Messico e guatemala da vivere
Itinerario in breve: Cancun – Isola di Holbox – Izamal – Merida – Uxmal – Kabhà – Labnà – Sayil- Grotte di Loltun- Chichen Itza – Cobà – Playa del Carmen – Akumal – Tulum- mare sulla riviera a sud di Tulum vicino alla biosfera di Sian Khan – Palenque – Misul Ha- – Bonampak – confine Guatemala – Flores- Tikal – rientro in Chiapas – San Cristobal de Las Casas – ritorno attraverso Chiapas- Tabasco – Champeche- Quintana Roo – Playa del Carmen- Isla Mujeres – Cancun.
Premetto che non ci sono parole per descrivere i luoghi visti, le persone incontrate, i profumi respirati ed i colori intensi, la luce splendente e la natura rigogliosa che l’unico modo per parlare del Messico è farlo dopo esserci stati, possibilmente non rinchiusi nelle gabbie dorate dei villaggi turistici ma girandolo e vivendolo in piena libertà.
Noi per 24 giorni abbiamo girato soli, e mai una sola volta ci siamo sentiti in pericolo o minacciati… abbiamo mangiato la buonissima frutta fresca e bevuto fantastici jugos senza contrarre alcuna infezione, abbiamo dormito nei bungalows nella giungla guatemalteca sentendo il rumore degli animali, e liberato tartarughine sulla costa a sud di Tulum ed è stato magnifico…Il Messico ha così tanto da offrire basta solo cercare un pò!!!!! 1° giorno 28/09/01 CANCUN Partenza da VR per Cancun, con breve scalo al Varadero – Cuba di cui abbiamo però visto soltanto l’aeroporto con i minuziosissimi controlli da parte della polizia visto che è da poco passato il terribile 11 settembre.
Dopo 12 ore di volo (passate però piuttosto agevolmente) finalmente atterriamo a Cancun, e appena usciti dall’aeroporto siamo investiti dall’afa e dall’umidità massacranti che in questo periodo la fanno da padroni e come se non bastasse piove…Cominciamo bene… Andiamo all’Avis a ritirare l’auto a noleggio (unica cosa prenotata dall’Italia) è tardo pomeriggio quindi decidiamo di fermarci a Cancun per la notte e partire domani riposati.
Ci immettiamo con gioia nelle strade messicane e subito capiamo che Cancun non fa certo per noi, con i suoi palazzi e la sua aria “americana” non è questo il Messico che cerchiamo (e che per fortuna abbiamo in seguito trovato) siamo felici di potercene andare già domani.
Aiutati dalla guida Routard troviamo da dormire alla Posada Hacienda (niente di eccezionale neppure come rapporto qualità – prezzo) e andiamo a mangiare qualcosa in un posto molto carino all’aperto “Los Navajos” qui degustiamo il primo degli innumerevoli fantastici jugos messicani, frullati di frutta freschissimi e molto dissetanti (ne berremo almeno un paio tutti i giorni a partire da quello a colazione).
Stanchi ed emozionati andiamo a dormire.
2° giorno 29/09/01 ISOLA DI HOLBOX Ottima colazione al bel 100% Natural praticamente di fronte alla nostra Posada poi partenza, attraversiamo i sobborghi di Cancun, ci lasciamo alle spalle l’artificiosa atmosfera di benessere solo per turisti ricchi e annoiati e ci addentriamo nelle strade del Quintana Roo, nostra meta : l’isola di Holbox.
Una meta strana e inconsueta, abbiamo lasciato l’auto a Ciquilà nel cortile di un signore che ce l’avrebbe tenuta d’occhio per una piccola mancia, e con le barche dei pescatori raggiungiamo l’isoletta.
Appena arrivati mi si apre il cuore… così deve essere ogni isola sperduta che si rispetti…Niente auto, niente asfalto, niente hotel nè villaggi turistici… Le stradine in terra battuta sono percorsi da rare biciclette la massimo qualche veicolo di quelli che si usano sui campi da golf.
Tutta l’isola (cha guarda da un lato la palude verso il continente e dall’altro il mar dei Carabi) è racchiusa attorno alla piazzetta principale su cui si affacciano i pochi bar e ristoranti.
Ce ne siamo già innamorati…
Seguendo il consiglio stavolta davvero azzeccatissimo della guida decidiamo di andare a dormire a Los Mapaches, nelle cabanas di pensate…Una signora toscana che innamoratasi del luogo si è trasferita tanti anni fa.
Le cabanas (tre in tutto) sono stupende, tra gli alloggi migliori trovati in tutto il viaggio, con il tetto in paglia, la zanzariera e addirittura una scaletta per salire in una “mansarda” c’è un piccolo angolo cucina ed un bagno, c’è la veranda con l’immancabile amaca da cui dondolando si vede il mare, ci fanno ombra le palme da cocco e la tranquilla spiaggia.
Qui i turisti devono essere veramente una cosa rara, è bellissimo…Immaginiamo che nella stagione più bella (tra dicembre e aprile) lo deve essere ancora di più.
La signora gentilmente ci presta le sue bici, così andiamo a farci un bel giretto lungo la spiaggia, non è la classica spiaggia candida caraibica, la sabbia è più scura e il mare meno bello ma la cornice è incantevole.
Scopriamo uno dei locali che io reputo MITICO tra tutti quelli in cui siamo stati in Mexico si chiama Isla del Colibrì è una struttura un pò fatiscente in legno con 3 –4 tavolini, un ventilatore perennemente acceso, e i figli della proprietaria che corrono avanti e indietro, qui abbiamo assaggiato in assoluto i migliori Jugos del Mexico, ce li preparava la senòra a sua fantasia, enormi dissetanti con frutta freschissima …(e pensare che c’è chi se li perde perchè ha paura di infezioni intestinali…Non sanno di perdersi qualcosa di sublime)… Restiamo a zonzo tutto il pomeriggio, poi alla sera crolliamo dalla stanchezza, quando ci svegliamo è tardi per cenare, usciamo comunque verso la piazza, mi sento sicura in questo luogo mi sembra che qui niente e nessuno possa avere cattive intenzioni… Nella piazza c’è un chioschetto, così ci prendiamo due buonissimi hamburghesa (li paghiamo l’equivalente di 800 vecchie lire cadauno) ci sediamo sulle panche per mangiarli e i due signori (marito e moglie) del chioschetto dopo un pò vengono a sedersi con noi e iniziamo a chiacchierare come se ci conoscessimo da sempre…È incredibile sono così semplici eppure così ricchi di umanità… ci capiamo piuttosto bene anche per il fatto che il messicano (spagnolo) è molto simile al nostro dialetto inoltre sappiamo che qui gli americani non sono ben visti, quindi piuttosto che usare l’inglese ci spieghiamo a gesti ma va benissimo…
Termina così la nostra prima bellissima serata sull’isola di Holbox, un luogo fortunatamente preservato dal turismo di massa… Passeggiamo fino alla nostra cabanas e ci infiliamo sotto la zanzariera…
3° giorno 30/09/01 ISOLA DI HOLBOX Colazione con immancabile jugos all’ Isla del Colibrì poi grazie al proprietario (che stava pitturando di un allegro celeste le travi in legno del locale) conosciamo un pescatore che acconsente a potarci con la sua barca in giro per le riserve marine dell’isola.
Passiamo vicino ad isolotti dove possiamo ammirare innumerevoli uccelli, cormorani, pellicani grigi e bianchi del Canada, fenicotteri rosa che quando si alzano in volo formano una nuvola rosa…
Speravamo di vedere i delfini ma non è periodo…
Poi andiamo con la barca ad un CENOTE infatti qui nella penisola geografica dello Yucatan (molto più estesa dello stato dello Yucatan) non ci sono corsi d’acqua superficiali, ma soltanto questi punti in cui l’acqua sorgiva risale in superficie, è quindi acqua dolce, anche se ci troviamo a pochi metri dal mare.
Per arrivare al Cenote passiamo su un traballante ponticello, ammiriamo le iguane che si crogiolano al sole, e dei granchi enormi… poi ci tuffiamo e nuotiamo in quest’acqua che loro ritengono “freddissima “ per noi invece è uno spasso (si vede che non hanno mai provato la vera acqua fredda per intenderci quella del lago di Garda in Maggio) Andiamo in un isolotto parte della riserva naturale dove c’è una postazione per osservare gli uccelli ed in effetti col binocolo vediamo centinaia di nidi e su ogni ramo di ogni albero decine di uccelli, incredibile…
Ritorniamo a Holbox, facciamo una passeggiata a piedi e vediamo i pescatori sulla spiaggia che raccolgono le reti, la sera ci concediamo una cena a base di freschissima “langosta” al Zarabanda sempre sulla piazzetta.
Prima di addormentarci pensiamo con tristezza che domani dovremo lasciare questo paradiso…È un posto veramente magico … 4° giorno 01/10/01 IZAMAL- VALLADOLID – MERIDA colazione come sempre all’ Isla del Colibrì poi sotto una pioggerellina calda riprendiamo le barchette dei pescatori e torniamo a Ciquilà dove recuperiamo l’auto a cui non manca nulla, e sollevati diamo la meritata mancia al signore del cortile.
