Mingalarbar !

Diario di viaggio da un TuttoBurma Gruppo Maifreni 23/12/1999 Yangon Mingalarbar ! Con questo saluto, finalmente giunti all’aeroporto di Yangon, veniamo accolti da Theingi, una ragazza giovane e carina (e lo scopriremo presto, anche brava) che sarà la nostra guida per tutta la durata del nostro viaggio in Birmania. Con rapidità ed...
Scritto da: Strange62
mingalarbar !
Partenza il: 20/12/1999
Ritorno il: 06/01/2000
Viaggiatori: in gruppo
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Diario di viaggio da un TuttoBurma Gruppo Maifreni 23/12/1999 Yangon Mingalarbar ! Con questo saluto, finalmente giunti all’aeroporto di Yangon, veniamo accolti da Theingi, una ragazza giovane e carina (e lo scopriremo presto, anche brava) che sarà la nostra guida per tutta la durata del nostro viaggio in Birmania.

Con rapidità ed efficienza in nostri bagagli vengono caricati su un pulmino mentre noi veniamo fatti accomodare su un’altro che ci porta, attraverso il caotico traffico cittadino, in hotel.

Il clima è piacevole, fresco e soleggiato, ancora non lo sappiamo ma il “fresco” sarà una costante per quasi tutto il viaggio… Giunti in hotel ci vengono date le camere e qualche ora di riposo prima di iniziare la visita della città; decido di rinunciare al riposo per andare con Theingi e Luigi (il capogruppo) e Giuseppe alla sede dell’agenzia del Corrispondente per definire l’itinerario.

Verso le 15.00 siamo di ritorno in Hotel per riprendere il resto del gruppo ed iniziare la visita di Yangon con il grande Buddha reclinato di Chauk Htat Kyi, dove ha inizio l’ interminabile serie delle fatidiche domande :” Si deve togliere le scarpe ?” e “Anche le calze ?” Poi è la volta della scintillante e grandiosa Shwedangon Pagoda. Concludiamo con una camminata nel quartiere cinese tra i colori delle merci ed i profumi dei “ristorantini”. Torniamo in hotel, giusto il tempo per una doccia e poi a cena (offerta dal corrispondente) in un grazioso ristorante con danze locali.

23/12/1999 Yangon / Golden Rock Alle 8.00, dopo un’abbondante colazione, partiamo con il bus alla volta di Kyaikhto punto di partenza per la salita alla Golden Rock uno dei luoghi più sacri di tutto il Myanmar. Lungo la strada facciamo una breve sosta per ammirare dall’ esterno la Kyaikpun Pagoda.

Alle 12.30 arriviamo a Kinpun, base di partenza per la salita allo Stupa, il bus viene subito circondato da venditrici di mandarini ma il gruppo decide di pranzare in un ristorantino mentre nel frattempo Theingi e Luigi pagano l’entrata, contattano i portatori per chi va a piedi ed il pick-up per chi non vuole camminare (ma anche loro dovranno percorrere a piedi, per circa quarantacinque minuti, una ripida salita) io mangio un mandarino, una banana ed un pacchetto di crackers e scalpito per la voglia di andare e stranamente mi ritrovo a pensare che solo qualche anno fa sarei stato tra i primi a sedermi al tavolo del ristorante… Finalmente verso le 14.00 partiamo, l’appuntamento è al Kyaikhto Hotel.

Il sentiero è molto largo, la pendenza è moderata ed è impossibile sbagliare anche perchè lungo tutto il percorso si trovano bancarelle che vendo cibo, acqua e mitra di bambù; forse l’unica cosa che nessuno di noi acquisterà ! Un altra “segnalazione” consiste nelle numerose cassette delle offerte disseminate lungo il sentiero. Ben presto, nonostante i miei propositi di restare con il gruppo, mi ritrovo a camminare da solo, vorrei arrivare in tempo per il tramonto e quindi cerco di tenere un passo sostenuto ma dopo un paio d’ore, visto che sono senza allenamento comincio ad essere stanco… Anche perchè in alcuni tratti il sentiero si fa ripido. Lungo il tragitto non mancano gli incontri con la gente del posto : portatori stracarichi che insistono tenacemente affinché dia loro anche il mio zainetto… Spiacente ma non posso; è difficile da spiegare… Contiene tutto ciò che mi potrebbe servire e potrebbe contenere tutto ciò che mi potrebbe non servire…È come se fosse “una parte di me”…Non posso proprio! Un ragazzetto che mi segue per una buona mezz’ora cercando di intavolare un discorso parlandomi in una lingua per me incomprensibile… Monaci che vedendomi salire a piedi per la via più lunga e con lo zaino mi salutano cordialmente. Una ragazzina che sale trasportando sulla testa un grosso fascio di lunghissimi bambù e ogni tanto perde le ciabattine, inciampa, arranca… Due bellissime ragazze che letteralmente mi “abbordano” cercando di convincermi a fermarmi nel loro “bar” a bere… Mi piange il cuore ma non ho tempo di fermarmi…Sigh…

