Senegal: info utili e curiosita’

Senegal: info utili e curiosita’ una serie di consigli per chi volesse andare in questo paese meraviglioso e non ne sa nulla. Io ho fatto una settimana in albergo a N’dangane ed e’ stata una settimana meravigliosa. SALUTE Dall’agenzia non ci era stata segnalata nessuna profilassi da fare, suggerita l’antimalarica....
Scritto da: Alina Ricci
senegal: info utili e curiosita’
Partenza il: 02/04/2001
Ritorno il: 09/04/2001
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Senegal: info utili e curiosita’ una serie di consigli per chi volesse andare in questo paese meraviglioso e non ne sa nulla. Io ho fatto una settimana in albergo a N’dangane ed e’ stata una settimana meravigliosa.

SALUTE Dall’agenzia non ci era stata segnalata nessuna profilassi da fare, suggerita l’antimalarica. Chiamando l’ufficio d’igiene V. Statuto 5 a Milano (ufficio vaccinazioni internazionali 02.6373.4003 o 02.6373.4004) e’ risultata obbligatoria la profilassi antimalarica, il vaccino per la meningite e febbre gialla, tifo a discrezione. Penso che vari a seconda del momento in cui si va ma e’ sempre meglio chiamare ed accertarsi sul da fare.

CLIMA Sul catalogo la temperatura per il mese di marzo era segnata come 20-26°. In realta’ passava di oltre 10 gradi quella segnata, nelle ore centrali si arrivava ai 40° all’ombra, (a tavola, all’aperto sotto la tettoia, le posate erano bollenti e lo schienale della sedia scottava…).

Dalle 13 alle 17 si passava dal ristorante alla camera per il “sonnellino obbligatorio”, sport nazionale come dicono loro. Non si puo’ fare altro.

E’ sempre molto ventilato, riesce anche a fare freddo. A seconda del vento che tira cambia molto la temperatura. C’e’ un vento piu’ freddo, che da fastidio soprattutto la sera (ci vuole un bel golf pesante) e la mattina quando si va in escursione sul pullmino aperto o in piroga. Altri giorni c’e’ un vento cosi’ caldo che sembra di essere sotto al phon, l’aria e’ cosi’ calda che si seccano le palle degli occhi.

BICI Per chi di solito va con un tour organizzato e non e’ abituato a gite “avventurose” come me, leggere sul catalogo che c’era possibilita’ di fare gite in bici ha dato del posto tutta un’altra idea.

Questo fatto era fuorviante, facendoci credere che all’esterno dell’albergo ci fosse una citta’-paese-villaggio da poter visitare, oltretutto era segnata una delle escursioni come possibile in mountain bike. Io pensavo di fare delle passeggiate, trovare negozi, anche per turisti magari, una banca o un ufficio postale… al di fuori dell’unico albergo c’e’ solo una strada asfaltata che porta verso Dakar da un lato e al fiume dall’altro. Poi la savana ovunque.

Era stupendo ma tutto diverso da quello che mi aspettavo.

Il primo giorno ci e’ stato offerto un giro in bici, con la guida, al villaggio dei pescatori a un paio di km dall’hotel. Siamo stati dalle 10 alle 11.30 e a momenti sto male per il caldo perche’ non eravamo ancora abituati alla temperatura (in fin dei conti qui in Italia c’erano 30 gradi di meno…). Fatta al mattino o dopo le 17 e’ anche una gita piacevole. La gente e’ cortese e saluta sempre quando passi, non e’ pericoloso pero’ non so se mi sarei fidata ad andare in giro da sola.

Il fatto che salutassero tutti al momento mi ha lasciato spiazzata: cosa vorranno in cambio? Nulla, noi siamo diffidenti di tutti oramai, loro salutano forse perche’ sei straniero. E’ ovvio che ti notano, oltre ad essere bianco, i villaggi sono di non piu’ di 1500 persone e si conoscono tutti. Per loro forse sarebbe strano non salutare. I bimbi ci seguivano per giocare con la ruota posteriore della bici quando andavamo. Molte volte gli adulti li richiamavano e devo dire che erano bimbi molto ubbidienti.