Percorriamo la strada stretta che dal Quintana Roo ci porta in Yucatan, attraversiamo villaggi molto poveri, con baracche e bambini vestiti di stracci, pensiamo che all’isola di Holbox gli abitanti pur nella loro semplicità stavano decisamente meglio…
Avvicinandosi ai centri abitati anche le condizioni dei villaggi migliorano ora vediamo le signore con i bellissimi abiti bianchi e gli orli colorati tipici dello Yucatan.
Sosta a Valladolid crocevia di varie direzioni, cittadina animata con un bel zocalo ombroso dove ci si può riposare su graziose panchine e il bel convento di San Bernardino de Siena poi riprendiamo la strada.
Abbandoniamo la strada principale e io, navigatrice, munita di cartina piuttosto dettagliata, guido Fede per stradine secondarie attraverso villaggetti sperduti dimenticati dal tempo, troviamo antichi Cenoti disseminati nella giungla e un pò intimoriti li raggiungiamo (ci sono bambini che fanno il bagno) ci gustiamo questo Messico nascosto ma vero, pieno di colori, di luce, di vita semplice.
Ci fermiamo a Izamal la “Città Gialla” ad ammirare la chiesa e il convento di San Antonio da Padua con un sagrato immenso di un giallo vivido come tutte le case del paese, qui c’è stato anche il papa e il sacerdote della chiesa sapendo che noi eravamo dai dintorni di Padova ci ha mostrato orgoglioso le fotografie della visita papale.
Eccoci finalmente a Merida “la Città Bianca” nel pomeriggio.
La capitale dello Yucatan ci accoglie nel tardo pomeriggio con un bel sole ed un animato vocio di persone affaccendate.
Troviamo da dormire in un ostello in centro, il Trinidad (sconti per gli studenti e colazione inclusa) con un bel giardino tropicale, le stanze sono semplici e forse non proprio pulite ma ci adattiamo.
Usciamo per vedere la città che ci piace subito, è vitale, colorata, accogliente…Giriamo per lo zocalo centrale e visitiamo il mercato, grandissimo, ci perdiamo tra vicoletti e banchi traboccanti di frutta e di spezie colorate c’è di tutto, e nella parte artigianale le famose amache di Merida che dicono essere le migliori del Messico.
Ceniamo bel posto all’aperto Da Amaro nel giardino di una bella casa coloniale del centro.
Dopo cena passeggiamo per la cittadina e ancora nel mercato e assistiamo alla processione religiosa del Cristo nigro, poi torniamo sullo zocalo dove giocolieri ed artisti di strada improvvisano spettacolini: insomma proprio una bella serata!! 5° giorno 02/10/01 MERIDA – UXMAL Dopo la colazione dedichiamo la mattinata alla scoperta di Merida, visitiamo la bella cattedrale e, di fronte, il Grand Hotel, il Palacio del Gobierno che è aperto anche di sera e presenta un bel patio e murales alle pareti con scene della conquista dello Yucatan da parte dei conquistadores, l’università e gli altri bei palazzi che si affacciano sullo zocalo.
Andiamo a zonzo per il mercato dove comperiamo qualche souvenir, ci fermiamo a mangiare qualcosa in un curiosissimo e semplice posticino l’Expendio de Leche, specializzato in fantastiche torte al formaggio, poi partiamo verso Uxmal.
Questo sito si può visitare anche rimanendo a dormire a Merida (è a 80 Km di strada) ma noi preferiamo spostarci..
Qui ci siamo concessi un pernottamento in un posto carino anche perché vicino ai siti non c’è la possibilità di alloggio in posade, l’alternativa al costosissimo anche se molto bello Club Med è stato l’hotel Hacienda, vicino all’ingresso del sito maya.
Lì abbiamo affinato la nostra arte del contrattare, e alla fine abbiamo spuntato un buon prezzo per due notti con prima colazione (molto abbondante), anche se non ci hanno messo nell’ala principale, ma in una “dependance”, la camera era comunque grande e carina con i servizi, ed in più si poteva godere della bella piscina immerse tra le palme.
La sera siamo entrati nel sito di Uxmal per assistere allo spettacolo di luci e suoni molto suggestivo, una voce in sottofondo narrava (in spagnolo) le vicende di amore morte e guerra degli antichi abitanti del sito, di sacerdoti e guerrieri mentre fasci di luce illuminavano le punte delle piramidi immerse nella giungla, il tutto sotto una lucente luna piena.
Molto suggestivo, peccato che forse abbiamo un sopravalutato la nostra capacità di comprendere lo spagnolo “figurati se prendiamo le cuffie in italiano “ abbiamo detto… se l’avessimo fatto forse avremmo capito qualcosa in più, ma è stata comunque una bella esperienza.
6° giorno 03/10/01 UXMAL – KABAH – LABNA’ Il giorno seguente dopo l’ottima colazione ci siamo dedicati alla scoperta del sito di Uxmal, molto affascinante, perché immerso nel mare verde della foresta in un paesaggio leggermente ondulato, da cui qua e la fuoriescono le punte delle piramidi.
Abbiamo ammirato la Piramide dell’Indovino, il Quadrato delle monache dove un’iguana stava tranquillamente sdraiata sul trono di un antico monarca, poi abbiamo scalato la Grande Piramide da cui la vista spazia per chilometri all’orizzonte, il palazzo del Governatore, il gioco della pelota e tutti gli altri resti vedendo un numero incredibile di gigantesche iguane, abbiamo percorso i sentieri fino ai punti più lontani del sito attorno a noi un prato verdissimo e tagliato alla perfezione come i nostri campi da golf, appena due metri più in la, la vegetazione fittissima della giungla!! Passiamo ad Uxmal tutta la mattina è un sito veramente molto interessante, in parte leggendo la storia dei resti monumentali sulla guida in parte ascoltando sporadicamente la spiegazione di guide a gruppi di turisti (in spagnolo o inglese non essendoci turisti italiani quel giorno) Torniamo nel primo pomeriggio al nostro hotel per un bagnetto ristoratore in piscina poi partiamo per la visita ai siti cosiddetti minori (in quanto meno estesi e meno frequentati dai turisti) di Kabah e Labnà.
Kabah si trova a una ventina di chilometri da Uxmal, qui vediamo l’iguana più gigantesca e spettacolare di tutto il viaggio, doveva essere la regina di tutte le iguane oppure un coccodrillo nano… A Kabah si trovano i resti di un palazzo ed il Codz Pop con davanti due cisterne per la raccolta dell’acqua piovana e la facciata è ricoperta da maschere del dio Chiac della pioggia (onnipresente nella cultura Maya vista l’importanza dell’acqua per questa regione priva di fiumi) Inoltrandoci nei sentieri arriviamo ad altri resti seminascosti dalla vegetazione e poi usciti dal sito dall’altra parte della strada sempre in mezzo alla vegetazione scopriamo un bel arco monumentale.
Andiamo poi a Labnà che a noi, come alla nostra Routard, è uno dei siti che è piaciuto di più, per la sua atmosfera un pò misteriosa e il suo isolamento e per la stupenda via cerimoniale rialzata che attraversa buona parte del sito congiungendo i monumenti principali, il palazzo e lo splendido arco monumentale.
La sera andiamo nel paesino di Muna, fuori dalle rotte turistiche, dove è in corso una festa paesana e la gente seduta ai tavolini nella piazza centrale è tutta agghindata, ci guardano con occhi stralunati, siamo gli unici occidentali… abbiamo mangiamo dei tacos seduti anche noi sulle panche e poi ci prendiamo dei mitici hamburghesa da un signore che ha tutto il suo “negozio” caricato sulla bicicletta.
Ci ha portato due seggiole pieghevoli e ci siamo seduti accanto a lui che dopo pochi minuti ha iniziato a chiacchierare, raccontandoci di tutti i suoi precedenti lavori, come cuoco a Valladolid e poi in altri hotel a Merida il tutto per permettere ai figli di studiare, ha voluto sapere di noi, dell’Italia, ci è sembrata una persona molto semplice ma con una grande dignità …Doveva anche essere un personaggio conosciuto nel paese visto che molti lo venivano a salutare, e lui ce li presentava tutti.
7° giorno 04/10/01 SAYIL – GROTTE DI LOLTUN – CHICTHEN ITZA Dopo la colazione partenza per il terzo “sito minore” quello di Sayil, questo è il più esteso (e quello che si vede è solo una minima parte, il resto è sommerso dalla vegetazione) con un gigantesco edificio a tre piani.
Riprendiamo l’auto e attraverso una stradina secondaria passiamo nell’assolata campagna messicana fino ad arrivare alle Grotte di Loltun, un luogo molto fresco e appartato e qui… sorpresa, gli unici altri due turisti erano una coppia di signori italiani, con loro e con una simpatica guida abbiamo percorso gli incredibili e tortuosi sentieri della grotta con enormi stalattiti e stalagmiti e con impronte di piccole mani maya risalenti a secoli or sono…
Salutiamo i nostri amici e ripartiamo alla volta di Chichen Itza…Anche qui grazie alla nostra Routard troviamo da dormire in una posada carinissima ed economica e molto vicina al sito la Dolores Alba. Si tratta di una fila di bungalows rosa, semplici ma funzionali con il bagno, che si affacciano su una piccola piscina rotonda e su una tettoia in legno dove sono appese a raggiera coloratissime amache per la siesta!! Un posto veramente tranquillo e riposante.
