Da Amburgo a Francoforte: 10 gg. Con i Teutoni

Avevo già visitato un pezzo di Germania (Berlino, Dresda e Monaco) nel 1999 e mi era rimasto in animo di vederne un altro po’; alla fine di luglio 2003, dopo molti tentennamenti sulla meta (praticamente l’Europa l’ho “macinata” quasi tutta, tranne pochissime eccezioni) e dopo aver dato un’occhiata alla disponibilità monetaria, ho...
Scritto da: Antonio C.
da amburgo a francoforte: 10 gg. con i teutoni
Partenza il: 11/08/2003
Ritorno il: 21/08/2003
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
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Avevo già visitato un pezzo di Germania (Berlino, Dresda e Monaco) nel 1999 e mi era rimasto in animo di vederne un altro po’; alla fine di luglio 2003, dopo molti tentennamenti sulla meta (praticamente l’Europa l’ho “macinata” quasi tutta, tranne pochissime eccezioni) e dopo aver dato un’occhiata alla disponibilità monetaria, ho preso la decisione di “godere” ancora una volta delle bellezze(!) teutoniche.

Detto fatto, nel giro di mezza giornata (a fine luglio 2003), navigando su Internet ho prenotato aereo e alberghi e… sono partito.

AMBURGO E’ la prima tappa sul suolo tedesco; i collegamenti tra l’aeroporto e la città sono molteplici; scartati i taxi (in Germania sono quasi tutti di grossa cilindrata quindi danno l’impressione di non essere… particolarmente a buon mercato) opto per un pullmann di una linea semiprivata che, per la modica cifra di € 4,50, dopo mezz’ora di tragitto, mi scarica alla stazione ferroviaria principale, proprio davanti all’albergo che avevo prenotato.

La scelta dell’albergo, nelle città che ho visitato, è stata dettata da: – vicinanza al centro – vicinanza alla stazione ferroviaria – costo contenuto (mediamente, per una singola con prima colazione, peraltro sempre ottima e abbondante, ho sborsato 65€ a notte) Dopo una notte di buon sonno parto all’”attacco” di Amburgo.

La città si trova alla foce dell’Elba ed è attraversata da molti canali e canaletti che, con un sistema di chiuse, permettono di visitare la città… dall’acqua; per questo decido di provare la proposta di una delle varie compagnie di navigazione: gita di 2 ore in battello per le vie… d’acqua di Amburgo, con partenza e ritorno all’approdo sul lago Alster che si trova dentro Amburgo non distante dalla stazione dei treni.

Questo lago è, in realtà, diviso in due da un ponte ferroviario ed uno stradale che corrono paralleli; sul lago più grande ci si fanno anche delle regate veliche molto caratteristiche.

La temperatura esterna è abbastanza gradevole, intorno ai 30°C (solo pochi giorni prima aveva superato “allegramente” i 35°C, mi hanno riferito gli indigeni), l’umidità è minima per cui penso che la gita sarà confortevole ma… …I posti sul battello sono al chiuso, con grandi vetrate laterali per ammirare il panorama, e le due aperture sul tetto non sono sufficienti a far entrare abbastanza aria (non ci sono condizionatori e l’unico ventilatore è stato già “predato” dal timoniere-comandante) per cui, all’interno, l’aria è calda e afosa al punto giusto per… far acquistare bevande fredde dal personale del battello che, ovviamente, le vende ad un prezzo opportunamente… maggiorato rispetto a terra.

A parte questo “piccolo” inconveniente, il giro è molto interessante e caratteristico; intanto il battello per muoversi nei canali deve superare varie chiuse fino ad arrivare ad un ramo dell’Elba; da lì si fa un interessante giro di una parte del porto che ancora mantiene operative una serie di costruzioni in mattoncini rossi dove si trovano gli uffici delle compagnie che lavorano nel porto; questi uffici sono divisi in blocchi individuati dalle lettere dell’alfabeto inglese e proseguono lungo la riva del fiume per qualche chilometro.

Sembra quasi di muoversi per Venezia, tranne per il fatto che non si vedono… gondole! (E manca pure il campanile di S.Marco) Altro elemento caratteristico di Amburgo è il Rathaus (Municipio), del quale consiglio la visita all’interno; per chi apprezza l’architettura gotica troverà ampia soddisfazione nella visita delle chiese, di religione protestante, e, stranamente, ben luminose (di solito le chiese gotiche “classiche” sono piuttosto buie poiché il criterio di costruzione prevedeva un ambiente molto raccolto).