La salita sembra interminabile, il percorso ogni tanto si fa pianeggiante dandomi così l’illusione di essere arrivato… L’aria si fa più fresca, ho sete e fame e sono stanco ma ormai sono circa le 17.00 ed il sole sta per tramontare… Improvvisamente ed in modo del tutto inaspettato vengo superato da Giuseppe e Piero che mi dicono che ci perdiamo il tramonto… Certo che ci perdiamo il tramonto, se non vi foste fermati al ristorante… !!! Ancora pochi passi ed ecco in lontananza la Golden Rock. Supero Piero che ormai sconsolato ha rinunciato, ritrovo Giuseppe al Checkpoint che sta freneticamente svuotando lo zaino alla ricerca della ricevuta, la mia l’ ho a portata di mano e la mostro al controllore ma questi mi dice che dovrei averne un’altra copia … Panico. Rispondo che siamo un gruppo di quindici persone e che l’altra copia l’ ha il Tour Leader.

Il controllore mi chiede se Giuseppe, che nel frattempo non è ancora riuscito a ritrovare la sua ricevuta, fa parte del gruppo, rispondo di sì e allora ci dice che possiamo andare.

Percorriamo velocemente l’ultimo tratto e poi, ai piedi di una scalinata, ci togliamo gli scarponi ed in breve, dopo tre ore e mezza : eccola la Golden Rock !!! Il luogo è assai suggestivo: numerose persone sono prostrate in adorazione, un altoparlante diffonde ad alto volume le preghiere dei monaci, soffia un vento gelido ed il sole è tramontato dietro una cortina di nubi; freneticamente (anche perchè mi sto congelando i piedi !), mentre c’è ancora luce, scatto una serie di foto poi vado al hotel sperando di trovare il resto del gruppo.

Trovo subito Luigi che mi mostra la capannina dove passeremo la notte.

Finalmente posso mangiare (divoro letteralmente una mela), bere, riassettarmi e riposami un poco in attesa della cena.

Terminato di cenare ritorno, con una parte del gruppo, sfidando il freddo, il vento ed il fatto di dover camminare senza scarpe (ma conserviamo le calze sperando che nessuno se ne accorga e ci redarguisca) alla Golden Rock. Contrariamente alle previsioni la pavimentazione non è per niente gelida così gironzoliamo un poco e poi ce ne andiamo tutti a dormire.

Sarà una notte da incubo per il freddo e le nenie dei monaci che non cesseranno neppure per un minuto…

24/12/1999 Golden Rock / Bago / Mandalay Dopo la colazione ritorno per l’ultima volta alla Pagoda, fa un freddo porco e la pavimentazione è gelida ma c’è una luce splendida. Restiamo per pochi minuti e poi ritorniamo al Hotel e, dopo aver assoldato dei portatori (mi dispiace, veramente, ma il mio zaino non ve lo posso dare…!!), intirizziti dal freddo perchè hanno trascorso la notte all’aperto, verso le 8.00 iniziamo a scendere tutti per il sentiero “breve”. Come mi aveva detto un amico prima di partire questo “sentiero” è molto ripido ma nonostante ciò c’è molta gente che sta salendo alcuni dei quali trasportati da quattro persone su di una portantina di bambù.

Molte bancarelle di souvenir e di cose mangerecce contornano il percorso e “l’atmosfera” che percepisco è quella di una gran confusione; l’esatto opposto della calma e della tranquillità “respirate” il giorno prima durante la salita… Sarei sceso più che volentieri dall’altra parte.

In breve arriviamo al piazzale dove i pick-up si fermano e qui la confusione è a livelli stratosferici.

