Pedro e Josè in giro per il Messico

Periodo: 9/24 marzo 2003 Costo: 1300 € a persona Itinerario: Città del Messico, S. Cristobal, Palenque, Campeche, Merida, Uxmal, Valladolid, Chichen Itza, Tulum, Playa del Carmen, Isla Mujeres. Mezzi di trasporto: un volo interno (Città del Messico- Tuxla) e autobus. Cambio: 10 pesos=1 euro Partecipanti: Pedro(Claudia) e...
Scritto da: rotgio
pedro e josè in giro per il messico
Partenza il: 09/03/2003
Ritorno il: 24/03/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Periodo: 9/24 marzo 2003 Costo: 1300 € a persona Itinerario: Città del Messico, S. Cristobal, Palenque, Campeche, Merida, Uxmal, Valladolid, Chichen Itza, Tulum, Playa del Carmen, Isla Mujeres.

Mezzi di trasporto: un volo interno (Città del Messico- Tuxla) e autobus.

Cambio: 10 pesos=1 euro Partecipanti: Pedro(Claudia) e Josè(Giovanna) 9 Marzo (Pisa-Parigi-Mexico DF) Finalmente dopo un volo interminabile arriviamo alla meta. Non abbiamo neanche uno straccio di prenotazione per la camera e sono le 8 de la tarde. Ma questa è l’avventura!!! Mentre stiamo contrattando il prezzo di un taxi arriva un ragazzo tedesco che ci propone di dividere un combi(cioè un taxi collettivo): 240 pesos da dividere in tre, ci sembra fattibile.

Andreas propone l’hotel Isabel la Catolica, segnalato sulla guida di tutti i viaggiatori fai da te (la mitica Lonely planet). È un palazzone di 3 piani tutto dipinto di arancione e con rifiniture in legno scuro, le stanze sono disposte intorno ad un cortile, l’effetto è gradevole e fa molto Mexico. Ci assegnano la camera 307 che si trova all’ultimo piano: è enorme, dotata di 4 letti singoli, moquette, un gran bagno e costa 240 pesos.

10 Marzo (Mexico DF) A causa del fuso orario Josè alle 4 della magnana è già sveglio e inizia ad aggirarsi per la camera complice l’eccitazione per il fatto di trovarsi dall’altra parte del mondo, ma Pedro dorme, da buon messicano e fino alle 8 non si esce. Abbiamo molte cose da fare: telefonare a casa, cambiare i dollari, comprare il biglietto per il volo interno, l’adattatore universale e fare colazione perché Pedro dorme e mangia a dispetto dei suoi 50 Kg! Per telefonare è semplice compriamo una scheda telmex da 50 pesos che fumiamo in due minuti giusto per tranquillizzare le mamme; i soldi li cambiamo in uno delle numerose case di cambio, più traumatizzante è stato vedere il prezzo del volo interno e su quello non si contratta (Sono 164$USD a testa a fronte delle 83$USD che ci hanno chiesto in Italia prima della partenza) per fortuna risparmiamo sull’adattatore 5 pesos in Italia costava 19€! Terminate le commissioni ci dirigiamo al Cafè el Popular in avenida 5 de Mayo. La prima colazione messicana prevede huevos a la Mexicana, Jugo de Naraja e caffè (si fa per dire…) per soli 63 pesos in due. Entriamo nel vivo dell’atmosfera messicana visitando lo Zocalo, una delle piazze più grandi del mondo con al centro un’enorme bandiera messicana che ogni sera viene ammainata con una cerimonia ufficiale da un drappello di soldati. Ci stupisce vedere tantissimi soldati in tenuta antisommossa con tanto di caschi, scudi e manganelli nonostante l’atmosfera ci sembri rilassata. La piazza è un vortice di colore, ci sono tantissimi ambulanti che vendono di tutto ci lasciamo coinvolgere e Pedro acquista un calendario Azteco coloratissimo. Dedichiamo il pomeriggio a visitare la zona rosa: la parte meno popolare e in cui sorgono i più rinomati alberghi ma non ci entusiasma. Decidiamo di tornare allo Zocalo ma prima facciamo una sosta nel parco Alameda central dove conosciamo un esponente delle forze dell’ordine a cavallo con tanto di sombrero, stivali e speroni. Purtroppo ci accorgiamo che le giornate sono più corte di quanto non ci aspettassimo infatti alle 6 è già buio. Complice un appuntamento con Andreas e la criminalità che si dice ci sia a Città del Messico, la sera ceniamo al ristorante dell’albergo. Spendiamo 97 pesos per tacos e quesadillas di media qualità.

