Kenya Pole Pole

4 – 18 Agosto 2002 - Cronaca di un viaggio Marco e Melania (Montespertoli FI) 04/08/02 – Ritrovo alle ore 14:00 a Quarrata (PT) davanti all’agenzia di viaggio che ci aveva organizzato un bus per il trasporto fino a Milano Malpensa. Eravamo in 16 ‘avventurieri’. Michele e Federica da Santa Croce s.a. PI (lui) e Agliana PT...
Scritto da: Marco Pucci
kenya pole pole
Partenza il: 04/08/2002
Ritorno il: 18/08/2002
Viaggiatori: in coppia
Ascolta i podcast
 
4 – 18 Agosto 2002 – Cronaca di un viaggio Marco e Melania (Montespertoli FI) 04/08/02 – Ritrovo alle ore 14:00 a Quarrata (PT) davanti all’agenzia di viaggio che ci aveva organizzato un bus per il trasporto fino a Milano Malpensa. Eravamo in 16 ‘avventurieri’. Michele e Federica da Santa Croce s.A. PI (lui) e Agliana PT (lei) Federico e Barbara da Quarrata Francesco e Sara da Quarrata Mario, Milvia e Alessia da Spicchio (Vinci) Sergio e Nicoletta da Spicchio (Vinci) Paolo da Pistoia David ed Emanuele da Poggio alla Malva PO Durante il viaggio iniziamo a conoscerci ed è subito chiaro che nel gruppo c’è forte sintonia.

Arrivati a Malpensa andiamo al ‘bancone’ dove ci consegnano i documenti e gli zaini, (che fanno peso e poi capirete perché!), quindi andiamo al check-in. E qui scopriamo una caratteristica scandalosa di questa compagnia. Il peso del bagaglio consentito per l’economy, è rigorosamente di 23 Kg, 20 kg per la valigia e 3 kg per il bagaglio a mano, e state attenti perché pesano tutto!!! Anche i marsupi, le borsette, macchine fotografiche, libri ecc..(non è uno scherzo!), ed ogni Kg in eccedenza ai 23 si paga 7 dollari. L’unica cosa che non pesano è la roba che abbiamo addosso e che riusciamo a mettere nelle tasche, quindi iniziamo questa operazione e tra me e Melania riusciamo a ‘metterci’ addosso circa 3 kg di roba (macchina fotografica piccola, batterie di riserva, occhiali ecc.) ed io riesco a nascondere il marsupio dietro la schiena, mettendoci sopra un maglione… Nonostante tutto, al momento del peso le nostre valigie sono di 42 kg totali ed il bagaglio a mano di 9.5 kg tot. Chiediamo (come fanno tutti) con insistenza e cortesia di chiudere un occhio e (stranamente) lo fanno , dicendo che nel frattempo avevano applicato una tolleranza sui pesi. A noi è andata bene ma ad altri no. (Comunque , cosa che poi non si dimostrerà vera, ci dicono che per il ritorno a Mombasa saranno ancora più fiscali).

Il volo parte con qualche ora di ritardo per un guasto al carrello per il carico dei bagagli, l’aereo è un po’ scomodo ,il cibo è abbastanza tranquillo come il volo.

05/08/02 Arriviamo a Mombasa in ritardo, il tempo non è bellissimo. All’aeroporto ci aspettano i pulmini dell’ASC con destinazione Watamu (un villaggio a 17 km da Malindi).

Il viaggio di soli 100 Km durerà più di 2 ore e ci rendiamo subito conto perché.

Appena usciti dall’ aeroporto attraversiamo la periferia di Mombasa. Il degrado ed il caos sono tali che è impossibile non rimanerne colpiti (soprattutto per chi come me è la prima volta che viene in Africa). Tutto viene fatto sulla strada; meccanici e barbieri all’aperto, falò di roba vecchia e di copertoni accanto a bancarelle di verdura, per non dire del modo di guida (da pazzi) e delle condizioni della strada. Dopo questo tuffo in una realtà cosi cruda, arriviamo nella zona più esclusiva, completamente diversa, passiamo davanti a numerose ville (ci vivono gli europei, molti Italiani), tutte circondate da muri alti fino a due metri con tanto di recinzione elettrica (anche questo non è uno scherzo).

Man mano che procediamo in direzione di Watamu il paesaggio cambia, la strada è completamente distrutta per circa 15 km, fino a Kilifi, e ci sono enormi baobab in mezzo a coltivazioni di sisal a perdita d’occhio. ( ci spiegano che le foglie, simili a quelle della pianta dell’ananas, servono per costruire i tetti delle abitazioni).