SPIAGGIA La spiaggia in riva al fiume non e’ niente di che, fa cosi’ caldo che il sole non lo ha mai preso nessuno. Non e’ mai lunga piu’ di una trentina di metri alla volta quindi non ci si puo’ neanche fare una passeggiata. Si stava di preferenza in piscina, un tuffo, un po’ di sole e quando asciutti subito all’ombra (col vento, stare bagnati all’ombra faceva molto freddo). Effettivamente sul volo del ritorno abbiamo sentito tante brutte tossi! Ci sono varie gita al mare per chi fosse interessato, per fare bagni e per pescare.

L’albergo e’ in un’oasi naturale, all’interno del delta di un fiume (nel delta pero’ e’ compresa tutta una parte di terre anche abitate/coltivate), e’ in uno dei 6 parchi nazionali. Non ci sono gli animali tipici dell’Africa, anche se sono presenti in Senegal tutti i grossi quadrupedi da documentario, pero’ e’ pieno di uccelli: pellicani, martin pescatori, cormorani, aironi vari, avvoltoi, aquile, uccelli coloratissimi, persino i piccioni e i passerotti sono colorati. Spettacoloso, pero’ al mattino sveglia alle 7! PIROGA Si e’ fatta una gita in piroga, alla sera, a un’isola dove vanno a dormire tutti gli uccelli, consigliato il k-way o almeno un golf, fa freschino e ci si bagna un po’. Gradevole.

LA MESSA DELLA DOMENICA MATTINA.

Non e’ male, ci si va in piroga e ci si ferma anche a delle bancarelle, si ha quasi l’obbligo di comprare qualcosa, l’unica volta dove ci e’ stato un po’ imposto. Noi combinazione non avevamo dietro niente, pensando di andare in piroga e a messa e poi su consiglio dell’albergo non ci portavamo dietro passaporto e soldi.

La messa e’ di tipo nostro, evidente retaggio francese, in wolof e in francese per il beneficio dei turisti, credo. E’ una messa cantata con uso di tam-tam, coloratissima per via dei vestiti delle signore tutte sedute dallo stesso lato della chiesa. Pieno di bimbi educati, curiosi, dolcissimi, affettuosi, poi vestiti della festa erano adorabili. Ho visto il “scambiatevi un segno di pace” piu’ lungo in assoluto: una decina di minuti buoni. La gente si alzava, andava a salutare assolutamente tutti, perfino noi siamo stati coinvolti. Molto bello.

In genere i bimbi erano proprio carini, mentre camminavi ti trovavi una manina che ti prendeva per mano, molte volte lo facevano cosi’ per curiosita’, non per chiedere nulla in cambio. Rispetto a paesi come il Marocco dove i bimbi sono assillanti, qui ti chiedono come ti chiami, a volte ridono del tuo nome, e a volte ti chiedono un bonbon, una bic o un cadeau. Basta che gli dici di no e loro smettono, pero’ ti tengono lo stesso per mano, non ci provano con un altro, e’ una piccola adozione momentanea. In alcuni posti ti danno il loro indirizzo, non sono mica sicura a che pro, la guida ci ha detto per tenere corrispondenza con loro, non so se pero’ si aspettino dei “generi di conforto” quali magliette o medicine.

Queste persone abitano in capanne di legno e frasche -come le foto sui libri delle elementari!- non c’e’ luce acqua gas o altro. Ho visto l’interno di queste capanne e c’e’ un ordine e una pulizia davvero eccezionale. Non mi aspettavo di vedere un letto con la testiera in ottone e le lenzuola linde.

Al momento puo’ sembrare che non stiano per nulla bene pero’ ho parlato con uno dei nostri camerieri, che abbiamo incontrato al di fuori dell’albergo durante una visita al suo villaggio, e mi ha detto che lui e’ stato a Dakar ma non gli e’ piaciuto per niente, c’era da pagare l’affitto, l’acqua e la luce, la citta’ e’ pericolosa, non ci sono alberi e animali, c’e’ traffico ed e’ difficile trovare un lavoro. Non invidia affatto la mia condizione di cittadina.

Loro li’ sono tutti pescatori o coltivatori, cosa che si puo’ fare solo alcuni mesi l’anno come per il riso e il miglio -durante la stagione delle piogge tra giugno e agosto col raccolto a settembre-; per il resto dell’anno hanno i loro animali da accudire, tante capre e zebu’ e dei graziosissimi maialini che girano per le strade e i cortili come fossero i nostri cani e gatti; galline ne ho viste alcune al mercato, mai mangiato pollo pero’, non e’ molto in voga.