Facciamo subito un bagnetto e ci riposiamo sulle amache cullati dal loro dondolio e dalla musica proveniente dal bar.
Tra l’atro ci prendiamo un ottimo hamburghesa e ce lo mangiamo a bordo piscina accompagnato da un jugos… Oggi è giorno di grotte quindi sulla strada per Valladolid ci fermiamo a quelle di Balancanche, la guida ce ne parlava bene ma per noi non sono state niente di eccezionale soprattutto a causa del senso di claustrofobia provato, neanche da paragonare con quelle di Loltun che invece meritano assolutamente !! Dopo la visita alle grotte partiamo per cenare a Valladolid in un ristorantino in centro il Maria de La Luz , ma onestamente non è nulla di speciale, e tornando alla nostra posada dove vediamo altri ospiti mangiare sui tavolini a bordo piscina al lume di candela ci pentiamo di non essere rimasti anche noi…Comunque ci mettiamo ancora un pò sulle amache a chiacchierare tra noi di tutto quello che fino ad ora abbiamo visto e di come questo magnifico paese ci sta entrando nel cuore… poi facciamo un altro bagnetto in piscina al chiaro di luna e via a nanna…
8° giorno 05/10/01 CHICHEN ITZA – COBA’ dopo la buona colazione alla posada ci rechiamo al mitico sito di Chichen Itza, probabilmente il più visitato del Messico.
Arrivati davanti all’ingresso, decidiamo che questa volta per comprendere ed apprezzare meglio ciò che vedremo ci conviene affidarci ad una guida “umana” possibilmente associandoci ad altri turisti italiani per ridurre la spesa “figurati se non ce ne sono” abbiamo detto…Come no!!! Vediamo di tutto, americani, tedeschi, francesi, persino africani, ma di italiani nemmeno l’ombra… stavamo per entrare senza guida quando finalmente sentiamo la nostra lingua parlata da una giovane coppia, ci avviciniamo speranzosi chiedendo se volevano dividere con noi la spesa per prendere una guida, ma loro ci rispondono che sono in viaggio di nozze e che nel loro pacchetto è già compresa la guida che infatti vediamo spuntare poco indietro, comunque molto gentili ci dicono che se volgiamo possiamo unirci a loro, che tanto la guida è già pagata e che al massimo gli lasceremo una mancia alla fine.
Ci è andata benissimo, abbiamo la guida cercata (peraltro molto preparata e simpatica) e in più senza spendere troppo!! Con i nostri nuovi amici ci godiamo la mattinata alla scoperta di questo sito incredibile, bellissimo…La piramide Kulkulkan centrale ha un’armonia di proporzioni da qualsiasi punto la si guardi che non smette di affascinare, la scaliamo (la neo sposa non ci riesce perché ha le vertigini) e da lassù ci godiamo un panorama mozzafiato, su tutto il sito, sul tempio delle mille colonne (ognuna rappresentante un guerriero) e sul gioco della pelota (il più grande del centroamerica) sul muro dei crani (giocatori della pelota che perdevano e venivano perciò decapitati!!) e in lontananza sulla vegetazione infinita… Abbiamo scattato foto bellissime è stata un’emozione, la guida ci ha fatto vedere come il giorno degli equinozi la luce del sole che all’alba entra dalla finestrella posta sulla sommità della piramide getta un’ombra sugli scalini tale da formare la sagoma di un serpente e ce ne ha mostrato la foto…Incredibile…
Scendendo gli scalini sono ripidissimi ma ben tenuti e se si evita di guardare in basso si riesce a scendere agevolmente, comunque quando ho ritoccato terra ha fatto un sospiro di sollievo, ma vale veramente la pena di compiere la scalata!!! La guida ci ha detto come gente da tutto il mondo cammina a piedi nudi in questi luoghi e si appoggia alle pietre della piramide così da catturarne l’antica energia.
Siamo incantati, arriviamo al cenote sacrificale, dove sono stati rinvenuti resti di sacrifici umani, all’osservatorio con una forma estremamente “moderna” e a tutti i numerosissimi edifici minori, c’è davvero da perdersi!!! Alla fine salutiamo e ringraziamo i nostri amici e dopo aver dato la mancia alla guida ripartiamo, non prima di aver dato un’ultima occhiata alla piramide, dalla forma e dall’armonia di proporzioni veramente perfette.
Nel pomeriggio arriviamo a Cobà ed entriamo anche in questo sito.
Cobà è un sito selvaggio, immerso nella vegetazione fittissima, i resti non sono conservati bene come a Chichen Itza, ma è comunque molto affascinante, e si può girare in bicicletta data la sua estensione.
Appena entrati abbiamo un incontro ravvicinato con un serpente, e subito dopo notiamo che ci sono dei cartelli che indicano che qui si possono trovare delle specie di serpenti molto velenosi…Bene!!!! Vediamo poi delle farfalle enormi mimetizzate sui tronchi degli alberi e percorrendo i sentierini del sito (con un leggero timore) arriviamo alla piramide Nohoch Mul, la più alta dello Yucatan Ci arrampichiamo fin sulla cima, qui gli scalini sono tutti rovinati e bisogna stare attenti, ma da sopra si apre un panorama bellissimo, la giungla selvaggia e in lontananza cinque laghi e poi l’oceano…Ci sentiamo un pò padroni del mondo da quassù è una sensazione stupenda… Ci sono pochissimi turisti in giro, e sentiamo che gli unici altri due ragazzi saliti sulla piramide sono italiani, sardi, così facciamo due chiacchiere e ci scambiamo informazioni sui luoghi già visti e quelli che ancora ci aspettano.
Lasciamo a malincuore questo sito che ci ha affascinato, e riprendiamo l’auto.
Lungo la strada ci sono baracche e dei bambini sorridenti si avvicinano alla nostra auto ferma ad uno stop, ci mostrano il loro orsetto lavatore, hanno occhi meravigliosi, diamo loro dei dolcini e ci salutano felici con le manine.
Vediamo delle giganti ombre nere attraversarci la strada, non è la prima volta che capita, stavolta sicuri che non si tratta di un’allucinazione freniamo e …Si tratta di ragni nei giganti grossi come il pugno di un uomo…L’idea di un incontro ravvicinato anche con loro mi turba non poco… In serata arriviamo nella turistica Playa del Carmen, qui ancora una volta la nostra guida ci viene in aiuto, e troviamo da dormire alla Posada Lily, molto economico, con stanze dotate di bagno essenziali e sicuramente non belle ma non è un problema.
Dopo la doccia ci concediamo una serata “mondana” in questa cittadina, che fortunatamente in questo periodo non è assediata dai turisti e quindi risulta piuttosto piacevole, c’è la via principale Quinta Avenida dove è un susseguirsi di bar e ristorantini di tutte le nazionalità, negozietti di souvenir e musica messicana a profusione…
Mangiamo qualcosa da Zas! e ci prendiamo un jugos alla Cabana del Lobo, poi camminiamo fino alla famosa Playa, respiriamo l’aria di mare e torniamo alla nostra “lussuosa” posada per la notte.
9° giorno 06/10/01 AKUMAL – SPIAGGIA A SUD DI TULUM Il mattino facciamo colazione sulla Quinta Avenida poi partiamo per Akumal.
Vicino ad Akumal arriviamo a Yal Ku che è un paradiso ancora incontaminato, bisogna fare un giro un pò lungo se si vuole trovare un luogo isolato ma ne vale veramente la pena, il mare dei Caraibi entra in una “palude” in realtà è una baia chiusa dalla barriera corallina dove l’acqua è meravigliosa, calda e trasparente, con la fitta vegetazione che forma qua e la isolotti, con maschera e boccaglio ci siamo immersi in questo mare dalle mille forme di vita, eravamo soli è stato stupendo…
Si possono avvistare le tartarughe, noi non siamo stati così fortunati però abbiamo visto razze e una miriade di pesci multicolori, nuotare tra rocce merlettate… Abbiamo passato una mattinata fantastica, e prima di andarcene, abbiamo conosciuto due coppie di signori bolognesi con cui ci siamo fermati un pò a chiacchierare.
Nel pomeriggio ci siamo recati sulla costa messicana a sud di Tulum, una lunga striscia di sabbia candida con palme e tutto quello che ci si può aspettare dei Caraibi, fortunatamente i colossali villaggi che crescono oramai come funghi tra Cancun e Playa del Carmen qui lasciano il posto a piccoli hotel o bungalows vicino alla spiaggia… Dopo aver chiesto qualche prezzo (qui non c’è molto di economico) tradiamo la nostra Routard e decidiamo i seguire il consiglio della mia collega Silvia che l’anno scorso era sta in questa zona del Messico, così facciamo una delle scelte più felici del viaggio e decidiamo di andare al Buena Vida da Romero un posto semplicemente incantevole, qualche decina di chilometri a nord della biosfera di Sian Khan, una manciata di palafitte in un giardino tropicale rigoglioso e selvatico davanti alla spiaggia, tutte rigorosamente costruite senza sradicare un albero, in materiali ecologici e alimentate con energia eolica e solare, con un terrazzino in legno da cui si ammira il mare.
