine della zona cercando di seguire i consigli della guida, e così seguiamo rue Lepic e le stradine più conosciute: restiamo affascinati dall’usanza di sedersi fuori dei locali, riscaldati anche in giornate fredde da particolari fornelli alti che spingono il caldo in basso verso la gente seduta attraverso un “coperchio”. Il primo inconveniente classico e che dopo 10 foto la macchinetta fotografica “chiede” una batteria nuova !!! E quindi cerca in fretta un fotografo per sostituirla alla modica cifra di 11€ !!! Torniamo davanti al Sacro Cuore e scendiamo per la scalinata in direzione del Pigalle: inizia a fare buio e freddo e ci fermiamo a comprare una sciarpa per Eliana (non pensavamo di trovare così freddo: eravamo preparati con i maglioni, ma non con gli accessori). Camminiamo nella parte bassa di Montmartre e guardando i negozi restiamo affascinati da un negozio di soli Barbapapà (chi se li ricorda ?): arriviamo fino alla fermata metro “Abbesses” in Art Noveau (che non ci dice niente) e giriamo la piazzetta (resto affascinato da una classica giostrina che insieme ai cavalli ha anche un maialone – siamo collezionisti di maialini di tutti i tipi !!!). Scendiamo poi nel tanto declamato quartiere del Pigalle e facciamo una camminata lungo i viali a vedere il Moulin Rouge e gli altri locali famosi: mi aspettavo qualcosa di più piccante, invece è una qualsiasi via commerciale, solo che la mercanzia è leggermente diversa: mi piacciono più di tutto i negozietti che vendono accessori e puttanate di vario tipo. Arrivano in fretta le 21 e ci avviamo a piedi verso “casa” con l’immancabile telefonata ai bimbi per sentire la situazione. Siamo stanchi perchè siamo in giro dalle 8 della mattina e non abbiamo fame perchè abbiamo pranzato alle 17.30 (!!!) e così rientrando prendiamo della frutta (a Parigi abbiamo trovato sempre buona frutta e a prezzi più bassi che in italia: esempio uva italiana (!!!) a €1.90, molto di meno che da noi) e mangiamo qualcosa al volo. La nostra camera è molto accogliente e dopo un piccolo resoconto della giornata e una mini-programmazione per la giornata successiva, ci addormentiamo in un baleno. Venerdì 17 ottobre ci svegliamo con il sole ed è un buon auspicio per l’intensa giornata che ci attende: dopo un caffè offertoci da Françoise scendiamo e ci dirigiamo in metro (dopo aver fatto la Paris Visite per 5 giorni, molto conveniente se si ha idea di scorrazzare in giro per la città) verso il Trocadero; fa molto freddo, soprattutto all’ombra dei palazzoni parigini, e c’è un aria gelida: guardiamo i prezzi su alcuni bar della zona (chiaramente inacessibili) e alla fine optiamo per un supermercatino; telefoniamo a casa per sentire come va e la “nonna” ci dice di aver spedito a scuola i bimbi e che è tutto OK: sollevati ci dirigiamo verso place du Trocadero e il palace de Chaillot (in ristrutturazione); diamo una sbirciatina dentro ma è un cantiere e quindi attraverso la piazzetta andiamo verso la Tour Eiffel: vista in controluce nel sole è splendida e dà un’idea della grandezza di Parigi (in tutti i sensi). Scendiamo la scalinata, percorriamo i giardini del Palais de Chaillot e attraversiamo la Senna (con vista su tutti i battelli turistici). Ci mettiamo subito in coda per salire sulla Torre: dopo un quarto d’ora saliamo verso la cima. Il secondo ascensore che porta alla cima, a metà percorso si ferma (la guida ci dice che non era mai successo !!!) ma per fortuna nessuno si fa prendere dal panico, anzi si scherza (eravamo noi italiani, dei sudamericani, degli americani e dei francesi): poi scende lentamente e ci riporta al 3° piano. Cambiamo ascensore e dopo questo piccolo inconveniente che ci costa un quarto d’ora (il tempo è sempre poco quando si è in visita ad una città !) arriviamo in vetta: fa molto freddo ma il panorama è unico ed impressionante !!! Le persone sui Champ de Mars sembrano formiche, la vista su Parigi è ottima: guardiamo il panorama e i riferimenti classici: La Defense, Arco di Trionfo, Museo d’Orsay, Grand e