Perdiamo un po’ di tempo per decidere se salire su un pick-up pubblico oppure se affittarne uno solo per noi…Vedendo la quantità di gente stipata sui mezzi pubblici la maggioranza decide di optare per un mezzo “privato”…

Per salvare un poco la faccia scegliamo quello più scassato. Infatti alla prima salita il motore del pick-up si ferma, l’autista lo riavvia, da delle accelerate, tenta di ripartire ma si ferma di nuovo… La sequenza viene ripetuta più volte ed ogni volta il numero delle accelerate aumenta; sembra che non riesca ad inserire le marce basse… Nel frattempo, dietro di noi, si è formata un po’ di coda; il nostro autista decide di farli passare e fa retromarcia rischiando di finire giù nella scarpata…Dopo che tutti i mezzi dietro sono passati la sequenza di cui sopra viene ripetuta ancora con l’aggiunta di un po’ di rincorsa e finalmente riusciamo a superare la salita e poi, a mo di montagne russe, giù a capofitto per la discesa e chissà se i freni funzionanoooooo !!! Dopo una corsa mozzafiato arriviamo a Kinpun, risaliamo sul nostro bus e partiamo in direzione di Bago. Lungo la strada effettuiamo alcune fermate per osservare il lavoro nelle risaie con i bufali e l’andirivieni di barche stracariche di gente nei pressi di un villaggio.

Arrivati a Bago andiamo subito a vedere, ma solo dall’esterno, la Shwe Maw Daw pagoda ma il gruppo sembra più interessato al vicino mercatino… Terminati gli acquisti ci rechiamo a vedere il Buddha reclinato di Shwe Tha Lyaung, uno dei più grandi esistenti. Il capannone in ferro che lo custodisce è davvero rozzo e rovina la veduta di insieme ma il monumento è notevole. Dopo la cultura pensiamo anche allo stomaco ed andiamo a pranzare, poi al vicino mercato ad acquistare frutta e pane perchè la notte di Natale la trascorreremo in treno e sarà un’altra notte da incubo ! Alle 17.00 andiamo alla stazione; siamo in anticipo e mentre aspettiamo abbiamo modo di assistere, fuori dalla stazione, ad uno spettacolo (uomini mascherati da tori) di beneficenza a favore dei monaci.

Verso le 19.30, con un po’ di ritardo, finalmente partiamo. Non ci sono cuccette per tutti ma le poltrone sono spaziose, comode e reclinabili ma il problema sarà un’altro : viaggeremo tutta la notte con alcuni finestrini aperti (Rotti ? Bloccati ? Non lo sapremo mai…) e quindi saremo costantemente investiti da una aria gelida… Ognuno indosserà tutto quello che ha a disposizione (io anche la mantella antipioggia che, ne sono certo, mi “salverà”) ma invano…

25/12/1999 Mandalay Verso le 8.00 arriviamo a Mandalay e siamo tutti, chi più chi meno, assai sconvolti. Alla stazione troviamo ad attenderci il nuovo bus con autista che ci porta subito in hotel; abbiamo a disposizione un paio d’ore di riposo prima di iniziare una giornata natalizia molto intensa.

Alle 10.30 salpiamo con un comodo battello con sedie a sdraio per Mingun; il gruppo non è al completo perchè la precedente notte in treno ha causato le prime defezioni alle quali ben presto se ne aggiungeranno altre.

La navigazione sul fiume è piacevole anche se fa freschino ma ci rilassiamo ugualmente stando placidamente sdraiati.

Giunti a destinazione visitiamo la Pathodawgyi pagoda rimasta incompleta e ridotta ad un cumulo di mattoni ma per salire in cima bisogna togliersi le scarpe; vale la pena perchè il panorama è molto bello.

Poi ammiriamo la Mingun Bell la seconda più grande campana del mondo e, inseguiti da una torma di ragazzini e venditori, visitiamo la Mya Thein Dan Pagoda.

Nel frattempo la temperatura è aumentata notevolmente ed ritorno in battello sarà piacevolissimo.

Giunti a Mandalay andiamo a visitare il luogo più religioso della città; ovvero: la Mahamuni pagoda. Qui si trova una statua di Buddha alta quattro metri, è in bronzo ma è ricoperta da uno strato di foglie d’ oro spesso 15 cm.

Poi è la volta di una fabbrica di marionette e arazzi e della Kutodaw pagoda definita : il più grande libro del mondo. Intorno al complesso centrale ci sono 729 piccoli stupa che conservano al loro interno altrettante lastre di marmo sulle quali è scritto tutto il canone buddista.Terminiamo la giornata, dopo aver trovato chiuso lo Shwenandaw Kyaung (un monastero in legno), con giro per il mercato serale. Alle 20.00 ceniamo, visto che siamo tutti stanchi e malconci, in hotel.

Purtroppo la cena, che abbiamo ordinato al mattino, si rivelerà deludente : tutto buono ma freddo.

26/12/1999 Mandalay Altra giornata intensa.

Partiamo verso le 8.00 ed andiamo a vedere il monastero trovato chiuso il giorno prima.

Lo Shwenandaw Kyaung è molto bello; ne è valsa la pena di ritornare ! Proseguiamo per Amarapura; lungo la strada ci fermiamo a vedere degli scultori: decine e decine di Buddha scolpiti nella pietra di ogni dimensione e di ogni grado di finitura.