11 Marzo (Mexico DF-Tuxla Gutierres- San Cristobal de las casas) Dobbiamo prendere il volo per Tuxla e visto che non possiamo salire sulla metro con gli zaini ci facciamo chiamare un taxi dall’albergo (90 pesos): mai scelta fu più felice!!! Mentre aspettiamo vediamo la guida spericolata dei messicani del DF e ci colpisce la retromarcia su incrocio di una macchina che scopriamo essere il nostro taxi! Ci saluta un ometto basso e sorridente che scusandosi per il ritardo ci carica i bagagli e ci fa accomodare sulla sua “Ferrari”. La guida è degna della manovra iniziale ma la compagnia è veramente splendida. Benito (ma non Mussolini come lui stesso tiene a precisare) ci fa da guida turistica e risponde a tutte le nostre domande in particolare sulla musica messicana. Scopriamo che Josè Josè fa musica para innamorados e Fernandez musica para “cornar” non abbiamo ancora capito cosa significa ma il cd di Fernandez l’abbiamo comprato!!! Prima di salutarci scattiamo una foto e Benito ci fornisce il suo biglietto da visita non si sa mai tornassimo a Città del Messico… Arriviamo all’aeroporto in largo anticipo e dopo un volo di un’ ora e mezza arriviamo a Tuxla: un capannone in mezzo al niente, siamo in Chiapas! Appena scese ci accoglie un vento caldo effetto phon. Prendiamo un taxi per andare alla stazione dei combi per San Cristobal (70 pesos) ma questa volta siamo meno fortunate, l’autista è un tipo insignificante che tenta di fare conversazione ma non se intendemo. Non facciamo in tempo a scendere che un vecchietto ci prende i bagagli e li carica sul pulmino (60 pesos): non sa neppure cosa vogliamo ma si vede che tutti i turisti sono uguali…Il viaggio per San Cristobal è per Pedro un piccolo inferno perché a digiuno e per un’ora e mezzo tutte quelle curve…Senza xamamina…Appena arrivate, distrutte, cerchiamo un albergo e il primo che incontriamo segnalato dalla bibbia è il grazioso Hotel fra’ Bartolomeo de las Casas che per 180 pesos ci fornisce una cameretta con due letti matrimoniali, un bagno, acqua caliente solo dalle 7 alle 10 della mattina e della sera e tanta tanta cordialità. Dopo essersi un po’ riprese andiamo a fare un primo giro e decidiamo di cenare al ristorante Tuluc in Avenida Insurgentes. Per una bistecca alla messicana (ovviamente per Pedro che deve risistemarsi lo stomaco), tacos e 2 corone che innaffieranno sempre i nostri pasti spendiamo 114 pesos. Il servizio è efficiente e la qualità molto buona. La sera rinfresca molto, siamo a 2100 metri di altezza, così ci facciamo dare un’altra coperta e per la serie riscaldamento a pinguino dormiamo in due nello stesso letto. 12 Marzo (San Cristobal de las casas: Chamula e Zinacantan) Incuriosite dai racconti sulla sig.Ra Mercedes e il suo ombrellino colorato che ogni mattina in Plaza 31 de Marzo alle 9 aspetta i turisti per un’escursione nei villaggi di Chamula e Zinacantan, decidiamo di fare colazione e recarci puntuali all’appuntamento. Ottima colazione alla Cafeteria del centro (Real de Guadalupe, 15) per soli 46 pesos, dove i due simpatici camerieri ci regalano anche un tagliacarte di legno lavorato. Purtroppo apprendiamo che proprio oggi Mercedes non ci sarà quindi optiamo per la guida di Raul. Fortunatamente siamo solo noi due e altre due ragazze tedesche, questo ci permette di subissare Raul di preguntas (domande): non che ce ne sia bisogno, perché la nostra guida non è certo avara di spiegazioni appassionate. La visita della Chiesa è affascinante: il profumo degli aghi di pino che ricoprono il pavimento, le lunghe file di candele accese e di festoni decorativi, la presenza dei curanderos o medici tradizionali (no sciamani come Raul più volte tiene a sottolineare), il mormorio delle preghiere rivolte ai santi rendono l’atmosfera particolarmente suggestive grazie anche alla scarsa presenza di turisti. Nonostante Raul ci dica che la chiesa è riconosciuta dalla chiesa romana rimaniamo abbastanza perplesse perché non ha nulla a che vedere con i nostri riti. Proseguiamo la visita del villaggio andando nella casa dell’autorità religiosa incaricata di organizzare la festa in onore di San Juan Bautista per quest’anno. Tale incarico è un grandissimo onore per gli abitanti della comunità, occorre lavorare 25 anni per avere i soldi necessari a sostenere le spese. La casa, composta da un’unica stanza, ha un altare centrale decorato con candele e nastri colorati e l’odore d’incenso è fortissimo. La vita di questa comunità è completamente autonoma dal governo centrale dal punto di vista amministrativo, fiscale e religioso; mantengono intatta la loro cultura e impediscono a chiunque non sia nato nel villaggio, ad eccezione delle spose degli uomini di Chamula, di entrare a farvi parte. Vige la poligamia, ma c’è una sola lingua, una sola religione e un solo partito politico. Chi è in contrasto con questi principi deve lasciare il villaggio. Terminata la visita ci dedichiamo ai convenientissimi acquisti e poi ripartiamo alla volta di Zinacantan, dove l’attività principale è la coltivazione dei fiori. Prima di salutarci, chiediamo spiegazioni sulla situazione politica e su Marcos, e Raul ridendo ci spiega che i fuochi che i turisti attribuiscono alla guerriglieri sulle montagne in realtà sono fuochi di artificio dei 400 giorni di festa degli indios (nota bene 400 su 365 giorni dell’anno). Il resto del pomeriggio lo dedichiamo agli acquisti al mercato di San Cristobal. Se proseguirete il vostro viaggio in Yucatan, vi consigliamo vivamente di acquistare stuole, magliette, fasce, braccialetti, collanine, borsette e quant’altro in questo mercato perché non troverete un artigianato più bello, più colorato e così conveniente. Cena al Ristorante Emiliano’s Moustache (Rosas,7): spendiamo 111,50, buono.

