SALVADOR – BAHIA – dal diario di viaggio

Forse è poetico ciò che è possibile appena sfiorare, forse quest'immagine non vissuta rimarrà per questo più fortemente mia, non sono rimasto su quella riva chiara, non ho messo il costume per immergermi in quell'acqua limpida, attraversata dai fari della stada, non mi sono lasciato rapire dal calore che la sabbia tenera ha rubato al...
Scritto da: Luca Lo giudice 1
salvador - bahia - dal diario di viaggio
Partenza il: 06/04/2002
Ritorno il: 13/04/2002
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
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Forse è poetico ciò che è possibile appena sfiorare, forse quest’immagine non vissuta rimarrà per questo più fortemente mia, non sono rimasto su quella riva chiara, non ho messo il costume per immergermi in quell’acqua limpida, attraversata dai fari della stada, non mi sono lasciato rapire dal calore che la sabbia tenera ha rubato al giorno.

Soltanto l’ho veduto, per un breve attimo, questa notte, quel fazzoletto di spiaggia disteso verso il Forte di Santa Maria, ai margini oceanici che questo “patibolo”(*) accompagna.

Non so perchè, a volte, proprio le immagini non cercate ci assalgano così d’improvviso, agitando le nostre emozioni. Ho visto la baldoria del marinaio, commercio di schiavi, ne quartiere di Pelourinho. Vedo velieri perfetti accarezzare il mare o lottare con esso, l’audacia del capitano.

Questo luogo ha sicuramente voluto donarmi l’immagine di un altro tempo. E sono grato alla sua autenticità nera, agli olodum che suonano tutta notte, che te li senti nelle viscere, alle divinità africane, gli orixàs, ma anch’esse ormai colonia cristiana.

Salvador, il 1 novembre 1501 la sua fondazione, l’abolizione della schiavitù il 13 maggio 1888, trecento anni di deportazione d’africa, di catene che partivano dal porto di Ouidah (Benin), per giungere fin qui.

Mi ha ospitato l’Hotel Pelourinho, nell’omonimo e più antico quartiere della città. Vi fu ospite Jorge Amado (**).

Ogni casa è color pastello, che nell’insieme disegnano un grazioso quadretto, ripercorso dalle tele e dalle ceramiche degli artigiani e dei pittori. Parecchie chiese, ma ad affascinarmi solo il barocco del Convento di Sào Francisco(1587).

Ho visto le spiagge di Itapua e quella di Praia do Forte, la riserva naturale delle tartarughe marine.

Se chiamate l’ingese Mike (***) vi porta a fare il giro delle isole di fronte Salvador, nella Baia di tutti i santi.

Le belle spiagge sono tante ed il tempo è poco. Quando lasci Bahia piangi, proprio come a me accade con la Sicilia.

( Martino hai nessuno per la costa jonica? ) Ciao a tutti… Domani riparto per l’Italia, ma già penso all’Inghilterra.

Quindi… A presto.

(*)patibolo è la traduzione italiana di Pelourinho, l’antico quartiera di Salvador, così chiamato appunto perchè vi avveniva la contrattazione degli schiavi.

(**)Jorge Amado, ha ambientato nell’hotel Pelourinho (che quando vi stette lui era un pensionato per studenti), il suo romanzo Sudore. E’ oggi(venerdì 19 aprile) a Milano per una lettura/concerto al Cs-Vittoria, dal titolo “Le donne di Amado”(http://vivimilano.Corriere.It/).

(***)Mike tel.9123-0757, solo il giovedì(imbarcazione per 40 persone).



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