Ce ne innamoriamo subito e non potrebbe essere altrimenti, è un posto fantastico, la signora poi ha una simpatia per gli italiani, e subito ci dice di far parte di un’associazione per la tutela della fauna marina e che stasera arriveranno da Cancun degli insegnanti universitari per tenere lezioni ai bambini dei villaggi interni sulle tre specie di tartarughe che depongono le uova su questa spiaggia e poi verranno liberate 120 piccole tartarughine nate appunto da uova deposte qui e poi fatte schiudere in un ambiente protetto.
Inutile dire che siamo entusiasti all’idea di partecipare per un puro caso fortunato a questa iniziativa, in più Fede dice alla signora che io ho studiato scienze naturali all’università e lei allora mi promette di presentarmi tutti i professori e mi da un pò di materiale cartaceo relativo alla loro associazione.
Il pomeriggio lo passiamo spaparanzati al sole a goderci questo paradiso, il mare è caldo e i colori luminosi, assieme al ragazzo tuttofare raccogliamo le noci di cocco cadute a terra e le apriamo col machete mangiandone la polpa e bevendone il latte.
La sera ceniamo con deliziosi tacos sul nostro terrazzino accarezzati dalla brezza, è un sogno… Andiamo poi alla cabana principale dove già sono arrivati una ventina di bambini e sono seduti davanti ad un video in attesa della “lezione”.
Gli insegnanti sono tre (due messicani e una cubana) e con l’aiuto di un video spiegano a questi bimbi la vita delle tartarughe, le varie specie che esistono e come sia importante preservare l’ambiente naturale affinché non corrano il rischio di estinguersi.
Sono parole semplici ma ci toccano il cuore, i bimbi seguono attenti la spiegazione, poi tutti insieme partiamo in fila indiana verso la spiaggia… La notte è buia e calda, c’è una stellata incredibile sopra noi, non si possono accendere luci perché confonderebbero le piccole tartarughine che devono invece essere in grado di trovare la via per il mare, ci mettiamo in riga uno accanto all’altro a una decina di metri dal mare e a tutti viene data una tartarughina in mano, è un’emozione incredibile, bisogna darle un nome, un bacio e poi posarla sulla sabbia e augurarle “buena suerte” lei incomincia a muovere le zampine, si ferma, sembra indecisa ma poi riprende e via scompare nel mare… è meraviglioso…Sappiamo che solo una piccolissima percentuale sopravviverà ai pericoli e ai predatori ma non possiamo che essere ammirati da queste piccolissime creature che tutte sole sfidano la vita…
Tutto il procedimento si ripete più volte perché le tartarughine da liberare sono molte, i bimbi sono in estasi, li sentiamo ridere e sussurrare tra loro, la signora ci dice che pur vivendo vicini al mare pochi di loro hanno occasione di vederlo e ancor meno di vedere tartarughe… E’ stata una serata magica che io e Fede non dimenticheremo mai, ci ha fatto sentire piccoli davanti alla natura e allo stesso tempo grandi, ci ha fatto capire quanto è importante che i bambini siano educati fin da piccoli a rispettare ed amare il mondo che li circonda… Con gli occhi ancora sognanti salutiamo e ringraziamo tutti e torniamo alla nostra cabanas… 10° giorno 07/10/01 SPIAGGIA passiamo il giorno in assoluto relax sulla bellissima spiaggia fuori dalla nostra cabanas, la colazione ci viene portata su un vassoio di legno sul terrazzino.
Facciamo una lunghissima camminata e per chilometri non vediamo anima viva, solo sabbia e mare.
Tornando vediamo un’unica persona piuttosto curiosa (un uomo occidentale completamente nudo che a qualche metro dal mare stava dipingendo con un cavalletto da pittore e colori a tempera) e poi un messicano che stava salendo dal mare con un arpione su cui erano infilate due aragoste…
La giornata passa veloce, tra un bagno un sonnellino al sole e una mangiata di cocco, conosciamo due degli insegnanti di ieri che sono rimasti qui a dormire, e che, oltre a noi sono le uniche persone che si vedono sulla spiaggia.
Ero stata ancora in spiagge non affollate, ma non mi era mai capitato di camminare per ore senza vedere veramente nessuno…Sembra di essere naufraghi su un’isola deserta…
La sera andiamo a Tulum paese, in realtà una strada con delle casette ai lati, c’è una festa paesana e ci mangiamo qualcosa seduti a un chioschetto, poi prendiamo le panuchias, buonissime, pannocchie con sale e una salsa sopra tipo maionese, passeggiamo un po’ poi torniamo alla cabanas e conosciamo il figlio della signora, stiamo a chiacchierare con lui che ci insegna un gioco chiamato “omero” una specie di dama, poi a nanna… 11° giorno 08/10/01 SPIAGGIA- TULUM ci godiamo un’altra fantastica colazione sul terrazzino con vista sul mare caraibico e passiamo un’altra mattinata in dolce relax sulla spiaggia, che oggi senza i due insegnanti è ancora più deserta.
A metà pomeriggio andiamo a visitare il sito di Tulum, famoso perché l’unico a picco sul mare.
Finchè ci aggiriamo tra i resti della “fortezza” si alza un vento fortissimo e il cielo si copre di nuvole.
Qui al sito vediamo tra l’altro dei bruchi stranissimi, a strisce rosse e gialle e giganti, li fotografiamo incuriositi.
Torniamo verso sera alla cabanas, il tempo è in peggioramento e la signora ci avvisa che è stata informata dal centro meteo di Cancan che in questa zona è in arrivo un forte ciclone.
Ci dice inoltre che questo tratto di costa è spesso battuto da cicloni che devastano i villaggi, le sue cabanas, costruite senza sradicare alberi e mantenendo intatta la barriera di vegetazione naturale sono invece state sempre protette e non hanno mai subito gravi danni.
Ci avverte comunque di non lasciare fuori niente sul terrazzo e che, se abbiamo paura possiamo andare a dormire nella sua cabanas che si trova in un punto più interno.
Noi decidiamo di restare e passiamo la serata e la nottata sentendo il rumore impetuoso del vento e del mare in burrasca, travolti dalla “coda” del ciclone, è stata un’esperienza molto intensa ma non abbiamo avuto paura e alla fine siamo crollati dal sonno.
12° giorno 09/10/01 VIAGGIO CHIAPAS- PALENQUE il mattino i segni del passaggio del ciclone sono evidenti e c’è ancora un vento forte e una fitta pioggerellina…Dopo colazione salutiamo la signora e il figlio, due persone assolutamente squisite, e a malincuore diciamo addio a questo paradiso dove abbiamo passato momenti davvero magici…
Riprendiamo l’auto e attraversiamo gli stati del Quintana Roo del Campeche del Tabasco passiamo un ponte ed eccoci in Chiapas!!! È un viaggio lungo e faticoso che da però la possibilità di ammirare un Messico vero e di incomparabile bellezza, la giungla, i villaggi, le donne con i vestiti tradizionali, i ragazzini che vendono frutta ai “topes” (dossi posti lungo la strada per rallentare le auto) e chilometri e chilometri di strada diritta dove io e Fede ci siamo alternati alla guida.
Arriviamo solo nel tardo pomeriggio a Palenque. Il Chiapas è più montuoso, più selvaggio, più povero e in qualche modo più autentico, gli indios sono i discendenti degli antichi maya ed hanno tratti somatici molto diversi rispetto alla gente dello Yucatan.
Palenque è una cittadina vivace, punto di partenza ideale per visitare il paese.
Troviamo da dormire alla Posada Kin, semplice ma pulitissima, con un bel cortile interno, e dei prezzi veramente economici…
Facciamo un giro per la città e compriamo qualche souvenir, poi andiamo a mangiare una bella bistecca al Las Tinajas con una veranda all’aperto, poi passeggiamo un pò per le viuzze pullulanti di vita, e infine stanchi per il viaggio torniamo alla nostra posada stiamo fuori sul balconcino a chiacchierare poi ci addormentiamo soddisfatti.
13° giorno 10/10/01 PALENQUE – CASCATE MISUL HA dedichiamo l’intera mattinata alla visita del meraviglioso sito di Palenque, immerso nella foresta tropicale e circondato da alture, un luogo mistico e con un’atmosfEra altamente suggestiva. All’ingresso i lacandoni (discendenti dei maya) con le loro lunghe tuniche bianche e gli ancor più lunghi capelli corvini vendono i loro prodotti artigianali.
Nel sito, attraversato da un torrentello che forma cascate, visitiamo il magnifico tempio delle Iscrizioni, il palazzo con la Torre (unico esempio visto in tutti i siti) e gli altri monumenti, è veramente spettacolare e pensare che la maggior parte del sito è ancora sommerso dalla vegetazione…Acquistiamo da un bimbo le collanine maya per le mie amiche con i simboli corrispondenti ai segni zodiacali del popolo maya ed un bellissimo calendario tolteco ricamato su una stoffa tipo alcantara.
Ci aggiriamo per qualche ora per questo sito affascinati ed entusiasti, poi da un ripido sentierino arriviamo alle cascate e Fede ne approfitta per arrampicarsi e farsi un bel bagnetto ristoratore.