Giunti ad Amarapura andiamo per primo al monastero di Mahagandayon e poi a il più lungo ponte in teak del mondo (1200 metri ) che resiste alle insidie del tempo da circa due secoli: l’ U Bein’s Bridge. E’ molto piacevole camminarci sopra ed osservare l’andirivieni di gente ed il panorama tutto intorno, ci si ritrova immersi in un atmosfera serena e tranquilla.

Poi è la volta di Sagaing, per salire sulla collina lasciamo il bus e usiamo un Pick-up.

Dopo una breve sosta per il pranzo riprendiamo il bus e proseguiamo per Ava. Qui traversiamo il fiume con una barca poi con dei calessi raggiungiamo il monastero in teak di Bargayar; non bello come quello visto al mattino (ma ha delle colonne enormi) ma immerso in un bellissimo paesaggio con lontani stupa che si riflettono nelle risaie. Ormai la giornata volge al termine ed è già quasi buio quando riattraversiamo il fiume e risaliamo sul bus per far ritorno a Mandalay. Alle 20.00 andiamo a cena in un ristorante birmano e poi, rientrati in hotel, vado con Claudia a fare una breve passeggiata lungo le mura del Mandalay Fort.

27/12/1999 Mandalay / Bagan Il fiume scorre lento e senza nessuna fretta e a noi non resta che rilassarci e goderci la giornata ad iniziare dall’ alba sull’ Ayeyarwady, il più importante fiume del Myanmar, con il sole che spunta dietro le pagode e tinge di rosso le acque dalle quali si alza una leggera nebbiolina…

Scattate le foto di rito possiamo fare colazione, dormire, chiacchierare tra noi (ed anche con la Guida), leggere, scrivere cartoline, guardare il panorama, prendere il sole, mangiare… Siamo partiti alle 6.00 (in perfetto orario)da Mandalay, abbiamo dei posti a sedere (ma li useremo poco) ed oltre undici ore di navigazione ci separano da Bagan.

Una giornata come questa ci voleva; così, dopo tanta frenesia, ci possiamo rimettere in sesto.Lungo il percorso il battello effettua quattro fermate ad altrettanti villaggi ed allora è un via vai di gente che scende, che sale, che vende, compra …

All’ultimo villaggio prima di Bagan salgono anche alcuni procacciatori di hotel ma noi abbiamo già la prenotazione.

Poco dopo le 17.00 sbarchiamo a Bagan; giusto in tempo per il tramonto e così saliamo sul bus che ci sta aspettando e ci fiondiamo velocemente alla Shwesandaw Paya dove quattro (una per lato) ripidissime scalinate (wow, nulla da invidiare alle piramidi Maya!) consentono di salire in cima (naturalmente senza scarpe!) da dove si gode un’ottima vista.

Ed è veramente una vista fantastica e, tra i numerosissimi templi che costellano la pianura, possiamo anche vedere : “Il più grande”, “Il più alto”, “Il più bello”…

Il cielo è un po’ nuvoloso e quindi il tramonto lascia a desiderare…

Scendiamo con cautela e, facendoci largo tra gli insistenti venditori, Theingi ci porta a vedere un Buddha reclinato che si trova li vicino. Niente a che vedere con quelli di Yangon e Bago; questo si trova in una costruzione piccola, bassa e buia ma forse per questo ci sembra più “vero”, forse per questo ci sembra il più bello.

28/12/1999 Bagan Come al solito una giornata intensa.

Visitiamo: Shwezigon, Shwegugyi, Ananda Okkaung, Ananda temple, Lawkananda.

Sosta per il pranzo in un ristorante che sarà uno dei migliori del viaggio con un’abbuffata di gamberoni. Terminato di mangiare ci sdraiamo per un poco sul prato fuori il ristorante a prendere il sole ma, dato che oggi fa veramente caldo, ben presto siamo tutti all’ombra.

Quindi andiamo in una fabbrica di Lacche dove possiamo vedere tutte le fasi di lavorazione di questo tipico prodotto artigianale.

Poi un’altra sequenza di templi : Nan phaya, Manuha temple, Gubyaukgyi.

Terminiamo la giornata passeggiando nel villaggio di Myingabar dove possiamo osservare la fabbricazione dei sigari birmani.