Amburgo, e in buona parte altre città tedesche (almeno quelle che ho visitato), è il paradiso dei… ragni! Mentre si passeggia per le sue strade, se si osservano i lampioni, le strutture di sostegno dei ponti, i corrimano esterni degli ingressi alla metropolitana, in una parola quegli oggetti su cui per molto tempo non ci si mette… mano, si vedranno svolazzanti ragnatele con proprietario che “abbelliscono” il paesaggio circostante. Eppure le strade sono abbastanza pulite per cui non si capisce come mai, passando di ramazza, non si riesca a tirar via le suddette ragnatele.

I tedeschi sono molto attenti alla raccolta differenziata dei rifiuti; quasi sempre si trovano recipienti destinati a contenere i diversi tipi di rifiuti; e se questi mancano quando se ne ha bisogno? Qui scatta l’inventiva teutonica: mi trovavo a passeggiare nel fresco imbrunire della città con poca gente in giro, quando vengo superato da un tizio in bicicletta (la bicicletta è un’ottima alternativa all’autobus e alla macchina privata in quasi tutte le città tedesche); per puro caso noto che ha in mano un gelato-cornetto. Di lì a poco, fatta una curva, me lo ritrovo davanti mentre, appoggiata la bicicletta al muro vicino ad altre, sta scartando il gelato di cui sopra pregustandone il fresco sapore; già ma dove gettare la carta? Intorno a lui non si vedono cestini, di buttarla per terra neanche a parlarne, che fare? Ma è semplice!!! Si “getta” nel cestino porta-oggetti della… bicicletta vicina, che diamine!!! La precisione teutonica si riflette anche sui trasporti pubblici; treni, autobus e tram sono di una puntualità… svizzera; per esempio, le fermate dei tram sono provviste di apposito pannello luminoso che indica, per ogni linea, quanto manca all’arrivo delle prossime vetture; esperimenti del genere, in Italia, avrebbero scarso successo: per la legge sulle probabilità sarebbe più facile azzeccare un “sei” al superenalotto.

LUBECCA Da Amburgo, con quaranta minuti di treno, si raggiunge Lubecca dove la percentuale di italiani per metro quadrato improvvisamente si decuplica, se non di più, in prossimità degli shopping-center.

Anche il Rathaus di Lubecca vale la pena di essere visitato, nonché le varie chiese, soprattutto il duomo, sempre in stile gotico e di religione protestante.

Vicino al Rathaus si tiene un variopinto e, ovviamente, ordinato mercato ortofrutticolo con prezzi mediamente in linea con quelli italiani (solo alla stazione di Colonia ho visto le banane a 2,99€ al Kg); un po’ fuori dal centro (peraltro meno esteso che ad Amburgo) si trova anche qualche supermercato, cosa che ad Amburgo è già più difficile da reperire.

Muoversi nelle città tedesche con l’auto privata risulta particolarmente… costoso; NON esiste parcheggio libero; anche nella periferia più estrema il parcheggio è soltanto a pagamento (con agevolazioni, si fa per dire, per i residenti) e costa 2€ all’ora minimo; forse è per questo che in Germania si trova sempre un posto per parcheggiare, anche in pieno centro e la sosta in seconda fila non è nemmeno presa in considerazione (anche perché la relativa multa è parecchio salata).

I tavolini dei locali simili ai nostri bar sono sempre pieni di gente che tracanna birra a tutte le ore; talvolta, a metà pomeriggio, si trovano tavolate di gentili signore e signorine intente ad assaporare… tè, cappuccini e simili con contorno di gigantesche fette di torta di tutti i tipi.

COLONIA Lascio il nord della Germania e “scendo” verso il centro; in treno raggiungo Colonia.

Anche qui l’albergo prenotato non era molto distante dalla stazione principale dei treni; sbrigate le solite formalità di registrazione, salgo in camera e, una volta entrato, mi immergo in quella che potrebbe essere definita una… sauna.

