Ragazzi che viaggio!!!

RAGAZZI CHE VIAGGIO!!!!!!!!! di Emanuele Bellagamba (Lele) e Francesca Fenucci (Chicca) Scritto da Chicca DOMENICA 10 AGOSTO 2003 Io, Lele e Priscilla (la Honda VFR 800 di Lele) partiamo da Jesi (Ancona) alle 6.15 di mattina. Lunga tirata in autostrada A14 fino al confine con la FRANCIA, purtroppo il sonno ci ha costretto a fermarci spesso....
Scritto da: chiccaf
ragazzi che viaggio!!!
Partenza il: 10/08/2003
Ritorno il: 27/08/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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RAGAZZI CHE VIAGGIO!!!!!!!!! di Emanuele Bellagamba (Lele) e Francesca Fenucci (Chicca) Scritto da Chicca DOMENICA 10 AGOSTO 2003 Io, Lele e Priscilla (la Honda VFR 800 di Lele) partiamo da Jesi (Ancona) alle 6.15 di mattina. Lunga tirata in autostrada A14 fino al confine con la FRANCIA, purtroppo il sonno ci ha costretto a fermarci spesso. Attraversiamo la Costa Azzurra con un caldo allucinante, infatti spendiamo quasi niente per mangiare, una fortuna per bere, poi in l’acqua in Francia costa a peso d’oro!! Attraversiamo le città di Toulon, Marsiglia e fatto tappa nella bellissima AIX-EN-PROVENCE, dopo ben 950 chilometri. Dopo aver trovato posto in un hotel a 2 stelle, Le Concorde (Boulevard du Roi-Réné, 68 – €55), ci rinfreschiamo e partiamo alla scoperta di questa deliziosa cittadina. Il viale principale è carinissimo, da un lato pieno dei tipici café dove c’è sempre anche un intrattenimento musicale e sul lato opposto si sviluppa un mercatino di artigianato locale molto originale. Prima birra della vacanza per Lele che già ne cominciava a lamentare la mancanza, poi, dopo la grande sete, andiamo a cercare di riempire il vuoto dei pancini e per questo sciegliamo un posticino tranquillo in una vietta piena di piccoli ristorantini coi tavoli spartani lungo la strada. La città è carinissima, vivace ma un sacco cara, come tutta la Francia del resto. Stanchi, ci ritiriamo presto.

LUNEDì 11 Dopo aver fatto colazione alla francese con croissant e café au lait, ci rimettiamo in viaggio. Lele, prima di lasciare l’hotel, si accorge che il livello dell’acqua di raffreddamento è molto basso, per cui ci dobbiamo trovare un’officina aperta. Ci rivolgiamo all’officina Yamaha di Aix, una sala chirurgica come l’ha definita Lele, felice di aver risolto il problema in un batter d’occhio e pure gratis (“Non siamo in Italia” è stata la battuta del meccanico dopo averci detto che non avrebbe voluto una lira, simpatico il francese, eh??). Facciamo un giro tra le vie strette strette della dolcissima ARLES, nel parco naturale della CAMARGUE e a MONTPELLIER. Poi lunga tirata fino a CARCASSONNE dove c’erano 42° (vi ricordate il caldissimo lunedì 11???), da squaglio insomma, tuttavia riusciamo a farci un paio di foto con la citè, la città vecchia, l’unico particolare per cui questa cittadina è famosa. Scappiamo a tutta birra da questo caldo folle e ci dirigiamo verso i Pirenei, convinti che lì sarebbe stato più vivibile, ed avevamo ragione. Ci fermiamo a FOIX, dove dormiamo all’ostello della gioventù accolti da un tipo molto particolare e simpatico. Il posto è degno di nota per l’ordine e la pulizia. La cittadina è piccola, ma vivace e piena di localetti dove mangiare e bere. Serata molto piacevole in giro a piedi peril centro particolarmente suggestivo. E almeno si stava un po’ freschi! MARTEDì 12 Dopo una lunga chiacchierata mattutina con una signora di Parigi, almeno 55enne, che col figlio si stava facendo un giro di una settimana sui Pirenei, ognuno con la propria moto (lei a bordo di una R1!!!), rimettiamo in viaggio. Lungo trasferimento per arrivare alla costa. Il caldo furioso e la fame di Lele ci ha fatti fermare in un autogrill enorme dove, dopo 10 minuti, sbarcano 5 jesini nostri amici diretti anch’essi al mare.. Che coincidenza pazzesca! Questo incontro, insieme a quello di una coppia di Torino reduce dal nostro stesso giro, ci ha fatto prolungare parecchio la sosta, e l’entusiasmo ci ha fatto pure riprendere l’autostrada nella direzione opposta a quella dovuta.. Ma poi tutto si è risolto tranquillamente. Dopo pochi chilometri il caldo, ormai assolutamente insopportabile, ci costringe a togliere le tute e optare per i cari vecchi jeans, che hanno scatenato un sollievo indescrivibile!!! Finalmente i PAESI BASCHI. Arriviamo sulla costa e subito ne abbiamo un’ottima impressione. BIARRITZ (Paesi Baschi francesi) è bellissima, SAN SEBASTIÀN (Paesi Baschi spagnoli) altrettanto, ma meno signorile. Qui non troviamo neanche l’ombra di un buco dove andare a dormire, per cui ci dobbiamo a malincuore allontanare. Con estrema fatica, troviamo una habitacione da “Esther” (C/Urdaneta 15, €20) a ZARAUZ, un’accogliente località balneare a 25 km da San Sebastiàn, piena di gente che vanta un suggestivo centro storico e un bellissimo lungomare. Usciamo a cena affamatissimi e stanchi morti. Io ho provato le famose tapas, ma mi sono resa conto della fregatura visto che mangi poco e spendi una cifra! Serata deliziosa, e domani si va in spiaggia!!! MERCOLEDì 13 La mattina inizia con l’acquisto del costume di Lele, il quale, sapendo di andare in ferie al mare lascia il costume a casa naturalmente! Dopodiché via in spiaggia. La spiaggia è lunghissima, e noi ci piazziamo vicino a “culetto d’oro” un tipo con il perizoma che ci fa sbudellare sul serio. Per andare a fare il bagno bisogna prendere l’autobus, però una volta in acqua ci divertiamo a giocare con le onde. Dopo la pausa pranzo (ottime tortillas!) la spiaggia si è già accorciata del 50%, dopo un’oretta non c’è proprio più, scomparsa sott’acqua, un fenomeno incredibile. Facciamo un salto a vedere un branco di ragazzi/e che si tuffano da punti altissimi, un giretto per il centro e ci andiamo a schiantare un po’. Prima di cena facciamo una tappa in piazza che brulica di mondo, c’è un sacco di gente. A cena spendiamo poco, mangiamo i loro tipici platos combinados, e conosciamo alcuni ragazzetti simpatici del posto… Grazie a loro la serata prende una svolta fantastica. Facciamo una passeggiata sulla spiaggia che, nel frattempo, è ricomparsa, e tiriamo fino a tardi facendoci grasse risate. Ci vediamo pure una specie di film con un papà che cercava disperato il figlio scomparso, alla fine happy end… BELLA GIORNATA! GIOVEDì 14 Giornata della disperazione.

Da Zarautz tutti contenti ci dirigiamo a Bilbao proseguendo per la costa prima di scendere verso la città basca. Una volta a BILBAO la città ci piace, a me molto a Lele un po’ meno per il traffico pazzesco. Comincio a cercare da dormire nel Casco Viejo, il suggestivo centro storico della città dove l’indomani sarebbe iniziata la Semana Grande, la festa più grande di Bilbao, … Neanche l’ombra di una camera. Usciamo dal lì, proviamo in centro, neanche per idea: in tutta la città non c’è un posto libero per dormire a costi umani. Dobbiamo entrare nell’ordine di idee che sia il Guggenheim che la festa sarebbero saltati, ce ne dovevamo purtroppo andare. Da Bilbao tiriamo fino a SANTANDER – SPAGNA. La città è bellissima, sia la zona alta che quella balneare, un bel porto e un sacco di vita. Idem come sopra, non si trova un letto neanche scalcinato, niente di niente, “Completo”, è questa l’unica risposta che mi sento dare nelle 100 pensioni ed hostal dove vado a sentire, insomma, che giornata da culo, eh? Cominciamo ad essere stanchi e disperati, ma la forza ci fa continuare a cercare a tappeto in tutti i santi paesini che incontriamo, specie a Sant Vincente de la Barquera che è particolarmente bello, fino a trovare una camera all’hostal La Torre (€33), a UNQUERA – un piccolo villaggio di poche anime al confine tra la Cantabrica e le Asturie- alle 22.40!! La signora della pensione però è stata troppo forte e gentile, la voglio menzionare perché mi ha fatto un bel sorriso vedendomi entrare e mi ha tirato su di morale. Andiamo a cena in un bar dietro la pensione, dopo essere scappati dal ristorante del paese che era decisamente troppo caro per noi. Buona notte.

VENERDì 15 AGOSTO – Ferragosto Giornata difficile.

Praticamente voliamo sulle Asturie, dove il panorama è davvero notevole: montagne altissime e rigogliose da un lato, mare blu e piccole baie dall’altro. Dopo un giro a Gijon, che non è un granché, andiamo verso Salinas per pranzo, ma lì, per colpa di una mia piccola distrazione, perdo la mia dorata papalina e la sconforto prende il sopravvento. Piango moltissimo… Mi consolo solo a Cudillero, un porticciolo meraviglioso, un paesino da sogno dove ci fermiamo a pranzo ed io mi pappo degli ottimi calamares. Da poco più avanti, iniziamo a cercare da dormire. La storia si ripete, Completo dappertutto, entrambi cominciamo ad avvertire che il problema si sta per riproporre. Allora, da persone intelligenti, decidiamo che sarebbe inutile continuare a sbattersi in un posto che non ci piaceva neanche moltissimo – la parte finale delle Asturie al confine con la Galizia non è speciale, anzi piuttosto rozzo e agricolo. Inoltre dà l’impressione di voler tenere lontani i turisti. E’ degno di nota, però, il modo in cui versano il sidro di mele nei bicchieri, da una distanza di almeno un metri verso il bicchiere che tengono in basso nell’altra mano. Alla fine dormiamo a LUGO. La città è molto bella, la cattedrale in centro in particolare, ed è circondata dalle mura. Trascorriamo una serata carinissima, soprattutto perché siamo praticamente soli visto che in città non è rimasto quasi nessuno. Alla fine bello! SABATO 16 Proseguendo verso l’oceano, entriamo in Galizia ed raggiungiamo la splendida SANTIAGO DI COMPOSTELA, in compagnia di un sacco di pellegrini che ci arrivavano a piedi. Io faccio un giro per il centro della cittadina, in chiesa e mi pure ricompro la papalina (anche più carina di quella perduta!) al mercatino. Da Santiago, facciamo un bellissimo tratto lungo la costa per raggiungere CABO DE FINISTERRA, il punto più estremo dell’Europa: un posto mozzafiato, dove l’oceano mostra tutta la sua potenza. Poi una giornata bellissima rendeva tutto più bello! Dopo aver fatto un giro al faro e fatto qualche foto, scendiamo a CORCUBION, un paesino di pescatori troppo carino dove pranziamo (ai nostri soliti orari strani, oggi erano le 4 di pomeriggio). Poi, seguendo i consigli di un signore conosciuto a Finisterre, andiamo a cercare una camera a VIGO. Con una botta di fortuna, che ogni tanto capita pure a noi, troviaoo con facilità una stanza. Poi Lele ha deciso che qui avrebbe trovato un tetto anche a Priscilla, poco ispirato dalla città e tutti i suoi pseudo-parcheggiatori. Dopo aver messo la moto in un parcheggio sotterraneo e visto che il pranzo tardo teneva ancora in forze, decidiamo di saltare la cena e fare direttamente bisboccia, con i risultati tipici di una scelta del genere… Degno di nota il pub-stazione ferroviaria. DOMENICA 17 Lungo trasferimento lungo il PORTOGALLO, preferendo la strada costiera fino a PORTO, dove ci fermiamo a mangiare un panino (decisamente poco veloce). Dopodiché, cerchiamo invano di uscire dalla città, complicatissima e piena di lavori in corso, fino ad aspettare che una pattuglia della polizia finisse di sequestrare un’auto per farci accompagnare fino al casello dell’autovia. Da Porto, che non ci ha fatto una bella impressione, è iniziato un viaggio allucinante e pallosissimo in autostrada fino a Lisbona soprattutto per la maniera riprovevole in cui guidano i portoghesi… Tremendi, si tamponano come sugli autoscontri lungo la corsia di sorpasso dell’autostrada! Finalmente arriviamo a Cascais, una località troppo carina, ma trovare una camera qui sembrava un’ipotesi assurda. Vuoi i costi di una cittadina di lusso, vuoi la data poco favorevole, troviamo una camera senza finestra ad ESTORIL (Pensao “Costa”, €25) anche stasera non prima delle 23. Alle 23.30 ci sediamo in un ristorantino di Cascais dove mangiamo bene (io un ottimo pesce) in compagnia di una coppia simpatica/strana di turisti londinesi con tanto di fuochi d’artificio come coreografia. Anche stasera cotti sfiniti, un giretto per il centro e una bevuta finale e via a nanna.

LUNEDì 18 Dopo una volata per le vie di Lisbona, attraversiamo il ponte Vasco da Gama (che fa un certo effetto), e ci troviamo di fronte una specie di deserto. Dalla capitale portoghese fino all’Algarve è stata un’esperienza molto interessante, soprattutto dopo che aver optato per una scorciatoia (successivamente definita “scorciatroia”) per arrivare più velocemente a Sagrès. Oltre a soffrire un bel po’ di mal di fondoschiena per la pessima qualità del fondo, ci vediamo parecchi paesini tipici portoghesi tutti bianchi con tanto di vecchietto davanti la locanda che dorme saporitamente. Ci hanno colpito gli alberi ai quali viene tolta la corteccia per almeno un metro dal basso, poi la parte di tronco che resta scoperta viene colorata di rosso terra bruciata, ancora qualcuno i deve spiegare che diavolo ci fanno… L’arrivo a Sagrès provoca un’allegria immensa, CABO DE SAO VICENTE anche di più!!! Un posto meraviglioso che, sommato a Finisterra, ci fa sentire di stiamo facendo qualcosa di veramente forte! Belli soddisfatti, infatti, ci mangiamo un bel bocadillo a Sagrès, prima di affrontare la fatidica ricerca di una camera.

Dopo aver battuto a tappeto Cabo da Rocha, Portimão ed altro, ritorniamo indietro a LAGOS e troviamo posto alla la Pensao “Sol a Sol” (Rua Lançarote de Freitas, 22 – €55 con colazione): un posto a conduzione familiare carino, pulito, proprio a 1 passo dal centro della vita di questa graziosa e vivacissima cittadina (consigliabile). E poi la serata fuori con la consapevolezza di non dover ripartire il giorno subito dopo ci mette di buonumore, infatti ci divertiamo! MARTEDì 19 Finalmente al mare!!! Un giretto mattutino al centro per comprare il cappello (Lele) e un paio di infradito (io) e via al mare. Troviamo una bella caletta non troppo affollata (per quanto lo possano essere, comunque) e, con un po’ di coraggio, ci tuffiamo alla grande in quell’immensa e ghiacciata meraviglia: acqua fredda, trasparente e salatissima, uno splendore! Lì vicino a noi un ragazzino di non oltre i 10 anni con arpione, pinne, maschera e tubo è entrato in acqua 4 volte e ogni volta ne è uscito con un polipo bello grosso. A quale scopo? Venderli! Dopo uno schianto e una bella doccia, via per un’altra bella serata. Andiamo a mangiare da “Gilberto” dove conosciamo 2 coppie di nomadi come noi coi quali trascorriamo il resto della serata con grasse risate e qualche bicchierino di Porto in più. Bello! MERCOLEDì 20 Oggi ancora mare, olé! Malauguratamente per Lele, anche oggi si va in spiaggia. Oggi stiamo praticamente sempre in acqua visto il caldo folle che fà. Di ritorno ci guardiamo un po’ di negozietti particolari che caratterizzano Lagos, schianto e doccia come sopra, poi via per l’ultima serata in Portogallo. Stasera, per spendere un po’ meno, optiamo per una pizza (e poi ogni tanti ci vuole, no?) ed facciamo stra-bene, perché è ottima. Stasera a nanna presto, domani si riparte. Buona notte.

GIOVEDì 21 Partiamo come ogni mattina alle 10.30. Oggi 650 chilometri. Dopo aver salutato definitivamente il Portogallo, attraversiamo la bellissima ANDALUCIA: terra dai 1.000 colori, carica di energia e soprattutto piena zeppa di toros. All’altezza di Siviglia, scendiamo verso sud per andare a vedere il circuito di JEREZ DE LA FRONTERA (chiuso, se no Lele un bel giro non se lo negava proprio!).

Raggiungiamo la costa, che è completamente diversa da quelle viste fino ad ora: all’altezza di Tarifa, il vero paradiso dei windsurfers, le spiagge sono immense. Poi, visto che ci siamo : GIBILTERRA. Superiamo in fretta la dogana grazie all’aiuto di una poliziotta inglese in moto che, spontaneamente, ci aiuta ad evitare la lunga coda. Arriviamo fino al Punto d’Europa da dove il Marocco è ben visibile, questo ci ha fatto effetto. Lele qui si è sentito davvero un figo della madonna!! Il faro, rispetto a quelli visti in precedenza, è deludente, perché privo di cure. Dopo Gibilterra, inizia la Costa del Sol, che, seppure sia molto bella, di Spagna ha avvero pochissimo. Dopo aver superato punto critici come Marbella, iniziamo a cercare da dormire, ma, come sempre, è stata una fatica enorme e non ce la facciamo prima delle 23, a MALAGA. (Pensao “Capri”, sconsigliabile, troppo cara e senza neanche un piccolo sapone – €60). In compenso, però, siamo vicino la Plaza de Toros e grazie al fatto che c’è la Feira spendiamo poco per cena perché in periodi come questo i ristoranti o bar allestiscono delle sorte di stand (ma più simpatici) lungo la strada antistante il loro locale. Cotti a puntino, buona notte! VENERDì 21 Tutto è bene quel che finisce bene… Da Malaga, ci dirigiamo felici verso GRANADA. La strada che facciamo da Motril verso l’intero è S.P.E.T.T.A.C.O.L.A.R.E., ed io mi ritrovo spesso a gridare dentro il casco di gioia adrenalinica. Arriviamo a Granata e cerchiamo subito l’Alhambra. Dopo alcuni calcoli sulla possibilità di visitarla, decidiamo che non ce la facciamo, quindi, come proviamo ad andarcene, un movimento troppo azzardato con la moto fa cozzare lo specchietto destro contro un palo, facendo finire specchietto ed il mio casco immacolato a terra. In un attimo la catastrofe… Soprattutto per 2 a cui non è successo mai niente del genere. Ce ne andiamo dall’Alhambra incazzati (io in lacrime, ma subito confortata dal mio omone), e ci rimettiamo sconsolati in viaggio verso la costa. La sorte ci ha benvoluto perché a sorpresa ci ritroviamo in mezzo ad un vero e proprio canyon, sembra di essere sul set di un western di Sergio Leone, assolutamente fantastico! Ad un certo punto ci troviamo addirittura in mezzo alle famose CUEVAS, a Guadix, dove in pratica i “Trogloditi” (così si chiamano gli abitanti) vivono sottoterra in abitazioni ricavate dalla roccia (anticamente per affrontare meglio il caldo della regione). Degna di nota anche l’imponente cattedrale di Guadix. Felici di questa scoperta, sebbene ancora tristi per lo specchietto e la macchina fotografica che pure perde i colpi, voliamo attraverso questa affascinante regione carica di sorprese. Arriviamo a MURCIA, dove decidiamo di restare per evitare di dover soffrire le pene dell’inferno una volta sulla costa. La scelta risulta ottima, visto che in 2 ore troviamo una camera (Hostal “Segura” – €38) e sistemiamo specchietto (segnalazione speciale al concessionario ufficiale Honda MOTOR RUBIO BARCELO di Murcia ed al titolare, il signor FRANCISCO RUBIO per gentilezza e efficienza) e macchina fotografica. Finalmente sollevati, andiamo a fare una bella pappa e un giro in questa bella città, ma non c’è moltissima gente in giro. Ci divertiamo molto, rientriamo all’hostal belli contenti e SORPRESA: in bagno c’è un raduno di scarafaggi…Guerraaa!!!!! SABATO 22 Dopo una bella colazione in una cafeteria simpatica, ci rimettiamo in viaggio. Riprendiamo la costa ad Alicante e non la abbandoniamo più. Questa regione della Spagna, la Costa Blanca, non è particolarmente attraente, infatti, a parte l’emozione di rivedere Benidorm, dove ho trascorso una vacanza con le amiche alcuni anni fà, nulla ci appassiona. Speriamo che l’entusiasmo si risvegli a VALENCIA, ma niente. Questa città, a parte il moderno ed enorme Centro Oceanografico, non è seducente come le altre che abbiamo visitato, non ci dà nulla per cui ci ricorderemo di lei. Anzi, ce ne andiamo appena possibile, sempre più desiderosi di arrivare. Ci fissiamo Castellò de la Plana come destinazione per la notte, errore!! Infatti ci appena arriviamo impallidiamo: è una città fantasma, poche persone in giro, brutta, grigia… scappiamo via immediatamente e ci rimettiamo sulla carretera costiera. La prima cittadina che incontriamo è BENICASIM. Ci piace e troviamo subito una camera all’”Hostal Garamar” (Secretario Chornet, 24 – €38) nel pueblo (centro storico). Una volta usciti, io intenzionatissima a mangiarmi finalmente la paella, ci rendiamo conto di essere capitati in un posticino niente male: pieno di gente, bancarelle, negozi, musica e locali carini. Riusciamo a mangiarci la paella (discreta) e a trovare un modo carino per concludere la serata. Infatti, in una piazza dietro la passeggiata principale c’è un vero pandemonio: musica alta che esce dai locali, ragazzini e ragazzine (la soprannominiamo Lilliput) con enormi bicchieroni con liquidi di tutti i colori possibili in mano (i gogolitri), una massa di gente che passa da un locale all’altro, insomma una figata! Li osserviamo per un po’, perché sinceramente ci fanno morire dalle risate, poi rientriamo. Ennesima lotta con lo scarafaggio e con un rumore assordante e ciclico che ci ha fatto passare una notte d’inferno. DOMENICA 24 Se il pezzo di strada di ieri era solo carina, quella che divide Benicasim da Barcellona è un orrore: non c’è niente di rilevante, una palla mortale se non fosse per i molti campeggi che la colorano un po’. Per l’ora di pranzo siamo a TARRAGONA, che non è terribile, per cui ci fermiamo volentieri a mangiare nell’area del porto. Alle 17.15 siamo a BARCELLONA. Appena fermi a Plaza Catalunya, mi metto alla ricerca di una camera lungo la Rambla e, stavolta ci metto 45 minuti solo, trovo posto al 4° piano della Pension Florès (La Rambla, 79 – €43)… Un po’ di fortuna ogni tanto! Dopo il riposino del guerriero, usciamo alla scoperta di questa famosissima città. C’è una sacco di gente, artisti di strada a volontà e poveracci. Ce la giriamo per un bel pezzo, ci piace molto, andiamo a vedere la Cattedrale e tutti i bei palazzi del quartiere gotico. Dopodiché andiamo a vedere Casa Batlò, lungo il Passeig de Gracia, l’ormai nota opera di Antonio Gaudì e le altre opere accanto. Dopo questo giro culturale, abbiamo una gran sete, e poi è ora di “inebriarsi” anche un po’ visto che siamo QUASI GIUNTI ALLA FINE DI UN VIAGGIO DAVVERO FANTASTICO.

LUNEDì 25 Iniziamo la giornata culturale con un bel giro al Mercato della Boquerìa, il mercato più ordinato e colorato che abbiamo mai visto. Entrarvi è un godimento dei sensi, Ci sono dozzine di bancarelle di frutta, verdura, carne e pesce ed è stupefacente vedere la precisione maniacale con cui tutto questo viene esibito. Dopo un giro per le viette trasversali alla Rambla, già piene di gente – certo, è mezzogiorno! – e di artisti di strada, ci mettiamo in marcia per andare a vedere il Tempio della Sagrada Famiglia, un’opera mastodontica con 3 facciate monumentali (nascita, passione e morte di Cristo), ancora in pena fase di ristrutturazione. Fa un caldo infernale… Dopodiché, torniamo indietro a ci inoltriamo nel Parco della Cittadella, pieno di gente che cerca un po’ di fresco. Il parco è carino, però se non pioverà presto si trasformerà in una nuvola gigante di polvere tanto è assetato. Dopo uno splendido giro di 6 ore, cominciamo ad accusare la stanchezza e il caldo, quindi ci andiamo volentieri a rilassare alla pensione. Aperitivo nella bellissima Plaza Reial e cenetta tipica spagnola al “QU QU – Quasi Queviures”, lungo il Passeig de Gràcia hanno concluso alla grande questi 2 giorni così densi in una città singolare che dimenticheremo mai.

MARTEDì 26 Dopo che Lele è riuscito a togliersi lo sfizio di vedere il Nou Camp, lo stadio di Barcellona (€5 solo l’ingresso sulle gradinate), bye bye Barcelona ed iniziamo il lungo trasferimento verso casa. Rimaniamo molto delusi dalla famosissima Costa Brava, attraversiamo Girona, a Figueres (posto triste e menzione speciale per la tabaccaia più acida del mondo) ci fermiamo per riposarci e mangiare. Passiamo il confine e tiriamo fino ad Aubagne, dopo Marsiglia, per un totale di circa 900 chilometri. All’arrivo in questa cittadina scelta per caso, sfiniti, mangiamo e alle 23 già dormiamo profondamente…

MERCOLEDì 27 La corsa ricomincia alle 8 di mattina, ci vogliamo togliere di mezzo il prima possibile questa Francia così superba e cara (Colazione: 1 caffè, 1 latte e caffè, 1 bottiglia di acqua da ¾ = €8.50). Tiriamo fino San Remo, dove andiamo a farci un giro… Pessima idea! Una moltitudine di gente anima la cittadina ligure, da cui scappiamo subito, restando però a costeggiare il mare lungo l’Aurelia. Pranzetto e via di nuovo, ma all’altezza di Sestri Levante, in un autogrill, Lele controlla la gomma posteriore e scopre una bolla sulla parte destra… Panico!!! Corriamo a cercare un gommista che in 1 ora ci risolve il problema. Perfetto!! Via Firenze – Arezzo – Fano arriviamo, alle 23.30, stanchi morti ma super felici, A CASA.

TOTALE CHILOMETRI EFFETTUATI 7.300 TOTALE GIORNI DI VIAGGIO: 17 GRADO DI SODDISFAZIONE: 100%



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