Ceniamo nello stesso ristorante del pranzo e poi Theingi ci porta a visitare un tempio alla luce delle candele… Sarà per il buio e l’ora tarda, sarà perchè ci siamo solo noi o per le candele ma il posto è di una bellezza difficile da descrivere ci sembra un luogo antico… Misterioso… Mistico… Fantastico ! 29/12/1999 Bagan Oggi giornata libera ! Noleggiamo delle bici (dopo colazione le troviamo tutte schierate fuori dall’ hotel; ne scelgo una che mi sembra buona ed ha un simpatico portachiavi di peluche) e poi siamo liberi di andare dove vogliamo. Naturalmente ci ritroviamo tutti al mercato per una folle mattinata di acquisti e di interminabili ed estenuanti trattative. Io non prendo nulla ma offro sostegno a Claudia e Patrizia nelle loro contrattazioni. Sfiniti e carichi di roba riprendiamo le bici e tutti e tre andiamo alla ricerca dell’ Ufficio Postale il quale, contrariamente a quello che è riportato sulla EDT si trova da tutt’ altra parte… Vicino al nostro hotel…Spedite le cartoline urge andare a pranzare. Rifocillati inforchiamo le bici e ritorniamo a girovagare per il paese…

Abbiamo appuntamento con il resto del gruppo alle 15.00 per andare con il bus in un villaggio ma quando siamo tutti presenti il bus non ne vuole sapere di partire, così al villaggio ci andiamo con dei calessi.

Terminiamo la giornata andando ad ammirare il tramonto sulla Damarazica pagoda.

30/12/1999 Bagan / Pindaya Giornata di trasferimento.

Partiamo alle 6.00 per Pindaya ed alle 7.30 siamo al Monte Popa : un complesso di monasteri, templi e stupa situato sulla cima di quello che pare essere un vulcano spento… Il Monte Popa è considerato anche la dimora dei Nat (spiriti); vi si accede tramite una scalinata (ad un certo punto bisogna togliersi le scarpe) a tratti anche ripida ed una volta giunti in cima delude un poco…

Forse perchè veduta “dal basso” è notevole.

Alle 17.00, dopo una sosta per il pranzo, arriviamo a Kalaw dove c’è una Missione gestita da un italiano ultra novantenne : Padre Angelo. Purtroppo Padre Angelo è in ospedale a Yangon e così lasciamo gli “aiuti” portati dall’ Italia a Padre Paul con il quale, dopo aver visitato la Missione, facciamo quattro chiacchiere.

Alle 19.30 arriviamo finalmente a Pindaya e il caldo di Bagan è già un ricordo infatti siamo a più di mille metri di quota e subito iniziano i timori per il programma di domani che prevede un trekking ed un pernottamento di “fortuna” in un monastero : – Ma quante ore di cammino ci sono ??? – Ma ci sono coperte sufficienti ??? – Ma se poi fa “troppo” freddo ??? – Ma non possiamo tornare a dormire qui ??? – Ma non possiamo dividerci ??? Due terzi del gruppo sembra intenzionato a restare in paese mentre io ed il restante “terzo” vogliamo andare senza problemi di “cammino” o di “freddo”.

Giunti in hotel, dopo esserci sistemati nelle camere, ci riuniamo nella hall e Theingi ci fa da interprete con la Guida locale : – Ci sono cinque ore di cammino ma se si fa un pezzo con il bus le ore diventano tre ! – Fa freddo ma ci sono molte coperte per tutti ! – Si potrebbe anche tornare qui ma abbiamo già pagato in anticipo l’escursione, la cena ed il pernottamento…

– Potremmo anche dividerci ma sarebbe più bello festeggiare l’inizio del 2000 tutti insieme !! Dopo il tira-e-molla finalmente decidiamo di andare tutti facendo un pezzo iniziale con il bus.

31/12/1999 Trekking Mi sveglio come al solito verso le 7.00 e, nonostante il freddo ed il fatto che la partenza sia fissata per le 11.00, decido di alzarmi e di andare a far colazione. Naturalmente sono il primo ma piano arrivano anche gli altri; Natalina ci comunica che non si sente bene e quindi preferisce restare al hotel.

Tanto per trascorre la mattinata vado con Claudia e Patrizia in paese. Percorriamo la strada principale che costeggia un laghetto nel quale parecchia gente lava i panni e fa il bagno anche se a noi l’acqua sembra un tantino sporca… Giunti in paese le ragazze non perdono l’occasione per fare acquisti in alcuni negozietti, poi, visto che l’ora della partenza per il trek è ormai vicina decidiamo di tornare con un calessino percorrendo la strada parallela a quella dell’andata completando così il giro del piccolo lago.

Sistemati i bagagli in una stanza e salutata Natalina partiamo; il bus si arrampica per una ripida salita ed in breve ci porta al punto di partenza dove ci sono ad attenderci guide e portatori. Iniziamo a camminare quando ormai il sole ha scacciato il freddo del mattino ed ha riscaldato la giornata; io avrei preferito partire qualche ora prima ma… Vabbè, non si sarebbe fatto il giro in paese.