Petit Palais, Montmartre, L’ile de la Citè, Les Invalides, Tour Montparnasse, Palais du Chaillot, vediamo tutta Parigi a 360 gradi. Scendiamo poi verso il terzo piano e da qua si ha una vista forse ancora migliore perchè più vicina: rifacciamo il giro della torre e poi decidiamo di scendere per le scale per capire meglio la torre: la discesa è molto interessante e quando siamo a terra ci accorgiamo che è gia mezzogiorno. Ci avviamo verso gli Champ de Mars, da cui la vista sulla torre è stupenda e poi andiamo verso la Scuola Militare: palazzo gigantesco ma chiuso al pubblico e freddo, tuttora sede delle forze armate. Giriamo intorno in direzione Les Invalides e arrivati la per prima cosa ci sediamo in una panca al sole nei giardini di fronte alla Eglise du Dome a mangiarci un panino (comprato al ristorante self service del complesso e servito in maniera molto sgarbata da una stronza di turno, una delle poche trovate a Parigi). Dopo una breve sosta andiamo a dare un’occhiata alla Eglise du Dome, ma bisogna pagare e decidiamo che non ne vale la pena (mi dispiace per Napoleone che è sepolto sotto, ma c’è di meglio). Visitiamo l’Hotel des Invalides e le mostre esterne sul loggiato e poi usciamo verso il Ponte Alexandre III. Tappa successiva, dopo un caffè che di italiano ha poco in Rue de Babylone, sono i magazzini Au Bon Marchè (la guida ne parla bene, ma un militare a 100 metri da là non sa dove siano !!!): molto grandi e abbastanza belli, soprattutto il reparto alimentari (neanche da mettere comunque con Harrods), ma prezzi molto alti. A questo punto una nota: nei grandi magazzini Parigini la nostra meta era sempre il reparto Giocattoli (deformazione professionale da buoni genitori) per vedere novità e fare confronti con quelli italiani; abbiamo visto qualche reparto profumeria, qualche reparto di arredo casa, ma il 95% dei nostri interessi era rivolto ai “Jouets”, di tutti i tipi e di tutte le cifre !!! Ci dirgiamo poi a S. Sulpice e visitiamo di passaggio la chiesa e la piazzetta, per poi andare verso il Palais de Luxembourg: non visitiamo l’interno perchè c’è una mostra con annessa mega-colonna in attesa: camminiamo nei giardini, molto belli, e ci andiamo a sedere nelle sedie pubbliche (incredibile come in ogni parco ci siano delle sedie pubbliche per potersi riposare o prendere il sole in tranquillità: non so quanti giorni resisterebbero in Italia; da questo punto di vista un altro pianeta rispetto a noi, anche per la manutenzione dei parchi, ma comunque non al livello di Londra). Mentre ci riposiamo telefoniamo a casa e apprendiamo che Matteo si è ammalato (influenza intestinale) e così Eliana si preoccupa ancora di più: sono comunque in buone mani e quindi cerchiamo di non pensarci. Dopo una sosta ristoratrice ci avviamo sempre “walking” verso il Pantheon, che però non visitiamo internamente (a pagamento e sconsigliato da varie guide) e poi decidiamo di prendere la metropolitana per la Tour Montparnasse. Usciamo proprio sotto la Torre e la vista è impressionante, anche se non particolarmente bella: diamo un occhiatina intorno e poi ci dirigiamo verso l’ascensore gratuito: giunti all’entrata ci accorgiamo che non è + gratuito ma bisogna pagare e visto che eravamo stati già in cima alla torre Eiffel, decidiamo di rinunciare alla salita. Facciamo un rapido giro per il centro Commerciale (+ x scaldarci che x altro) e poi ci avviamo verso la Tour Eiffel x fare la gita serale in battello (l’idea era di cenare in battello, ma i prezzi sono allucinanti). Alle 19 circa parte la gita in contemporanea con l’accensione delle luci della Torre Eiffel: da giugno di quest’anno alla sera ad ogni ora ci sono delle luci ad intermittenza che la fanno scintillare x circa 7-8 minuti; l’effetto è magico e molto romantico. Il giro in battello è molto bello (Bateaux Parisienne), ma fa freddo è quindi stiamo all’interno: purtroppo i vetri non sono molto puliti, e quindi si vede solo su un lato della Senna: ogni tanto esco a fare qualche foto, ma viene buio quasi subito e quindi ci sediamo tranquilli ad ascoltare il commento in italiano. La vista è stupenda ma rende molto di più in estate col caldo sui posti esterni: comunque ne vale la pena, il commento è interessante anche se il tutto è un po’ troppo da giapponesi, con vendita finale di gadgets (non ne ha piazzato nemmeno uno !!!). Al termine ci dirigiamo verso la metropolitana e ritorniamo a mangiare dalla parte opposta di Parigi, vicino ai giardini Luxemborg, dove avevamo visto nel pomeriggio un fast food Quick accogliente: mangiamo con calma in un bel posto (con tanto di area x bimbi) e ci riscaldiamo; da casa arrivano notizie confortanti su Matteo, che ci saluta ed è tranquillo. Verso le 22 ci avviamo verso casa sfiniti, e dobbiamo riattraversare mezza Parigi: rientriamo alle 23 circa e dopo un mini programma per il giorno dopo facciamo sogni d’oro. Sabato 18 siamo svegliati ancora dal sole: Françoise ci offre un caffè prima di partire e ci dà alcune dritte sui negozi della zona; prima tappa la boulangerie all’angolo della strada: facciamo il pieno di brioches e baguette; poi andiamo al mercatino di avenue St. Ouen e compriamo il cibo per la giornata a prezzi buoni e già che ci siamo al supermercato prendiamo qualche giochetto economico ma bello per i bimbi; ritorniamo a casa per depositare la “spesa extra” e ripartiamo in direzione Arc de Triomphe: arriviamo sulla piazza Ch. De Gaulle che sono le 11 quasi: io salgo in cima mentre Eliana mi aspetta sotto (ha le ginocchia scricchiolanti e non ha voglia di farsi i 350 gradini); anche qui c’è una buona parte in restauro (ascensore nuovo ?), proprio l’angolo con vista sulla Tour Eiffel; la visuale è discreta, soprattutto su La Defense e sull’Avenue de Champs Elysèes. Seconda tappa è la passeggiata sull’Avenue de Champs Elysees: ce la facciamo tutta a piedi in mezzo alla gente e ci fermiamo a visitare qualche negozio. Molto bello quello di Peugeot, con accessori di ogni tipo in una show room divisa tra due fiammanti vetture nuove e alcuni modelli d’epoca. Molto bello anche il Disney Store, che già avevamo visitato a Londra,ma qui i prezzi sembrano ancora più alti: nonostante ciò compriamo un orologio per Martina e recuperiamo 2 palloncini di Hallowen per i bimbi. Proseguiamo la nostra camminata lungo il viale fino al Grand Palais, davanti al quale ci fermiamo a pranzare in una panchina con la solita baguette. Dopo una sosta ristoratrice ci avviamo verso il Grand Palais e ci giriamo intorno: entriamo a visitare una mostra che proprio quel giorno ha accesso gratuito (è la giornata della scienza): di per se sarebbe interessante, soprattutto per i piccoli, ma non abbiamo il tempo ed è scritto solo in francese, e quindi diamo un’occhiata all’architettura del palazzo e poi usciamo. Faciamo una capatina al Ponte Alexander III, molto bello con la vista su Les Invalides, e poi passiamo davanti al Petit Palais, ma anche questo è chiuso x restauro. Ci ritroviamo quindi in Place de la Concorde, con il bellissimo obelisco di Luxor e la fontana: la piazza è immensa ed io la paragono a Trafalgar Square, ma Eliana dice che è più grande; il colpo d’occhio è comunque ottimo. Durante la nostra sosta passano tre super limousine con vetri oscurati: chi ci sarà stato dentro ? Andiamo poi a visitare la chiesa de La Madelaine: molto bella la scalinata ricoperta di geranei bianchi e altri fiori. Dietro la chiesa andiamo a vedere le vetrine di Fauchon, il più rinomato negozio di alimentari/dolciumi di Parigi, e rimaniamo allibiti più dal prezzo della mercanzia che dai prodotti: sicuramente sono cose di classe e probabilmente deliziosi, ma pagare un etto di canditi oltre 300 euro mi sembra una esagerazione !!! Eppure siamo testimoni tra l’altro di un distinto signore che esce e sale in macchina con 3 borse piene di spesa. Il negozio è affollato e consente anche qualche assaggino, e così ci mescoliamo ai Vip parigini e assaggiamo una marmellata al malto. Subito dopo ci rechiamo da Hediard (sull’altro lato della strada), conosciuto