Santiago: la vera Africa
L’atmosfera che cercavamo l’abbiamo subito trovata al mercato della frutta e verdura posto nel mezzo del “Platò” con i suoi colori, i suoi rumori ed i suoi odori, la baia di Praia poi al tramonto è stato un ottimo biglietto da visita di cosa avremmo visto nei giorni seguenti.
Nei quattro giorni successivi, grazie anche all’aiuto ed alla disponibilità di due italiani, Paolo e Cristina, che lavorano qui, siamo riusciti a trovare quello che nessun depliant o proposta di viaggio avevano, spiagge bianche e nere dove c’eravamo solo noi, oasi ricche di ogni ben di Dio, cocchi, banane, papaie, canna da zucchero, con delle macchie di verde tropicale che si estendono a perdita d’occhio, e dove ogni volta che vedi del funo… Lì stanno distillando il “Grog” la tipica bevanda locale, ma quello che ci ha colpito di più, sono stati certamente i villaggi dell’interno ed i loro abitanti, con la loro semplicità, accoglienza, e gentilezza ci hanno preso un pezzo di cuore, a volte sembrava di essere all’interno di un documentario di inizio secolo, dove non esisteva ancora la luce, l’acqua, dove i mezzi di trasporto sono i carri con i buoi o gli asini…
Purtroppo tutto questo è finito presto e con il nostro LEM, scusate aereo, siamo tornati nel “mondo civile”, con un ricordo però che sarà indelebile in noi, della natura, della gente, della musica e della cucina Capoverdiana, un grazie sentito a P. E C. Che con le loro attenzioni e veramente poca spesa ci hanno resi ricchi di un qualcosa che non immaginavamo esistesse.- Elisa, Sonia, Ale e Gian.