Alle 12.30 ci fermiamo al villaggio di Si Kya Inn per il pranzo e per riposarci anche se sino a qui il percorso non è stato faticoso.

Rifocillati e riposati ripartiamo; la giornata si mantiene splendida, camminiamo immersi nel verde ed intorno a noi ci sono numerose coltivazioni di te.

In breve, verso le 15.30, arriviamo al villaggio di Yasikyi dove si trova un monastero che ci ospiterà per l’ ultima notte dell’ anno.

Poco prima di arrivare al villaggio una montagna con uno stupa in cima cattura la mia attenzione e così propongo di salirla ottenendo subito il consenso entusiastico del “solito” gruppetto di “camminatori”… !! Giunti al villaggio ci fermiamo giusto il tempo per alleggerire lo zaino e bere un te offerto dal “priore” del monastero e ripartiamo velocemente (con Theingi ed una guida) per la Yasikyi Hill, perchè, stando a ciò che dice la guida, ci vogliono più di due ore per arrivare in cima e rischiamo di essere colti dal buio… Poco prima delle 17.00 siamo in cima ! Ammiriamo il panorama, riprendiamo fiato, Theingi e la guida pregano, scattiamo qualche foto e, rinunciando a malincuore al tramonto, scendiamo rapidamente; verso le 18.00, ormai con il buio, rieccoci al monastero.

Il luogo dove dormiremo è uno stanzone enorme al piano terra; a ridosso di una parete c’è una fila di materassi ed un grande numero di coperte pesanti (ma il locale è molto caldo) il tutto è delimitato, per dare un po’ di privacy, da una tenda ad “elle”. Nello stesso stanzone ma in un’altro angolo dormono anche dei piccoli monaci.

La cena ci viene servita in una capanna e, mentre mangiamo, parecchie donne e dei bambini entrano alla spicciolata e si sistemano in un angolo ad osservarci… Chiediamo a Theingi il motivo e lei ci dice che ci guardano perchè siamo tanto “strani”… Per cercare di rompere il ghiaccio spezzettiamo un panettone e lo offriamo a tutti.

Mentre la cena volge al termine Theingi ci regala a tutti una scatolina con sopra inciso il proprio nome ed un bigliettino di auguri per il nuovo anno.

Intanto già da un po’ di tempo sentiamo della musica provenire dall’esterno ed usciamo a vedere: attorno ad un falò c’è tutto il villaggio, anche i nostri “osservatori”, che suonano e danzano per noi; naturalmente i locali cercano subito di coinvolgerci nelle danze ma con poco successo…

Stupenda la danza /combattimento di arti marziali di due uomini.

I festeggiamenti raggiungono il culmine quando una piccola mongolfiera viene gonfiata con il fuoco e si innalza nel cielo simboleggiando l’anno vecchio che se ne va. Quindi il gruppo decide di festeggiare il Nuovo Anno verso le 22.00 perchè ritiene che sia “arduo tirare” la mezzanotte… Brindiamo con bottiglie di spumante (offerte come al solito da Giuseppe e Piero) e con un liquore locale (che sarà mai… Echisenefrega…Beviamolo!), baci, abbracci, auguri ! Piano piano la gente comincia a “sfollare” ed anche noi ci avviamo nella nostra “camera”. Data l’ora io non ho per nulla sonno e così propongo a Claudia di andare a fare una passeggiata, lei accetta e così usciamo e nel buio e nel silenzio della sera imbocchiamo un sentiero ed iniziamo a percorrerlo.

Dopo pochi minuti un grido risuona nella notte : ” Riccardo, ti vogliono al telefonoooooo !!!!” Il solito rompic… !!! Dato che fa freddino torniamo indietro e ci fermiamo davanti a quel che rimane del falò…

Sarà il luogo, sarà il fuoco, sarà il silenzio che ora regna in questa ultima notte del 1999 ma entrambi ci sentiamo in vena di confidenze…

Chiacchierando, chiacchierando oramai è quasi mezzanotte quando un anziano monaco si avvicina e a gesti ci fa capire che sarebbe ora che andassimo a dormire, a gesti gli dico che vogliamo solo attendere le 24.00.