come “seconda scelta” a più buon mercato, ma a noi i prezzi sembrano comunque molto alti. Dopo 100 metri entriamo in una pasticceria giapponese con dei prodotti incredibili, molto frequentata da turisti connazionali: i dolci sembrano finti e sicuramente saranno deliziosi, ma non mi fanno nessuna voglia. Dopo questa kermesse culinaria, ci rechiamo ai Jardin de Tuileries, molto affollati ma belli e tranquilli, e ci sediamo a prendere gli ultimi raggi di sole: riesco persino ad appisolarmi sulle sedie pubbliche per qualche minuto !!! Attraversati i giardini pasiamo sotto l’Arc du Carrousel e ci dirigiamo verso il Louvre,che però abbiamo scelto di non visitare (così come tutti gli altri musei): il palazzo è immenso e molto bello e mi piacerebbe visitarlo, ma per vederlo bene ci vuole più di una giornata, e quindi rimandiamo la visita ad un prossimo viaggio. Resto un po’ deluso dalla Piramide (mi aspettavo qualcosa di più statuario) mentre il cortile e le ali del palazzo sono eccezionali. Di fronte al Palais Royal troviamo un cappannelo di gente che guarda un gruppo di pattinatori in stile New York su roller che fanno acrobazie (a noi sembravano scarsetti, comunque…). Ci dirigiamo quindi verso l’Opera Garnier, e chiaramente quando ci arriviamo è già chiusa (diavolo, è una delle poche cose che mi hanno consigliato di visitare dentro !): già dalla facciata il palazzo è stupendo, e ci riproponiamo di tornare a vederlo dentro. Mentre ci accingiamo a fare il giro del Palazzo assistiamo ad una scena da film, con i pompieri che con un furgoncino arrivano sparati in mezzo alla gente e quasi travolgono dei passanti sulle striscie pedonali, salvo poi fermarsi di fronte ad un ingorgo ed imboccare la rotonda in contromano, con varie manovre, sirene, accellerate e frenate dinnanzi ad un pubblico esterefatto e al resto dei guidatori in panico. A questo punto una divagazione: il traffico di Parigi è molto più “latino” rispetto a quello di Londra; gli ingorghi sono una norma, clacson, frenate, incidenti tra bus e auto, etc sono una cosa normale. Londra da questo punto di vista è molto più organizzata e precisa: c’è sempre molto traffico, ma è sempre scorrevole. A Parigi però se passi col rosso sulle strisce o attraversi una strada in un punto non segnalato il parigino ti evita o si ferma per farti passare; il londinese se osi passare col rosso o se attraversi dove non dovresti, ti mira e come minimo ti insulta !!! Dopo questo siparietto ci dirigiamo alle Galeries Lafayette, ma è sabato pomeriggio e sono invivibili: facciamo un giro veloce e scappiamo fuori. Ormai è quasi sera e ci dirigiamo verso il Pont Neuf per vedere il Lungosenna: facciamo una camminata tra le bancarelle che vendono libri e arriviamo fino alla fermata Chatelet, dove prendiamo il metro e torniamo a casa a pezzi; facciamo una caminata nella zona di St. Ouen alla ricerca di un locale interessante, ma non c’è nulla che ci attrae e quindi mangiamo al volo in camera. Domenica mattina il cielo è un po’ più grigio ma il sole di tanto in tanto fa capolino: fa comunque molto freddo. La città è assonnata e molta gente dorme dopo un sabato sera di caos (di notte si sentono urla, schiamazzi, frenate, sirene, etc). Passiamo a timbrare il cartellino alla Boulangerie e poi al mercatino di St. Ouen e poi siccome è freddo tentiamo di andarci a bere un thè caldo: entriamo in due locali, ma usciamo immediatamente perché respinti dalla puzza di fumo irrespirabile o dallo sporco incredibile: e qui apriamo una parentesi su Parigi città sporca; lo sapevamo e l’abbiamo constatato con i nostri occhi: la pulizia lascia spesso a desiderare, le strade fuori dai luoghi di culto dei turisti sono lercie; l’usanza è di lavare con la canna e litri e litri di acqua i locali (siano essi ristoranti, pescherie, supermercati, etc) e spingere l’acqua verso le fogne: ogni mattina quando uscivamo di casa dovevamo stare attenti a non bagnarci i piedi ai lati dei marciapiedi dove scorreva un torrentello di acqua e rifiuti provenienti