Calcutta, la città della gioia

Calcutta febbraio 1999, 2000, 2001, ……… Calcutta…… non so come mai nel luglio 1998 ci ho pensato. Un fortissimo desiderio di India, di India vera non modificata dal turismo! Non volevo un viaggio organizzato, ma nello stesso tempo avevo paura di non farcela da sola! Ho deciso di appoggiarmi a un’organizzazione...
Scritto da: Federica Bianchi
calcutta, la città della gioia
Partenza il: 06/02/2001
Ritorno il: 21/02/2001
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Calcutta febbraio 1999, 2000, 2001, ……… Calcutta…… non so come mai nel luglio 1998 ci ho pensato. Un fortissimo desiderio di India, di India vera non modificata dal turismo! Non volevo un viaggio organizzato, ma nello stesso tempo avevo paura di non farcela da sola! Ho deciso di appoggiarmi a un’organizzazione di volontariato, per qualsiasi problema loro mi potevano aiutare. Il consolato indiano di Milano mi ha messo a disposizione decine di libri da consultare per decidere quale….. Sfogliando uno di questi libri è caduto a terra un fogliettino di carta a quadretti scritto a mano, l’ho raccolto ed ho letto l’indirizzo della Casa Madre di Madre Teresa a Calcutta.

Il caso aveva scelto per me.

Febbraio 1999 la partenza, nel frattempo aveva deciso di venire con me Cristina, una mia ex compagna di scuola ed amica.

Siamo partite con il massimo dell’incoscienza, solo così si può, secondo me, arrivare a Calcutta! Come descrivere l’impatto con questa città??? Su una guida tempo fa lessi: “ Calcutta, un violento ed inaspettato pugno nello stomaco…. “.

E così è stato, ma dentro di noi abbiamo scoperto un’inaspettata e sconosciuta forza che ci ha aiutato a reagire e a farcela di fronte a qualsiasi situazione.

Appena arrivate abbiamo cercato un alloggio per le due settimane che ci aspettavano ed il giorno dopo siamo andate in Casa Madre per la registrazione dei volontari.

Quando è arrivato il nostro turno, ci hanno chiesto dove avremmo preferito lavorare: bimbi orfani, bimbi abbandonati, bimbi denutriti, bimbi con handicap, moribondi, malati di tubercolosi, di epatite, malati di mente……..

La situazione più sopportabile sembrava quella dei bambini, abbiamo accettato di andare dai bimbi denutriti e con handicap.

Cristina ha trascorso lì le due settimane, io invece sono andata in un ospedale, sempre gestito dalle suore, dove curano malati di mente, moribondi recuperati dalla spazzatura, infermi, malati di TBC…. Avevano tantissimo bisogno di aiuto. I volontari preferiscono andare dai bambini e non dagli adulti….

Grandi i loro sorrisi per dirti GRAZIE, profondi i loro sguardi per dirti che sono contenti di averti lì…..

La giornata inizia ogni mattina alle 5.30, ½ a piedi per raggiungere la Casa Madre per la Messa tutti insieme, poi colazione offerta dalle suore: tè con il latte, una fetta di pane e qualche banana.

Alle 8.00 si deve essere sul posto di lavoro per terminare alle 12.00. Pomeriggio libero per riposarsi e per visitare un po’ la città.

In 3 anni ho visto quasi tutto: il mercato dei fiori, il ponte Hoogly, l’Indian Museum, Victoria Memorial, la casa dei lebbrosi, gli istituti di Don Bosco, vari Templi, il giardino botanico, Tagores’ house,…….

Ma il bello di Calcutta sono le strade con i suoi bimbi! I loro sorrisi, la loro disponibilità, la loro dolcezza ed il loro amore….. Ora, solo ora, riesco a capire come mai una città così “terribile” viene chiamata LA CITTA’ DELLA GIOIA.



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