Lungo la strada troviamo molti villaggi con case fatte di tronchetti di albero e fango rosso, “case tradizionali delle tribù g(H)iriana”.

Arriviamo al ‘Watamu beach’, nel nostro villaggio che confina con il vero villaggio di Watamu; ci ricevono cantando “jambo jambo” una canzone che rimarrà sicuramente nel cuore di chi va in Kenya, poi ci offrono del latte di cocco appena colto dall’albero.

Ci consegnano le camere, ci sistemiamo un po’ e usciamo per telefonare a casa. Per le telefonate consigliamo di uscire dall’hotel e di utilizzare le cabine pubbliche acquistando la tessera pre-pagata all’ufficio TelcomKenya, è semplicissimo e costa molto meno!! Ce ne andiamo poi un po’ a letto perché il viaggio non è stato molto comodo e arriviamo all’ora di cena.

Dopo cena usciamo dal villaggio in gruppo e dopo la sbarra veniamo subito “assaliti” dai ragazzi di Watamu, che ci vendono di tutto, da un passaggio in taxi, al safari, alle gite in barca, alle collanine ecc. E ci “scortano” in giro; ci salutano tutti, mostrandoci le due discoteche che ci sono nel paese: L’happynight, in quel momento vuota, e l’altra, chiamata per noi Italiani “Bandiera Gialla”, entriamo con loro in questa , qui c’è un po’ di gente, è un po’ presto e siamo gli unici turisti, passiamo un’oretta a ballare con loro , facciamo amicizia e poi andiamo a letto.

06/08/02 Giornata di relax in spiaggia.

In Kenya ci sono le maree ( e che maree), l’acqua va e viene per due volte al giorno, in maniera impressionante, a Watamu nella baia davanti al nostro villaggio, il mare si ritira per più di 300 metri lasciando una spiaggia bianchissima e alcune “piscine” naturali di acqua cristallina e caldissima (in questi giorni ancora non erano arrivate le alghe).

Dopo cena usciamo con tutto il gruppo, andiamo a ballare al mitico “Bandiera Gialla” in compagnia dei nostri amici, che ormai sono diventati i nostri “guardaspalle”, guide ecc), e fissiamo anche due escursioni con loro, una per il giorno dopo a Malindi e l’altra al parco marino di Watamu e visita della laguna di Mida Creek, dove ci sono le mangrovie. Dopo varie trattative ci accordiamo per un prezzo totale di 25 $, così suddiviso 5 $ per la visita di Malindi, e 20 $ per il parco marino e mangrovie, un vero affare!! 07/08/02 – Escursione a Malindi.

Ore 9:00 ritrovo davanti alla sbarra del nostro villaggio, saliamo sul mitico “Matatu” e via!… direzione Malindi. La prima sosta prevede la visita alle rovine di G(h)edi, antica e misteriosa città araba del XIII sec. Scoperte negli anni ‘20 (belli i resti della moschea principale e degli altri edifici); è un parco nazionale (ingresso 100 Ksh) soprattutto per la foresta dove sono immerse e dove vive il famoso Cefalofo di Ader.

Arriviamo a Malindi, non troviamo una vera e propria città, almeno come me la immaginavo, ma più un ammasso di villaggi intorno al nucleo centrale (2/3 vie) ed un quartiere più nuovo (chiamato Milano 2 per la grandissima presenza dei tanti Italiani residenti), dove ci sono appunto belle case di Italiani, locali notturni ed un Casinò. Malindi, da quel poco che abbiamo visto non è una meta importante da vedere, se siete vicini vale comunque la pena visitarla.

Molto interessanti sono invece le fabbriche del legno, dove gli artigiani lavorano all’aperto e tutto rigorosamente a mano e producono i famosi souvenirs ( maschere, Masai, animali ecc.) ce ne sono due, una più piccola (e più cara), si trova sulla sinistra della strada principale che viene da Mombasa, l’altra più grande ed interessante anche per la strada che dobbiamo fare per arrivare, è sulla destra un po’ più all’interno.

08/08/02 Escursione al parco marino e laguna di Mida Creek Oggi siamo in 14 quasi al completo, mancano solamente il “Compagno” David ed Emanuele, che sono partiti per il Safari al Masai Mara.