dalla collina di Montmartre e destinato alle famose Egoutes. Torniamo a noi, diretti ora verso l’Ile de la Citè: sbuchiamo sul Pont Neuf e, visto che è aperto straordinariamente (e per pochi eletti, visto che i parigini dormono) andiamo al magazzino Samaritaine, dal cui tetto si gode di un’ottima vista. Arrivati in cima scopriamo che la consumazione al bar è obbligatoria: allora ordiniamo il thè che avevamo cercato prima, ma senza guardare il listino: quando chiedo il prezzo non capisco bene e richiedo: 9€ di due thè, servito al banco !!! Ci siamo cascati come due pollastri !!! Eliana vorrebbe lasciarglieli là, ma ormai ha messo a scaldare l’acqua e così con signorilità (troppa in confronto alla stronzaggine della cameriera) pago e mi godo il mio the caldo da gran signore di fronte alla cupola di Notre Dame. Dopo le foto di rito sulle celebri viste, scendiamo e visitiamo il reparto giochi, bello ma caro. Torniamo quindi ad essere turisti e attraversiamo il Pont Neuf e scendiamo sulla square du Vert-Galant, la punta dell’isola de la Citè: si apprezza di più d’estate all’ombra dei salici, ma è comunque un angolo molto tranquillo. Risaliamo dietro la Conciergerie e ci avviamo verso la Sainte Chapelle: dopo 20 minuti di coda entraimo ma resto deluso: le vetrate sono molto belle, così come la sua particolare architettura, ma è molto rovinata (pavimenti lisi, vetrate sporche, etc). Ci dirigiamo quindi verso la Conciergerie, che con la nostra solita fortuna è chiusa: si può entrare gratuitamente nel salone di ingresso, da cui però non si vede niente, ma il resto è chiuso perché c’è un mercatino di solidarietà con l’Algeria. Usciti andiamo a vedere il famoso mercatino dei fiori e degli animali domestici di fronte al palazzo di Giustizia; è molto interessante e bello, con delle bancarelli/negozi molto particolari ed affascinanti; troviamo il tempo per comprare un maialino per la nostra collezione e un cagnolino per Matteo. Dopo questo angolo tipicamente parigino, andiamo a Notre Dame (è quasi mezzogiorno) e visitiamo prima l’interno: a dire il vero me la aspettavo più imponente, invece non è neanche da paragonare a San Pietro,e quasi quasi Loreto non ha nulla da invidiare. In più un lato era in restauro ( Quasi tutti i monumenti più importanti di Parigi hanno impalcature e lavori in corso !!!) e così la foto della facciata non è venuta un granchè. Ci siamo messi poi in fila per l’ascesa alle torri (a piedi) ed abbiamo aspettato quasi un’ora al freddo: nel frattempo, finchè Eliana teneva il posto io sono andato al bancomat e a vedere il tesoro di Notre Dame. La salita alle Torri mi ha deluso, in quanto al di là della vista sulla zona circostante (limitata) e la visita alla campana famosa, non si vede niente e l’ascesa è lungo una scala completamente “buia” (vuoi mettere con la vista dalla cupola di san Pietro, anche sull’interno). Scesi dalle Torri siamo andati a mangiare e la nostra scelta è ricaduta su Pomme de Paine: abbiamo mangiato così e così in un locale piccolo, ma comunque ci siamo riposati e soprattutto scaldati. Prima di entrare siamo stati colti da uno strano fruscio,e appena girati abbiamo visto sfilare migliaia di pattinatori su roller che sfilavano per Parigi, controllati e guidati da poliziotti anche loro sui roller(è una moda e si trova dappertutto gente sui roller, anche in mezzo al traffico impazzito). Dopo la pausa ci dirigiamo nel Marais e visitiamo dapprima place de la Bastille con la colonna e l’Opera Bastille: di fronte c’è una festa dei pescatori locali che decantano le ostriche con stand, filmati, etc. Camminiamo per le bellisime vie dello shopping e andiamo ad ammirare Place des Vosges, molto bella e tranquilla, anche se il parco, essendo domenica pomeriggio, è pieno di bimbi che giocano e urlano. Poi andiamo a vedere alcuni negozi con merci eccezionali (complementi d’arredo orientali e africani molto belli) e ci dirigiamo verso la metropolitana (con visita veloce alla chiesa di Saint Paul). Scendiamo a Les Halles e ci vuole