Sofia di Bulgaria: una capitale europea sconosciuta
Ho alloggiato in un hotel piccolo e centrale a due passi dalla Cattedrale Aleksandr Nevski (60 euro a notte per due persone in una camera doppia, prima colazione inclusa). Ho trovato Sofia una città gradevole, ricca di verde e con un clima favorevolmente influenzato dai vicini Monti Vitosa (distanza 15km circa, alti più di 2000 metri). I monumenti del centro storico hanno un valore artistico limitato, ma un valore storico elevato, che dimostra la lotta del popolo bulgaro per difendere la sua cultura durante il lungo dominio turco e gli sforzi per riedificarla dopo il raggiungimento dell’indipendenza (1878). Ho trovato gli abitanti cortesi e gentili, anche se generalmente un po’ introversi rispetto a noi italiani. Abbiamo trovato dei ristoranti di ottimo livello e dai prezzi bassi (meno di 20 euro in due a cena) nei pressi dell’università. Segnalo anche l’ottima grappa bulgara: la Rakìa. In giro non siamo stati molestati da imbroglioni e trafficanti, a differenza di quanto mi era accaduto a Bucarest due anni fa (unica eccezione: i rapaci tassisti in agguato all’uscita dell’aeroporto).
La città mi ha fatto una discreta impressione anche in periferia, anche qui molto più umana e meno povera di Bucarest: non ho visto bambini di strada, ma solo un po’ di mendicanti zingari.
Abbiamo fatto escursioni alla vicina chiesa di Bojana (affreschi medievali molto danneggiati), ad Aleko (alta montagna, sui Monti Vitosa), ed al monastero di Rila (a circa 150 km da Sofia): quest’ultimo, immerso in un grandioso paesaggio alpino, con cime innevate sullo sfondo, è veramente una attrazione notevole, e dovrebbe essere meglio pubblicizzato all’estero dall’ente bulgaro del turismo e potrebbe essere “venduto”, con profitto, anche dai nostri tour operator.
Sbagliando strada siamo poi finiti nella cittadina industriale di Pernik, e qui ho visto un lato più cupo della Bulgaria: un panorama di vecchi impianti industriali in stato di disfacimento e block residenziali malmessi e tristissimi.