Il parco marino e ricco di pesci anche se il corallo non è molto colorato, vale però la pena fare un po’ di snorkeling. Prima di pranzo entriamo nella laguna di Mida Creek, dove ci sono le mangrovie. E’ un’ immensa laguna con alcuni isolotti, prima di mangiare facciamo un giro e vediamo un gruppo di fenicotteri che spiccano il volo, poi torniamo su uno di questi isolotti per il pranzo.

Il pranzo (che da solo vale il costo dell’escursione) consiste in una grigliata di aragoste, polpo e calamari in umido, pesce alla griglia ecc. Ecc…

09/08/02 Escursione a Mombasa (una vera città africana!) Dopo la periferia, già ampiamente descritta all’inizio di questo sgangherato diario, entriamo nel centro e ci fermiamo davanti al mercato della frutta, da qui proseguiamo a piedi, insieme alla nostra guida . E’ il caos , il mercato è affollatissimo pieno di colori e di odori, appena fuori iniziano i negozietti di spezie, carne secca, e non, attaccata all’aperto, e la gente “vera” che affolla le strade , i bambini che appena ci vedono ci chiamano e ci salutano, “Jambo”, chiedendoci magari qualche caramella. Noi passeggiamo, entriamo nei negozi di spezie e di articoli in legno, devo dire con stupore che non si vedono altri turisti in giro. Arriviamo a Fort Jesus , e qui i turisti ci sono, (interessante la visita del forte). Non siamo riusciti a vedere il mercato delle stoffe che doveva essere veramente bello, ma è stata una visita veramente intensa e che mi sento di raccomandare vivamente.

Nel pomeriggio abbiamo visitato un parco (Bamburi) nei dintorni di Mombasa dove cerano alcuni ippopotami e delle giraffe, (un antipasto di safari) e poi siamo andati a vedere “Big Daddy” il coccodrillo più vecchio del mondo!!!!???? (come se ci fosse un anagrafe dei coccodrilli !! “comunque il parco di Bamburi non è brutto.

10-13/08/02 Giorni di relax “ aspettando il Safari”.

Questi giorni sono stati giorni di relax “quasi da noia” per chi non è molto abituato a stare fermo in vacanza, comunque tutti gli altri a turno sono partiti o partiranno per i loro mini safari, David ed Emanuele intanto sono tornati dal Masai Mara uno dei parchi più beli del Kenya, hanno visto moltissimi animali tra cui branchi di leoni con cuccioli ecc. ( che c… !!!).

Intanto il tempo è un po’ peggiorato e sono arrivate le fastidiose alghe, che vengono tolte la mattina in un modo davvero “pole pole” ma va bene così (se pensiamo che gli stipendi di chi ha la “fortuna” di lavorare al villaggio oscillano tra i 30 e i 50 $ al MESE !!!”(Schiavisti !!) Man mano che gli altri tornano, i racconti si susseguono e la frenesia di partire aumenta. Il traguardo e di riuscire a vedere almeno un leone, perché dai vari racconti che ascoltiamo, non sembra una cosa tanto facile. (Speriamo bene!!) Un pomeriggio, appena dopo pranzo, mi viene un idea un po’ pazzerella, avevo visto che nel villaggio di Watamu, (nel quale tra l’altro, siamo andati tutti i giorni, sempre “scortati” dai nostri amici) c’era un noleggio biciclette e mi ero informato del numero disponibile e dei costi, così ho proposto al gruppo una bella gita in bicicletta, un po’ all’interno e così abbiamo fatto.

Siamo andati dal noleggiatore, che però in quel momento disponeva solamente di 6 biciclette (eravamo in 11) e dopo circa 40 minuti di estenuanti trattative per ridurre il costo del noleggio e per trovare le altre biciclette , siamo partiti.

È stata una cosa eccezionale eravamo: 11 di noi, un amico della nostra guida improvvisata), un ragazzo che si è aggregato a metà strada , ed infine il meccanico dietro al gruppo (e fortuna che c’era perché abbiamo forato un paio di volte, a qualcuno è andata via la catena, a me si è smontato il seggiolino ecc.). E’ stata veramente una bella esperienza, abbiamo visitato una scuola, alcuni agglomerati di case della tribù G(h)iriana, e poi siamo arrivati fino a G(h)edi (7 km). L’unica nota negativa è stata l’acquata che abbiamo preso al ritorno, ma è il bello dell’avventura, no? 14-16/08/02 Partiamo per il safari (finalmente!).

