Un viaggio con una coppia italilana molto gentile

Il viaggio sul fiume di Thubon E’ stata la prima volta ho visitato il fiume di Thubon, prima l’avevo soltanto sentito questo nome nei raccolti nel periodo di guerra contro gli Stati uniti di un fiume centrale cosi bello, romatico. Il fiume e’ famoso con le battaglie feroci e ho sentito il racconto dei partigiani comunisti coraggiosi che...
Scritto da: amovietnamita
un viaggio con una coppia italilana molto gentile
Partenza il: 05/08/2002
Ritorno il: 15/08/2002
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 500 €
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Il viaggio sul fiume di Thubon E’ stata la prima volta ho visitato il fiume di Thubon, prima l’avevo soltanto sentito questo nome nei raccolti nel periodo di guerra contro gli Stati uniti di un fiume centrale cosi bello, romatico. Il fiume e’ famoso con le battaglie feroci e ho sentito il racconto dei partigiani comunisti coraggiosi che attraversavano il fiume nella notte frofonda o sotto la luce lunare per fare saltare le navi americane. Tutti sono i racconti e le leggende, quel ero una guida touristica della lingua italiana o tanto piu vero ero un tourist vietnamita.

Dopo 2 ore di viaggio nelle vie antiche di Hoian siamo arrivati al porto dove era stato un porto molto affollato con tanti commercianti da tutto il mondo, un punto della strada di seta dove molte navi di commercio partivano e imbarcavano. Stavammo per un viaggio sul fiume per ammirare il tramonto della striscia centrale. Il porto era accanto ad un mercato, un mercato dei pescatori. Era facile per ogni vietnamita a sapere un posto per unire un mercato. Non bisogna guardare dentro, soltanto grazie ai sapori molto particolari, i sapori inconfondibili del mercato vietnamita, un misto di sapore che non si puo scordare nonostante la distanza del tempo e del spazio. Il risultato dei tante merci sono mostrate a fuori. Il mercato del zona del mare ha il suo sapore inconfondibile, si puoi sentire anche il sapore salato del mare, il sapore sgradevole dei pesci e gamberi e un altro sapore indescrivibile, forse il sapore di sudore mescolato con il vento, il sole e il sale del mare centrale.

Oggi, il porto non e’ soltanto per le barchette dei pescatori ma anche per le barchette touristiche quelle sono colorate con la testa di un drago e con il motore invece di remi. Il servizio touristico era certamente molto concorrente e sembrava aumentare la vita dei pescatori che prima guadagnavano soltanto dipende dei pesci e vongole. Si vedeva subito la concorrenza qui, appena arrivati noi c’era un gruppo che ci circondava per chiederci scegliere la barchetta. Parlavano con la voce e l’accento centrale vero che mi trovavo difficile a capire. La voce era intensa con il sapore salato, alta e forte come se volessero denominare il vento e il rumore delle onde del mare.

Dopo un momento di riflettere, ho selto un ‘autista’ di barchetta, era un uomo di circa piu o meno 40 anni, il corpo non era molto muscoloso ma duro, la pelle bruciata dal vento e dal sole. Le spalle mi sembravano portare il peso della sua vita. Lui era semplice come tanti gli altri, con la stessa voce centrale, in particolare con lo sguardo dolce e unpo triste. Gli altri stavano per partire e gli disse che non potevo andare con tutti perche eravamo in soltanto tre. Gli disse di ritornare in altra volta con di piu viaggiatori. Mi sorridevano amichevolmente e mi dissero di andare con loro quando ci sarebbero i touristi.

Mi sembarva che il barcaiolo fosse molto contento. Forse doveva aspettare da lungo finche siamo arrivati. Chiese in fretta una donna di media eta’, forse era sua moglie, di guidare una barca con motore ad un posto piu facile per scendere. Un pezzo di legno collegato alla riva e ci aiuto’ di scendere. Per me non era un’operazione dura per scendere una barchetta sussultata dalle onde, ma era un grande problema per due i miei amici per la causa dell’eta’ e anche della paura della disordine del porto.

Finalmente siamo stati bene dentro la barchetta senza problema. Il rumore del motore denominava tutto, la barchetta se ne ando’ piano piano verso alto del fiume.

Era fortunato per me, il rumore mi aiutava perche non doveva dire niente a due miei ospiti. Veramente non sapevo parlare niente di questo fiume, lo sapevo soltanto via libri, via le canzoni e via le poisie. Ci sono mai stato in questo territorio. Speravo che loro mi capissero. E pensavo di si perche vedevo che loro erano in silenzio ad ammirare il fiume.