Nel pomeriggio visita alle cascate di Misul Ha a una ventina di chilometri, sono alte 30 metri e c’è un sentiero che permette addirittura di passarci dietro!!una figata!! Facciamo il bagno nell’acqua fresca della pozza sotto la cascata e qui abbiamo il secondo incontro ravvicinato con un serpente stavolta gigante che nuota tranquillo e sinuoso a un metro da noi…Inutile dire che io ho perso tre anni di vita, come una scheggia impazzita mi sono precipitata fuori dall’acqua su di una roccia e non volevo più muovermi da li nemmeno per andare a recuperare gli abiti!! Un pò intimoriti siamo tornati a Palenque e precisamente alle cascatelle del sito in un punto diverso rispetto a quello di stamattina. Stavolta le abbiamo raggiunte dal museo sottostante, attraverso un sentierino e poi un bel ponticello sospeso in legno.
Qui le rocce perfettamente levigate formano una serie di vasche naturali su più piani e ci siamo goduti un altro bel bagno (stavolta fortunatamente non interrotto dalla vista di un lungo rettile).
Verso sera decidiamo che visto che siamo vicini al confine col Guatemala varrebbe la pena andare fino a Tikal, uno dei più bei siti dell’America centrale, così seguendo il consiglio della Routard andiamo all’agenzia TONINA dove con qualche difficoltà spieghiamo a responsabile, che lasceremo l’auto qui a Palenque, e col pullman vorremo andare al confine col Guatemala, attraversarlo con la barca (in quanto non ci sono ponti in questa regione) stare un paio di giorni e poi tornare, sempre in pullman alla frontiera riattraversare con la barca e fare ritorno a Palenque.
Lo abbiamo visto un pò dubbioso, ma presi dall’entusiasmo abbiamo comunque prenotato.
L’indomani sarebbe venuto con il pulmino a prenderci alla posada Kin alle 5 di mattina…
Paghiamo (in anticipo…Errore!!) e andiamo a cenare al Trotamundo una piccola trattoria con lo stesso logo della Routard (niente di eccezionale).
Torniamo alla nostra posada e chiediamo alla signora, molto gentile, di poter lasciare in “portineria” da lei le valigie (in quanto partiremo solo con uno zainetto) e l’auto visto che non ci sono parcheggi custoditi, la lasceremo parcheggiata dove è ora, ovvero di fronte alla posada …Sperando di ritrovarla al ritorno… Facciamo una passeggiata poi visto la levataccia che ci aspetta andiamo a dormire.
14° giorno 11/10/01 VIAGGIO GUATEMALA – BONAMPAK – FLORES – TIKAL alle cinque puntualissimo passa il pulmino, di quelli piccoli e molto sgangherato da nove posti, a prenderci, oltre a noi quattro signori tedeschi.
Inizia un lungo viaggio tra strade e villaggi dimenticati dal mondo, in mezzo alla giungla dove il tempo pare essersi fermato, tra i monti selvaggi e le poche capanne fino ad arrivare dopo ore al sito sperduto di Bonampak.
Questo sito si trova in una zona protetta del paese che lo stato ha assegnato al popolo lacandone, che vive come nel secolo scorso, di quello che produce la terra e del misero allevamento, e ora grazie anche ai turisti.
I lacandoni sono anche responsabili del restauro del sito, sono un popolo che non ama le macchine fotografiche e le videocamere per cui è sempre meglio chiedere prima di riprendere.
Il sito è bellissimo, ed è incredibile pensare a quello che i maya avevano costruito secoli or sono proprio qui in mezzo alla foresta.
C’è una piramide ed una immensa stele con incise scene di battaglie, e, unico nel suo genere, l’edificio principale presenta tre stanze sulla sommità dove si possono ancora ammirare dei magnifici affreschi dai colori ancora perfetti.
Sono davvero pochi i turisti qui soprattutto in questo periodo, così le guide si fermano a parlare volentieri con noi offrendoci gratuitamente le loro spiegazioni, solo per tenere in allenamento il loro italiano.
I tedeschi non proseguiranno oltre ma torneranno a Palenque nel pomeriggio, così da soli lasciamo il sito, passando accanto alle capanne dei lacandoni dove le donne svolgono i lavori domestici, e riprendiamo il pulmino diretti alla frontiera col Guatemala.
Giungiamo dopo altre ora di viaggio alla dogana attorno alla quale sorge un piccolo villaggio Echeverria- Corozal, qui ci timbrano i passaporti e sbrighiamo le formalità (che consistono nel pagamento di non so quale tassa…).
Poi il nostro accompagnatore che chiamiamo Sig. Tonina (dal nome dell’agenzia di cui è il proprietario) ci porta al Rio Dulce, il largo fiume stracolmo di acque melmose che segna il confine tra i due stati.
Qui saliamo su di una piccola imbarcazione una lancha ed assieme ad altri due messicani iniziamo l’attraversamento del confine.
E’ un’esperienza molto interessante pare quasi un viaggio a ritroso nel tempo, queste due ore di traversata ci hanno permesso di costeggiare il fiume, vedendo donne in abiti tradizionali lavare i panni e batterli sulle rocce delle rive, ragazzini su canoe che spingevano con lunghi bastoni, le acque del fiume si facevano in alcuni tratti turbolente con piccoli vortici, un’ambientazione perfetta da Indiana Jones e ci aspettavamo di veder comparire un coccodrillo da un minuto all’altro.
Finalmente arriviamo in Guatemala a Bethel, qui la dogana consiste in una baracca in legno dove paghiamo un’ulteriore tassa (!!!) e salutiamo il sig. Tonina che ci verrà a prendere tra due giorni.
Vediamo delle altre persone in attesa alla dogana ed infatti poco dopo ecco arrivare un pulmino che fa il servizio di spola tra la frontiera e Flores (la città più vicina al sito di Tikal che si trova isolato in mezzo alla foresta).
Saliamo su questo pulmino e riprendiamo un interminabile viaggio su strade non asfaltate nella polvere e ai margini della foresta, per ore, diretti a Flores.
Giunti alla periferia della città il ragazzo tuttofare (un pò invadente a dire il vero) che accompagna l’autista ha consigliato a tutti discendere e cambiare i pesos (non utilizzabili in Guatemala) in quezal (la moneta guatemalteca), io e Fede ci guardiamo e diciamo “ beh per noi è inutile cambiare tanto abbiamo i dollari pagheremo con quelli (…) Finalmente arriviamo a Flores una cittadina piacevole situata su un isolotto collegato alla terraferma da un terrapieno con casette piccole e dai colori pastello.
Qui il tuttofare cerca di sistemare le persone del pullman in alberghi di suoi conoscenti, ma nessuno ci casca, così in men che non si dica il pullman si svuota e ognuno va per i affari suoi restiamo solo noi, che speriamo di riuscire a trovare un taxi che ci porti direttamente a Tikal.
Presto fatto, dopo aver contrattato il prezzo troviamo il taxi che nonostante siano quasi le sette di sera ci porta per i circa 70 Km che separano Flores da Tikal.
Arriviamo (finalmente dopo una giornata intera di viaggio) nel mitico sito di Tikal, paghiamo il taxista con dei dollari che Fede aveva in tasca e lui riparte.
Restiamo sul piazzale, Tikal è in mezzo alla foresta lontanissimo da qualsiasi centro abitato, quando il pulman delle 17 riporta gli ultimi turisti a Flores li non rimane nulla, non ci sono negozi, banche, case, non c’è nulla, solo tre strutture per chi, come noi, decide di passare la notte, e l’immensità della foresta.
Seguendo il consiglio della Routard proviamo a cercare da dormire in una delle tre strutture e precisamente al Tikal Inn che ci veniva indicato come il migliore, con tra l’altro la piscina.
A vederlo non ci è sembrato un granchè, figuriamoci gli altri abbiamo detto…Abbiamo contrattato un pò sul prezzo poi, accordateci, siamo andati per pagare e …Sorpresa…Fede mi fa “ok tira fuori i dollari dallo zaino” e io “ ma no i dollari li hai tu…” e lui “dai non scherzare li hai tu…” e io “non sto scherzando i dollari sono tuoi e li hai sempre tenuti tu…” Abbiamo continuato con questo battibecco per qualche minuto e alla fine abbiamo realizzato che i dollari non li avevamo né io né lui! BENE!! Ci troviamo qui in mezzo alla foresta senza un soldo, (e col dubbio se i dollari li abbiamo lasciati nelle valige a Palenque oppure se ce li hanno rubati…) e per peggiorare le cose, il signore alla “reception” ci dice che lì nessuna delle strutture del sito è abilitata per accettare i pagamenti con la carta di credito… Avviliti usciamo nel piazzale, non c’è possibilità di tornare a Flores, non sappiamo cosa fare, alla fine decidiamo di provare a chiedere in un’altra struttura di poter almeno usufruire dell’amaca per dormire…
Entriamo così al Jaguar Inn proviamo a chiedere per l’amaca e Fede rassegnato solo per curiosità domanda se per caso li c’è la possibilità di usare la carta di credito e …Il ragazzo sorride e ci dice di si, poi tira fuori un marchingegno credo dell’anteguerra per prendere manualmente “l’impronta “ in rilievo della carta di credito…Io non l’avevo mai visto ma mi è sembrata la più geniale invenzione del mondo moderno!!! Siamo salvi!! Al posto dell’amaca scegliamo quindi di dormire nei bungalows del Jaguar Inn, (che comunque hanno l’amaca sulla veranda) molto semplici ma carini, tutti affacciati su un giardinetto tropicale e con i servizi annessi.