L’esposizione della camera verso il sole per quasi tutto il giorno e la finestra aperta hanno fatto salire la temperatura interna a valori da… centro storico di Roma alle due di un pomeriggio agostano. In questa occasione scopro che gli alberghi teutonici (esclusi, forse, quelli a cinque stelle) non sono provvisti di aria condizionata (e perché mai avrebbero dovuto mettercela se fino alla scorsa estate [2002] le temperature esterne erano più umane).

Passata la notte in qualche modo (la finestra aperta a poco è servita), al mattino pongo la questione alla gentile ragazza della reception che prontamente mi dice che avrebbero provveduto a darmi un’altra camera (ovviamente più fresca, ho pensato io); e così è stato perché al mio rientro, la sera, ho avuto la gradita sopresa di trovarmi in una… doppia, più fresca e, soprattutto, senza variazioni di prezzo (e da solo).

L’ambiente del centro di Colonia è molto particolare; il punto catalizzatore è il Duomo (religione cattolica) gotico, enorme (forse troppo), in perenne restauro (questa dei restauri l’ho vista in quasi tutte le grandi chiese delle città visitate, quindi deve rappresentare un discreto affare; d’altra parte la grandezza fisica di questi edifici e la loro antichità, anche 700-800 anni d’età, fanno sì che, rimessi a posto da una parte, vanno riaggiustati da un’altra quasi senza soluzione di continuità), e circondato da… un’aria alternativa; infatti sui gradini delle sue scale stazionano e transitano personaggi bizzarri, barboni (visti parecchi un po’ dappertutto), giovani “alternativi”, ovviamente turisti, ed una variopinta umanità di volti e suoni che rende tutto l’ambiente “effervescente”, giorno e notte; senza dimenticare le frotte di ragazzini con skate-board al seguito che, oltre a rischiare il loro osso del collo, rappresentano un pericolo anche per chi ha la sventura di trovarsi sulla loro… linea del fuoco.

Ma Colonia non è soltanto il Duomo; vi sono molte altre chiese in cui si trovano dei “pezzi” molto belli e interessanti come il coro della chiesa di S.Severino o l’altare di S.Pantaleo o S.Martino il Grande.

Sulla riva del Reno c’è una piazzetta ricostruita nello stile originario; gli abitanti di Colonia e i turisti vengono sulla riva del fiume a passeggiare e poi si fermano nei pub di questa piazzetta o più dentro in quelli dell’Alter Markt o del Neu Markt sempre a tracannare birra, sorseggiare caffè e cappuccini, mangiare a tutte le ore (wurstel e patate in particolare o dolci se si è a metà pomeriggio) e a chiacchierare.

AQUISGRANA Da Colonia con un’ora di treno si arriva ad Aachen (Aquisgrana); vale la pena di visitare il Rathaus e il duomo con il tesoro di Carlo Magno che, tra l’altro, racchiude una serie di… reliquie “fisiche” (dicesi “ossa”) dello stesso Carlo: ho scoperto, per l’appunto, che è stato anche beatificato.

Il duomo è, in realtà, la cappella privata che Carlo Magno aveva fatto costruire quando si era trasferito qui ed aveva deciso che Aachen sarebbe stata la capitale del suo impero; successive modifiche hanno fatto diventare l’originaria cappella l’attuale duomo.

MAGONZA In una mattina di tempo brutto ma fresco (per fortuna) sono alla stazione di Colonia per prendere il treno per trasferirmi a Magonza, che si trova ad una quarantina di chilometri da Francoforte; il treno mi porterà prima a Coblenza e, da qui, un altro mi condurrà alla meta.

L’attesa a Colonia sarà di circa tre quarti d’ora; mentre aspetto guardo la movimentata (e stranamente(?!) ordinata) massa di persone che si aggira sui marciapiedi della stazione.

I treni arrivano in continuazione, puntuali, tranne quello atteso da Mosca via Varsavia che giunge con un’ora e un quarto di ritardo; la gente che scende è tipicamente dell’est; una ragazza con lo zaino in spalla, appena mette piede a terra è subito “artigliata” da un ragazzo che, abbracciandola, le dà un bel fascio di rose rosse e le schiocca un bacio; insieme “volteggiano” verso l’uscita.

Infine ecco il mio treno; un’ora dopo sono nella stazione di Coblenza e salgo su quello che mi porterà a Magonza.

L’indecisione dei tedeschi.

Avevo sempre pensato che i teutonici fossero persone dalle decisioni rapide tuttavia, come in tutte le cose, esistono le eccezioni.

Mentre aspetto la partenza del treno da Coblenza, al piano di sotto di un vagone a due piani, sale un signore di una certa età; si muove senza fretta, occhieggiando di qua e di là sui sedili praticamente vuoti (eravamo presenti io ed un altro paio di persone in tutto) vagliando i pro e i contro di ogni singolo posto. Dopo aver misurato il vagone nella sua lunghezza per un paio di volte, opta (finalmente!) per un posto; tuttavia tentenna ancora, mostra una certa ritrosia a sedersi, non trova pace! Quindi, riparte in esplorazione, stavolta coinvolgendo anche il piano superiore; per qualche minuto scompare, e penso già che avrà trovato il posto giusto quando… ricompare sulla scaletta in fondo al vagone! Di nuovo riscruta ogni singolo posto, soppesando ancora pro e contro e infine prende la storica decisione: vagone praticamente vuoto ergo si siede vicino a me! Chissà, forse ispiro fiducia… Il treno avanza costeggiando il Reno che mostra bei paesaggi su entrambe le rive e dopo un’altra ora di viaggio arriva a Magonza; è il primo pomeriggio, trovo subito l’albergo, mi sistemo e dopo una mezz’ora parto per cominciare l’esplorazione della città.

Il centro è molto particolare; su tutti svetta il duomo che, secondo me, è più bello di quello di Colonia; la piazza su cui si affaccia è circondata da edifici in stile ottocentesco e ogni mattina vi si svolge un variopinto, animato e… ordinato(!) mercato ortofrutticolo; lì vicino c’è il museo della stampa intitolato (ovviamente) a Gutemberg che qui è nato; del contenuto del museo da segnalare alcune macchine per la stampa, tra cui quella ideata dallo stesso Gutemberg, altre più recenti, la Bibbia da lui stampata e detta delle 42 righe e un divertente filmato a pupazzi animati sulla sua vita.

Il fiume Reno su cui si affaccia Magonza non è vissuto dagli abitanti allo stesso modo di come fanno a Colonia; peraltro esiste soltanto un tratto di poche centinaia di metri dove è possibile passeggiare o sostare su qualche panchina.

Delle altre chiese di Magonza da segnalare S.Stefano dove si possono ammirare delle alte vetrate disegnate da Chagall, S.Peter l’unica in stile barocco, peraltro molto bella e S.Ignaz; qui, mentre stavo osservando la bellezza dell’altare sento un rumore provenire dalla volta interna (nella chiesa ero presente solo io ed il silenzio era assoluto); guardo verso l’alto ed intravedo dei movimenti lassù in cima: era un uccello che, entrato da chissà dove, non aveva trovato più la via d’uscita; faceva la spola da un cornicione all’altro nella vana speranza di trovare un pertugio che lo conducesse verso l’agognata libertà.

FRANCOFORTE Da Magonza in quaranta minuti di treno si arriva a Francoforte. Volendo si può fare il percorso via fiume utilizzando i battelli che fanno regolare servizio addirittura fino a Colonia e oltre; ovviamente ci si impiega un po’ di tempo in più… E’ una città particolare nei suoi contrasti architettonici; partendo dalla stazione ed incamminandosi per una delle vie che portano verso il centro si è circondati da grattacieli; arrivati al centro (il Romeberg), in prossimità del duomo, il paesaggio cambia radicalmente: intorno ad un’ampia piazza con la fontana della giustizia al centro si affacciano particolari edifici in stile, bassi, tra cui il Rathaus del quale si può visitare soltanto una sala pagando il relativo biglietto; la mia impressione è che… la spesa non vale l’impresa; peraltro si può arrivare all’ingresso della sala, darci un’occhiata e decidere se pagare per entrare ed osservarla con più attenzione.

Da visitare anche il duomo, ovviamente.

Da qui, in cinque minuti di cammino in direzione del fiume Meno, si raggiunge un ponte pedonale; attraversandolo si possono ammirare scorci di Francoforte particolari e suggestivi; volendo si possono fare gite sul fiume.

Nell’ultima sera di permanenza in Germania, Magonza ha offerto, a me a a tutti i magontini, uno spettacolo di canzoni messo su da un complesso di una certa… età, nel senso che le età dei suoi componenti svariava dai trenta agli …Anta.



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