Sulle orme della Susy
S.Pasqua 2002: pareo, costumi, forse anche un maglione per la sera, macchina fotografica, … Ebbene si ce l’ho fatta: sto preparando la valigia per Capo Verde, per la precisione isola di Sal! Partenza da Bergamo con un volo Tacv, arrivo all’aeroporto internazionale di Sal in circa 6 ore.
Parto da sola e da buona single amante delle comodità alloggio al Djadsal Holiday Club (consigliatomi da una mia amica, anche lei “viaggiatrice in solitario”) per una settimana con formula “tutto compreso”.
Il volo è stato piacevole, l’arrivo (di notte) e il trasferimento al villaggio ben organizzati. Sull’isola è presente una sola strada che collega l’aeroporto al villaggio di Santa Maria dove si trova il mio Hotel: è uno spettacolo attraversare l’isola di notte con i fari del pullman che illuminano a tratti il deserto, la costa,…
Il primo giorno al risveglio: “aiuto che vento”! L’isola di Sal, definita anche come il paradiso dei serfisti è spazzata (soprattutto nei periodi secchi) da un vento molto forte… Non c’è problema ci si abitua subito! Il villaggio è molto bello lo staffd’animazione molto preparato ma io “evado” subito: sono troppo curiosa, voglio visitare S.Maria.
Con un gruppo di turisti incalliti mi incammino verso S.Maria, dieci minuti e sono arrivata: anche da sola puoi girare liberamente, è un paesino tranquillo, con delle case colorate che mi affascinano subito, si nota la povertà ma anche l’allegria e la dignità dei Capoverdiani, popolo di razze miste africane, portoghesi e creoli.
C’è un mercatino molto carino che sembra aspettare proprio noi: l’artigianato è quello senegalese (statue in legno d’ebano, collanine, quadri fatti con la sabbia,…).
Me ne sto per andare quando vengo “travolta” da una moltitudine di bambini all’uscita da scuola: bellissimi, rimango esterefatta nel vedere un bimbo di colore con gli occhi azzurri e i capelli ricci biondi! Al ritorno percorro una stradina che costeggia la spiaggia passando prima per il porto dove è in corso una partita di calcio tra ragazzi capoverdiani, mi fermo a guardare il mare, il sole sta per tramontare: che spettacolo l’oceano e il cielo!!!! Al ritorno mi aspetta una cene tipica capoverdiana: tonno (veramente squisito) chaciupa (una specie di minestra di verdura: buonissima) e tanta frutta (c’è già l’anguria!!).
Dopo la cena tutti al “Birimbao” il locale del villaggio situato sulla spiaggia: c’è uno spettacolo di ballo capoverdiano di un famoso gruppo locale di bambini: sono meravigliosi! Dopo la loro esibizione mi cimento anch’io nei balli capoverdiani! Che ridere! I giorni successivi li passo visitando la bellissima spiaggia: 8 Km di sabbia che incontrano un oceano blu da paura! Ragazzi che spiaggia e che mare, non ho parole per descriverli… Tra una passeggiata in spiaggia, una nuotata, una visita a S.Maria e l’immancabile “gioco aperitivo” ho la possibilità di conoscere e fare amicizia con molta gente. Italiani che si sono trasferiti li, turisti e gente del luogo. La settimana scorre in fretta ma prima di rientrare devo assolutamente andare a Pedra de Lume! E’ un paesino anord dove si trova il cratere di un vulcano spento dove al suo interno si sono formati dei laghetti salati, un tempo si estraeva sale (una delle principali fonti economiche del paese). Prendo parte a un’escursione guidata che organizza il villaggio: attraversiamo l’isola con un pullmino, il paesaggio è a tratti lunare… E arrivare al vulcano sembra di “arrivare sulla luna”. Ci addentriamo nel vulcano: che spettacolo i laghetti di sale si colorano di rosa, camminiamo su un pavimento di sale e raggiungiamo un laghetto dove ci tuffiamo galleggiando instancabilmente (è come il Mar Morto) non si va mai a fondo! Dopo il bagno ci facciamo “grattare” (facciamo uno scrub) con il sale da alcune ragazze che lavorano come massaggiatrici al villaggio e dopo esserci lavati di nuovo nel laghetto via in un’altro laghetto dove c’è un fango “miracoloso” per la pelle! Che ridere nel giro di pochi minuti siamo tutti neri!!!!!!! Ci laviamo e tutti più liscie belli ritorniamo al villaggio! Dimenticavo: vi consiglio vivamente di andare al “Pirata” un famoso locale di S.Maria frequentato da gente del luogo, lì tutte le notti ho ballato i ritmi capoverdiani tirando mattina! Che vacanza! Questa volta ho davvero sofferto il rientro. Credo che a Capo Verde ritornerò, magari cambio isola… Susy tu che fai? Stefy