Il ragazzo molto gentile ci spiega che li ci sono solo due ore alla sera di corrente elettrica e di acqua calda, e per sicurezza ci da delle candele.
Siamo veramente felici perché dormire all’aperto sull’amaca mi avrebbe fatto onestamente un pò paura, qui si è veramente in mezzo alla foresta e non c’è nulla per chilometri e chilometri …Intanto è sceso il buio, è un buio assoluto, totale come non avevo mai visto…Iniziano i rumori notturni, ci sentiamo quasi degli intrusi in questa natura, si sentono i versi degli uccelli, delle scimmie e altri non identificabili…
Io e Fede stanchi dal lunghissimo viaggio, decidiamo di farci la doccia, ma ahimè dopo qualche tentativo, di acqua calda neanche l’ombra e anche la luce non va… in effetti poco dopo il ragazzo viene ad avvisarci che il generatore è rotto quindi per stasera niente luce né acqua calda…Vabbè oggi va così, ci laviamo un pò con l’acqua fredda e usciamo …Vediamo che i ragazzi del Jaguar hanno messo tutta una fila di ceri accesi per segnare la strada fino alla reception che fa anche da mini ristorante /bar, è bellissimo, non c’è un filo d’aria, la notte è calda e piena di rumori misteriosi… davanti al nostro bungalow c’è una volpe, più in la vediamo una famiglia di tapiri che scappano via, e poi un opossum che pare invece meno intimorito…
Andiamo al bar e ceniamo con un hamburgher e una coca, al lume di candela, chiacchieriamo un pò, ci sentiamo tranquilli ci sono oltre a noi un’altra decina di turisti che cenano e parlano è un’atmosfera magica quasi irreale…Usciamo ancora nella notte che ci affascina…Arriviamo all’ingresso del sito (non è possibile né consigliabile entrarci di notte) guardiamo il cielo sopra di noi, le stelle brillano e pare di poterle toccare, nonostante il nostro diverbio di oggi io e Fede non ci siamo mai sentiti così uniti, sappiamo che stiamo vivendo dei momenti indimenticabili…Sentiamo un rumore e vediamo qualcuno camminare…È un guardia parco guatemalteco, si presenta si chiama Benjamin.
Vediamo che ha piacere a chiacchierare con noi, così gli chiediamo informazioni sul sito e se è vero come scrive la guida, che ammirare l’alba che sorge dalle rovine di Tikal è uno spettacolo indimenticabile.
Lui ce lo conferma e dice che se volgiamo lui domani mattina alle 5 ci può accompagnare per i sentieri del sito e farci vedere gi animali, che lui conosce benissimo avendo fatto un corso per la protezione delle varie specie di uccelli presenti nel parco.
Accettiamo dopo aver concordato sulla sua “mancia” e lo salutiamo.
Ci godiamo ancora un pò la nostra magica notte di Tikal, poi torniamo al bungalow …Tra poche ora dovremo svegliarci!!! 15° giorno 12/10/01 TIKAL – GIUNGLA – ST. ELENA ci svegliamo alle 4.45 ci vestiamo e muniti di videocamera e macchina fotografica andiamo al piazzale, dopo poco arriva Benjamin e iniziamo con lui la nostra mitica avventura nella giungla…
Il sito di Tikal ci appare subito immenso, grandioso, è la giungla quella vera, dove bisogna prestare attenzione perché non si sa cosa ti aspetta… Benjamin si apre la strada in sentierini strettissimi sommersi dalla vegetazione, io temo di vedere comparire qualche serpente da un momento all’altro… ad un certo punto un grido fortissimo squarcia il silenzio dell’alba, Ben ci fa segno di seguirlo, e appollaiate su un albero vediamo due scimmie urlatrici, sono molto più grosse e lente delle altre e si fanno sentire solo la mattina presto, ascoltiamo i loro richiami che sembrano echeggiare coma dentro una cupola è un verso antico che fa battere il cuore… Proseguiamo e vediamo scimmie ragno, opossum, scoiattoli e degli uccelli che loro considerano “sacri” e sono una mezza via tra i nostri fagiani e dei pavoni.
La luce soffusa dell’alba crea un’atmosfera di mistero, attorno a noi il silenzio e rotto solo dai versi degli animali, passiamo accanto ad antiche rovine, sembra che il tempo si sia fermato…Arriviamo in una raduna è bellissima, attorno ci sono piramidi e alberi, i più belli del mondo, i ceiba e sapote che formano croci perfette con le radici e di cui si utilizza tutto, dal legno alle foglie alla resina per fare la gomma alla corteccia..
Vediamo un picchio fare buchi sul tronco e dei bellissimi tucana…Hanno colori brillanti e il becco enorme ed emettono un verso roco che grazie a Ben impariamo subito a riconoscere…Ben pare avere un fiuto speciale per gli animali, appena sente un verso nuovo subito ci indica l’uccello da cui proviene e noi lo scorgiamo in mezzo alle fronde… Le ore volano e ci sentiamo parte di questo posto meraviglioso qui domina la natura e ci sentiamo parte di essa…È un’esperienza fantastica, un’emozione indescrivibile quella di scoprire alla luce magica dell’alba gli angoli più nascosti di questo sito, Ben è una persona meravigliosa e quando ci salutiamo gli auguriamo con il cuore buona fortuna per il futuro…
Senza rendercene conto abbiamo camminato ininterrottamente per quattro ore ma è sembrato un minuto tanto eravamo emozionati e curiosi… Sono oramai le nove perciò torniamo al Jaguar facciamo colazione, ci riposiamo un pò sull’amaca e poi rientriamo nel sito stavolta per vederne i monumenti.
Tikal è veramente impressionante, immenso e la maggior parte sommerso dalla vegetazione, e attaccato dall’umidità dai muschi e licheni, solo il 15% è stato messo in luce, al tempo del suo massimo splendore doveva essere veramente qualcosa di magnifico.
Percorriamo il sentiero principale di accesso e cosa vediamo…Una lunghissima processione di guatemaltechi in abiti tradizionali, con copricapi colorati e le gonne delle donne tutte ricamate, si dirigono alla piazza principale.
La Plaza Mayor ha un fascino particolare, con le due piramidi che si fronteggiano una Il tempio del Gran Giaguaro, l’atra il tempio delle Maschere.
Qui i guatemaltechi hanno acceso un enorme fuoco e iniziano a danzare attorno ad esso accompagnati da una musica bellissima suonata su uno strumento in legno che non ho mai visto prima…Questo suono armonioso ci accompagna per tutta la giornata ammiriamo le danze del popolo e comprendiamo che è in corso una cerimonia di battesimo, infatti gli anziani mentre danzano attorno al fuoco appoggiano le candele sulle spalle dei bimbi …
La plaza è piena di questa gente in festa, anche io e Fede ci arrampichiamo con fatica sui ripidi scalini fino alla sommità di una piramide, da quassù la vista è spettacolare, non ci sono parole… quello che ci stupisce è vedere i ragazzini e anche le donne con le lunghe sottane correre su e giù da questi gradini, io chiudo gli occhi per la paura di vederli inciampare e cadere…
Alcuni ragazzi si avvicinano a noi scambiando la videocamera con una polaroid e cominciano a chiederci la foto, cerchiamo di spiegare loro che non può uscire nulla da li, facendogli vedere le immagini riprese…Ma non so se li abbiamo convinti… Giriamo poi per i vari punti del sito che è veramente enorme ci sono ovunque resti di palazzi di piramidi, di steli, arriviamo al Mundo Perdido dove ci sono altre piramidi una delle quali spianata in alto, poi il tempio del pippistrello e infine il complesso N.
Questo è l’edificio più imponente e il più alto di tutta l’America centrale, tramite delle scale di legno si arriva alla sommità, la vista spazia immensa per chilometri e chilometri è un mare verde della giungla da cui spuntano le sommità in pietra degli edifici più alti.
Col fiato grosso ci sediamo a goderci questa vista unica e spettacolare, delle scimmie ragno giocano tra gli alberi è un momento molto bello… Dopo un pò sentiamo delle voci e 4 persone salgono a fatica fin quassù…Le guardiamo bene e …Ma si tratta delle due coppie di bolognesi incontrate alla baia di Yal hu!!! Anche loro ci riconoscono, così parliamo un pò, loro ci raccontano di essere venuti qui in aereo e di proseguire per Antigua Guatemala, poi ci salutiamo augurandoci a vicenda buona fortuna… Questa giornata è proprio passata in un lampo abbiamo visto così tante cose che se chiudo gli occhi ho ancora la mente affollata.
E’ tardo pomeriggio, inizia da un secondo all’altro a piovere, io e Fede ci ripariamo sotto una foglia gigante e dopo un pò corriamo tra le pozzanghere.