Il panorama di due rive del fiume mi hanno colpito tanto, cercai di mettere nella mia mente tante immagini di questo luogo. Sembrava di capire la nostra emozione, il barcaiolo ridurreste la velocita’ per farsi che potessimo vedere di piu. Vidi’ tante barchette dei pescatori. Loro erano vecchie, brutte e non avevano nessun ordine . Secondo il barcaiolo loro abitassero tutta la vita sul fiume, il loro lavoro principale era di pescare, di solito anche prendere la sabbia per vendere per guadagnare quatro soldi. La barchetta e’ la loro casa e su tale casina movibile la vita continua quotidianamente secondo la legge della natura. Certamente la vita li era piu dura che mai. I bambini indigeni sono nati sul fiume, e forse loro sanno nuotare anche quando nella pancia della loro mamma, loro non avevano nessun paura dell’acqua.Alcuni molto piccoli si siedevano sulla prua con i piedi liberi a fianco della barchetta. Era giusto cosi, pensavo che loro amassero il fiume come noi amiamo la terra padre. Vidi da lontano parecchi ombra umana in forma curva che si muoveva indietro sotto l’acqua inquinata dei rifiuti. Prima avevo sentito di un maniera in questa zona, il lavoro di prendere le vongole. Sapevo di sicuro loro fossero “la genta di prendere le vongole”. Ho indicato a due miei amici italiani e gli ho detto con la voce molto alta dei punti movibili da lontano.

Quanto avvicinava la barchetta quanto chiaro potevamo vedere la loro attivita. Loro muovevano indietro di passo in passo pesantemente, la lora forma ondulavano secondo ogni loro movimento. Portavano i cappelli conici rotti, con i vestiti rovinati e colarati del suolo, certamente potevo vederli soltanto dalla testa al petto. Li vidi e pensai delle cicogne nelle canzoni popolari vietnamite, un simbolo del lavoro dei contadini. La coppia italiana fisso’ alla gente del fiume, pensavo che loro fossero molto commossi. Il marito di solito faceva molto fotografie quelle si trovano soltanto in Vietnam.

Era un pomeriggio bellissimo, c’era la brezza di mare che portava l’umidita’ del mare,il fiume era mosso ma non pericoloso, i raggi del sole al tramonto facevano un panorama triste e tanto bello. Alle due rive si vedeva un verde indefinito delle risaie, del campo di maiz, dei bamboo. Di qua e di la i buoi con le pancie piane stavano per ritornare al vilaggio insieme con i bambini stavano giocando e gridando. Da lontano dal tetto di una famiglia c’era il filo sottile dello smog che mescolava con il colore del tramonto. Certamente una famiglia stava preparando cena. Sentii le richiame dei passeggiatori su un traghetto piano dei motorini, delle biciclette che era in fretta al porto dopo un giorno faticoso. In quel momento, sentivo la nostalgia della famiglia, la mancanza della riunione con i miei, e miei fratelli intorno al vassoio con il riso bianco appena racolto, un piato grande di verdure bollite, un piatto di salsa di pesce con i peperocini e con unpo di limone. Se un giorno ci sono stati pesci e gamberi fritti al sale o alla salsa di pesce, non avrei potuto muovermi per la causa di essere troppo piano.

Stavo pensando finche la barchetta imbarco’ al porto, ero in fretta ad aiutare i miei amici a salire, mi sembravano molto legati alla bellezza del fiume e in particolare alla vita del fiume perche loro cercavano di pronuciare il nome del fiume come se chiamassero un nome di un amore. Dalla parte del barcaiolo, era contentissimo quel giorno ricevendo una mancia generosa di 5 USD. Pensavo che la sua famiglia sarebbe stata molto felice quella notte e certamente loro avrebbero detto tanto dei due italiani durante cena. Dalla parte mia, non sapevo fare niente, soltanto prendevo la sua mano fortemente e gli detti un sorriso amichevole. Mi disse con l’accento del mare “ quando ce l’hai i touristi ricordi di chiamarmi”.

Salutai’ il fiume di Thubon, salii alla macchina con i miei amici, gli disse della vita del vietnamita che e’ stato ancora dura. Vietnam ha vinto i nemici forti e oggi bisogna vincere nella bataglia economica. Credo che con i cratteri buoni dei vietnamiti e l’auito degli amici nel mondo, il futuro del Vietnam sara splendido.

Ventovietnam.

15/8/2002



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