13 Marzo (San Cristobal de las casas: laguna di Montebello) Su consiglio di Raul decidiamo di visitare la laguna di Montebello con un’escursione organizzata che ci costa 210 pesos a testa. La gita non sarà un granchè, perché la nostra guida si limita a scaricarci nei posti da vedere senza darci nessuna spiegazione, e i luoghi visitati non sono oggettivamente niente di straordinario. L’unica “invenzione” per turisti è la linea di confine tra Chiapas e Guatemala nel mezzo di uno dei 50 laghi. Per fortuna nel nostro gruppo c’è un ragazzo italiano, Roberto, col quale condividiamo questa giornata un po’ noiosa. E’ molto simpatico e decidiamo di andare a cena insieme al miglior ristorante di San Cristobal, almeno per noi, El Gato Gordo(Madero, 28). Spendiamo 70 pesos in due!!! 14 Marzo (San Cristobal de las casas – Palenque: le rovine) Ci dispiace tantissimo lasciare questa incantevole città ma non possiamo trascorrervi tutta la vacanza, quindi a malincuore alle 7 saliamo sul pullman per Palenque (140 pesos). Il viaggio è terrificante: la strada è disseminata di topes, curve e tornanti per almeno 3 ore e l’autista è un vero pazzo, corre e impiega un’ora in meno rispetto al previsto per arrivare a destinazione. Come se non bastasse a bordo ci sono un paio di bambini che vomitano anche l’anima e disperati chiamano la mamma… Mentre siamo alla ricerca di una Posada capiamo che la città non ci piace un granché, certo che il ricordo di San Cristobal si fa sentire ancora! Alloggiamo alla Posada Kin (Abasolo, 1): è veramente squallida, in compenso molto economica. Spendiamo 150 pesos compresa la colazione. Poiché scopriamo che le cascate di Agua Azul, Misol Ha e Agua Clara sono raggiungibili solo con escursioni organizzate (ma noi abbiamo già dato!), andiamo a visitare le rovine prendendo un combi che ci costa 28 pesos. L’ingresso al sito costa 37 pesos, la guida 110 a persona dopo lunga contrattazione. Le rovine sono belle, ma ci affascina di più la giungla intorno, dove risuonano gli urli delle scimmie urlatrici, dove grandi liane ci fanno sentire molto Tarzan, dove ci sono foglie più grandi di noi e dove nei ruscelli scorre acqua che gli abitanti bevono tranquillamente (ma noi no!!!).