qualche minuto per orientarci tra vetrine, gente di tutti i tipi, polizia, etc. Purtroppo i negozi sono quasi tutti chiusi perché è domenica, ma in alcuni riusciamo a vedere delle cose molto particolari. La zona di Les Halles non ci piace (molta brutta gente, molto sporca, molta polizia che controlla i tipi strani) e così ci avviamo verso la chiesa di Saint Eustache, dove riusciamo ad ascolatre il finale di un concerto d’organo. Fuori ammiriamo le gigantesche sculture della testa e della mano. Poi, ripassando per Les Halles ci dirigiamo verso il Centro Pompidou: per strada troviamo un negozio di arredamento e componenti d’arredo eccezionale, con tutta roba molto colorata e molto strana che sembra proprio fatta per noi; purtroppo bisogna guardare ma non toccare. Visitiamo il negozio Soho che mi resta impresso per le bellissime porcherie che vende (a prezzi accettabili): un maiale che vola in tondo da attaccare al soffitto, pastasciutta a forma di c…O, caramelle gelè della stessa forma, etc: molto fuori !!! Al Centro Pompidou restiamo delusi, in quanto è praticamente tutto a pagamento ed è tardi (è già buio) e quindi ci riposiamo un po’ al caldo e poi usciamo; molto belle le prese d’aria sulla piazza a forma di ciminiera di nave; sulla piazza all’esterno ci sono degli artisti di strada che improvvisano un concerto. Andiamo verso la metropolitana e per strada dei francesi chiedono indicazioni a noi (è una costante, in qualsiasi parte del mondo andiamo, chiedono sempre a noi, si vede che ispiriamo fiducia: a Londra coi londinesi e gli italiani, a parigi coi francesi). Ci fermiano su un supermercatino ancora aperto che io definisco poi “No Price”, in quanto non c’è neanche un prezzo esposto, ma non ci fidiamo a comprare niente. Ci dirigiamo in metro a St. Germain nel quartiere latino, ma la chiesa è inaccessibile perché c’è una (apparentemente importante) funzione religiosa ed è piena di gente: camminiamo un po’ nel quartiere universitario e poi attraversiamo la Senna sul Pont des Arts e rientriamo a casa in metro. Lunedì mattina il sole va e viene e fa molto freddo: solite tappe alla Boulangerie e al supermercato e poi via in direzione Vincennes. Arriviamo al Chateau de Vincennes, che con la nostra fortuna è in restauro e non si può visitare internamente, ma solo da fuori; facciamo un rapido giro esterno e ci dirigiamo verso il Parc Floral: all’apparenza dovrebbe essere bello, ma è a pagamento e col freddo che fa rinunciamo e ci dirigiamo, attraversando il Bois de Vincennes (in parte tenuto bene ed in parte lasciato incolto), alla meta principale della giornata: il Parco Zoologico (in ogni città che visitiamo, una delle mete principali per noi amanti degli animali e della natura, è lo zoo). Lo visitiamo in lungo ed in largo nonostante il freddo: è bello ma anche qui molte aree sono in ristrutturazione: in più essendo molto freddo alcuni animali sono stati portati dentro e non sono visibili, mentre altri se ne stanno rintanati nelle gabbie o casette e si vedono solo in lontananza; ci sono comunque dei magnifici esemplari, a partire dalle giraffe (che sono riuscito a toccare per la prima volta) e dagli okapi, per arrivare al rinoceronte, agli elefanti, ai macachi e ai babbuini, i kudu, gli orici, lo splendido orso polare e gli orsi bruni: insomma, molto bello ed interessante, con una collina artificiale in roccia alta 80 metri su cui i mufloni si arrampicano liberamente; è uno dei primi zoo che ha abolito le gabbie per creare uno spazio più reale e vivibile agli animali. Usciti dallo zoo alle 14.30 abbondanti, passiamo di fronte al bel Museo delle Arti Africane e dell’Oceania dove c’è una mostra sulla Cina che sembra interessante, ma non abbiamo tempo, e ci dirigiamo subito verso il McDonald per scaldarci e mangiare qualcosa: il locale è tranquillo e ci rilassiamo (succede solo da McDonald !!!). Tappa successiva è l’Opera Garnier: atrraversiamo quindi la città e andiamo a visitarla dentro; l’interno è stupendo e lussuoso, e io resto affascinato: purtroppo con la nostra solita fortuna arriviamo in un momento in cui ci sono delle prove e non è consentito l’ingresso all’auditorio, ma ne vale comunque la pena. Da qui ci spostiamo dalla parte opposta della città e andiamo a La Defense: usciamo dal metro e ci ritroviamo in una città del futuro tra i grattacieli; stupendo, a me piace molto, ad Eliana un po’ meno. Per prima cosa saliamo in cima al Grande Arco (il doppio esatto dell Arco di Trionfo con il quale è esattamente in linea): Eliana è un po’ riluttante ma alla fine mi segue; il panorama lontano non è un granchè in quanto è nuvoloso e c’è molta foschia, ma la vista su La Defense è ottima; l’arco di per se mi è parso un po’ tenuto male e un po’ “vuoto”, almeno nella parte alta turistica (il resto sono tutti uffici). Scesi dall’Arco (con un ascensore in vetro che ti fa sembrare in volo) facciamo una camminata sull’Esplanade de La Defense e vediamo i vari monumenti, ma il freddo è pungente e ci dirigiamo verso il centro commerciale Les 4 Temps: è gigantesco, ma non al livello dei Grandi magazzini come qualità, ma almeno qui si può comprare qualcosa senza fare un mutuo. Visitiamo tutti i negozi di Giocattoli (!!!) e facciamo anche spese (anche se dobbiamo cercare di placare l’entusiasmo e di mantenere la testa sulle spalle: ottima comunque la maialina in versione Moulin Rouge mezza nuda acquistata a soli 3 uro): abbiamo visto in anteprima cosa offre il mercato ed ora siamo pronti per scrivere la letterina a Babbo Natale. Ci fermiamo a prendere un profumo per la “nonna” da Sephorà, i cui commessi ci sembrano belli da vedere, ma abbastanza “vuoti” in testa. Usciamo che è buio, e la vista sui palazzi illuminati è magnifica. Ci dirigiamo al Quartiere Latino e dopo aver preso un panino al volo, ci mordiamo le mani camminando nelle vie tipiche piene di locali a buon prezzo, con i titolari che rompono i piatti in strada per attirare la gente: ogni ristorante ti fa venire l’acquolina in bocca, ma ormai siamo a posto e sarà per il prossimo viaggio. Facciamo una bellissima passeggiata sul quartiere Latino e poi ci dirigiamo verso Notre Dame per vederla da dietro (nella fretta il giorno prima ci eravamo dimenticati) e per passare sul Pont de St. Louis. Facciamo due passi sull’Ile de Saint Luois e riattraversiamo la Senna verso il Marais: passiamo per il quartiere ebraico e poi rientriamo a casa: ci aspetta Hervè col quale facciamo una chiacchierata e le foto di rito. Martedì 21 è l’ultimo giorno: prepariamo i bagagli e poi usciamo per la nostra ultima giornata; è freddo ed ogni tanto fa qualche goccia di pioggia. Dopo la sosta alla Boulangerie, ci dirigiamo al Parc de La Villette ed alla Città della Scienza: facciamo un giro del palazzo e del parco davanti, con vista sul Geode e sullo scivolo a forma di drago. Andiamo poi a visitare l’acquario (gratuito) e il sottomarino Argonaute (per par condicio: a Londra abbiamo visitato l’incrociatore HMS Belfast, a Parigi il sottomarino Argonaute), molto interessante. Diamo poi una sguardo alla bellissima area per i bambini (sicura metà per un nostro futuro viaggio coi bimbi) e andiamo all’area shopping dove troviamo il tempo per acquistare una bellissima carta geografica per bambini (e così giriamo con il rotolo sotto il bracio per tutto il giorno). Seconda tappa è Montmartre. Con la salita al Sacro Cuore: la giornata non è delle più adatte, ma comunque la vista e l’ascesa sono migliori rispetto a quelle di Notre Dame (comunque mi aspettavo di più anche al sacro Cuore). Scendiamo con la funicolare (che si arresta a metà tragitto e ci fa perdere tempo) e mangiamo un panino nella piazzetta sotto di fianco alla giostra. Dopo una piccola spesa in un supermercato passiamo per il Pigalle in direzione Museo d’Orsay: ci passiamo davanti ma siamo stanchi psicologicamente e non abbiano voglia di entrarci. Decidiamo di andare a vedere i Passages, ma restiamo delusi dalla zona (tenuta male),e così dopo una camminata in rue st Denis nella zona porno (molto meno sicuro qui