Nonostante il terreno sia brullo e’ molto fertile, ci sono molti alberi tra i quali il mitico baobab e anche da frutto come il mango. Ho assaggiato il frutto del baobab, detto pane delle scimmie all’apparenza come il mango, al suo interno e’ fatto come in spicchi di polvere bianca -come pressata- con un seme scuro all’interno di ogni spicchio, gusto dolce e aspro. Ho anche assaggiato il frutto dell’acajou o anacardo di cui noi conosciamo la nocciola, che e’ attaccata di lato al frutto. Questo, rosso o giallo, e’ dolce, lega la bocca tantissimo ed e’ stranamente piccante! una schifezza, per noi. La lingua che parlano e’ il wolof, per il 95%. Il realta’ mi e’ capitato di vedere la nostra guida parlare con persone del villaggio e non capire, rivolgendosi ad altri per una traduzione in un dialetto comune. Ci sono tanti altri dialetti -quali il sérère- e tutti quelli che vanno a scuola parlano il francese. C’erano bimbi che parlavano il francese meglio di me e di molto… La religione piu’ diffusa e’ la mussulmana, seguita dal cattolicesimo. Le due religioni convivono assieme tranquillamente. Si sposano anche tra di loro, penso che sia la moglie che cambia religione visto che il tipo di famiglia e’ patriarcale, lei si trasferisce a casa del marito e dei genitori. E’ ancora diffuso l’animismo e hanno anche il recinto con l’albero sacro che pero’ noi turisti non possiamo visitare.

Nel centro del paese di solito intorno alla piazza principale ci solo la chiesa, la moschea e “il berso’ del governo” visto che non lo si puo’ chiamare palazzo. Li’ il capo villaggio risolve le questioni giuridiche e liti, in realta’ penso che gli uomini si incontrino tutti i giorni sotto un pergolato a parlare e discutere. Questi pergolati si trovano da tutte le parti, visto il caldo e’ chiaro il perche’. Ogni casa ha un giardino, ci sono la capanna principale dei genitori, quella dei figli, la capanna cucina e quella dispensa. Il miglio viene tenuto separato dal resto per evitare in caso di incendio della cucina che si brucino le scorte che servono per un anno. Mangiano seduti per terra, con le mani da un comune vassoio di metallo al centro (tipo come per lo zighini’). Ci tengono a farti sapere che mangiano tutti assieme, bambini compresi.

Devo dire che e’ un tipo di vacanza che non consiglierei a tanti, diciamo che non e’ per chi va in giro per trovare locali affollati e mille cose da fare, disco e bar, ristoranti e negozi. Io ho adorato questa sua qualita’, essere quasi soli ma coccolati il giusto, lasciarsi tutto il consumismo alle spalle, niente shopping, niente tele. Un buon libro, una partita a bocce, un tuffo. Veramente riposante.

Non lo consiglio a chi va in vacanza e filma tutto, fotografa ogni cosa e paga il soggetto per avergli fatto la foto. E’ capitato che un francese lasciasse dei soldi a dei ragazzini che li hanno guardati con aria “interdetta”: Loro preferiscono il bene piu’ immediato, qualcosa di uso quotidiano, qualcosa di personale. Loro, specie se nomadi, delle monete non sanno cosa farsene. Io sono una grande appassionata di fotografia ma a volte e’ meglio lasciare tutto alla memoria.

Non lo consiglio a chi ama il tutto italian style, la pasta e il gran vociare a tavola.

Io mi sono proprio trovata bene per quello, sembrava di essere in una pensione in Francia, tutti molto cortesi, carini ma riservati. Sono riuscita ad immergermi in due culture contemporaneamente.

Non lo consiglio al turista un po’ impedito, che deve sbrogliarsi con una lingua straniera.

A me il francese piace e anche se non lo so molto bene ci si intende, basta volerlo.

Le cose li sono poche ma penso che la bellezza sia scoprire la gente. Di bello una savana e quattro capanne probabilmente non hanno molto, secondo me e’ un viaggio interiore che ci si deve preparare a fare.



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