Un pomeriggio, epicuro ed io
Il Parco Termale del Garda vicino a Lazise è occultato dietro mura dalle quali sbucano alberi secolari e altissimi. L’entrata stile “villa” mette subito in chiaro le cose con il turista, sembra quasi voler dire: signore e signori benvenuti. Sappiate che qui non è posto da pallone in acqua, sciabattate in canottiera e cartacce sul prato.
In effetti anche il biglietto parla un linguaggio inequivocabile: 16 euro e mezzo. Se si aggiungono poi i tre del gettone parcheggio arriviamo a 35 a coppia. Ma non mi scompongo, voglio vedere proprio di che si tratta.
Cammino per il viale di ingresso: intorno a me si apre un parco rigoglioso e curatissimo con alberi di ogni foggia e specie, prato verde all’inglese mosso da morbide curve e collinette. Qua e là si aggirano persone in costume. Poco più avanti il primo lago naturale: rotondo, ampio quanto svariate piscine messe insieme, riflette il colore dei pini e dei cedri tutt’intorno. Non perdo tempo e mi tuffo : dentro l’acqua è calda, trentasette gradi; davanti a me una fontana a getto continuo sparge zampilli e frescura dappertutto: gaudeamus…; nella parte sinistra del lago una piscina in legno ritagliata nella conca termale, dove l’acqua è ancora più calda e i bordi sono costellati di bocchettoni con idromassaggio: gaudeamus… Più in là al centro una passerella con muretti di legno dai quali partono altri idromassaggi: gaudeamus… Sul fondo una serie di docce a cascata riversano sulle nostre teste scrosci d’acqua tiepida: gaudeamus…
L’atmosfera è ciò che di più distensivo si possa immaginare: la gente , che lo voglia o no, è rilassata. Tutti i turisti che sono lì, bresciani, veronesi , milanesi o tedeschi che siano, hanno un’ espressione serena stampata sul volto, quasi come se i lineamenti e i segni del viso potessero istantanemente godere dell’influsso benefico di quel luogo. Mi guardo intorno: la gente in acqua passeggia amenamente con i piedi appoggiati al fondo ghiaioso del lago.
Proprio sul fondo si nascondono delle “zone più tiepide”, che si possono individuare con la pianta del piede: sono fonti naturali di calore. E se ci si ferma sopra e si muovono i piedi scompigliando la ghiaia, mille bolle morbide ci sfiorano il corpo come se fossimo immersi in una bottiglia di acqua frizzantina.
Mi guardo intorno un’altra volta: alla mia destra due uomini parlano placidi dei fatti loro sollazzati da un idromassaggio al collo; sulla sinistra due ragazze si raccontano le bravate della sera prima stando comodamente sedute nella vasca d’aqua calda; poco più in là un papà spiega al figlio che le terme c’erano già nell’antica Roma. Ecco cosa c’è : qui si parla di più, è inevitabile. In questo parco, in questa cornice , in questa situazione , la dialettica è stuzzicata. Niente tuffi carpiati, niente quintali di vasche a stile libero, niente aquagym: qui si gode di massaggi acquatici; si parla con un amico; ci si rilassa con il fidanzato; qui si prende un po’ di tempo per la propria testa e per sé stessi.
E non è tutto : poco più avanti, sempre immerso in un tripudio di alberi, piante e collinette, c’è il grande lago, la grande piscina termale con tanto di docce , idromassaggi e grotta naturale con idrogetti relax: immensa, forse troppo.
Osservando i bambini che bazzicano la’ mi rendo conto della mole di infanti obesi assolutamente al disopra del normale. Poi faccio quattro conti, ripenso a quand’ero bambina io e in effetti non ricordo così tanti amichetti modello omino michelin o quadro di Botero. A meno che… I bambini magri siano tutti in piscina olimpionica a giocare a palla a volo? Torniamo alla primo lago naturale. Fame. Il bagno, da che mondo e mondo, stuzzica l’appetito, si sa. Ma non abbiamo una lira, pardon, un euro: anche perché qui , unico neo, non prendono né carta di credito né bancomat. Non mi rassegno. Rovisto più volte nel portafoglio e tutto quello che riesco a raccimolare è un misero, bicolore, insulso euro.
Vediamo un po’ cosa riesco a comprare con un euro, mi dico avvicinandomi con passo scivoloso e incerto verso il chiosco a vela delle bibite e dei panini adagiato sul prato.
“buongiorno signora, quanto costa un panino?” “due euro e cinquanta” “Ah, E un gelato?” “Un euro e ottanta” “ E una banana?” “Un euro e dieci” “Un euro e dieci? Una banana? Ma sono duemilalire!” Desisto dall’intento. Ma rovistando nelle tasche dei pantaloni trovo altri cinquanta centesimi. Torno alla carica speranzosa . La voragine della fame si fa sempre più profonda.
“cosa mi da per un euro e cinquanta?” La signora mi guarda sorridendo: “le posso dare un panino prosciutto e formaggio va bene?” Eccome, dico io .
Poi torno dal mio moroso, faccio la equa divisione del pane e mi viene il dubbio che la signora sia stata più magnanima del dovuto.
Che sia un ulteriore effetto benefico del luogo? Morale del mini-itinerario qui sopra: se bazzicate in zona Lago di Garda-Lazise, se è un pomeriggio caldo, se è una serata fredda di novembre, se è una mattina uggiosa di ottobre non esitate, andateci. Il Parco è aperto anche di inverno. E’ aperto anche di notte. Dite la verità: non vi vedete già là, in mezzo al bosco, con il lago termale illuminato e l’aria fredda che vi sfiora le guance mentre il vostro corpo è avvolto in un tiepido, pigro, voluttuoso abbraccio d’acqua?