di giorno che al Pigalle di notte: infatti ronde di polizia in continuazione) ci dirigiamo ai Magazzini Printemps (per scaldarci e vedere, indovinate un po’, il reparto giochi). Giriamo alcuni reparti, ma i prezzi sono folli. Sono quasi le 17 e così torniamo a prendere le valigie ( ce le ha custodite Hervè all’ufficio postale dove lavora). Ci salutiamo e ci dirigiamo verso Port Maillot, dove ad attenderci dovrebbe esserci il bus della Ryanair. Troviamo quasi subito il parcheggio, e siamo pronti alle 18.15 circa, ma il nostro bus è previsto per le 19.25 (lo sapevo ma speravo di trovarne uno prima). Aspettiamo davanti al bus del volo per Stoccolma in attesa di vedere se ci sono posti liberi, e alla fine ci fa salire, così partiamo con un’ora d’anticipo per l’aeroporto. Il viaggio in bus si divide in due parti: la prima nel traffico caotico di Parigi, la seconda nel buio desolato della campagna dell’Oise. Arriviamo in aeroporto a Beauvais alle 20.50 circa ed abbiamo tutto il tempo per farci consapevolmente spennare per l’ultima volta al bar. Alle 21.15 facciamo il check-in e ci mettiamo in tranquilla attesa: mezz’ora prima del volo saltano le luci e tra gli italiani si aggira il fantasma del black out; dopo qualche minuto al buio tutto torna alla normalità e alle 22.15 circa ci imbarchiamo puntuali: il volo di ritorno è tranquillo (se si ecettuano alcuni francesi o scozzesi, non sono riuscito a capire la nazionalità, probabilmente hooligans in discesa a Milano per qualche partita di calcio, che ogni tanto urlano e fanno casino tra di loro) e alle 23.45 atterriamo a Bergamo. Dopo aver pagato il parcheggio (mi è costato quasi come il volo x due persone) recupero la macchina e ci dirigiamo verso la tranquilla routine di casa: per fortuna non c’è nebbia né ci sono pattuglie, e così alle 2 siamo a casa. Ci infiliamo nel letto con i nostri bimbi e ci godiamo la nostra tranquilla vita di provinciali…
…Cosa dire alla fine: è sempre bello viaggiare e tutte le città hanno i loro lati positivi e quelli negativi; definire Parigi con un aggettivo sarebbe molto riduttivo: bisogna provarla e viverla; “GRANDIOSA” potrebbe essere appropriato (ma il meglio di sè lo dà nei piccoli borghi dove si vive ancora come nella bella epoque): gli spazi sono incredibili, soprattutto per noi italiani abituati a vivere nello stretto; sicuramente è più latina rispetto a Londra, (mentre Londra è molto più fredda e frenetica, ma più “svizzera”); rispetto a Londra è molto più romantica, mentre Londra è più moderna e più essenziale. Consiglio di salire in cima alla Tour Eiffel: ne vale sicuramente la pena; molto bella da vedere anche l’Operà, molto sfarzosa; molto romantiche le passeggiate, soprattutto serali, nel quartiere di Montmartre, nel quartiere Latino, nel Marais, così come la gita in battello. Molto caratteristico (soprattutto per gli amanti della natura) il mercato dei fiori e degli animali domestici nell’Ile de la Citè. Assolutamente da vedere La Defense e La città della Scienza: consiglio poi per gli amanti degli animalI una veloce visita allo Zoo nel Bois de Vincennes.
Ed infine alcune note pratiche per chi dovesse organizzare un viaggio a Parigi: Consigliatissima Ryanair per il volo (tariffe ottime, organizzazione buona) Molto conveniente se si decide di girare molto in metro la Paris Visite, mentre per la Museum Card vale la pena solo se si vuole visitarne almeno 3 più vari monumenti (il vantaggio e che spesso si evitano le code) Alcuni siti interessanti per organizzare il viaggio: paris.Fr; parisvelosympa.Com;ratp.Fr; raileurope.It; pidf.Com; monuments-france.Fr; louvre.Fr; intermusees.Com; galerieslafayette.Com; paris-touristoffice.Com; tourmontparnasse56.Com; paris-ile-de-france.Com; cityrama.Com; mondialoca.Net; printemps.Fr; bateauxparisiens.Com; invalides.Org; parisbandb.Com, ma chiunque puù trovare facilmente tutto su Internet A disposizione (gratuita) per eventuali consigli/notizie/aiuti: luca@cchq.Com (info anche su Sudafrica – Londra – Riviera del Conero)