Arriva finalmente il giorno della partenza per il safari allo Tsavo Est, il più grande parco nazionale del Kenya, per colpa di un po’ di disorganizzazione dell’ASC ( e poi sono Svizzeri), partiamo con più di un’ora di ritardo da Watamu, siamo solamente io e Melania (ci danno ugualmente un pullman). Per arrivare in tempo, percorriamo la strada fino quasi a Mombasa in meno di 1 ora e un quarto, (da pazzi! sorpassi a tre, scambi di carreggiate per evitare le buche ed i frontali ecc.) Pur partendo con tale ritardo riusciamo ad arrivare (ed è già tanto) con soli 5 minuti di ritardo, al campo di volo, da cui con un volo di 20 minuti arriviamo allo Tsavo.

Partiamo subito per il primo safari, e appena entrati nel parco incrociamo il pulmino dove c’è Paolo (che era partito il giorno prima di noi) che ci dice di aver visto nella mattina, due leonesse che si contendevano la preda accanto al leone impassibile.

Dopo poche centinaia di metri troviamo i primi elefanti, sono vicinissimi alla strada e sono enormi, sono totalmente di colore rosso perché la terra dello Tsavo è rossa. Rientriamo al lodge per cena, e dopo ci ritroviamo a chiacchierare un po’ davanti al tradizionale Falò. So benissimo che non si tratta di vera avventura, che siamo in un campo ben attrezzato, sicuro, con la luce elettrica l’acqua corrente, e delle camere confortevoli, ma l’atmosfera che si respira davanti al falò è da altri tempi e per un po’ mi sembra di essere in un’altra epoca ( anche se dura per poco devo dire).

Il mattino seguente sveglia all’alba, veloce colazione e usciamo subito per un intera giornata nella savana. Vediamo moltissimi animali, gazzelle, giraffe, elefanti, ippopotami, zebre ecc. Ecc ma di leoni nemmeno l’ombra. In meno di mezz’ora riusciamo a forare tre volte e l’ultima abbiamo dovuto aspettare un altro pulmino perché avevamo finito le ruote di scorta!!. La nostra guida, non sembra un tipo molto sveglio, soprattutto è molto giovane ed ha paura ad infrangere le regole, come andare fuori pista (cosa assolutamente vietata) per le quali verrebbe licenziato, ma è un bravo ragazzo. Poi poco prima di pranzo sentiamo per radio che è stato avvistato un leone, ci precipitiamo e quando arriviamo vediamo che il leone (un maschio ci dicono) e veramente lontano e sta dormendo completamente sdraiato.(scatto comunque qualche foto, non si sa mai fosse l’unico).

Nel pomeriggio viviamo la scena più bella della giornata, ci imbattiamo in un gruppo di elefanti con i piccoli, che stanno attraversando la strada. I due grandi di vedetta non sembrano tanto tranquilli, forse perché ci siamo avvicinati troppo, e cominciano ad agitarsi venendoci incontro una muove gli orecchi come per caricarci, la tensione sale, la guida accende subito il motore , è pronto per andare via ma poi l’elefante si ferma , si calma indietreggia, e appena tutto il branco è passato si allontana e ci lascia passare. E stata veramente una scena emozionante.

Siamo arrivati all’ultimo giorno di safari, usciamo sempre all’alba, e avvistiamo subito un facocero poi a seguire uno sciacallo, (è la giornata buona!!), dopo 2 ore di totale assenza di animali la guida inchioda!!! torna qualche metro indietro, si ferma un attimo, comunica con l’autista dell’altro pulmino e poi si precipita fuori pista, verso i cespugli. Ha visto qualcosa !!?? è una giraffa morta completamente sbranata, la scena è agghiacciante, ci portiamo a pochi metri, il puzzo è irresistibile, secondo la guida è stata uccisa nella notte dai leoni, che dovrebbero essere in zona, iniziamo a cercare nei cespugli e finalmente lo troviamo, è un maschio e sta dormendo, è quasi mimetizzato con i cespugli, non riusciamo a vederlo bene, decidiamo allora di tornare più tardi sperando che sia sveglio. Andando via passiamo di nuovo vicino alla giraffa e questa volta l’emozione esplode, c’è un secondo leone (maschio) che se la sta mangiando, la guida si ferma a non più di 4/5 metri dalla scena e rimaniamo lì per più di 20 minuti. Lo spettacolo è da documentario, le macchine fotografiche esplodono a ripetizione, credo che sia stata una scena che non dimenticherò mai, (credetemi è valsa tutto il safari).