Torniamo alla Plaza Mayor e vediamo che la festa per il battesimo è ormai finita, diamo un’ultima occhiata a questi luoghi che ci resteranno nel cuore e ci avviamo per uscire.
Al Jaguar paghiamo con la carta di credito “manuale” e ci facciamo aumentare il conto in modo datarci dare dal ragazzo un po di contanti, poi alle sei prendiamo il pullman per Flores.
Domattina dovremo far ritorno in Messico, perciò cerchiamo un posto semplice per dormire.
Ci fermiamo nel sobborgo di S. Elena un luogo veramente orrendo, di passaggio con le strade polverose e sporche… seguiamo le indicazioni della Routard e troviamo da dormire in un postaccio allucinante ma molto economico.
Ceniamo al El Rodeo che invece non è niente male, poi ritorniamo alla posada, incontriamo ancora i nostri amici bolognesi (ma è proprio piccolo il mondo!!), le strade sono buie ed è l’unico momento di tutto il viaggio in cui non mi sento del tutto sicura, è un sobborgo squallido e povero bisogna stare attenti.
Arriviamo comunque tranquillamente alla posada, e ci mettiamo un pò a chiacchierare tra noi seduti fuori in un cortiletto.
Dopo poco ci raggiunge il proprietario con la moglie, e il ragazzo che fa la “guardia” di notte.
Non so in che modo il discorso è caduto sul tema religioso, non l’avessimo mai fatto…Ne è nata una discussione interminabile anche se pacifica e a mio avviso allucinante…Il ragazzo che veniva dall’Equador, e che a vederlo così non gli avresti dato mille lire, ha iniziato a citare a memoria passi interi della Bibbia, il proprietario si è infervorato e ha cominciato una predica da seminario…Quando abbiamo tirato fuori le teorie di Darwin sull’evoluzione, le teorie geologiche della deriva dei continenti etc. Loro erano scandalizzati e ci prendevano pure in giro, se deriviamo dalle scimmie dov’è la coda ?? ci dicevano ridendo…Siamo esterrefatti, questa è una cittadina non un villaggio sperduto, come possono ancora credere sul serio che la terra sia stata fatta in 7 giorni e che la donna derivi dalla costola dell’uomo…Parliamo fino a tardi e il proprietario conclude dicendo che un giorno quando capiremo lo ringrazieremo e ci ricorderemo di lui…Lo ringraziamo comunque e ancora increduli andiamo a dormire 16° giorno 13/10/01 RITORNO PALENQUE – LACANDONI – PALENQUE- SAN CRISTOBAL Altra levataccia alle 4.30 per prendere il pullman alle 5, aspettiamo circa mezz’ora poi il pullman arriva (c’è ancora il tuttofare dell’andata!!) ci dice che deve salire a Tikal a prendere dei turisti e quindi non sarà qui prima delle 7…Cominciamo bene…Torniamo alla posada a dormire, e alle sette siamo lì di nuovo.
Aspettiamo un’altra mezz’ora, arriva finalmente il pullman …È vuoto… ci carica e malvolentieri inizia a guidare aumentando sempre più la velocità fino ad arrivare credo al limite di rottura del mezzo…Abbiamo sonno ma le strade sono pessime e non riusciamo a dormire il viaggio è lunghissimo e la temperatura molto alta…Finalmente arriviamo a Bethel convinti di trovare già li il Sig. Tonina, ma ovviamente di lui nessuna traccia…Che fare…Bè intanto mangiamo qualcosa in una capanna poi ci sediamo e aspettiamo…Aspettiamo..Aspettiamo…
Alla dogana arrivano bambine e donne che portano sulla testa ceste di verdura e le scambiano tra loro …Alcune si avvicinano a noi incuriosite, siamo gli unici occidentali, ci sono cani scheletrici l’aria è immobile il calore soffocante…Cominciamo a preoccuparci così decidiamo di chiedere ai”doganieri” loro ci dicono che possiamo aspettare fino a domani, che il signore messicano non verrà mai a riprenderci che tutti quelli che arrivano qui proseguono poi per il Belize o l’Honduras, mai nessuno torna indietro che non è buona cosa tornare indietro…Ma come??? Per la seconda volta nel giro di poche ore siamo allucinati, come non è buona cosa ??? Se siamo arrivati potremo bene anche tornare indietro dalla stessa strada…
Dopo un’attesa di quasi TRE ore quando stavamo ormai perdendo la speranza e iniziavamo a chiederci in che altro modo avremo passato il confine ecco apparire fresco come una rosa il Sig, Tonina …Non sapevo se essere furiosa con lui o felice di vederlo…Comunque rincuorati abbiamo ripeso la lancia e riattraversato il Rio Dulce.
Siamo così rientrati in Messico e col pullman messicano abbiamo iniziato il lungo viaggio di ritorno verso Palenque.
Sarà stata la stanchezza non so, ma è stato molto più pesante che all’andata non finiva più…Ad una certo punto il pulmino si è fermato nella giungla in un villaggio di lacandoni dove i turisti possono passare qualche giorno vivendo assieme a loro…Solo in quel momento il Sig. Tonina ci ha comunicato che dovevamo aspettare 4 turisti e tornare poi assieme a loro…Questi turisti ovviamente non erano pronti, quindi aspetta ancora, almeno questa volata sdraiati all’ombra su una comoda amaca.
La famiglia di lacandoni ci ha fatto vedere i prodotti artigianali fatti da loro ma a dire il vero non erano molto belli, comunque il posto era piacevole verdissimo e con accanto un bel ruscello.
Finalmente i quattro ragazzi sloveni sono pronti quindi possiamo riprender il pullman e proseguire il lungo viaggio interrotto due volte da posti di blocco della polizia.
Verso sera eccoci a Palenque, Andiamo alla posada Kin, e con piacere vediamo ancora la mostra auto parcheggiata fuori… prendiamo le valige che gentilmente la signora ci aveva tenuto da parte, controlliamo e …Meno male i nostri dollari ci sono…Li avevamo lasciati qui, convinti io che li avesse presi Fede e lui che li avessi presi io… Decidiamo che ci conviene subito patire per San Cristobal de Las Casas.
Uscendo dalla posada sentiamo qualcuno che ci saluta in italiano, ci giriamo e…Sono i due ragazzi sardi conosciuti sulla piramide a Cobà!!! Ma insomma è incredibile, chiacchieriamo un pò con loro…Poi partiamo… Il viaggio è lunghissimo (oggi va così) pieno di curve, sono 220 Km di strada di montagna per arrivare alla città che si trova a oltre 2000 metri di quota…Con le ultime luci del giorno riusciamo comunque ad ammirare il paesaggio che è pur sempre magnifico…Non so come faccia Fede ad avere la forza di guidare io sono distrutta e dopo un’ora comincio ad diventare insofferente… per di più ora è buio e su tutte le guide è sconsigliato di viaggiare di notte qui…Per fortuna va tutto bene e quando oramai è sera inoltrata arriviamo a San Cristobal.
Di solito sono io che mi informo sui luoghi dove andare a dormire, ora dico a Fede di pensarci lui per me va bene qualsiasi cosa… Fede opta quindi per un albergo molto bello in stile messicano, una casa colonica con patio e fontana dipinta a vivacissimi colori…
La stanza è molto bella, appena entrati e sistemati un attimo ci sdraiamo sul letto…Volevamo riposarci per poi andare a mangiare ma …Siamo crollati dal sonno e ci siamo svegliati l’indomani mattina.
17° giorno 14/10/01 SAN CRISTOBAL Ci svegliamo finalmente riposati per il bel sonno, tra l’altro qui c’è fresco e l’aria è tersa…Ora che sono riposata, mi guardo attorno e vedo che l’hotel San Cristobal è veramente molto bello, le stanzie spaziose e con un bel arredamento in stile messicano, scendiamo dal ballatoio in legno e usciamo.
La città ci appare da subito bellissima, con un fascino tutto suo, andiamo a fare colazione in un posto delizioso La casa del Pan dove c’è una dolce musica, fontane nel giardino e una signora fa a mano le focaccine.
Qui tutto è fatto in casa ed è squisito.
Finchè ci gustiamo l’ottima colazione ripensiamo alla giornata massacrante di ieri, iniziata all’alba a S. Elena e finita a notte praticamente sempre in viaggio…Ma ora siamo qui e siamo felici di esserci arrivati.
Andiamo alla scoperta della città che è proprio bella, non si può andare il Messico senza vedere San Cristobal, il mercato artigianale si snoda nella piazza dove ci sono due chiese. E’ un mercato coloratissimo, con le signore che cuciono le bellissime stoffe dai colori sgargianti ogni tribù si riconosce dagli abiti delle donne, turchesi, alcuni, altri panna, altri con gonna in pelo di montone…Hanno tratti somatici molto particolari, bisogna rispettarli e non fotografarli né riprenderli…Non possiamo resistere a tanti colori e compriamo delle tovagliette…È domenica e l’aria è piena di profumi e di voci allegre, che bello…
La parte del mercato vicino alla bellissima chiesa di Nuestra Senora de la Annunciation, è ravvivato dalla musica religiosa che suonano all’interno, l’altra chiesa vicina , è quella degli indios dove le cerimonie sono un misto tra cristiano e pagano…Ci affacciamo un attimo e vediamo che è in corso una cerimonia tipo la nostra prima comunione…Che meraviglia, i costumi sono splendidi e pure le acconciature, ci sono gli uomini da una parte e le donne dall’altra e il “sacerdote” si trova in mezzo… Dal mercato artigianale passiamo a quello di frutta e verdura altrettanto colorato e vivace ci prendiamo le squisite piccole banane e giriamo un pò in mezzo a questa gente così affaccendata…
E’ una giornata piacevolissima, nel pomeriggio saliamo alla chiesa di Nuetsra Senora de Guadalupe dove c’è una processione di protesta con tanto di striscioni per cacciare via il prete e una suora chissà che avevano combinato… Ci prendiamo le panuchias per la strada e ci godiamo questa città meravigliosa.
Nel tardo pomeriggio andiamo a bere un jugos al caffè Santo Domingo con dei tavolini su un bel giardino. Poi torniamo in hotel ci cambiamo e ceniamo al La Parilla un bel locale in stile cowboy dove mangiamo della buona carne alla brace.
La sera giriamo ancora per la città ed infine andiamo a dormire.
Abbiamo visto tutto quello che c’è da vedere a San Cristobal, così domani torneremo in Yucatan.
Consiglio comunque a chi dovesse arrivare fin qui di andare anche al Villaggio di San Juan Chamula molto particolare, noi purtroppo non ci siamo andati, ma tutti ci hanno detto che merita.
18° giorno 15/10/01 VIAGGIO RITORNO – PLAYA CARMEN Altra fantastica colazione alla Casa del Pan, breve giro al mercato per gli ultimissimi acquisti, poi partiamo, l’auto ha qualche difficoltà ad accendersi, la spingiamo un pò, e finalmente parte… Iniziamo il lungo viaggio di ritorno dal Chiapas attraverso Tabasco, Champeche e Quintana Roo, ma stavolta siamo riposati e sereni e non mi pesa affatto, anzi mi godo il paesaggio montuoso e selvaggio, i pochi villaggi, le gole, i fiumi…
Arriviamo comunque verso sera, e un pò a malincuore torniamo alla “civiltà” decidiamo di fermarci per la notte a Playa del Carmen alla solita posada Lily.
Facciamo un giro e ceniamo sulla Quinta Avenida prima di coricarci.
19° – 23 ° dal 16/10/01 al 20/10/01 ISLA MUJERES Facciamo colazione al 100% Natural, ma quello di Cancun era decisamente più bello, poi partiamo, destinazione la Isla Mujeres dove passeremo gli ultimi giorni del nostro viaggio in relax.
Lasciamo l’auto a Punta Sam (qualche chilometro a nord di Cancun) e prendiamo un battello per l’isola.
Arrivati nostro malgrado siamo costretti a prendere un taxi per l’hotel Maria del Mar.
Per risparmiare scegliamo una dependance, piccolina, e a dire il vero disturbata di notte dal rumore di qualche motore…Comunque la spiaggia del Norte è bellissima, caraibi allo stato puro!!! Facciamo subito il bagno nell’acqua cristallina vediamo pesci coloratissimi e conchiglie giganti…Ci sdraiamo al sole felici e rilassati.
Ceniamo da Lolo Lorena sapori nel mondo, facciamo insomma un pò i turisti ma non ci dispiace.
I giorni successivi passano nella classica vita di mare, tra un bagno, una passeggiata sulla spiaggia, e una partita a beach volley con un gruppo di ragazzi israeliani conosciuti e la coppia di fidanzati svizzeri Maria e Arno.
Il 18/10/01 noleggiamo un motorino e visitiamo l’isola, andiamo al parco marino protetto del Garrafon, dove si devono noleggiare dei salvagenti e si può fare snorkeling tra la barriera corallina protetta, vediamo un sacco di pesci e di coralli, razze e anche un barracuda…
Poi andiamo in un centro di protezione delle tartarughe marine, qui ci sono varie vasche all’aperto dove vengono messe la tartarughe mano a mano che crescono, nella prima vasca le tartarughine sono piccole come quelle che abbiamo liberato noi nella spiaggia a sud di Tulum, poi via via più grandi, infine le più grandi di 9-10 anni sono messe in una vasca gigante ricavata in mare e chiusa da steccati, sono bellissime anche se mi fanno un pò tristezza così rinchiuse…Comunque è solo per il loro bene, e non appena avranno a loro volta deposto delle uova verranno liberate… All’interno del centro in un ambiente climatizzato sono esposti i vari studi effettuati in loco e ci sono delle vasche con tartarughine piccolissime, c’è anche una specie di “incubatrice” dove sono state poste alla giusta temperatura ed umidità le uova che stanno per schiudersi, e davanti ai nostri occhi si vedono le tartarughine che cercano di farsi strada e aprirsi il guscio è molto emozionante vederle ma è comunque un processo lungo e ci metteranno dei giorni a uscire completamente.
Arriviamo poi su delle spiagge molto belle con dei resti di un forte, ma in una vediamo con tristezza delle vasche in mare dove sono tenuti “prigionieri” dei poveri squali a cui sono addirittura stati limati i denti affinchè i turisti possano farsi fotografare accanto a loro! Che vergogna!!! Fanno pena… La sera ceniamo con i piedi “ammollo” in mare, davanti alla baracca di un pescatore con pesce appena pescato buonissimo…Poi andiamo a bere un cocktel (è la prima volta che non prendiamo il jugos) nel barettino sulla spiaggia vicino al nostro hotel, è carinissimo…Ci sono altalene al posto delle sedie ed amache attorno ad un bancone in legno…Facciamo amicizia col barista e torneremo li tutte le sera della nostra permanenza all’isla Mujeres… Certo qui i turisti non mancano pur essendo bassa stagione e le strade principali sono piene di negozi di souvenir non molto economici c’è comunque un’atmosfera piacevole, certo qualche decina di anni doveva essere un paradiso!!! I nostri ultimi giorni messicani passano così pigramente in relax giocando a beach volley e facendo bagni, peccato che il tempo, che è stato bellissimo fino ad ora, proprio negli ultimi giorni peggiora, c’è nuvolo e ogni tanti piove ma la temperatura è comunque calda e il sole di tanto in tanto si fa sentire.
Veniamo a sapere che il nostro volo di ritorno è stato cancellato e spostato di un giorno e mezzo…Accidenti!! In più al posto di arrivare a VR arriveremo a MI Malpensa …
Questo ci rovina un pò gli momenti ma cerchiamo di goderc comunque il giorno in più che ci è stato “regalato” . Nonostante la bellezza caraibica dell’isola però, non possiamo scordare la giungla e il senso di libertà provato i giorni scorsi in Chiapas e in Guatemala quelli ci hanno colpito molto di più…
Il 23/10/01 nel tardo pomeriggio con il traghetto torniamo dall’isla Mujeres a Punta Sam dove recuperiamo l’auto, andiamo a Cancun dove dormiamo per la nostra ultima notte messicana in albergo carino ed economico consigliatoci da Maria e Arno che sono arrivati qui stamattina.
La sera ci troviamo con loro e andiamo a cenare nel posto della nostra prima cena messicana al “Los Navajos “ anche a loro piace moltissimo e passiamo una serata piacevolissima a parlare di noi e soprattutto di tutto quello che abbiamo visto (Maria è stata tre mesi in Guatemala) e delle nostre impressioni del viaggio.
24° giorno 21/10/01 CANCUN Torniamo a fare colazione al mitico 100% Natural, poi passiamo la mattinata sulle spiagge di Cancun, zeppe di strutture turistiche (non fa per noi!!) poi ci avviamo verso l’aeroporto dove restituiamo l’auto e ci mettiamo in coda, in attesa di tornare a casa.
In attesa del volo parliamo tra noi dei giorni passati che sembrano già lontanissimi, di tutto quello che ci hanno lasciato della parte di noi che rimarrà sempre qui…
NOTE Il viaggio è stato splendido ci ha permesso di conoscere culture e modi di vivere diversi dal nostro e di vedere luoghi veramente spettacolari.
Note negative: per il mare ottobre non è il periodo migliore (che invece va da dicembre ad aprile), è stato distruttivo il viaggio di ritorno dal Guatemala fino a Palenque e poi direttamente a San Cristobal. Il volo di ritorno è stato per noi un vero incubo, ci è stato prima cancellato, poi ci è stata spostata la destinazione da VR a MI, poi una volta in aeroporto a Cancun il volo è stato ritardato e infine c’è pure stato un guasto tecnico che ci ha costretti a rimanere per due ore dentro l’aereo fermo in pista a causa di una luce di allarme che nonostante i controlli non si spegneva (mezza gente voleva scendere e prendere l’aereo del giorno dopo)…
I luoghi e i momenti più belli: l’isola di Holbox, la baia Yal Ku, le tartarughine liberate sulle spiaggia a sud di Tulum, il sito di Palenque, i rumori della notte a Tikal e l’alba sorta dalle rovine del sito, l’atmosfera di San Cristobal.
Non chiudetevi in un villaggio … il Messico è da scoprire, nei mercati, nelle case semplici della gente, nella giungla, nei siti maya, nella costa deserta…Il Messico è natura e libertà…
BUON MESSICO A TUTTI !!!