Lui sembra capire, sorride e se ne va; noi restiamo ma manteniamo la promessa : ecco, è mezzanotte ! Di nuovo baci, abbracci, auguri ! 1/1/2000 Yasikyi / Pindaya / Lago Inle Tra le 6.00 e le 7.00 ci svegliamo tutti e cominciamo ad alzarci ed a sbaraccare. La notte non è trascorsa benissimo e come zombie ci aggiriamo alla ricerca dei primi raggi di sole o cercando di ravvivare il falò in attesa della colazione che tarda ad arrivare ed una volta pronta ci porteranno, con nostro grande stupore, del te liofilizzato !!! Ma come, siamo circondati da piantagioni di te…?! Alle 8.30 ci incamminiamo verso Pindaya ma per un sentiero diverso da quello dell’ andata e che, nel primo tratto (lo stesso percorso ieri sera con Claudia) sarà interessante mentre la seconda parte un tantino noioso.

Alle 11.00 circa siamo a Pindaya e passiamo in hotel a riprendere Natalina ed i bagagli e poi andiamo a visitare le Grotte di Pindaya contenenti 8094 statue del Buddha…

Dopo una tappa in un ristorante che ci risolleva dalle fatiche del trekking andiamo a vedere una fabbrica artigianale degli ombrelli.

Effettuati gli acquisti di rito partiamo per Nyaungshwe nei pressi del Lago Inle dove arriviamo verso le 18.30.

2/1/2000 Lago Inle Giornata dedicata al Lago Inle che solchiamo comodamente seduti su delle veloci lance con motore fuoribordo.

Iniziamo con un mercato dove faccio i miei primi acquisti e Theingi mi mostra una prelibatezza da buongustai : ” Formiche ! “.

Anche il resto del gruppo non perde l’occasione di fare acquisti anche a costo di “furibonde” trattative. Lasciamo il mercato e, passando per il Festival Galleggiante, arriviamo al villaggio (su palafitte) di Inn Paw Khone dove visitiamo una fabbrica della seta: e vai con gli acquisti !!! Si impone una sosta da cotanto consumismo… Al ristorante.

Ben satolli ci fermiamo sulla terrazza del ristorante a prendere il sole ed a bearci della tranquillità di questo lago.

Riprendiamo il nostro giro con la Phaung Daw Oo pagoda, una “Argenteria”, l’orto galleggiante con i pomodori ed infine il “Monastero dei gatti saltanti” dove i monaci ammaestrano dei gatti a saltare attraverso un cerchio.

La giornata volge al termine ed il sole sta tramontando e così, a tutta birra, facciamo ritorno al porto; l’ arrivo sarà con il buio ma proprio per questo davvero suggestivo ! Sbarchiamo e ci dirigiamo a piedi verso l’hotel ma fatti pochi passi : un negozietto… E vai con gli acquisti !!! 3/1/2000 Nyaungshwe / Taunggy / Heho / Yangon Sveglia di buon ora e partenza alle 7.00 per un “fuori programma” la visita della città di Taunggy che Padre Paul ha definito bellissima…

Lungo la strada facciamo una sosta al monastero di Shwe Yan Pyay che ha delle caratteristiche finestre a forma ovale.

Alle 9.30 arriviamo a Taunggy e, dopo esserci dati un appuntamento ci sparpagliamo a gruppetti per la città.

Questo posto non è per nulla turistico e molta gente ci guarda con stupore.

Girovaghiamo per il mercato e poi imbocchiamo una viuzza a caso e cosa ti troviamo : un negozietto specializzato in ciabattine infradito…

Saccheggiato il negozio continuiamo il nostro giro…

Bellissima questa città ??! Insomma…

Ripartiamo per Heho dove arriviamo alle 12.30 facendo una sosta ad un mercato lungo la strada. Abbiamo ancora tempo per l’aereo che ci porterà a Yangon e così facciamo in tempo a pranzare mentre alcuni del gruppo si fanno fare un massaggio…

All aeroporto di Heho i nostri bagagli vengono minuziosamente perquisiti e chi aveva già imballato con cura alcuni regali si vede costretto a scartarli… A parte ciò il volo sarà regolare e senza problemi.

Un grande caldo ci accoglie a Yangon; questo sarebbe stato il caldo che avremmo trovato se non fossimo capitati in un periodo di freddo eccezionale !!! Saliamo sul bus che ci aspetta e Theingi ci porta in una fabbrica del vetro …??? Fa un caldo atroce e vicino ai forni ancora di più, ci sono un sacco di zanzare ma qualcosa di carino da acquistare si trova sempre.

4/1/2000 Twente Oggi giornata libera; in otto, più Theingi, andiamo a Twente mentre gli altri rimangono a Yangon.

Alle 8.00 prendiamo il traghetto, con a bordo varia umanità, che in pochi minuti ci trasporta dall’ altra parte del fiume dove noleggiamo un pick-up che a velocità folle e percorrendo una strada dissestata ci porta a Twente. Cambiamo di nuovo mezzo di trasporto: noleggiamo dei “Sai-Kaa” (una bicicletta con risciò a due posti) che ci scarrozzeranno per la cittadina e ci dirigiamo verso la fabbrica di terracotta.

Lungo la strada vediamo un lunghissimo, quasi interminabile, corteo di monaci (forse perchè oggi è festa nazionale) che, vedendoci passare a bordo dei Risciò ci guardano come se fossimo dei “marziani”… E forse lo siamo…

Giunti alla fabbrica di terracotta ci vengono mostrate tutte le fasi della lavorazione; personalmente le condizioni nelle quali questa gente deve lavorare (tutto a mano) mi sconvolgono non poco.

Dopo gli immancabili e pesantissimi acquisti ci rechiamo ad una tessitura. Lungo la strada vediamo anche la lucidatura dei rubini.

Terminate le visite ci sediamo in un ristorantino a pranzare (fa un caldo bestiale ed io ho solo sete) mentre Theingi si reca alla ricerca di una barca che ci porti a Yangon; ritorna dicendoci di averla trovata ma è un po’ piccola…

Accidenti ! Oltre che “piccola” è anche “instabile” specialmente se navighiamo in mezzo al fiume ed incrociamo altre barche…

Il barcaiolo forse capisce e porta la barca vicino ad una sponda e le cose migliorano sensibilmente anche se la velocità di crociera è assai bassa.

Ad un certo punto il motore si blocca e non ne vuole più sapere di ripartire, siamo in balia della corrente del fiume che ci riporta indietro ed alla deriva ! La prospettiva di finire a mollo in questo fiume non è per nulla allettante perchè, almeno ad occhio, sembrerebbe un “tantino” inquinato…

– Fateci scendere, torniamo a piedi o con il pick-up !! – Ci sono tre quarti d’ora a piedi per raggiungere la strada ed i pick-up ! – Bè, forse è meglio aspettare ancora un po’, magari il barcaiolo riesce a riparare il motore…Ci riesce veramente e ripartiamo ! Finalmente cominciamo ad intravedere Yangon; forse ce la caviamo anche stavolta…

Ce la caviamo; ed una volta sbarcati, per tornare in hotel, prendiamo dei taxi, unico mezzo di trasporto che ci “mancava”…

In hotel io e Claudia decidiamo di andare a fare un giro per la città e ci diamo appuntamento nella hall.

Quando scendo lei mi sta già aspettando, consultiamo la EDT e decidiamo di fare un percorso circolare nella zona del centro ed usciamo.

Dopo un po’ riconsultiamo la guida e scopriamo che lungo il percorso c’è una libreria che la stessa consiglia e quindi la “eleggiamo” a nostra meta finale. Quando arriviamo la libreria sta giusto… Aprendo ! Certamente non usciamo a mani vuote e facciamo ritorno in hotel per prepararci alla cena offerta dal corrispondente.

Il Karaweik Resturant è così sfarzoso che ci lascia a bocca aperta.

-Siamo sicuri che ci fanno entrare ? -Potevate dirlo che era un posto così “chic”; mi sarei messo lo Smoking ! Invece entriamo senza problemi e c’è pure un tavolo prenotato per noi; la cena è a buffet e quindi ci abbuffiamo senza ritegno anche perchè è tutto molto buono e la giornata è stata intensa.

Impegnati a fare continuamente avanti-indietro dal buffet dedichiamo poca attenzione alle danze che si svolgono sul palcoscenico in fondo al salone. Quando ormai siamo satolli il corrispondente ci regala una maglietta a testa e ci fa un paio di foto. Ritorniamo in hotel e salutiamo Theingi che ci lascia e domani riparte con altre persone; poi ci dirigiamo al bar dell’ albergo decisi a berci qualcosa di forte : “Coca-Cola” per tutti !! 5/1/2000 Yangon / Bangkok Mattinata libera dedicata agli acquisti ed alle cartoline dell’ ultima ora.

Sistemate queste “incombenze” siamo tutti nella hall del hotel pronti a partire in attesa che arrivi l’ incaricato del corrispondente e quando arriva consegna ad ognuno un foglio con la foto scattata la sera prima al ristorante con saluti e ringraziamenti ed un libricino con la “Relazione dei luoghi che abbiamo visitato durante il viaggio” con nomi, orari, commenti (che ha contribuito moltissimo alla stesura di questo diario !) .

Siamo tutti commossi e senza parole da tanta gentilezza !!! Mingalarbar Myanmar ! Grazie mille per tutto ! Riccardo Riva 20/12/1999 – 06/01/3-2000



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