Parigi: città dai mille volti
Destinazione: Francia Spesa: 340 euro escluso l’inter-rail 25 luglio 2003 Il viaggio inizia senza non pochi problemi. Siamo partiti da Pistoia alle 23:35 con un autobus che ci avrebbe portati alla stazione di Pisa. Da Pisa , l’espresso delle 2:45 (con il classico ritardo cronico di un quarto d’ora) ci ha condotti fino al confine:Ventimiglia. Giuro che mai più in vita mia prenderò un espresso. Il treno era terribilmente sgangherato. Porte che sbattevano, altre che non si aprivano. Su tutto aleggiava un olezzo di urina.Troviamo due posti in una cabina già occupata da due ragazze. Il controllore ci avverte carinamente che ogni notte almeno 6-7 persone vengono derubate, quindi occhio!!Rimango sveglio per l’intera notte. Tiziana in un momento di sconforto mi dice”Mai più l’inter-rail!!!”Il treno avrebbe dovuto proseguire fino a Nizza, ma quest’estate, a causa di lavori, il tratto Ventimiglia Nizza era servito da autobus sostitutivi. Più facile a dirsi che a farsi. Grazie ad un treno di compagnia francese siamo arrivati fino a Mentone (prima città dopo il confine). Li, un autobus (non prima di una piccola corsa seguita da rissa per entrarci) ci ha permesso di raggiungere Monaco, dove un treno per Nizza ci attendeva. Alle 9:45 siamo finalmente a Nizza. Avendo l’inter-rail possiamo viaggiare su qualsiasi TGV a soli 3 Euro (gli altri treni sono gratuiti). Il nostro piano prevedeva di salire sul TGV delle 11:45. Pieno. Scene di panico. Ci sarà un’altra soluzione? Si, avremmo dovuto prendere un treno per Marsiglia e li salire sullo stesso TGV Nizza- Parigi. Il TGV arriva puntualmente alle 17:45 Gare du Lyon. Siamo a Parigi. Finalmente, dopo ben 6 cambi , siamo giunti a destinazione. Bacio per terra. Dato che la sfiga non viaggia mai sola, ci accoglie un freddo cane e una pioggia torrenziale. Avevo prenotato via internet un ostello a Montmatre: Le Village.L’ostello si trova davanti al Sacre Coeur di Parigi, quindi dalle camere sul retro si gode una vista fantastica. Inoltre l’ostello dispone di una terrazza. Già stavo pregustando la gioa per la vista. Quindi ci dirigiamo, attraverso le belle metropolitane parigine, al nostro meritato riposo. Arriviamo nell’ostello bagnati, ma una triste notizia ci attende: ho sbagliato il giorno di arrivo, secondo quello che avevo scritto per e-mail , saremmo dovuti arrivare il giorno prima. Avevamo così perso la prenotazione per l’intera settimana. Inoltre ne oggi ne domani c’era posto. Stavo sprofondando. Tiziana stranamente non si arrabbia, provata fisicamente da cotanta sfortuna. Alla fine , attraverso un giro di telefonate, la reception ci trova dove alloggiare per due notti, dopo di che saremmo tornati nell’ostello da me mal prenotato. Arriviamo nell’hotel trovatoci (sempre a Montmatre). Ci viene assegnata una camera doppia con bagno. La stanza è 1mx1m, praticamente occupata interamente dal letto. Ci docciamo e ci addormentiamo immediatamente quasi a digiuno. Una bella “Ouverture”.
