Dal Caribe alla Ruta Puuc

Ciao a tutti; quello che vi apprestate a leggere è un breve racconto del nostro viaggio di nozze. Io mi chiamo Mauro, mia moglie Nadia e siamo della provincia di Milano. Siamo partiti da Malpensa il 1 agosto 2003 con volo di linea Continental e abbiamo raggiunto Cancun via Newark in circa 12 ore di volo + tempi tecnici per la...
Scritto da: Mauro Cerina
dal caribe alla ruta puuc
Partenza il: 01/08/2003
Ritorno il: 17/08/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
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Ciao a tutti; quello che vi apprestate a leggere è un breve racconto del nostro viaggio di nozze. Io mi chiamo Mauro, mia moglie Nadia e siamo della provincia di Milano.

Siamo partiti da Malpensa il 1 agosto 2003 con volo di linea Continental e abbiamo raggiunto Cancun via Newark in circa 12 ore di volo + tempi tecnici per la coincidenza.

Sbrigate le formalità per i visti, all’uscita dall’aeroporto siamo stati accolti da una ragazza che ci ha proposto il trasporto in hotel con il taxi collettivo(150 pesos per tutti e due).

Dopo aver trascorso la prima notte all’hotel Plaza Caribe (proprio di fronte al terminal dei bus), ci siamo trasferiti al residence dove avevamo prenotato. Il residence si trova sulla penisola Pok ta Pok, vicino alla zona hotelera; molto bello, pulito, con una bellissima vista su Cancun e con un personale molto amichevole, ma un pò lontano dal mare, per cui ci siamo sempre mossi con i mezzi pubblici o taxi (dopo tre tentativi a vuoto di affittare un’automobile, al sottoscritto è subito scappata la pazienza).

A proposito di taxi, dovrete affrontare le tariffe più stravaganti inventate sul momento: dopo la prima fregatura abbiamo chiesto il tariffario al nostro residence (tutti i residence dovrebbero averla: è una cartina di Cancun con riportate le tratte e le relative tariffe).

Prima di tutto due parole sulle spiagge di Cancun: le spiagge sono molto belle ma sono di proprietà dei residence e degli hotel. Potete accedervi senza problemi ma dovrete passare dai pochi percorsi segnalati dal cartello “ACCESO a PLAYA”. Una volta in spiaggia potete farvi gli affari vostri oppure, pagando potrete usufruire dei servizi dei residence e alberghi (tipo ombrellone e bar). In alternativa potrete fare affidamento sui soliti messicani che sbucano sempre, pronti ad affittarvi l’ombrellone: ovviamente la prima offerta sarà stratosferica e voi dovrete contrattare.

La nostra prima visita è stata all’Isla Mujeres. L’abbiamo raggiunta con 40 min. Di navigazione da Puerto Juarez, il più degradato dei porti di Cancun, frequentato solo da indios e contadini e da pochissimi turisti; mentre più frequentati sono gli scali della zona hotelera.

Le maggiori attrattive dell’isola sono la punta sud dove si gode un bel panorama di Cancun in lontananza e un mare placido e di un azzurro turchese e cristallino mai visto prima. Ma soprattutto caratteristica è la cittadina, costituita da casette basse e dipinte con colori vivaci, con stradine strette su cui si affacciano negozi e botteghe di artigiani.

Se volete farvi una nuotata, la più indicata e la playa northe, una bella spiaggia bianca ombreggiata da palme, con un bel mare che però nelle ore pomeridiane, quando si affolla di bagnanti si intorbidisce.

Abbiamo visitato poi l’ecoparco di Xcaret; a nostro avviso troppo pubblicizzato per essere un mega-zoo con animali esotici nei recinti. Suggestiva è invece l’esibizione dei “voladores de papantla” che si tiene alle ore 13.30 circa, e la torre panoramica girevole (gratuita) da cui si ha una bellissima vista sulla foresta tropicale e sul mare dei Caraibi.

Le principali città coloniali sono Mérida e Valladolid. Noi le abbiamo visitate tutte e due. Sono entrambe molto belle, con costruzioni basse e variopinte stile Zorro ma sono l’una la fotocopia dell’altra, salvo il fatto che Mérida l’ho trovata molto più caotica. Le principali attrattive per tutte e due le città sono intorno allo Zocalo (la piazza principale) che come vogliono la tradizione messicana e il clima tropicale sono attrezzate con belle panchine in ferro battuto, lavorato con motivi floreali, all’ombra di alberi. Non mi dilungo sugli edifici da visitare perchè ci sono fior di guide molto esaustive.

Se visitate Valladolid, mi permetto di consigliarvi una visita al Cenote Dzitnup (si raggiunge con il taxi da piazza Francisco Canton Rosado) una cavità sotterranea invasa da acqua dolce con formazioni di stalattiti e stalagmiti e con la volta popolata da pippistrelli. La cosa che lascia a bocca aperta e il fascio di luce che entra da un foro naturale della volta, che proietta un disco luminoso sullo specchio d’acqua e di riflesso sulla volta della grotta. Ci sono anche bambini di 5-6 anni che si tuffano in acqua da altezze vertiginose e che poi vengono a chiederti un compenso per la loro esibizione.

Tra i siti archeologici, abbiamo visitato Chichen-Itzà, Tulum e Uxmal.

Di Chichen non voglio raccontarvi nulla per non togliervi il piacere della scoperta: vi basti sapere che l’emozione della salita sul Castillo vale da sola il prezzo dell’ingresso.

A proposito di biglietto: su alcune guide si legge che l’ingresso alla domenica è gratuito. In realtà è gratuito solo per gli abitanti locali, mentre i turisti l’ingresso lo pagano, e se avete con voi la videocamera dovrete pagare un incremento.

Tulum impressiona meno per l’imponenza degli edifici Maya, ma è stupendo l’accostamento tra l’archeologia, la natura e il mare. Il Castillo (si chiama così anche qui a Tulum) immerso nella vegetazione tropicale e a picco sull’azzurro mare dei Caraibi vi darà degli spunti per le vostre fotografie.

Uxmal è un sito maya sulle colline Puuc, ad un’ora di autobus da Mérida (autostazione vecchia). Purtroppo, quando abbiamo visitato noi il sito la Piramide dell’Indovino era chiusa per restauri, ma personalmente sono rimasto soddisfatto. Occhio ai serpenti e alle zanzare che su queste colline umide ci sono e procurano delle punture piuttosto dolorose. Una volta conclusa la visita, per il ritorno a Mèrida ci siamo affidati a uno dei soliti taxi collettivi che ci ha raccolti mentre ci eravamo addormentati sul ciglio della strada (in compagnia di un gruppetto di francesi) in attesa di un autobus di linea che non arrivava mai.

Come avrete dedotto, ci siamo sempre mossi utilizzando mezzi di linea. Il servizio è abbastanza capillare. Potete utilizzare autobus di prima classe o di seconda classe.

Vi consiglio di preferire mezzi di prima classe perchè sono molto più veloci. Gli autobus di seconda classe sono tutto sommato confortevoli quanto quelli di prima classe ma percorrono itinerari che passano per tutti i villaggi di baracche di lamiera e paglia, per cui i tempi di percorrenza raddoppiano. Qualche volta comunque siamo stati costretti a ricorrere alla seconda classe perchè avevamo perso quella di prima classe, ma perlomeno possiamo dire di aver visto quello che ritengo rappresenti il 99% del Messico; baracche di paglia e povertà estrema.

Sperando che possiate trovare qualche spunto interessante, Vi auguro buon viaggio in Mexico!



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