Durante la visita conosciamo un ragazzo italiano che guarda caso alloggia nella nostra stessa posada e in Italia vive in una città non lontana dalla nostra e abbiamo anche alcune conoscenze in comune (guarda com’è piccolo il mondo!!!) La sera ci fidiamo del suo istinto di viaggiatore solitario e ceniamo al Guacamaya spendendo 35 pesos. Proviamo ad ubriacarci con un Mezcal che ci costa 50 pesos, più della cena! 15 Marzo (Palenque – Campeche – Merida) Scappiamo da Palenque con un bus di primera classe (ADO) che costa 168 pesos alla volta di Campeche. Probabilmente abbiamo sbagliato mezzo di trasporto: pensavamo di essere su un bus, invece eravamo in una cella frigorifera insieme ai pinguini. L’aria condizionata era così alta che tollerarla per 5 ore è stata veramente dura. Inoltre la polizia nel corso di uno dei tanti controlli ha arrestato il passeggero numero 33. Si ignora la sua sorte. Campeche è una città di mare protetta da bastioni che in passato servirono per difenderla dai pirati, è patrimonio dell’Unesco, vale la pena visitarla. Fuorviate dai consigli di viaggiatori incontrati a Palenque, avevamo deciso di dedicarle solo qualche ora per poi ripartire verso Merida. Pranziamo al Ristorante del Parque, gustando un delizioso pan de cazon (60 pesos), visitiamo la città e al mercato compriamo un cd di Vicente Fernandez come ci aveva consigliato Benito.

Il viaggio da Campeche a Merida dura un’altra ora e mezza e costa 87 pesos. La stanchezza e il buio non ci fanno apprezzare la città; il primo albergo, l’hotel Latino è veramente sporco e squallido, scegliamo l’hotel la Monjas (calle 66/a) dove spendiamo 145 pesos. Non riusciamo a trovare un ristorantino tipico ed economico, la Plaza Grande è animata ma appena fuori dal centro non c’è niente; inoltre qui i messicani sono veramente noiosi perché la loro cordialità è finalizzata alla vendita. 16 Marzo (Merida: Uxmal) Poiché la visita dei siti la domenica è gratuita decidiamo di andare a Uxmal. Il primo autobus disponibile è a mezzogiorno (29 pesos), sta piovendo e dopo aver bevuto un caffè andiamo al mercato dell’artigianato che almeno è al chiuso. L’artigianato locale è abbastanza diverso da quello del Chiapas ma non meno bello, compriamo qualcosa anche qui. Arrivati al sito scopriamo che dobbiamo comunque pagare il biglietto (37 pesos) ma questa volta non assoldiamo una guida e ci godiamo la solitudine e il silenzio di questo luogo dominandolo dall’alto della gran piramide (32 metri). Il rientro è una piccola odissea, ci hanno detto di aspettare fuori dal sito gli autobus provenienti da Campeche con destino Merida ma per 3 ore non se ne vede l’ombra…Non siamo le uniche e alla fine esasperati fermiamo un combi che ci porta a Mula ma lì inizia nuovamente un’altra attesa. Le signore del luogo ci dicono che è domenica e quindi tutte le corse sono drasticamente ridotte insomma riusciamo a salire su un pulman solo alle 6, in piedi e stipati come sardine per quasi due ore. Neppure la cena risulta migliore del viaggio visto che ceniamo in uno dei tanti baracchini della piazza che preparano i soliti tacos. La serata si conclude con due logorroici personaggi che in tarda età hanno scoperto quanto sia bello viaggiare e ci vogliono raccontare tutta la loro vita… 17 Marzo (Merida – Valladolid) Esasperate da questa città che pur essendo la capitale dello Yucatan non ci piace per niente decidiamo di andare, come recita la nostra bibbia, nella tranquilla cittadina coloniale di Valladolid. Prendiamo un autobus di seconda classe e ci fanno divertire i personaggi che salgono su per vendere di tutto, le persone che contrattano il prezzo del biglietto e l’autista che gestisce la sua vita durante l’orario di lavoro. Ci concediamo un piccolo lusso soggiornando all’hotel Don Luis che è fornito di piscina (135 pesos) dove ci intratteniamo nelle ore più calde. Valladolid è veramente piccola e non si riesce a girarla tranquillamente perché è un continuo fischiare e strombazzare (nemmeno non avessero mai visto una donna!!!). Decidiamo di cenare al bazar minicipal un insieme di piccole trattorie sotto i portici (comida corrida a 20 pesos). Fortunatamente tutti i locali solo al coperto perché alle 9 si scatena un temporale pazzesco che ci fa capire il motivo dei marciapiedi così alti, quando smette di piovere le strade sono dei fiumi per tornare in albergo servirebbe una canoa. 18 Marzo (Valladolid: Chichen Itza – Tulum) Partenza alle 7.30 per Chichen Itza (15 pesos). Entriamo nel sito che è deserto e si staglia davanti a noi la piramide El Castillo. È alta 25 metri ma sinceramente ce la aspettavamo molto più alta infatti non proviamo nessun senso di vertigine. Capiamo che i siti non ci entusiasmano molto, preferiamo i colori del Chiapas e la sua gente. Un po’ amareggiate per queste giornate deludenti decidiamo di abbandonare lo Yucatan per vedere il decanto mar dei Caraibi sperando che risollevi lo spirito della vacanza. La decisione si rivela saggia! Arriviamo a Tulum centro con un pullman (42 pesos) e un taxi (30 pesos) ci porta alle cabanas sulla spiaggia. Scegliamo le cabanas Playa Condesa con bagno privato e luce elettrica solo a partire dalle 7 di sera (250 pesos). Il paesaggio è selvaggio e lascia senza fiato. Ceniamo al piccolo ristorante sulla spiaggia mangiando del pescado fresco per 105 pesos. 19 Marzo (Tulum – Playa del Carmen) Come al solito sveglia all’alba ma contente di goderci la spiaggia deserta e un po’ di vento dopo aver patito tanto caldo nella cabana; passeggiamo per raggiungere le rovine di Tulum, ma dobbiamo accontentarci di vederle da lontano perché la spiaggia si interrompe. Decidiamo di far colazione in questo splendido scenario, così ci accomodiamo all’ombra di un palmito servite da un bellissimo cameriere (eccezione in un luogo in cui gli uomini da questo punto di vista lasciano molto a desiderare). Contaminazione degli italiani: il bar si chiama “la vita è bella” e qui non è solo un modo di dire. Tutta questa solitudine e wilderness ci spinge alla ricerca di un po’ di civiltà: immaginiamo che Playa del Carmen sia il giusto compromesso tra l’americanissima Cancun e la romantica Tulum.

Detto fatto: con un taxi (30 pesos) fino in città e un combi (20 pesos) raggiungiamo il nostro destino. L’atmosfera è completamente diversa e troviamo una bella e fresca camera all’Hotel Mar Caribe (250 pesos). Andiamo subito in spiaggia e notiamo un bel ragazzo italiano (lo riconosciamo dalla marca del suo zaino) che dopo qualche occhiata decide di avvicinarsi per fare quattro chiacchiere. Peccato che non appena apre bocca ci passa qualsiasi fantasia…Decliniamo l’invito per la sera e scappiamo perché abbiamo deciso di farci le treccine, simbolo di tutte le turiste. Dopo lunga contrattazione Josè (che ha i capelli corti) spende 60 pesos, Pedro (che invece li ha lunghi: mucho pelo!!!) spende 120 pesos e trascorre due interminabili ore a chiacchierare della vita privata della parrucchiera. Cena alla Tarraya (59 pesos): buon cibo, ma servizio troppo rapido (chiudono alle 10 circa). Vorremmo brindare con una buona tequila ma già alle 22.30 i locali chiudono. 20 Marzo (Playa del Carmen – Cancun – Isla Mujeres) Oggi è il compleanno di Pedro (30 anni!!!) Colazione al The Coffee Press (34 pesos) e combi per Cancun (30 pesos). Da lì autobus per Puerto Juarez (4 pesos) e traghetto per Isla Mujeres (35 pesos). Mentre camminiamo nella solita Avenida Juarez ci avvicina un chico offrendoci una camera. La posada Isla Mujeres è nuova e molto carina e noi occupiamo l’habitacion numero 5. E’ luminosa e c’è un balcone dove poter stendere i panni e prendere il fresco. Corriamo alla Playa Norte (la mas bonita dell’isla) e ci lasciamo incantare dal mare. Buffi personaggi si aggirano per la spiaggia: un hombre muy pecheňo con un coltellaccio lungo 1 metro si dedica alla potatura delle palme e ne raccoglie i frutti per poi portarle in un sacco come Babbo Natale e venderle ai bagnanti. Vogliamo gustare i sapori dell’isola e ne chiediamo uno. Felipe con due scudisciate intacca la noce per farci bere il latte; dopodiché con altri quattro colpi ben assestati ci spacca la noce per mangiarla dicendoci che stasera ciascuna di noi potrebbe intrattenere tre uomini a letto. E’ così simpatico che non sfugge neppure all’obiettivo della nostra telecamera. Quest’isola sta già riscattando le precedenti giornate che erano state un po’ noiose. Brindiamo all’evento e al compleanno di Pedro con due margaritas. Quindi ci concediamo una buona cena di pesce a El Bucanero ( 83 pesos). 21 Marzo (Isla Mujeres: barriera corallina) Oggi è primavera e per cominciare bene la nuova stagione abbiamo prenotato un’escursione presso la nostra posada per vedere la barriera corallina (dopo una finta contrattazione paghiamo 150 pesos a testa). Prima di sottoporci ad un simile evento dobbiamo fare colazione. Scegliamo El balcon (al secondo piano in Hidalgo angolo Abasolo) molto buono, con pazienza e 55 pesos facciamo una colazione abbondate. Alle 10 puntualissimo si presenta il ragazzetto che ci accompagna al molo e lì facciamo la conoscenza del capitano: Pedro. Ci stupiamo di essere soltanto in due (scopriremo più tardi che è stata una grande fortuna!), Pedro è premuroso e ci porta a fare una prova delle maschere, dei boccagli e delle pinne. Purtroppo il nostro solito Pedro mangia e dorme ma non riesce a respirare con il boccaglio quindi il capitano si prodiga per farle imparare la tecnica. Appreso il concetto si parte! … … Restiamo senza parole: solo chi ha visto uno spettacolo del genere può capire l’emozione che si prova di fronte ad un mondo tanto sconosciuto e affascinante dove si vedono pesci di tutti i colori, tutte le grandezze e dove ci sentiamo delle estranee in un mondo che non ci appartiene.

Josè scorge sul fondo una meravigliosa conchiglia e chiede al capitano di prenderla per ammirarla da vicino. Non crediamo alle nostre orecchie quando Pedro dice che possiamo tenerla. Purtroppo Josè che non è esattamente un atleta perde la conchiglia a causa di un’onda. Sigh! Nessuno è ad aiutarla perché Pedro sta aiutando molto (e che aiuto!!!) l’altro Pedro che nonostante abbia appreso le tecniche di respirazione non riesce proprio (o non vuole malignamo noi) a liberarsene! Dopo la prima immersione troviamo sulla barca un nuovo compagno di avventura lui carinamente si presenta, si chiama Donald ed è un docente universitario americano. Quando per la terza volta Pedro ci invita a fare una nuova immersione pensiamo di non farcela per la stanchezza ma l’entusiasmo è tanto che ci tuffiamo di nuovo. Dopo questo notevole sforzo fisico finalmente si mangia! Pesce alla griglia, delle dimensioni di un bue, cucinato divinamente! Nel frattempo facciamo conversazione con Donald che è veramente una persona gradevole e terminato il pasto ci accompagna a vedere l’allevamento di tartarughe. Il rientro è divertente perché Pedro ci fa prima bere e poi guidare la barca e Donald preoccupato si fa il segno della croce! La degna conclusione di una giornata così fantastica è una pina colada ad bar sulla spiaggia cullate dalle altelene mentre ci godiamo il tramonto. 22 Marzo (Isla Mujeres) Le emozioni intense di ieri richiedono un giorno di relax per imprimerle nella memoria, quindi dopo una pessima colazione (per poco Pedro non litiga con la proprietaria) al bar dell’angolo tra Abasolo e Juarez, andiamo a playa Norte. Purtroppo oggi è sabato e la spiaggia è più affollata del solito e Felipe (il venditore di cocco) si è preso la giornata libera. Trascorriamo la giornata tra bagni e ricordi. Tentiamo anche di fare acquisti ma incappiamo in due venditori che sono così fumati (nel vero senso della parola) che per una maglietta ci chiedono 400 pesos (per chi non lo ricordi sono esattamente 40€ !!!). Praticamente ci viviamo una settimana! Capiamo che abbiamo sbagliato a non fare tutti gli acquisti in Chiapas, fortunatamente troviamo il negozietto la Lupita vicino al ristorante El balcon dove la gentile proprietaria ha dei prezzi umani e tre felini gordi (grassi).

Cena a El balcon (160 pesos in due).