26 luglio 2003 Facciamo colazione e ci dirigiamo nel secondo albergo che la reception de “le Village” ci aveva trovato. Era posto dall’altro lato di Montmatre , quindi col nostro “leggero” bagaglio abbiamo dovuto scollinare. Una volta sistemati le valige nel deposito (la stanza non era ancora pronta) via alla scoperta di Parigi. E’ nuvoloso. Partiamo da Place de la Concorde , vediamo gli splendidi giardini Tuileries. Segue il Samaritaine: è un centro commerciale. Al quinto pianto vi è una immensa cupola in stile liberty. All’ottavo piano c’è una terrazza panoramica gratuita con forse la più bella vista di Parigi. Al nono c’è un bar con terrazza. Un the costa 4 euro, ma lo spettacolo ripaga pienamente, specie al tramonto. Di sera diventa un ristorante. Poco dopo ci accoglie un acquazzone. Per evitare il nubifragio dobbiamo trovare al più presto un posto al chiuso. Optiamo per il centro Pompidou. Se non siete degli appassionati di Arte moderna meglio evitare Il Centre Pompidou. 3,50 euro per gli studenti. La costruzione è comunque bellissima e entrare per vederne l’interno non costa nulla. Anche l’entrata alla biblioteca è libera e ci sono delle postazioni internet ad accesso gratuito .L’esposizione di arte moderna è posto su due piani. Il primo dagli anni 60 ad oggi , il secodo dal prima novecento al ’60. Meglio dirigersi direttamente al secondo piano. Il primo è allucinante e un po’ metafisico. Io mi ci sono fatto delle grandi risate. Fate un po’ voi. Meritano assolutamente le fontane della piazza Igor Stravinsky, accanto al centre pompidou, ma diluvia. Ci spostiamo quindi a Notre-Dame. La chiesa è gremita di gente. C’è un caldo e un’umidità soffocante. Si sente lo “squiccio” delle scarpe bagnate sul pavimento. La luce è soffusa. E’ una visione un po’ deludente.La cattedrale è comunque bellissima ma bisogna concentrarsi molto per estraniarsi dalla folla. Abbiamo sentito anche l’inizio della messa serale con un eccezzionale concerto d’organo e canti gregoriani. Ho una fame incredibile.Il modo più economico per mangiare a Parigi è il supermercato. Se si vuole qualcosa di bello e pronto consiglio i ristoranti etnici. Ce ne sono un infinità: cinesi, vietnamiti,indiani,cambogiani,filippini,arabi. Quest’ultimi sono i più economici. Parigi è decisamente multietnica. Trovare un parigino d.O.C. È un impresa. Quindi per assaggiare un po’ di cucina locale meglio tentare in qualche altra città. I menù fissi non scendano mai molto sotto i 10 Euro. Spesso non comprendono le bevande. L’acqua in Francia costa una sassata e per di più non ci sono molte fontane (neanchè a Parigi). Se si vuole risparmiare un po’ bisogna abituarsi a chiedere dell’acqua di rubinetto (Je voudrais de l’eau en caraffe). E’ una pratica diffussissima anche nei ristoranti un po’ +di lusso. Nessuno si scandalizzerà come accadrebbe in Italia. Spesso sono già pronte delle grandi caraffe di acqua di rubinetto ghiacciata. Scegliamo cena in camera con prodotti del supermercato poco distante dall’albergo. I formaggi francesi sono ottimi e la baguette è irrinunciabile.
27 luglio 2003 Finalmente giungiamo al Le Village Hostel. Dopo due cambi, questa sarà la nostra casa per i 5 giorni successivi. Camera doppia confortevole.Bagno in camera. Colazione inclusa. Spazio cucina a disposizione e terazza “panoramica”. Non è un gran lusso ma pulito. 25 Euro a persona. Non è tanto per i prezzi di Parigi. In più c’è anche il supermercato di fronte. Comunque nella zona di Montmatre ci sono molti ostelli e alberghetti a prezzi ridotti. La zona è molto carina, ma non ci troverete i parigini bohemiene, bensì arabi,cinesi,vietnamiti… La strada in cui stava l’ostello è ad esempio la via delle Tessuti. Decine di negozzietti, gestiti da arabi e indiani, che esponevano le più svariate stoffe. Tessuti dai colori cangianti, fantasie floreali, stoffe ricamate, sete preziose. Più che Parigi sembra una via di Calcutta. Usciamo con l’ombrello. Per il terzo giorno di fila piove. Ci dirigiamo verso il quartiere latino.E’ il quartiere degli studenti. E’ sempre pieno di gente e di ristoranti a basso prezzo. Accanto alla Sorbonne c’è una piccola chiesa che tutti ignorano: è St-Etienne sur le mont. E’ molto bella e dentro vi è una luce splendita. Contiene le spoglie di St-Genevieve patrona di Parigi. La chiesa è quasi deserta,piccola e grande allo stesso tempo. Da un profondo senso di intimità. Vediamo anche i giardini di Luxembourg. Belli, ma la pioggia non li esalta.
Dopo pranzo siamo pronti per il Museo D’Orsey. 5 euro scontato.Per fortuna in Francia ci sono quasi dappertutto sconti per studenti. A volte basta soltanto la parola ,senza niente che attesti la veridicità di ciò che si è detto,per ottenere l’ingresso ridotto. Unica eccezzione: il Louvre. E’ comunque possibile avere prezzo ridotto entrando dopo le 15 (da 7,50 a 5,50 euro). Inoltre il lunedì e il mercoledì il museo protrae l’orario di apertura dalle 18 alle 21:45. In questo modo si può utilizzare a pieno l’entrata pomeridiana. Martedì è giorno di chiusura dei musei. Mentre la prima domenica del mese la maggiorparte dei musei è GRATUITA. Il D’Orsey è meraviglioso. Bella la struttura, una ex-stazione. Belle le opere esposte. Troppo pieno. Per fortuna c’è una bellissima terrazza panoramica per riprendere fiato, da cui, inaspettatamente, abbiamo assistito all’ultima tappa del Tour de France.
Finalmente il sole esce allo scoperto. Dritti verso Montmatre.E’ il quartiere più caratteristico di parigi, sempre affollato di turisti che comunque non rompono l’incato di questi luoghi. Dal Sacre Coeur si gode una vista spettacolare su Parigi. La chiesa dentro non è un granchè ,ma fuori è bellissima. Posso dare libero sfogo alla mia voglia di foto. Se percorrerete Rue Lepic troverete anche due mulini a vento e il Bar “le 2Mouline” dove è stato girato il film Amelie. Andate anche a vedere la fermata della metro Abbesses in stile liberty. Pigalle è il quartiere a luci rosse, con il mitico Muoline Rouge (foto con bacio) e una serie interminabile di sexi-shop e club + l’immancabile museo dell’arte erotica. Tra questi si insunano numerose pasticcerie orientali, con succulenti dolci colorati esposti in vetrina.
Torniamo in ostello: cena in camera e bucato steso alla finestra. E’ bello portare la cultura italiana nel mondo.
28 Luglio 2003 Colazione abbondante. Mi divoro quattro fette di baguette al burro e marmellata con due tazze di latte e caffè. Essendo Lunedì finalmente facciamo uso della Carta Orange (13,65 euro). Se rimanete per più di tre giorni a Parigi vi conviene farvela. Questa vi permette di viaggiare per una settimana su tutte le metro, i RER e gli autobus di Parigi. La carta a durata da Lunedì alla Domenica. Per ottenerla basta una fototessera (vi conviene averla già con voi dall’Italia) e presentarsi agli sportelli delle metro. Già con più di 13 viaggi il costo della carta è assorbito. Fate bene i vostri conti.
Ora siamo liberi di andare ovunque. Prima tappa: salita sulle torri di Notre-dame. 4,10 euro per studenti. Bella vista in compagnia dei simpatici gargouille che sembrano contemplare l’affascinante panorama. Facciamo un giro per Ile de la Citè e Ile de St Lois e per finire visita alle Sante Cappelle. 4 euro. Può sembrare troppo per due cappelle (una sopra l’altra), ma sono bellissime. Le vetrate istoriate gettano la stanza in una luce meravigliosa. La volta pare galleggiare sopra le vetrate. Decisamente più belle dell’interno di Notre-dame. Una vera sorpresa.
Per evitare fila al Luovre abbiamo deciso di prenotare il biglietto. Per farlo basta rivolgersi a una qualsiasi filiale dellla FNAC (fa biglietti per tutti gli spettacoli parigini). Il più vicino a noi si trovava al Forum des Halles. Questo centro commerciale nasce dalla restrutturazione del mercato alimentare all’ingrosso. Tiziana, che c’era già stata, me lo descrive come una prova dell’ingegno francese. Rimaniamo entrambi delusi. Il centro è in restrutturazione. Fili scoperti, sporcizia, mendicanti. La merce venduta di bassissima qualità. Mi sembrava il sottopassagio della Stazione di Firenze. Non è che lo spettacolo mi inorridisca, ma è piuttosto differente dalla descrizione fattami da Tiziana. Essendo una bella giornata, torniamo al centro Pompidou per le foto di rito alle fontane della Place Igor Strawinsky. Poi l’imponente bellezza dell’Opera de Paris e i grandi magazzini La Fayette in stile liberty. Per un attimo, come per incanto, ci ritroviamo catapultati nel mondo magico e dorato della Belle Epoque. Prima di tornare in albergo ci concediamo una passegiata tra i negozi ottocenteschi dei Passages des Panoramas. Sono delle gallerie ,con volta in vetro, poste tra i palazzi parigini, su cui si affacciano piccole botteghe, antiquari, ristoranti. Tiziana li paragona alle casbah arabe di Tunesi. Vi si accede dal Blvd Montmatre (metro grands boulevards). Carini e poco turistici. Qui adocchiamo un ristorante cinese che a pranzo propone un menù-buffet a 9 euro. Decidiamo che sarà la nostra meta culinaria del giorno dopo.
Cena in camera a base di Taboulè preso al supermercato. E’ una sorta di cous-cous agrodolce. Buono e rifocillante. Anche stasera siamo troppo stanchi: bucato e “amorevole” dormita.
29 Luglio 2003 Oggi il nostro viaggio parte dal quartiere Marais. Si tratta di una zona con belle residenze settecentesche, silenzio, senza troppi turisti, sede di molti bei musei. Il quartiere si dice sia abitato prevalentemente dai gay parigini, ma a parte alcune bandiere arcobaleno e un parruchire equivoco non ho visto molto. Evidentemente la comunità omosessuale di parigi è piuttosto riservata e poco appariscente. La stupenda Place des Voges merita da sola una visita. E’ una piazza completamente circondata de edifici seicenteschi perfettamente simmetrici. Ricorda un po’ plaza Mayor a Madrid. Al centro un bel giardino e due fontane. Un oasi di bellezza e tranquillità. Cambiamo completamente scenario e ci proiettiamo verso il futuro nel quartiere La Defense.A nord-ovest di Parigi sorge questa avveniristica città del futuro. Un po’ fredda ma molto impressionante. Palazzoni di vetro dalle più stravaganti architetture, uomini in giacca e cravatta che corrono nei loro asettici uffici. A rompere la monotomia di questo quartiere un piccola giostra di cavalli sotto l’immenso Grand Arch, unico appiglio al mondo infantile e magico in questa zona. C’è anche una zona residenziale. Il solo pensiero di dover vivere in questo quartiere mi mette i brividi. Tiziana asserisce che è comunque un buo posto per lavorare. Ci rifletto un po’. Penso che mi prenderebbe la depressione. I parigini sono così fortunati ad avere una così bella città. Anche il più semplice e insignificante dei quartieri a modo suo è affascinante. Invece si sono costruiti questo centro distaccato artificioso e gelido. Mi spegnerebbe a poco a poco.
Per risollevare il morale ci vuole qualche delizia del palato. Raggiungiamo il cinese visto ieri. Il buffet ci permette di assaggiare in “modica” quantità un sacco di piatti. Ben presto, con la pancia piena, mi torna il buon umore. Siamo pronti per un giro con battello sulla senna. Partenza da Notre-Dame e arrivo in zona Champes Elysèes. Questa romantica gita sulla Senna è un piacere per gli occhi e per il cuore. Arrivati sugli Champes Elysèes ci dirigiamo verso l’arco di Trionfo. Il viale più famoso di parigi. Non è poi tutta questa bellezza. Mi rimane piuttosto indifferente. Arrivati sotto l’Arco , troviamo una manifestazione in cui si riunivano arzilli vecchietti :reduci della Seconda Guerra Mondiale. Una Cerimonia rendeva poi omaggio alla salma del milite ignoto, posto sotto l’arco di trionfo. Non posso negarlo, la scena mi ha commosso. Obbiettivo finale della giornata: salita sulla Torre Eiffel. Costo 3 euro. Solitamente mi hanno detto che si fa una fila tremenda per entrare. Noi ci siamo presentati alle sette di sera e non c’era praticamente nessuno. Il tramonto da quassù è stupendo, anche se Parigi, a mio parere, non da il meglio di se dall’alto. Ci godiamo il tramonto e torniamo in ostello.
30 Luglio 2003 Oggi ci accoglie una giornata grigia. Grossi nuvoloni minacciano pioggia. Partiamo dal Museo Picasso (4 euro). E’accolto in una bella residenza settecentesca con giardino. Si trova nella zona di Marais. Il museo è molto bello, specie se amate come me l’arte di Picasso. Tranquillo, poco frequentato e ben fatto. Si gira in un ora, un ora e mezza. Rispetto a gli altri musei è distensivo, non annoia. Espone opere di Picasso dall’età di 14anni a pochi mesi prima della morte. Attraverso le sue opere, non solo si delinea la figura di questo enigmatico uomo (genio-folle), ma si passa lungo 60 anni di storia. I suoi quadri di forte passionalità non lasciano scappatoie: o lo si odia o lo si ama. Io lo amo. Tiziana rimane perplessa sul numero di amanti avute dall’artista (“bello stronzo!!”). Nel museo sono esposte anche la collezione privata di Picasso che raccoglie una quindicina di quadri impressionisti (Cezanne,Monet,Matisse,Degas..) e una collezzione di arte tribale africana che influenzo l’artista per il famosissimo “les demoiselles d’Avignon”.
Piove. Decidiamo di andare in una zona poco visitata di Parigi: le village Bercy. Una piccola sorpresa. Nuovo quartiere di Parigi, con un bel giardino e un sacco di negozzeti accolti in delle piccole casette davvero speciali. Non sembra nemmeno Parigi.
Dato che alle 3 saremmo entrati al Louvre, ci dirigiamo verso i giardini Touleries. Esce il sole. La pessima giornata si strasforma magicamente in un tripudio di luce e calore. Ci passa la voglia di entrare nel museo, ma avendo prenotato non possiamo sottrarci. Il tempo sembra prendersi gioco di noi. Entriamo al Louvre. Un esperienza allucinante. Troppo grande, troppa gente (di cui la maggior parte non gli importa niente di quello che sta vedendo), troppa ostentazione, troppo caldo. Orde di giapponesi che si fanno foto stupide in ogni dove. In poche parole eccessivo. Ci abbiamo perso una mezza giornata. Meglio decidere prima cosa voler vedere. Tutto è impossibile. File immense per ammirare la Gioconda , che per altro non mi ha destato particolari emozioni. Più carini i quasi ignorati quadri dell’Arcilbomdi e la Vergine delle rocce dello stesso Leonardo. Centinaia di quadri italiani di artisti semi-sconosciuti, che sarebbero passati del tutto inosservati in Italia e qui mostrati come vacche sacre. Bella la collezione egiziana. Meravigliosa la sala delle sculture italiane con gli schiavi di Michelangelo e “Psiche rianimata dal bacio dell’Amore” del Canova. Moltissime sale del tutto ignorate.
Torniamo in albergo completamente distrutti dal bombardamento artistico ricevuto al Louvre.
31 Luglio 2003 Quest’ultimo giorno nella capitale non lo dedichiamo a Parigi, ma ad una città ad un ora di treno: Chartres. Questo non significa che non ci fossero altre cose da vedere, è stata solo fatta una scelta. Sicuramente meritava almeno un’altra intera giornata. Non tanto per la visita di ulteriori monumenti – i principali li avevamo visti ,rimanevano cose minori – ma per dedicarsi alla scoperta di un itinerario senza meta. Camminare per le strade di Parigi senza aspettarsi niente. Parigi da il meglio di se proprio nei piccoli dettagli, nei quartieri meno conosciuti. Magari un bel giro nel quartiere proletario e multi-etnico di Belleville. Sarà per un’altra volta! Chartres è una piccola città con una meravigliosa cattedrale. Ciò che la contraddistingue, oltre l’imponente struttura, sono le bellissime vetrate istoriate. In particolare i due rosoni, che sembrano arazzi colorati sopesi su di un fondo nero. Emozionanti. All’interno abbiamo assistito ad un concerto di musica sacra interpretato da una comunità cristiana africana. La tradizionale musica da chiesa si intrecciava con canti africani, dai suoni tribali. Un melange gustoso completato dall’inusuale cornice gotica.
La città non ha molti altri monumenti, ma le sue strette e contorte stradine sono deliziose. Case a graticcio (con travi a vista), i tipici gerani, il fiume che scorre placido sotto le ruote dei mulini, compongono un quadro di pace ed armonia, lontano dai fasti parigini.
Verso le 4 il giro è completo. Decidiamo di tornare a Parigi. Stasera vogliamo vedere la Parigi notturna, quindi svelti in albergo, pronti per l’uscita serale. Ceniamo in un ristorante arabo in zona Mont-matre. Prendiamo due Piatti di Kebab. Il locale è frequentato soprattutto da immigrati arabi, tra cui un gruppo di ragazzi che stranamente cenano a base di pizza e coca-cola. Che strano!! Prima tappa del tour notturno: Ile de la citè. Che bella. Parigi di notte acquista un fascino particolare. Un piccolo consiglio: Pont des Arts. Fate un pic-nic notturno nel vivace ponte di legno pieno di gente,artisti da strada e venditori ambulanti. In più la splendida vista dell’Ile de la citè. Quando ci siamo stati noi c’era gente che fumava il Narghilè e nell’aria si respirava il tipico odore di incenso. Uno spettacolo.
Voglio vedere il Louvre di notte. In particolare sono attratto dallo spettacolo dato dalle piramidi illuminate. Ma grande delusione: sono spente. Chissa perchè? Prendiamo la metro verso la Tour Eiffel. Fatevi trovare qualche minuto prima di mezzanotte sotto la Torre. Attendete e la torre si accendera in un meraviglioso gioco di luci per la durata di Dieci minuti. E’ uno spettacolo che toglie il fiato. Con il cuore colmo di gioia prendiamo la metro per il ritorno in ostello. La metro cessa il servizio all’una. Anche di notte è sicura. Dopo le nove è facile incotrare il personale di sicuzza che sale e scende dalle varie metro a garantire l’ordine. Non mi sono mai sentito minacciato. Oltre che essere sicura è anche bella. Molte stazioni sono infatti decorate. La fermata “la Sorbonne” presenta sulla volta dei mosaici con le firme degli intellettuali parigini. Quella del Luovre è fatta come una sale del museo, con reperti esposti in vetrine. “Arte e mestieri” è concepita come un sottomarino in onore del capitano Nemo di Jules Verne. Moltissime poi presentano l’entrata in stile liberty, con i tipici faretti rossi che si illuminano la sera. Andiamo a letto di filata, domani abbiamo il treno alle 10:30 per Rouen in Normandia, ma questa è un’altra storia…