Durante il resto della mattina avvistiamo un branco di ippopotami con i cuccioli poi durante il pranzo alle cascate Lugards a poche decine di metri da noi arriva un branco di elefanti a bere.

Rientriamo nel tardo pomeriggio, e partiamo subito per Mombasa, il volo di ritorno è stato veramente fastidioso, con molte zone di perturbazione e vuoti d’aria, comunque ormai è andata.

Arriviamo a Watamu prima di cena, e quando abbiamo raccontato ai nostri amici la scena della mattina, siamo stati massacrati da bonari e amichevoli insulti.

N.B. Una raccomandazione: se capitate in un safari con pulmini, solitamente da 6, cercate di prendere i primi due posti davanti, perché sia per avvistare che “soprattutto” per fotografare , sono i migliori. Grazie Mario per il consiglio !!!!! Torniamo al villaggio per l’ora di cena, ci attende una serata tutta africana, dal menu al tipo di abbigliamento (tutti in pareo) alla musica.

Dopo cena, su saggio consiglio dei due ‘ragionieri’ Sergio e Milvia, tutti a fare il controllo di tutte le ricevute dei pagamenti effettuati durante il soggiorno; perché all’African Safari non vengono utilizzati soldi ma si firmano scontrini e il conto totale avviene alla fine. 17/08/02 – Ultimo giorno a Watamu “completo relax”.

L’ultimo giorno è servito per il completo riposo, abbiamo preso i lettini, ed essendo in 14/16 io, Sergio e Nicoletta siamo scesi in spiaggia alle 7:00 (per prenderli per tutti), poi dopo il pranzo saluti e grande mancia al nostro mitico cameriere, (che assomigliava tutto all’attore nero del film “Il miglio Vede” oppure “Armagedon”, non ricordo il nome) e importantissimo pesa delle valigie per non pagare i 7 dollari/kg ogni kg in più ai 23 a testa, comunque togli togli, regala regala, lascia lascia, abbiamo sforato di 7/8 kg, e non è andata male, perché una coppia di Firenze ha sforato di 16 kg.!!! (112 dollari e gli ha pagati ve lo assicuro).

18/08/02 Partenza.

Sveglia alle 3:30 destinazione aeroporto di Mombasa, durante il tragitto di circa due ore ci siamo dovuti fermare tre volte, una!!!! per un guasto, diciamo tecnico/intestinale di qualcuno che non nominerò !!???, e due volte perché abbiamo perso la marmitta e hanno dovuta legarla con del filo di ferro.

Al check-in c’è stata la solita trafila del peso, però al contrario di come ci avevano detto, sono stati più tolleranti che a Milano, e consiglio molto utile non pesano le borse con la macchina fotografica ne i marsupi, mentre pesano quelle con la telecamera !!! (così è successo a noi); quindi cercate di infilare più roba possibile nella borsa della macchina fotografica, oltre che naturalmente nel marsupio e nelle tasche. Dopo tutta la trafila abbiamo sforato solamente di 3 kg, e abbiamo pagato 21 dollari.

Mi hanno detto, dei ragazzi di Milano, che loro al momento del peso delle valigie, hanno messo il piede sotto la bilancia, senza farsi vedere e l’hanno tirata su, io non l’ho visti, ma se funziona provate perché è una cosa ingiusta , che fanno solo all’ASC.

Il volo di ritorno è partito in perfetto orario, un po’ turbolento con un grosso e fastidioso vuoto d’aria, appena dopo la Libia,(e soprattutto dove aver mangiato), comunque tutto bene.

Poi in Bus fino a casa con arrivo alle ore 22:00 a Quarrata.

Fine Due considerazioni finali: Il Kenya è bellissimo, vale davvero la pena visitarlo. Non solo per la natura che offre ma anche per l’indimenticabile accoglienza del suo popolo, è sicuramente uno di quei viaggi che apprezzi non solo sul momento, anzi è soprattutto dopo che lo ‘assapori’ nel suo complesso (ed è a questo punto che arriva il mal d’Africa!). I ricordi che a noi rimangono prima di tutti gli altri sono naturalmente la savana ma anche il sorriso dei Kenioti sempre e comunque presenti, perché sempre e comunque è… AKUNA MATATA! Una saluto a tutti i nostri compagni di viaggio che hanno contribuito veramente e in modo considerevole alla buona riuscita del viaggio!



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche