Ecuador & galapagos…. Vista da CLA
Siamo partiti in 5: ci definivamo “sbandati per caso” perché eravamo semplici compagni di viaggio conosciutosi tramite il sito “turisti per caso”, siamo tornati amici… Amici veri! Questi i 5: – Io, Claudia, partita quasi per caso e attirata da un paese ancora sconosciuto al turismo; – Serena, mia perfetta compagna di stanza e preziosa confidente durante le notti insonni; -Gius, il cui carattere è per me ancora un enigma ma che spero di riuscire a risolvere; -Enry, colui che ha viaggiato più di tutti noi, la cui esperienza di viaggio e la cui conoscenza dello spagnolo ci sono stati utilissimi. Il “suo” DESCULPE” è diventato un tormentone..
-G.B., mio fidato socio di partite a scopa, mattatore e animatore di tante discussioni. Preciso ragioniere della nostra cassa comune.
Partiamo da Milano in un caldissimo 8 agosto e arriviamo, dopo 24 ore di viaggio, in una Quito con termometro fermo a 10 gradi! Considerati la temperatura, l’ora tarda e la stanchezza ci dirigiamo in albergo e sotto le coperte.
Il primo giorno in Ecuador è già una scoperta. La capitale è un vero e proprio mercato all’aperto, con venditori ovunque e di qualunque cosa. Ma Quito è anche immensità, il belvedere dal Panecillo non mi fa capire dove finiscono le case di questa città, arrivano ovunque, in ogni parte della montagna… Il giorno successivo ci spostiamo ad Ambato lungo un percorso che ci permette di cogliere pienamente l’atmosfera ecuadoriana e di “vedere la vita” dell’Ecuador. Mi lascia senza parole il mercato di Pujili con i suoi colori e la sua gente con i tipici abiti colorati. Ma le sorprese non sono finite…
Alla laguna Quilotoa provo una senso di libertà che solo poche altre volte avevo vissuto. Questa laguna ti appare davanti all’improvviso, dopo un promontorio a 4000 m. Di altezza.
Ambato, il cui mercato si dice sia il più grande del paese, ci delude, forse perché ci aspettavamo un unico grande mercato con ogni genere di prodotto, in realtà i mercati sono molteplici, ripartiti per genere e ubicati in diverse zone della città.
Non ci fermiamo oltre e, quasi al volo, carichiamo i bagagli sui taxi diretti a Banos: finalmente una cittadina turistica, con negozi di souvenir, bar e Internet Point. E’ vero che sono venuta fin qua per scoprire la vera America Latina,. Ma un po’ di svago ci vuole…
A Banos abbiamo scelto un’escursione, organizzata da una delle numerose agenzie turistiche , che secondo le previsioni dovrebbe permetterci di vivere esperienze straordinarie…Sarà proprio così! La prima tappa è una sorta di funivia che attraversa il Rioverde, un po’ di titubanza ma alla fine ci saliamo tutti tranne Serena che si occupa di riprendere e immortalare questo momento. Il paesaggio da la in alto è stupendo: valeva la pena di superare la paura! Poco più avanti, iniziamo una discesa a piedi di circa 1 ora alla volta del Pailon del Diablo, un’immensa cascata alla quale si arriva proprio sotto! Il pranzo è compreso nel prezzo ed è indimenticabile: comprende zuppa di pollo con tanto di piedi di gallina galleggianti!!! Si continua con la visita al Centro Fatima, una sorta di zoo gestito da naturalisti volontari che cercano di salvaguardare le specie in difficoltà. Ciò che mi colpisce è l’aspetto naturale di questo parco. Vedo per la prima volta i Tapiri e sono ben diversi da quelli di Striscia! Le ore successive sono un vero sogno. Si comincia con il calzare gli stivaloni di gomma con destinazione foresta amazzonica…
Breve camminata e arriviamo ad un fiume, dove ci attende una canoa ricavata da un tronco: ci saliamo tutti e 5, più marinaio e aiuto marinaio…Mi è sembrato di tornare indietro di centinaia di anni.
Ma il bello deve ancora venire. Risaliamo sulla Jeep per raggiungere un belvedere da togliere il fiato: un’immensa veduta sulla foresta amazzonica.
Infine…Il paradiso.
Camminiamo per circa 1 ora nella jungla tra piante a me sconosciute e che rimarranno incomparabili. La meta è qualcosa di stupendo: una cascata di circa 30 m con annesso laghetto. Via i vestiti e ci buttiamo, le parole non possono descrivere l’emozione, ma forse ho cominciato a trovare alcuni di quei valori che avevo perso… A fatica lasciamo questo paradiso, ci attende un lungo viaggio in macchina verso Banos, con tanto di rottura della jeep e “presa la volo” dell’autobus di linea che ci evita la notte alla ghiaccio.
Una parola va spesa sull’alloggio di Banos. Scegliamo, su indicazione di un amico di Enry che vive in Ecuador, l’hotel Sangay (www.Sangayhotel.Com), uno dei migliori della città con piscina e bagno turco. Ci attendono ancora tanti giorni di viaggio e così dobbiamo risparmiare: prendiamo un’unica stanza da 5. Nessun problema, spaziosa, pulita ma il bagno le cui pareti non arrivano fino al soffitto e con le tendine a metà altezza ci regalano momenti di vera privacy…
Guayaquil ci attende. Ci arriviamo via pulmann a tarda sera. E’ una città moderna, metropiltana così diversa dal’Ecuador che abbiamo conosciuto fino ad ora. Io e GB concludiamo la serata con un caffè da Burgher King…Qui è proprio un altro Ecuador.