23 Marzo (Isla Mujeres: Contoy) Come ultimo giorno della nostra vacanza decidiamo di concederci un’escursione all’isola di Contoy. Come al solito contrattiamo col nostro piccolo muchacho della Posada (paghiamo 350 pesos a testa) e detto fatto dopo aver provato pinne e boccagli ci ritroviamo su una barcarola con altre 9 persone. Il tempo non è dei migliori, il sole stenta a farsi vedere e questo ci condiziona un po’, in più il capitano non è il nostro mitico Pedro e ci lascia un po’ al nostro destino. Alla fine lo snorkelling non ci soddisfa molto, in compenso la vista dell’isola è paradisiaca: Contoy è una piccola isola disabitata istituita a riserva ornitologica. Troverete la manta Samantha ad aspettarvi e a farsi coccolare un po’. Durante il pranzo di gruppo a base di pescado fresco (buonissimo), un ragazzo ci fa notare che il tempo sta peggiorando e si preannuncia un bel temporale ma noi minimizziamo sicure che i vecchi lupi di mare che ci hanno condotto fino a qui sappiano il fatto loro. In realtà partiamo che già piove, la barca è coperta solo dal lato sinistro e io indovinate un po’ sono dall’altra parte! Sembriamo veramente un gruppo di profughi: lo zoppo che per i dolori alla gamba deve alzarsi periodicamente cadendo sempre su qualcun altro, la bambina che con la camicia di papito in dosso e ricoperta con tutti i giacchetti di salvataggio cerca invano di ripararsi dall’acqua e dal freddo, l’unico che aveva previsto il temporale eroicamente si sacrifica sistemandosi a prua beccandosi tutta l’acqua e le onde, la disperata che come al solito vomita (Pedro) e la paralizzata dal terrore (Jose). In ultimo i nostri capitani che sembrano alquanto disorientati soprattutto quando non scorgiamo più la costa di Cancun, nostro unico punto di riferimento. Riuscire ad attraccare illesi (quasi…) ci sembra un piccolo miracolo. Saluti e baci con tutti gli sventurati compagni di viaggio ma arrivati alla posada ci aspetta una nuova sorpresa: la corrente elettrica è saltata dalle 4 del pomeriggio quindi niente luce e neppure acqua caliente! Il drammatico è che l’elettricità non tornerà fino alle 22 e quindi dobbiamo accontentarci di una cenetta romantica a lume di candela, non era quello che avevamo programmato per la nostra ultima notte! 24 Marzo (Isla Mujeres-Cancun-Città del Messico-Parigi-Firenze) Sigh sigh sigh ci svegliamo di umore al dir poco funesto questo è il nostro ultimo giorno in Messico. Per non perdere neppure un attimo di questa giornata alle 6 siamo già in spiaggia a rubare ancora qualche immagine a quest’isola splendida, a riordinare i ricordi e farci coraggio per la partenza ormai imminente. Salutiamo il niňo della posada (Armando) e con i lacrimoni agli occhi e lo zaino sulle spalle ci dirigiamo al porto. Sbarcate a Cancun cerchiamo un autobus che ci porti all’aeroporto ed è veramente vergognoso contrattare il prezzo del biglietto ma abbiamo veramente finito tutti i pesos. Ma non è ancora finita, all’aeroporto ci aspetta un antipatico inconveniente: la nostra agenzia di viaggio non ha pagato una delle tasse aeroportuali quindi siamo costrette a fare un nuovo prelievo e poi a ricambiare i pesos in dollari. Senza contare che al check-in ci fanno presente che dovremmo ritirare a Città del Messico i nostri bagagli e imbarcarli nuovamente per Parigi il tutto in meno di un’ora e in un aeroporto che serve una città di 12 milioni di abitanti e che non è esattamente piccolo…Ma riusciremo anche in questa impresa! E adesso eccoci qua davanti ad una tastiera senza il mare, senza il sole, senza la musica…In un grigio appartamento alla periferia di Firenze cercando di raccontare la nostra avventura con la speranza che chi leggerà queste righe avrà voglia di partire per il Messico e ne subirà il fascino. Quanto a noi abbiamo già 4 o 5 opzioni per nuovi viaggi e non vediamo l’ora di ripartire! Chissà che non ci incontreremo da qualche parte nel mondo… Hasta luego P.S. Non ditelo a nessuno ma a settembre inizieremo un corso di spagnolo.

Un saluto speciale a: Benito (un uomo un mito…Il taxista più pazzo di Districto Federal), Raul (la più carismatica delle guide), Roberto (il viaggiatore solitario), Alessandro (l’uomo senza guida), Armando (il nostro uomo a Isla Mujeres), Felipe (il signore della sciabola…Meglio essergli amiche), Pedro (oh capitano mio capitano…), Donald (l’intellettuale della situazione) e Marco (l’eroico).



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