Fiji: il sogno diventa realtà
Sono rigeneranti, generose, deliziosamente vere; insomma la meraviglia che tutti sogniamo.
Questa estensione mare, arrivando dalla Nuova Zelanda ci tiene a battesimo, infatti è qui che abbiamo deciso di inaugurare la nostra nuova vita matrimoniale e di godere appieno di noi stessi, di tutte le emozioni che riusciamo ad apprendere dalla natura e dell’incontaminata bellezza che ci circonda, perché per quanto ci riguarda, il volere andare alle Fiji non ha significato solo scegliere una meta, ma anche scegliere le gioie da vivere.
L’arcipelago delle Mamanuca nell’immenso oceano pacifico (di nome e di fatto) è composto da 13 isole esclusive, e si trova ad ovest rispetto a Viti Levu; noi abbiamo deciso per Matamanoa incastonata nella laguna blu, che più blu non si può.
A Mata ci è scoppiato il cuore, davvero, siamo rimasti senza parole e nei ns. Ricordi rimarrà sempre la sua taciuta grazia, perché qui l’ambiente ti assorbe e ti avvolge, ed è completamente, realmente diverso da quello che speri di incontrare o dall’idea che ti fai prima di arrivarci….
Il cielo è a portata di mano con le sue nuvole viola, tanto vicine che te le senti in faccia, l’alba è un’esplosione di luci, devi quasi socchiudere gli occhi dal fastidio, i tramonti sono suggestivi e densi di colori, scompaiono nelle onde dell’oceano molto velocemente, e ogni volta è un sogno.
Arriviamo via mare il 25.11.2001 e subito l’allegro staff del resort ci accoglie con un fragoroso bula bula, tante collanine di conchigliette per il benvenuto, e il Mata cocktail, buonissimo al sapor di fragola e panna, guarnito semplicemente con gli ibiscus, i loro fiori della passione, rigorosamente rossi per gli uomini e rosa per le femminucce.
E anche con gli altri guests scatta subito l’intesa!! Al contrario di quanto si possa pensare, non è vero che le Fiji sono elitarie o snob, qui abbiamo incontrato tanti nuovi amici, anche loro come noi affascinati dai paesaggi, consapevoli e fortunati di poter cogliere così da vicino le meraviglie degli atolli, desiderosi di poter vivere qualche giorno in questo paradiso, e sinceramente più emozionati dall’ambiente circostante che dal costruito mondo della gestione turistica.
Quando prendiamo possesso del nostro beach front sea bure, il mitico n. 17 Dillo, ci rendiamo conto che non è una semplice stanza ma un vero e proprio appartamento, dove non manca nulla.
Notiamo le lampade stranissime a forma di conchiglie, 2 mega lettoni matrimoniali che immediatamente uniamo, il portasapone in madreperla, il minibar e ci affezioniamo subito a Kelera, che tutti i giorni, per ben 2 volte al di, arriva canticchiando, cambia lenzuola e salviette, annaffia i fiori, prepara il fijian thè, insomma ci coccola alla grande e ci urla ridendo ” italiani ready” (n.B. È imbattibile a pallavolo, e fa schiacciate da paura…) I giorni volano negli impegni scanditi dalle chitarrine di Paul e Jope, con le loro “it’s a long long story”, si inizia alla mattina con partitina a bocce multietcnica sul lato esterno dell’isola, crociere nell’arcipelago, poi snorkelling discovery e windsurf, ma only fino a mezzogiorno, perché solo a quest’ora c’è l’aria giusta, come suggerisce Ben, l’uomo dell’oceano.
Per il pranzo ce la prendiamo comoda, non mangiamo mai prima delle 14.00 p.M., dato che alle Fiji non esiste il senso del tempo, c’è solo il Fiji time… altro che stress o ritardi o appuntamenti ..…qui ben altro è il senso della vita, delle sensazioni, del contatto umano, delle risate, qui tutto è libero e ben lontano dai ns. Banali condizionamenti o taboo, i fijiani sono genuini e molto divertenti, si gustano la vita! L’aitante chef Joe ci delizia tutti i giorni con ricette locali, la sua pasta leggermente dolce è insuperabile, non ricordiamo quanti tipi di pesce abbiamo mangiato, condito in tutte le salse e frutti tropicali, zuppe di spinaci e gamberi, e poi arance ed aragosta, e poi ancora seppie con papaya, gamberetti al cocco, per non parlare dell’indimenticabile BBQ serale, con tanto di torce accese, very romantic!! Il pomeriggio invece è dedicato alle attività sportive, perché come dice Seko c’è sempre molto molto molto da fare, dal macht di tennis, a quello di beachvolley, (vince sempre il fijian team), la scalata della montagna vulcanica con immancabile panorama mozzafiato, il rigenerante coconut drink, e in serata il rito della kava king, il cocktail estratto dalle radici afrodisiache, è amarissimo.
Tutte le cene sono accompagnate da splendide serenate eseguite appositamente e su nostra richiesta dal musical group di Mata, l’usanza vuole che tutti gli ospiti il primo giorno vengono accolti con la canzone di benvenuto, mentre all’ultimo giorno, per chi parte è riservato il canto dell’arrivederci con Isa lei, ed immancabile caregnata (pianto) finale! Bè che dire di Mata, che ci torniamo of course, fra qualche anno però, per ora serbiamo nel cuore gonfio di emozioni i suoi ricordi, e tanto tanto amore per questo nostro gioiello lontano così bello e indimenticabile.
Vogliamo chiudere questo scritto con una frase donataci da un amico, il grande Seko: “Conosci ciò che possiedi e che vedi, conosci le lingue, nuovi paesi e la gente, ma l’unico bagaglio che ti puoi portare rimane sempre e solo nella tua memoria.” Buon Matamanoa a tutti…… open your mind !! Bula bula da Sabina e Ivo Motta from Milan.