Finalmente le Galapagos! Ci imbarchiamo sul catamarano Pulsar (www.Galapagostour.Com), è davvero piccolo e ci dobbiamo stare in 10, noi 5 e altri 5 tedeschi. Io e Serena veniamo sistemate nella cuccetta matrimoniale, niente male perché è in centro barca. A Gius ed Enry spetta il letto a castello, proprio sopra il rumoroso motore. GB, invece, viene onorato dello spazioso “loculo” singolo proprio accanto alla nostra matrimoniale.
La settimana in catamarano si rivela difficile, perchè il mare è mosso(GB ed Enrico regalano più volte le loro cene ai pesci), lo spazio è limitato e la doccia è solo esterna, ma la fatica è ripagata dallo spettacolo di queste isole. Leoni marini con cui nuotare e con cui sdraiarsi in spiaggia, pellicani che sfamano i loro piccoli, sule dai piedi azzurri che quasi si lasciano toccare, iguane addormentate sulle rocce e poi le fregate in corteggiamento con il loro petto rosso. Per ultime le centenarie tartarughe del centro Darwin.
Nessuna parola potrà descrivere queste isole che non a caso vengono definite “The last paradise”.
Indimenticabili le partite a scopa sul catamarano, che ci hanno aiutato a trascorrere i tempi morti del dopo cena. Così come rimarrà stupefacente il coraggio di GB di farsi sbarbare da un barbiere di Porto Ayora! Dopo 7 gg ritocchiamo la terra ferma e ci trasferiamo a Cuenca: che bello dormire in un letto che rimane immobile e farsi una doccia al chiuso e senza costume! Visitiamo Cuenca, dove sembra veramente che il tempo si sia fermato, tutti sono vestiti con i tipici abiti colorati! Da Cuenca andiamo ad Ingapirca per visitare le rovine inca più importanti dell’Ecuador. La strada per raggiungerla si arrampica sulle montagne. I miei amici di viaggio dicono che il sito è un po’ deludente, ma io rimango stupita da come si sia potuto costruire opere di tale precisione a questa altezza e in questo punto del mondo! Forse non saranno le rovine peruviane, ma secondo me meritano una visita solo per la posizione in cui sono ubicate! La sera, l’insonnia ci coglie e rimaniamo a parlare di tutto fino all’1..Veramente sta nascendo qualcosa d’importante tra noi viaggiatori! Finalmente riusciamo a vedere un vulcano:il Chimborazo. Da Riobamba troviamo a fatica un taxi che ci accompagna fino al rifugio situato a 4000 m ed ai piedi della cima innevata del Chimborazo.
Ma oggi è il nostro giorno fortunato e infatti durante il trasferimento a Quito, riusciamo a vedere dai finestrini del pulmann anche lo splendido cono gelato del vulcano Cotopaxi! Sono trascorsi 16 gg e siamo ancora al punto di partenza: QUITO! Decidiamo di ritornare al nostro Auberge Inn (www.Ioda.Net/auberge-inn). Avete presente Melrose Place? Ecco l’albergo è proprio cosi, ma senza piscina! Il giorno successivo viene dedicato agli acquisti e a tal fine scegliamo la famosa Otavolo con i suoi artigiani locali. Non è giorno di mercato, ma vi sono comunque numerosissime bancarelle con ogni genere di cosa tra maglioni, cappelli, sciarpe, tappeti. Prendo un po’ di tutto e sono sicura che questi oggetti mi ricorderanno per sempre la realtà equadioriana.
Sul pulman del viaggio di ritorno, GB chiede ad ognuno di noi di indicare le 3 cose che gli sono piaciute di più di questo viaggio…Vi sembra facile? A lui il compito di rivelarle.
21 Agosto: siamo agli sgoccioli della vacanza e decidiamo di dedicare l’ultimo giorno alla visita della Mitad du Mundu, la dove passa la linea dell’ecuadore. MI fa una certa impressione sederci sopra. Ma oltre a questo, il posto è solo negozi e souvenir.
A pranzo, su proposta di Enry, ci togliamo una soddisfazione: miglior ristorante argentino della città: il San Telmo (www.Santelmorestaurant.Com)! L’ambiente è raffinato ed elegante, tutti in giacca e cravatta..Tranne noi naturalmente! Mangiamo una succulenta bistecca da 300 gr ed un dolce freschissimo, accompagnati da vino cileno ( e chi l’aveva mai assaggiato prima? Niente male!).
Il conto è più che onesto: 25 $ a testa! Dopo un viaggio di ritorno durato 48 ore, arriviamo in Italia, in un 27 agosto ancora afoso! Non importa se è finito, l’importante è stato aver fatto questo viaggio, aver visto questi posti, questa gente con la sua umiltà e il suo orgoglio, questa natura e soprattutto aver condiviso un’esperienza di vita e di amicizia! Un grazie sincero a GB, Serena, Gius ed Enry e …A Raf che ha dato inizio all’avventura degli “Sbandati per caso”.
Claudia